Sagrato della Basilica di San Pietro Venerdì, 27 marzo 2020
«Ma la nostra fede è debole e siamo
timorosi. Però Tu, Signore, non lasciarci in balia della tempesta»
«Venuta la sera» (Mc
4,35). Così inizia il Vangelo che abbiamo ascoltato. Da settimane
sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle
nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite
riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che
paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei
gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti.
Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una
tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla
stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo
importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi
di confortarci a vicenda. Su questa barca… ci siamo tutti.
Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell’angoscia
dicono: «Siamo perduti», così anche noi ci siamo accorti che non
possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.
È
facile ritrovarci in questo racconto. Quello che risulta difficile è
capire l’atteggiamento di Gesù. Mentre i discepoli sono naturalmente
allarmati e disperati, Egli sta a poppa, proprio nella parte della barca
che per prima va a fondo. E che cosa fa? Nonostante il trambusto, dorme sereno, fiducioso nel Padre
– è l’unica volta in cui nel Vangelo vediamo Gesù che dorme –. Quando
poi viene svegliato, dopo aver calmato il vento e le acque, si rivolge
ai discepoli in tono di rimprovero: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
Storie, riflessioni, testimonianze. Il Primo Piano è sulla vita al tempo del Covid19. La copertina è il Volantone. L’editoriale, la lettera di Carrón. Con quella domanda che apre un lavoro: «Cosa ci strappa dal nulla?». Il nuovo numero è online, per tuttiIn copertina c’è il Volantone di Pasqua, con quello scambio di sguardi tra Gesù e i bambini che dice molto, quasi tutto, di ciò di cui abbiamo bisogno oggi, per vivere. Lo abbiamo anche allegato al giornale, per farlo arrivare a chi non riuscisse ad averlo attraverso i canali normali, bloccati dall’emergenza.
Ma dato che la situazione ha un impatto pesante pure sulla rivista (stampa, confezionamento e spedizione sono tutti passaggi a rischio: chiediamo pazienza soprattutto agli abbonati), abbiamo deciso di mettere Tracce di aprile a disposizione di tutti, subito e gratis. Lo trovate online qui.
L’editoriale è la lettera di Julián Carrón inviata al movimento di CL la settimana scorsa, con quella domanda che apre a un lavoro personale, più che mai urgente: «Che cosa ci strappa dal nulla?». Il Primo Piano, naturalmente, è dedicato all’emergenza Coronavirus, con riflessioni, storie e testimonianze. Poi, le scoperte dei Percorsi.
Assieme al lavoro che state vedendo sul sito, giorno per giorno, è il nostro contributo al «cammino per continuare a incrementare la certezza, quella “speranza fondata” di cui abbiamo assoluto bisogno per vivere in queste circostanze», come suggerisce quella stessa lettera. Buona lettura. E buon cammino.