SANITÀ,
MEDICI AGGREDITI/ Curare non basta, ai sanitari serve ancora una “vocazione”
Da Foggia a Napoli, aumentano i casi di aggressioni ai
medici. Un problema che non si risolve con le forze dell’ordine. Nemmeno con
l'aziendalismo sanitario
Antonio Puca Pubblicato 20 Settembre 2024
“Negli ultimi trent’anni (oggi possiamo dire settanta) –
scrivevano il prof. Pellegrino e il prof. Thomasma negli anni novanta –
nell’etica medica sono avvenuti cambiamenti più che nella storia dai 25 secoli
precedenti”.
Dal noto giuramento di Ippocrate, che sanciva la sacralità
dell’arte medica e, da una certa lettura tardiva, del cosiddetto paternalismo
medico (Percival), si è passati ad una visione laica della medicina e ad una
forte accentuazione dell’autonomia del paziente (uno dei tre principi della
bioetica anglosassone), con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Le cause di questa trasformazione erano e sono riconducibili
a tre fattori: la gestione democratica del potere; l’educazione pubblica; il
pluralismo morale (cfr. E.D. Pellegrino, D.C. Thomasma, Medicina per vocazione,
Dehoniane, 1994)
A questi occorrere aggiungere, a questo punto, un quarto
fattore, che è la trasformazione degli ospedali e delle case di cura in aziende
da condurre managerialmente. In Italia questo cambiamento lo si può fare
risalire sempre agli anni 90.
Tenendo presenti questi fattori, l’etica medica non la si
può più intendere come fino agli anni 60. Al di là del fatto che molti problemi
che erano di pertinenza dell’etica medica oggi sono rivendicati dalla bioetica,
lo stesso rapporto medico-paziente, centrale nella concezione dell’etica
medica, non è più da intendersi nel modo tradizionale.
A causa dei cambiamenti sopra citati, il rapporto non è più
ristretto tra il medico e il paziente. La famiglia, le altre figure
professionali della salute, il sistema gestionale dell’azienda sanitaria
locale, la politica sanitaria sono fattori che sono entrati in gioco, per cui,
semplificando, si può dire che l’etica medica nel recente passato riguardava
almeno tre componenti: il paziente, il medico e le altre figure professionali,
e la società, in ordine di importanza invertito rispetto al passato.
Oggi possiamo dire che l’etica medica è totalmente negletta.
Venuta meno la fiducia del paziente nel medico, e l’autorevolezza del medico
stesso nei confronti del paziente, si assiste a una vera e propria aggressione
contro i medici e il personale sanitario in genere, appena l’ammalato o i
familiari si sentono trascurati. I casi si sono moltiplicati negli ultimi anni
e oggi ci si trova in una situazione davvero insostenibile. Tant’è che i
sanitari fuggono dai Pronto soccorso e dai reparti a rischio e minacciano di
chiudere gli ospedali. Perfino i concorsi per il personale sanitario vengono
disertati. Si è passati dal Welfare al Far West!
Che fare? Analizzare le cause sembra poco. Allora si invoca
la forza pubblica a presidio di ospedali e case di cura. A nostro avviso ciò
non basta. Può coprire qualche falla, ma non risolvere. Il conflitto autonomia
del paziente-dovere del medico è risolvibile solo in un rapporto di fiducia
reciproca. Seguendo ancora i nostri autori, occorre stabilire una nuova
alleanza tra medico/personale sanitario e paziente. La “beneficialità nella
fiducia” è la formula adoperata da Pellegrino e Thomasma per esprimere questo
rapporto. Ma anche ciò non basta, a nostro avviso. Occorre che il medico e gli
operatori sanitari ritrovino quella che una volta veniva chiamata “vocazione”,
come si riscontra ancora nel testo citato, e il malato e la sua famiglia
sappiano comprendere che gli operatori non sono onnipotenti. Aggiungiamo che le
risorse sanitarie meritano di essere aumentate e i presidi“umanizzati”.
L’ospedale deve ritrovare la sua fisionomia originale: luogo di accoglienza e
di cura.
(…….)
https://www.ilsussidiario.net/news/sanita-medici-aggrediti-curare-non-basta-ai-sanitari-serve-ancora-una-vocazione/2751859/#:~:text=SALUTE%20E%20BENESSERE-,SANIT%C3%80%2C%20MEDICI%20AGGREDITI/%20Curare%20non%20basta%2C%20ai%20sanitari%20serve%20ancora%20una,Studio%3A%20%2239%20milioni%20di%20persone%20a%20rischio%20morte%20entro%20il%202050%22,-SANIT%C3%80%2C%20SALUTE%20E