giovedì 22 gennaio 2015

Manfredonia: presentazione del libro 'Vita di don Giussani' di Savorana


Benson, Il padrone del mondo

ROBERT H. BENSON

L’uomo dalle mani pulite

di Alessandro Banfi
22/01/2015 - Lo ha citato papa Francesco, di ritorno dalle Filippine, per spiegare cosa sia la colonizzazione ideologica. E ha invitato a leggerlo. Ma "Il Padrone del mondo" è anche uno dei libri che fanno parte della storia del movimento (da "Tracce", 7/2011)
Nel 1987, ottanta anni dopo la sua prima pubblicazione in Inghilterra, Jaca Book ristampa in Italia Il padrone del mondo. Mancano due anni alla caduta del Muro di Berlino e alla fine ufficiale del mondo comunista. E tuttavia quel libro, allora, ci colpisce profondamente. Il nemico della fede, della Chiesa, può essere più insidioso di quello che avevamo creduto. Come scrisse Augusto Del Noce su il Sabato: «Oggi che il marxismo è in un declino irreversibile, sino al punto che si rischia di essere ingiusti rispetto alla sua reale potenza filosofica, e che la rivoluzione sessuale e la combinazione marx-freudiana segnano il passo, la lotta contro il cattolicesimo avviene proprio sotto il segno dell’umanitarismo». Dopo l’Anticristo di Solov’ëv, tema di un Volantone di Pasqua di quegli anni, don Giussani ci spinse a prendere in mano questo libro lucidamente visionario.

mercoledì 21 gennaio 2015

New York: al cuore del cammino

NEW YORK

Al cuore del cammino

di Davide Perillo
21/01/2015 - Ha chiuso la tre giorni newyorkese "Alla ricerca del volto umano". L'incontro, anzi, il dialogo con don Julián Carrón all'Encounter ha aperto una prospettiva su tutto l'evento. Con un punto partenza: il desiderio di felicità di ciascuno
Outrageously happy, vergognosamente felice. «Anche io voglio esserlo, ma mi sembra impossibile. Ci hanno detto che la vita è un viaggio, un cammino. Ed è vero, lo capisco questo. Ma il problema è che non sappiamo come farlo». Non è un caso che il New York Encounter si sia concluso così, dopo tre giorni, 27 incontri, quattro mostre e centinaia di persone che si sono affacciate nel Metropolitan Pavilion di Manhattan. Si è visto bene che cosa c’è in gioco «nella ricerca del volto umano»: il nostro io, la nostra felicità. E quando José Medina, responsabile di CL negli Usa, ha introdotto l’incontro finale con don Julián Carrón leggendo la mail di uno studente che pone il problema, è partita un’ora e mezza di dialogo che ha aperto una prospettiva su tutto l’evento. Un cammino. Ma come si può fare?

martedì 20 gennaio 2015

La vita di Frank Simmonds

NEW YORK

La vita di Frank, che andava all'Infinito

di Chris Bacich
20/01/2015 - È stato uno dei volti del video per i sessant'anni di CL. Afro-americano, con un passato drammatico, da tempo malato di cancro, è morto ieri mattina. Da Tracce di novembre 2014, la storia di un uomo rinato in un incontro
Frank Simmonds è un afro-americano di poco più di cinquant’anni, che ha un cancro in stadio avanzato al sistema neuro-endocrino. Ripete sempre: «Se una persona impara cos’è la verità conoscendo me e la mia storia, allora ne è valsa la pena».

Ha quindici anni quando alla madre viene diagnosticato un tumore. Dopo la sua morte, cresce in lui una fortissima ribellione contro Dio, perché non l’ha salvata. Comincia così la sua discesa. Droga, furti e vari periodi in carcere diventano la sua quotidianità. La ragazza con cui vive lo lascia e si porta via il loro bambino. Anni dopo, incontra il figlio per strada: «Papà, mi manchi, torna a casa». Umiliato, con gli abiti stracciati e puzzolenti, Frank si scusa, e cerca di allontanarlo da sé. Ma lui insiste: «Papà, sei importante. Ho visto una tua foto in un negozio con la scritta “ricercato”». Lo aveva rapinato poche settimane prima. Dopo anni da randagio, viene arrestato per spaccio. Ricorda ancora oggi le parole che l’agente gli ha detto mentre lo ammanettava: «Frank, non ti stiamo arrestando, ti stiamo salvando». In cella, una notte, scrive queste righe: «... Dio, per favore, non guardare al mio passato, perdona i miei peccati così che possa trovare finalmente la felicità... Aiutami a cambiare la mia vita, Signore: benedicimi con la tua Parola... Liberami dall’ansia del mio spirito in catene. Ti amo così tanto, Signore... Sono grato perché Gesù ha dato la vita per i nostri peccati. Per favore purifica la mia mente e il mio corpo, così che possa vivere. La realtà si è fatta presente; so che ho sbagliato. Il mio cuore è pieno di dolore; è il tuo perdono che io bramo...».

lunedì 19 gennaio 2015

Manila: 'lasciamoci sorprendere da Dio'

Lasciamoci sorprendere da Dio

Discorso di papa Francesco all'incontro con i giovani durante il viaggio in Sri Lanka e Filippine (Manila, 18 gennaio 2015)
19/01/2015
Prima di tutto una notizia triste. Ieri, mentre stava per iniziare la Messa, è caduta una delle torri e cadendo ha colpito una ragazza ed è morta. Il suo nome è Cristal. Lei ha lavorato nell’organizzazione di quella Messa. Aveva 27 anni, era giovane come voi e lavorava per un’associazione. Era una volontaria. Vorrei che noi tutti insieme, voi giovani come lei, pregassimo in silenzio un minuto e poi invochiamo la nostra Madre del cielo.

[Silenzio … Ave Maria]

Facciamo una preghiera anche per suo papà e sua mamma. Era figlia unica. Sua mamma sta venendo da Hong Kong. Suo papà è venuto a Manila ad aspettare la mamma.
È una gioia per me essere oggi con voi. Saluto cordialmente ciascuno di voi e ringrazio tutti coloro che hanno reso possibile questo incontro. Nel corso della mia visita alle Filippine, ho voluto in modo particolare incontrarmi con voi giovani, per ascoltarvi e parlare con voi. Desidero esprimere l’amore e la speranza che la Chiesa ha per voi. E voglio incoraggiarvi, come cittadini cristiani di questo Paese, a dedicarvi con passione e con onestà al grande impegno di rinnovare la vostra società e di contribuire a costruire un mondo migliore.
In modo speciale, ringrazio i giovani che mi hanno rivolto parole di benvenuto: Jun, Leandro e Rikki. Grazie tante!
Un po’… sulla piccola rappresentazione delle donne. Troppo poco! Le donne hanno molto da dirci nella società di oggi. A volte siamo troppo maschilisti, e non lasciamo spazio alla donna. Ma la donna sa vedere le cose con occhi diversi dagli uomini. La donna sa fare domande che noi uomini non riusciamo a capire. Fate attenzione: lei [indica Jun] oggi ha fatto l’unica domanda che non ha risposta. E non le venivano le parole, ha dovuto dirlo con le lacrime. Così, quando verrà il prossimo Papa a Manila, che ci siano più donne!
Ti ringrazio, Jun, che hai presentato con tanto coraggio la tua esperienza. Come ho detto prima, il nucleo della tua domanda quasi non ha risposta. Solo quando siamo capaci di piangere sulle cose che voi avete vissuto possiamo capire qualcosa e rispondere qualcosa. La grande domanda per tutti: perché i bambini soffrono? Perché i bambini soffrono? Proprio quando il cuore riesce a porsi la domanda e a piangere, possiamo capire qualcosa. C’è una compassione mondana che non serve a niente! Una compassione che tutt’al più ci porta a mettere mano al borsellino e a dare una moneta. Se Cristo avesse avuto questa compassione avrebbe passato, curato tre o quattro persone e sarebbe tornato al Padre. Solamente quando Cristo ha pianto ed è stato capace di piangere ha capito i nostri drammi (continua a leggere)


venerdì 16 gennaio 2015

Carron, Londra: 'Voi siete l'avamposto'

LONDRA

«Voi siete l'avamposto»

di Gianluca Marcato
16/01/2015 - L'incontro di don Julián Carrón con le comunità di CL del Nord Europa. Qui la vita diventa sempre più difficile e complicata. Ma proprio per questo «un gesto davvero umano» è più facile da riconoscere.
Negli ultimi anni, le comunità di CL nei Paesi del Nord Europa di lingua inglese sono cresciute. Quest’anno ci siamo ritrovati vicino a Londra in cinquecento (di cui novanta bambini!) con don Julián Carrón, dopo settimane di intense attesa nel fine settimana tra il 9 e l'11 gennaio.

Il titolo dato a questi due giorni di convivenza - “Il cammino al vero è un’esperienza” - era conosciuto: si trattava dell’ottavo anno consecutivo, eppure c’era un movimento strano di popolo che incuriosiva molto. L’arrivo, il venerdì sera, da Regno Unito, Irlanda, Olanda, Lussemburgo, Svezia e Norvegia confermava questa impressione, con saluti ed abbracci che mostravano un desiderio grande. Per alcuni la strada era stata lunga, come chi ha preso aereo e mezzi di vario tipo o chi, determinato a venire anche con i figli e visti i costi dei trasporti Gran Bretagna, ha deciso di partire in macchina da Edimburgo facendo 10 ore di viaggio.

NY ENCOUNTER 2015

NY ENCOUNTER 2015

Il volto umano di New York

di Stephen Sanchez
15/01/2015 - Apre i battenti venerdì 16 gennaio l'appuntamento che da cinque anni anima il cuore della metropoli americana. Tra conferenze e mostre, saranno protagonisti relatori di ogni campo: artisti, educatori, scienziati... Ecco un'intervista a uno dei fondatori
Questa settimana, dal 16 al 18 gennaio, si svolge il quinto New York Encounter, un festival culturale pubblico di tre giorni che si tiene una volta all’anno nel cuore di New York. Il New York Encounter pone in primo piano il desiderio umano di verità, bellezza e giustizia, e costituisce un punto d’incontro per persone di varie fedi, tradizioni e culture, poiché è volto alla comprensione reciproca, alla collaborazione e a una vera amicizia. Il tema di quest’anno è "Alla ricerca del volto umano" e le conferenze e le mostre «vedranno la partecipazione di relatori di ogni estrazione sociale: artisti, educatori, scienziati, avvocati, musicisti, scrittori e medici». Quest’anno le presentazioni degli eventi dell’Encounter saranno disponibili su TracesOnline.
Tra le personalità più importanti ci sono sicuramente Richard Potts (direttore dello Human Origins Program alla Smithsonian), il Cardinale di New York, Timothy Dolan, il Cardinale di Boston, Sean O’Malley, Timothy Shriver (presidente di Special Olympics) e Jean Vanier (fondatore delle comunità “L'Arche”). Guarda sul sito durante la settimana (e soprattutto durante l’Encounter) per seguire l’edizione di quest’anno.


* * *


Maurizio Maniscalco (chiamato da tutti “Riro”) è presidente e co-fondatore del New York Encounter, una manifestazione culturale di tre giorni, ora alla sua quinta edizione, che si svolge nel cuore di New York. TracesOnline gli ha chiesto di rispondere a cinque domande per iniziare la settimana di servizi su questa edizione dell'Encounter.

Riro, grazie per essere qui. È il quinto appuntamento del New York Encounter, una manifestazione che ogni volta diventa più grande e interessante. Cosa avete in serbo quest’anno?
Ci sono molte cose! Conferenze, mostre, spettacoli, film e tanto altro. È il seme di un mondo nuovo in questo mondo; è il luogo dove si può condividere, capire e giudicare ciò che accade intorno a noi e in noi stessi. Guarda il programma (sul sito www.newyorkencounter.org), ma se puoi vieni a vedere. Tutte le parole che possono venirmi in mente non rispecchiano neanche un po’ l’esperienza dal vivo dell’Encounter.

giovedì 15 gennaio 2015

Charlie Hebdo: quando i fatti 'bucano' i preconcetti

FRANCIA

Quella parola che mancava

di Giuseppe Frangi
14/01/2015 - È uscito il primo numero di "Charlie Hebdo" dopo la strage. In copertina, Maometto. Eppure sono spuntate una lacrima sul volto del profeta e una frase: «Tutto è perdonato». Come se, per non rimanere schiacciati dal dolore...
«Ho disegnato Maometto e poi ho scritto “Io sono Charlie”. L’ho guardato e ho aggiunto: “Tutto è perdonato”. Poi ho pianto. Avevo trovato la soluzione. Ed era la nostra soluzione, non era tutto quello che gli altri volevano che noi facessimo». Così ieri Renald Luzier, in arte Luz, aveva spiegato a centinaia di giornalisti schierati come aveva pensato e disegnato la copertina del primo numero di Charlie Hebdo, dopo la strage del 7 gennaio.

La cronaca ci dice che i tre milioni di copie non sono bastati, perché i francesi si sono messi in coda all’edicola sin dall’alba: E così ne è stata fatta un'extra tiratura di due milioni. Tutto previsto e prevedibile. Tutto tranne quella copertina, in cui fa capolino una parola anomala nella prospettiva inesorabilmente laica del giornale satirico francese: perdono. Una parola imprevista che una volta accettata e messa in pagina, suona un po’ come una liberazione: «Ho pianto», ha infatti confidato il disegnatore.

Papa Francesco: La libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma lo è anche quello della fede di non essere messa in ridicolo

» 15/01/2015
VATICANO
Papa: la libertà di espressione è un diritto fondamentale, ma lo è anche quello di una fede di non essere messa in ridicolo
Incontrando i giornalisti durante il volo per le Filippine, Francesco definisce un'"aberrazione" chi pretenda di "uccidere in nome di Dio". Su un possibile attentato, teme per l'incolumità della gente che viene a incontrarlo, ma per se stesso affronta questo pericolo con "una buona dose di incoscienza". A giugno o luglio l'enciclica sull'ambiente. Nelle Filippine "il messaggio saranno i poveri", soprattutto il sostegno alle vittime del tifone Yolanda.


Città del Vaticano (AsiaNews) - Così come è un'"aberrazione" chi pretenda di "uccidere in nome di Dio", sbaglia anche chi arriva a offendere una religione sventolando la bandiera del diritto a dire ciò che si vuole. E' la considerazione espressa da papa Francesco sui fatti di Parigi, espressa nel corso di un incontro con i giornalisti durante il volo che l'ha portato dallo Sri Lanka nelle Filippine.
Alla domanda di un giornalista francese sulla drammatica vicenda di Parigi, a quanto riferisce la Radio Vaticana, il Papa ha risposto che i diritti alla libertà di espressione e alla libertà di religione "sono tutte e due diritti umani fondamentali". Ma così come è un'"aberrazione" chi pretenda di "uccidere in nome di Dio", sbaglia anche chi arriva a offendere una religione sventolando la bandiera del diritto a dire ciò che si vuole. Sul punto papa Francesco è inequivocabile: certamente è doveroso dire ciò che contribuisce a costruire il "bene comune", e certamente non si può reagire con violenza a un affronto, ma nemmeno "si può provocare". "Non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede", perché "c'è un limite", quello della "dignità" che ogni religione possiede.

mercoledì 14 gennaio 2015

Borgna: il mistero del tempo

Senza perdersi al rintocco del tempo
Marina Corradi
​ Il tempo, "mistero irriducibile sul quale nessuna scienza fa presa", scriveva Simone Weil. Sulla maestà del tempo, il flusso inafferrabile che ci conduce, sequenza di istanti che sono e già non sono più, si affaccia l’ultimo lavoro di Eugenio Borgna, psichiatra emerito e scrittore (Il tempo e la vita, Feltrinelli, pagine 224, euro 18,00). Un libro dal marchio agostiniano, attento più che al cronos, il tempo misurabile, a quello interiore: il tempo come dimensione dell’anima.

lunedì 12 gennaio 2015

Charlie Hebdo: per non scivolare nell'ipocrisia

» 12/01/2015
FRANCIA - ISLAM
Charlie Hebdo: per non scivolare nell'ipocrisia
di Bernardo Cervellera
All'enorme raduno di ieri vi è stata poca "liberté", poca "egalité" e poca "fraternité". Si è manifestato per la libertà di espressione, ma in Russia e Turchia - presenti alla marcia - si arrestano giornalisti e blogger. I capi politici hanno avuto paura di marciare con tutta la folla. La revisione di Schengen rischia di dividere il sud dal nord dell'Europa. Poca solidarietà verso le vittime quotidiane del terrorismo in Siria, Iraq, Nigeria. Paesi europei vendono armi ad Al Nusra e allo Stato islamico. Convivenza ed educazione per una vera "fraternité".


Roma (AsiaNews) - C'è qualcosa che non convince nella pur commovente dimostrazione di coraggio della manifestazione di ieri a Parigi. Certo, l'uccisione dei giornalisti di Charlie Hebdo, dei poliziotti (di cui uno musulmano), degli ostaggi (quattro ebrei), e dei terroristi nel cuore di Parigi aveva bisogno di una dimostrazione ferma e decisa, come pure della solidarietà del mondo intero.
Ma la processione "laica" con l'inchino davanti alla Marianna repubblicana e ai valori universali di "liberté, egalité, fraternité" ha mostrato qualche sbavatura. E se non si mettono in luce queste stonature, la giornata di ieri rischia di passare non come "una giornata storica", come si è detto in modo un po' retorico, ma come un manto che copre l'ipocrisia di molti.
Anzitutto non vi è stata troppa "liberté": fra gli oltre 50 rappresentanti politici che hanno manifestato ieri, vi sono membri di Stati che soffocano la libertà di stampa in modo quasi dittatoriale, come la Russia o la Turchia, dove blogger, internet e giornalisti vengono accusati e arrestati allo stesso modo che in tanti Paesi islamici.

venerdì 9 gennaio 2015

Francia, dopo l'attentato: 'Non si risponde al vuoto con altro vuoto'

FRANCIA

Non si risponde al vuoto con altro vuoto

di Silvio Guerra
09/01/2015 - L'attentato nel giorno dei saldi di stagione. La paura che afferra tutti e i tanti slogan. Davanti allo smarrimento, la sfida del fatto cristiano: «Da chi ci aspettiamo la salvezza?». Il contributo di un insegnante che vive i fatti di Parigi da vicino
Mercoledì 7 gennaio, il giorno dell’attentato al giornale Charlie Hebdo era anche il giorno dell’inizio delle vendite promozionali. A Parigi, significa girone dell’inferno per chi si avventura nei quartieri centrali. Una bolgia “programmata”.

Sono uscito dal metrò, in uno di questi quartieri, e ho visto materializzarsi il vuoto. Quasi nessuno per le vie, nessun rumore, pochissime macchine. La paura era fisicamente palpabile in tutto ciò che poche ore prima si doveva vivere nella frenesia dello shopping a tutto spiano. Ho pensato all’inizio dell’Apocalisse e mi sono detto: «L’inizio sarà così».

Ancona: Bruno Cantarini, il violino dell'orchestra

ANCONA

Come il violino in un'orchestra

di Nicola Campagnoli
09/01/2015 - La morte di Bruno Cantarini, poeta e insegnante. La fede quotidiana, la famiglia e gli incontri con gli amici. Tutto riflesso nella poesia, che non può essere un «monologo solitario»
La morte di Bruno Cantarini rappresenta una svolta nella vita culturale e letteraria della nostra città di Ancona. Una morte avvenuta nella grazia della fede. Non una fede miracolistica o eccezionale, ma semplice e quotidiana, che, invece di fuggire il dolore, lo sostiene e lo rende occasione di amore e cambiamento personale. La fede di una strada, proposta da don Giussani e da amici che favoriscono lo sguardo alla profondità della realtà.

giovedì 8 gennaio 2015

P. Samir: Il dissidio èall'interno del mondo musulmano stesso

08/01/2015
FRANCIA - ISLAM

P. Samir: C'è una guerra interna all'islam e i politici occidentali non difendono la cultura europea
di Samir Khalil Samir
L'odio fra sciiti e sunniti aumenta sempre più, con questi ultimi che riconquistare il potere che hanno perduto in Iraq, in Libano, in Siria... L'islam dovrebbe affrontare a fondo le tematiche della modernità: l'interpretazione di fondo del Corano, la non violenza, la libertà di coscienza, ma nessuno osa farlo. L'occidente dovrebbe chiedere agli immigrati di entrare nel sistema esistente qui, integrandovi dal punto di vista economico, politico, sociale. E controllare le moschee, come fanno i Paesi musulmani.


Beirut (AsiaNews) - Subito dopo l'attacco di Parigi, al giornale Charlie Hebdo, le Comunità musulmane di Francia hanno emesso un comunicato molto equilibrato e ragionevole. Ma tutte queste dichiarazioni mostrano un certo imbarazzo: essi sanno che non basta dire "Questo non c'entra con l'islam". Perché i fatti danno loro torto: almeno l'80% degli attacchi terroristi nel mondo avviene in nome dell'islam, per difendere la fede, il profeta.. e questo stile si diffonde sempre di più, anche in occidente.
Ho parlato ieri con un imam di Parigi e mi ha detto che nella capitale francese hanno iniziato una scuola per imam. Vi sono oltre mille iscritti. In questa scuola si vuole orientare gli imam a conoscere la cultura occidentale, a integrarsi.
Questa è una notizia importante  perché nell'islam, tutto parte dagli imam. In Europa gli imam e i predicatori delle moschee sono pagati dai loro Paesi di origine. Ora in Francia vogliono creare un islam autoctono, che assimili i valori occidentali della Francia (v. documento).


martedì 6 gennaio 2015

I Re Magi a Manfredonia

(Associazione S.Michele Manfredonia)

I Re Magi arrivano con i loro doni e con un po' di companatico....