Bufera sul vescovo Galantino: «La politica? Piccolo harem di cooptati e di furbi»
18 agosto 2015
Foto Ansa
«I veri politici - continua il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, prendendo ad esempio la politica di De Gasperi - segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non é mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell'umanità».
«Il significato della guida in politica non é tramontato dietro la cortina fumogena di leadership mediatiche o dietro le oligarchie segrete dei soliti poteri - aggiunge - . La politica ha bisogno di capi, così come la Chiesa ha bisogno di vescovi che, come ha detto Papa Giovanni siano «una fontana pubblica, a cui tutti possono dissetarsi». Tra le luci della ribalta e il buio delle mafie e delle camorre non c'é solo il deserto: la nostra terra di mezzo é un'alta vita civile, che è la nostra patria di uomini liberi e che, come tale, attende il nostro contributo appassionato e solidale».
Tognon (Fondazione De Gasperi): peccato non sia venuto
“Avrei preferito che monsignor Galantino venisse ma capisco il suo gesto, di grande sensibilità e umiltà, in un clima che era molto pesante”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Giuseppe Tognon, incaricato di leggere la lectio magistralis degasperiana scritta dal segretario generale della Cei. “Ammettere di fare un passo indietro è un grande gesto, però non si possono fare passi indietro sui contenuti, sarebbe come tradire il Vangelo”, ha aggiunto Tognon. Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore della Fondazione, Giuseppe Zorzi, secondo il quale “questo episodio dimostra che è un momento delicatissimo sia in politica che nella Chiesa”.