LETTURE/
Piffer, “il fronte segreto”: l’intelligence alleata (e sovietica) nella
Resistenza europea
Il saggio di Tommaso Piffer "Il fronte segreto. Gli
Alleati, la Resistenza europea e le origini della guerra fredda 1939-1945"
è disponibile in italiano (1)
Giorgio Cavalli Pubblicato 21 Settembre 2024
Nel nostro tempo si fa sempre più evidente come la fine
della Guerra fredda, lungi dall’aver costituito l’ingresso in un mondo di pace,
abbia fatto riesplodere antiche tensioni che covavano sotto la coltre del
bipolarismo di qua e di là da quella cortina di ferro che, durante la seconda
guerra mondiale, si andava definendo attraverso la Conferenza di Teheran del
1943, l’accordo di spartizione delle aree di interesse tra Stalin e Churchill
del 1944 e la conferenza di Yalta del 1945. Dentro all’attuale contesto di
nuovi conflitti a effetto domino, diventa allora interessante ritornare sulle
tensioni covate sotto le ceneri nell’Europa di settant’anni di pace
“congelata”, le cui radici stanno nella guerra stessa.
L’ultimo volume di Tommaso Piffer, Il fronte segreto. Gli
Alleati, la Resistenza europea e le origini della guerra fredda 1939-1945
(Mondadori, 2024) si rivela molto utile per scavare in questa direzione, a
patto che si sia disposti a lasciarsi guidare nel labirinto di un puzzle
estremamente complesso, dal quale emergono via via le diverse tensioni militari
e i problemi politici che si posero sul terreno dinanzi alle potenze alleate
conto la Germania nazista. Tommaso Piffer, docente di Storia contemporanea all’Università
di Udine con un curriculum che passa per Harward, Cambridge e Mosca, ha
dedicato molte ricerche alla Resistenza europea. In questo volume il focus si
concentra su quei Paesi dell’Europa centro-orientale – Grecia, Jugoslavia e
Polonia –, che appunto furono toccati nei loro confini dalla cortina di ferro e
che pertanto videro un maggiore impegno dei Servizi di intelligence inviati da
Londra, Washington e Mosca a sostegno di questa o quella componente della
Resistenza, che in quei Paesi assunsero connotazioni di massa entrando però
spesso in conflitto con i rispettivi governi in esilio.
Pubblicato dapprima in inglese e dotato di un’imponente
documentazione di prima mano, il testo di Piffer attraversa la Seconda guerra
mondiale nella prospettiva piuttosto inedita dell’operato dei Servizi segreti
alleati nelle loro relazioni con i movimenti europei della Resistenza, in un
arco di tempo che va dal disastroso patto di non aggressione Ribbentrop-Molotov
del 1939 – con le clausole segrete per la spartizione della Polonia –, fino
alla disfatta della Germania. Nel ripercorrere in ordine cronologico i diversi
scenari di guerra, l’autore svolge per trecento e più pagine la storia dei
Servizi nelle loro relazioni con i rispettivi governi da un lato e con i
movimenti europei di resistenza dall’altro, concentrandosi su tre punti chiave:
1) la Grande Alleanza tra Gran Bretagna, Stati Uniti e URSS; 2) le relazioni
tra gli Alleati e l’Europa; 3) la natura della Seconda guerra mondiale.
Per quanto riguarda i rapporti tra gli Alleati, l’analisi
comparata dei rapporti di Mosca, Londra e Washington con i rispettivi servizi
segreti ci svela la pragmaticità, la molteplicità di opinioni e spesso la
confusione dei centri di potere occidentali, in specie nel caso
dell’Inghilterra, che fino al 1941 dovette sostenere da sola il peso della
guerra e il cui Foreign Office mise in campo un SOE (Special Operations
Executive) inizialmente improvvisato con agenti poco più che ventenni,
scarsamente preparati e difficilmente controllabili, anche per ragioni
logistiche, sia dal ministero che dagli alti comandi militari.
Vero è che nel tempo i Servizi inglesi videro l’apporto di
agenti molto abili, come Bill Hudson, un prestante agente dalle molte risorse
sbarcato con un sottomarino in Montenegro per la sua missione in Jugoslavia,
cui pare si fosse ispirato Fleming per il suo James Bond, o come il trentenne
Eddie Myers in Grecia, unico ufficiale del Genio reale addestrato al paracadute
tra quelli assegnati al SOE, e tuttavia non saranno mai del tutto superate le
contraddizioni tra i diversi centri operativi. Gli Stati Uniti apparvero in
Europa più defilati nella loro competizione con l’alleato inglese, geloso del
proprio dominio nel Mediterraneo, avendo questi concentrato le attività
dell’OSS (Office of Strategic Services) principalmente nello scacchiere
asiatico. Unica eccezione in cui si rovesciarono i rapporti interni
anglo-americani fu l’area italiana tra il 1944 e il 1945, dove la disponibilità
di agenti italo-americani costituì un indubbio vantaggio linguistico per la
loro penetrazione nel territorio.
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https://www.ilsussidiario.net/news/letture-piffer-il-fronte-segreto-lintelligence-alleata-e-sovietica-nella-resistenza-europea/2752197/#:~:text=CULTURA-,LETTURE/%20Piffer%2C%20%E2%80%9Cil%20fronte%20segreto%E2%80%9D%3A%20l%E2%80%99intelligence%20alleata%20(e%20sovietica)%20nella%20Resistenza,%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94,-Abbiamo%20bisogno%20del
(1 – continua)