08/01/2015
FRANCIA - ISLAM
P. Samir: C'è una guerra interna all'islam e i politici occidentali non difendono la cultura europea
di Samir Khalil Samir
L'odio
fra sciiti e sunniti aumenta sempre più, con questi ultimi che
riconquistare il potere che hanno perduto in Iraq, in Libano, in
Siria... L'islam dovrebbe affrontare a fondo le tematiche della
modernità: l'interpretazione di fondo del Corano, la non violenza, la
libertà di coscienza, ma nessuno osa farlo. L'occidente dovrebbe
chiedere agli immigrati di entrare nel sistema esistente qui,
integrandovi dal punto di vista economico, politico, sociale. E
controllare le moschee, come fanno i Paesi musulmani.
Beirut
(AsiaNews) - Subito dopo l'attacco di Parigi, al giornale Charlie
Hebdo, le Comunità musulmane di Francia hanno emesso un comunicato molto
equilibrato e ragionevole. Ma tutte queste dichiarazioni mostrano un
certo imbarazzo: essi sanno che non basta dire "Questo non c'entra con
l'islam". Perché i fatti danno loro torto: almeno l'80% degli attacchi
terroristi nel mondo avviene in nome dell'islam, per difendere la fede,
il profeta.. e questo stile si diffonde sempre di più, anche in
occidente.
Ho parlato ieri con un imam di Parigi e mi ha detto che nella
capitale francese hanno iniziato una scuola per imam. Vi sono oltre
mille iscritti. In questa scuola si vuole orientare gli imam a conoscere
la cultura occidentale, a integrarsi.
Questa è una notizia importante perché nell'islam, tutto parte dagli
imam. In Europa gli imam e i predicatori delle moschee sono pagati dai
loro Paesi di origine. Ora in Francia vogliono creare un islam
autoctono, che assimili i valori occidentali della Francia (v. documento).
Ma questo contrasta con la maggioranza dei musulmani attivisti,
secondo cui questo occidente è un nemico, e l'islam è un sistema che va
diffuso, anche con la violenza.
Di fatto, in Medio oriente e in Europa si scontrano due modi di vedere l'islam.
Se guardiamo al Medio oriente e oltre, ci accorgiamo di quanto forte è la contrapposizione e la violenza fra sunniti e sciiti.
Ho incontrato un imam che era di Mosul. E' uno sciita che ha avuto la
sua famiglia uccisa dai fondamentalisti sunniti. Ora è emigrato a
Najaf, dove il grande ayatollah Alì al Sistani ha costruito un villaggio
per accogliere sciiti e cristiani fuggiti da Mosul.
L'odio fra sunniti e sciiti aumenta sempre più, soprattutto quello
della sunna contro gli sciiti considerati apostati. In mezzo a questi
due ci sono le minoranze: cristiani, yazidi, curdi, ecc... E' una lotta
dei sunniti per riconquistare ciò che hanno perduto: l'Iraq guidato da
sciiti; la Siria guidata da alauiti; gli Hezbollah sciiti in Libano, più
potenti dell'esercito regolare...
Quello dei sunniti è un tentativo di riprendere spazio, considerando se stessi l'autentica forma dell'islam.
E' un lotta anzitutto all'interno dell'islam, che poi si riversa
sulle minoranze e sull'occidente, come colui che ha promosso Israele,
che è secolarizzato, ecc..
Ma è il nemico più lontano. Il fatto più scottante è la lotta interna per chi propaga l'islam più autentico.
Perfino in Libano c'è questa forte tensione. E per questo tutte e due
le comunità musulmane chiedono ai cristiani di rimanere perché facciano
da cuscinetto. Se in Libano non ci fossero i cristiani, sarebbe già
guerra fra sunniti e sciiti.
L'islam dovrebbe affrontare a fondo le tematiche della modernità:
l'interpretazione di fondo del Corano, la non violenza, la libertà di
coscienza, ma nessuno osa farlo.
La non violenza
Una prima cosa che varrebbe la pena accettare da parte di tutti è il
principio della non violenza. Tutti i musulmani affermano che "l'Islam è
pace", che non è violento, ecc...
Le vignette di Charlie Hebdo, ad esempio, sono una cosa vecchia, di
alcuni mesi fa. D'accordo, i disegni sono ironici, sarcastici, scurrili
perfino, ma voi musulmani perché dovete rispondere con la violenza?
Perché a uno scritto non rispondere con uno scritto?
In passato (nel 2006) Charlie Hebdo aveva presentato Maometto con una
bomba al posto del turbante. Ma io dico ai miei amici musulmani: Come
rappresentate voi Maometto? Con la spada. Al museo di Istanbul vi sono
addirittura due spade considerate appartenute al profeta. E l'Arabia
saudita, il Paese custode dei luoghi santi dell'islam, cosa ha sulla sua
bandiera? Due spade! Allora io dico: quelli di Charlie Hebdo hanno solo
modernizzato la figura di Maometto. Una volta vi erano le spade; oggi
ci sono le bombe!
Finché l'islam, invece di battersi contro gli altri - apostati,
cristiani, occidente, atei - non fa un'autocritica e riconosce che il
problema è al suo interno, non se ne viene fuori e i Paesi islamici
saranno sempre più caratterizzati dalla guerra fra di loro.
Anche gli scontri che avvengono in Africa, nei Paesi arabi
mediterranei e al confine con il deserto del Sahara sono scontri interni
all'islam.
Vorrei dire agli amici musulmani: affrontate i problemi, fate
l'autocritica, ripensate l'islam per oggi, reinterpretate le parole del
profeta. Anche nella Bibbia vi sono versetti che inneggiano alla
guerra. Ma tutti noi comprendiamo che occorre reinterpretarle e non
prenderle alla lettera.
Bisogna tenere conto che siamo ormai nel XXI secolo. Chi paga in queste guerre sono i semplici, le minoranze, chi non ha difese.
L'Arabia saudita
Lo scontro fra sunniti e sciiti si coagula anche nella lotta fra
Arabia saudita e Iran. Qui alla religione si aggiungono problemi
economici, strategici, geopolitici, di dominio...
Bisogna dire all'Arabia saudita che ormai viviamo nel XXI secolo:
come è possibile, per esempio, negare alle donne il diritto di guidare
l'auto da sole? Che le donne non abbiano ancora il diritto di votare a
livello nazionale?
Ora, chi compie queste cose- l'Arabia saudita - lo fa come
l'autentico interprete dell'islam, in nome dell'islam. E questo disgusta
tutti, anche i musulmani.
Se tu fai queste cose in nome della religione, allora non protestare
se io attacco la tua religione che ti porta a umiliare così tanto un
essere umano.
Se tu parli con i musulmani ti dicono: Sì, certo l'Arabia saudita è
un Paese reazionario, retrogrado.. Ma siccome i sauditi offrono miliardi
ai diversi Paesi, alla fine tutti loro dicono: "Dio benedica l'Arabia
saudita!".
L'occidente che non sa cosa fare
E in occidente? Il problema del rapporto coi musulmani, c'è perché
molti di loro non si vogliono integrare, dato che l'islam è un sistema,
non solo una religione. Diversi di loro - la maggioranza - cercano di
integrarsi, ma lo fanno lentamente. In Francia erano più integrati gli
algerini di 50 anni fa che gli emigrati di oggi.
Ora, in Francia, in quasi tutto il Paese ci sono scuole e
supermercati dove si offre cibo halal. E per semplificare, ormai anche
nelle scuole e nei supermercati spesso si vende solo roba halal, che è
mangiabile anche dai non musulmani.
Questo porta a vedere i musulmani come una minaccia, che rischiano di
cancellare i propri valori occidentali (fra cui vi è anche il mangiare
carne di maiale). E vedendo che i musulmani si organizzano in gruppi
attivisti, anche gli occidentali si organizzano in gruppi con slogan
anti-islamici.
Va detto che i politici europei non affrontano mai il problema. Essi
dovrebbero dire ai migranti: Siete benvenuti. Noi vi accogliamo
fraternamente anche perché siamo di tradizione cristiana. Se volete,
potete stare qui, ma dovete integrarvi, potete praticare la religione
che volete, o potete essere atei, ma dovete entrare nel sistema
esistente qui, integrandovi dal punto di vista economico, politico,
sociale, culturale.
Purtroppo i politici preferiscono non mettere il becco e predicare
solo una vaga accoglienza, ricacciando la cultura europea a livello
privato.
In generale vedo che in molte parti dell'Europa esiste un'accoglienza
molto forte verso i migranti. E anche fra i musulmani vi è apertura. Ma
vi è un nucleo di islamici che rifiuta l'integrazione e che la
combatte.
Per vigilare su questo aspetto, occorre controllare le moschee. A
prima vista questo è contrario al nostro spirito europeo, di distinzione
fra Stato e religione. Ma le moschee nell'islam non sono soltanto un
luogo di preghiera. Esse sono un luogo d'indottrinamento e di
indicazioni politiche, talvolta anche dannose verso la comunità. Per
questo lo Stato europeo dovrebbe controllarle, come si fa in tutti i
Paesi musulmani. Nel mondo islamico le moschee sono le prime realtà che
vengono controllate.
Quest'ultimo esempio mostra che purtroppo, di fronte alle pretese
certezze dei gruppi islamici organizzati, vi sono ancora molte
incertezze nel mondo occidentale.
In
breve, ci vuole apertura agli emigrati, e in particolari ai musulmani, e nello
stesso tempo esigenze di integrazione socio-culturale, per evitare i conflitti
e le umiliazioni.