giovedì 22 dicembre 2016

Papa Francesco scrive a don Julian Carron

Papa Francesco scrive a Julián Carrón (www.tracce.it)

22/12/2016 - Nei giorni scorsi don Julián Carrón ha ricevuto da papa Francesco una lettera autografa. Qui la pubblichiamo con un messaggio che il Presidente della Fraternità ha rivolto agli aderenti a CL
Cari amici,
che gioia poter condividere con tutti voi la lettera autografa che ho ricevuto da papa Francesco, con la sua personale benedizione! Il Papa ci ringrazia delle offerte raccolte durante i pellegrinaggi che abbiamo compiuto nei Santuari mariani di tutto il mondo, in occasione dell’Anno Santo della Misericordia, e che gli abbiamo inviato per la sua carità.
Ma papa Francesco non si è limitato a ringraziarci, infatti ha voluto anche indicarci dove dobbiamo guardare per poter continuare il nostro cammino, in modo da «testimoniare con coraggio l’autenticità della vita cristiana». Vi chiedo di leggere attentamente la lettera, di farla oggetto della vostra riflessione, di aiutarvi a capirla sempre di più con l’aiuto degli amici, nei gruppi di Fraternità, per fare tesoro del suo contenuto. Dio non finisce mai di stupirci. Come non essere colpiti e grati per questo regalo inaspettato di un padre, che si prende così a cuore il destino dei suoi figli!
Mi auguro che Cristo trovi ciascuno di noi disponibile alla modalità che ha scelto per venirci incontro in questo Natale della nostra vita. Non è scontato: come don Giussani ci ha sempre richiamato nel tempo di Avvento, possiamo attendere la Sua venuta, ma senza amare veramente la modalità con cui Lui decide ogni volta di venire. Chiediamo alla Madonna di renderci aperti come lei alla sorpresa con cui il Mistero ci visita oggi. Vi raccomando di non fare passare giorno senza una preghiera per papa Francesco, come ha chiesto a ciascuno di noi.
Tanti auguri di Buon Natale.
Vostro Julián Carrón
21 dicembre 2016

Ed ecco il testo della lettera del Papa:

D.S.M., 30 novembre 2016

Reverendo Don Julián,
ringrazio lei e l’intera Fraternità di Comunione e Liberazione per la offerta, raccolta durante i pellegrinaggi, che generosamente avete voluto inviarmi per le Opere della Carità.
Mi fa bene al cuore e mi consola tanto sapere che da più di duecento Santuari mariani in Italia e nel mondo, tante persone hanno intrapreso il cammino della misericordia nello spirito della condivisione con i bisognosi. I poveri infatti ci rammentano l’essenziale della vita cristiana. Sant’Agostino insegna: «Ci sono alcuni che più facilmente distribuiscono tutti i loro beni ai poveri, piuttosto che loro stessi divenire poveri in Dio». Questa povertà è necessaria perché descrive ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Lui. Perciò andiamo dai poveri, non perché sappiamo già che il povero è Gesù, ma per tornare a scoprire che quel povero è Gesù. Sant’Ignazio di Loyola a sua volta soggiunge che: «la povertà è madre e muro. La povertà genera, è madre, genera vita spirituale, vita di santità, vita apostolica. Ed è muro, difende. Quanti disastri ecclesiali sono cominciati per mancanza di povertà».
In un mondo lacerato dalla logica del profitto che produce nuove povertà e genera la cultura dello scarto, non desisto dall’invocare la grazia di una Chiesa povera e per i poveri. Non è un programma liberale, ma un programma radicale perché significa un ritorno alle radici. Il riandare alle origini non è ripiegamento sul passato ma è forza per un inizio coraggioso rivolto al domani. È la rivoluzione della tenerezza e dell’amore. Per questo chiedo anche a voi di unire gli intenti verso questo obiettivo. Vi auguro di lavorare con serenità e con frutto, e di testimoniare con coraggio l’autenticità della vita cristiana.
A tutti e a ciascuno invio di cuore la benedizione del Signore.
Per favore non dimenticate di continuare a pregare per me.
Francesco

domenica 18 dicembre 2016

"Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci" (S.Bernardo)

 

DOCUMENTI

«Volle venire Colui che si poteva accontentare di aiutarci» (www.tracce.it)


14/12/2016 - La "Pagina Uno" di "Tracce" di dicembre, gli appunti dalla sintesi conclusiva di Julián Carrón agli Esercizi spirituali per sacerdoti proposti da Comunione e Liberazione. Pacengo del Garda (Verona), 26 ottobre 2016
Più passa il tempo, più mi rendo conto di quanto sia vero ciò che afferma don Giussani sulla portata delle circostanze: esse non sono qualcosa di secondario, ma di essenziale per comprendere - possiamo dire sinteticamente - la natura del cristianesimo (cfr. L. Giussani, L’uomo e il suo destino, Marietti 1820, Genova 1999, p. 63).
Si tratta di una percezione che riscontriamo nelle persone più coscienti di ciò che sta capitando. Qualcuno citava di recente un famoso testo di Joseph Ratzinger, scritto negli anni Sessanta, sul fenomeno dell’ateismo, che egli percepiva come un richiamo per i cristiani a vivere una fede più consapevole: «In rapporto ai pagani moderni, il cristiano deve sapere che la loro salvezza è nascosta nella grazia di Dio, dalla quale dipende appunto anche la sua salvezza; egli deve sapere che per quanto riguarda la loro possibile salvezza non si può dispensare dalla serietà della sua propria esistenza di fede, che anzi la loro mancanza di fede deve spingerlo ad una sua fede più piena, poiché si sa coinvolto nella funzione di rappresentanza di Gesù Cristo, dalla quale dipende la salvezza del mondo e non solo quella dei cristiani» (J. Ratzinger, «I nuovi pagani e la Chiesa», in Il nuovo popolo di Dio. Questioni ecclesiologiche, Queriniana, Brescia 1992, p. 362).
Molti anni dopo, Ratzinger descriveva con perentoria lucidità l’esito del tentativo, durato secoli, di mettere i valori universali (introdotti dal cristianesimo) al riparo dai conflitti religiosi scatenatisi dopo la Riforma, staccandoli dal fatto storico che li aveva fatti emergere e resi evidenti. Nell’approfondirsi delle contrapposizioni tra le confessioni e nella sopravveniente crisi dell’immagine di Dio, fu compiuto il tentativo di sottrarre i valori essenziali della morale alle contraddizioni, cercando per essi un’evidenza autonoma, che li rendesse indipendenti dalle contese e incertezze delle varie filosofie e confessioni. Al momento le grandi convinzioni di fondo create dal cristianesimo sembrarono resistere e mantenersi nella loro innegabilità. Ma, concludeva Ratzinger, «la ricerca di una tale rassicurante certezza, che potesse rimanere incontestata al di là di tutte le differenze, è fallita» (L’Europa di Benedetto nella crisi delle culture, LEV-Cantagalli, Roma-Siena 2005, pp. 61-62).

giovedì 15 dicembre 2016

Roma, presentazione del libro "Dalla liturgia vissuta"

ROMA

Nella memoria di un cuore vivente (www.tracce.it)

di Silvia Guidi
13/12/2016 - La presentazione della nuova edizione del libro di Giussani "Dalla liturgia vissuta. Una testimonianza", nella Capitale. Da una provocazione di don Carrón, il dialogo con monsignor Pierangelo Sequeri e il curatore, don Francesco Braschi
«Ricorda lo stile di Romano Guardini, una teologia che riesce a caricare di potenza l'elementare. Ci riporta sull'asse di questioni importanti, di affermazioni basilari nella loro incandescenza, troppo spesso lontane dalla nostra attenzione, troppo spesso percepite come remote».

Pierangelo Sequeri sta parlando del volume Dalla liturgia vissuta - Una testimonianza, scritto da don Luigi Giussani nel 1973 e di nuovo in libreria con un ampio apparato di note curato da monsignor Francesco Braschi. Il libro è stato presentato il 12 dicembre scorso nell'Aula Magna “con vista” dell'Urbaniana, la Pontificia Università che si affaccia su Roma dal colle del Gianicolo, un luogo dove anche i muri parlano del nesso misterioso che lega verità e bellezza. In senso letterale, non solo metaforico.

lunedì 12 dicembre 2016

Tutto il gruppo SWAP si stringe con dolore intorno ai familiari delle persone, principalmente donne e bambini, cadute vittime dell'attentato di questa mattina al Cairo, avvenuto nella chiesa di san Pietro ad Abbaseya.
La nostra risposta è la preghiera per la pace delle anime dei martiri e per la pace delle loro famiglie e di chiunque si trovi in dolore per l'accaduto.
Preghiamo anche per le persone che sono incatenate e accecate dal male, chi uccide ha ucciso prima se stesso degli altri, ma le due morti portano a strade diverse.
Noi non cediamo all'odio. Non ci faremo muovere dallo stesso odioso sentimento che ha dettato le azione dei terroristi in questione. Non prenderemo mai parte, e anzi condanniamo quell'odiosa dialettica di "noi contro voi" in cui si crede alle giustificazioni indebite di colpevoli e si accusano ingiustamente innocenti, vittime del terrorismo tanto quanto i morti che piangono loro stessi.
Questi atti non hanno né religione né umanità, ma sono solo l'incarnazione del male e follia pura.
L' amore che viviamo quotidianamente è il più forte segno di vittoria del bene che porta la nostra amicizia e l'Unione -Le uniche armi che conosciamo- contro tutto il male che dilaga nel mondo in forme infinite. Nel nostro piccolo continueremo a portare acqua nel serbatoio dell'amore in risposta a chi alimenta quello dell'odio.
Preghiamo per l'Egitto, per il suo popolo e per tutte le altre nazioni che vivono dilaniate dalla piaga del male e del terrorismo.

Gruppo SW



domenica 11 dicembre 2016

Ucraina, un cuore più grande della guerra

Viaggio in Ucraina - 3. Un cuore più grande della guerra (www.tracce.it)

L’amicizia con degli italiani ha dato il via a una rete di consulenze e collaborazioni prima inimmaginabili. L’esperienza dell’ex «nemico di guerra» don Carlo Gnocchi sostiene i volontari di oggi. Bellezza e speranza procedono insieme.
Da cosa nasce cosa: il contatto con i bambini colpiti dalla guerra nel Donbass ha richiamato alla mente di qualcuno il precedente italiano dei «mutilatini» raccolti da don Carlo Gnocchi. Cappellano degli alpini nella campagna di Russia, don Carlo era infatti tornato dal fronte con la ferma decisione di curare le piaghe della guerra, e aveva iniziato raccogliendo i piccoli mutilati e orfani di guerra.
E in Ucraina è iniziata una nuova, magnifica impresa al tempo stesso assistenziale e culturale. Assistenziale perché è stato naturale rivolgersi alla Fondazione don Gnocchi come massima specialista nel recupero degli handicap fisici, per avere consigli e istruzioni; ma anche culturale perché la figura del beato Carlo Gnocchi ha un valore unico nella comprensione e nell’accoglienza del «dolore innocente». Questa è stata la chiave veramente vincente dell’operazione.

mercoledì 7 dicembre 2016

La Natività di Giotto scelta dal Papa come augurio di Natale

Assisi. Papa Francesco sceglie la Natività di Giotto per gli auguri di Natale (Avvenire.it)

martedì 6 dicembre 2016
La Natività di Giotto nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco D’Assisi è stata scelta dal Papa per essere utilizzata per gli auguri di Natale. Il significato dell'affresco.
La Natività affrescata da Giotto nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi
La Natività affrescata da Giotto nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d'Assisi
Quest’anno Papa Francesco ha scelto, per gli auguri natalizi, l’immagine della Natività affrescata da Giotto nel transetto destro della Basilica inferiore di San Francesco d’Assisi (1313 circa).
L’affermazione biblica che vi appone dietro è quella di Isaia 9,5: «Ci è stato dato un figlio... il Principe della pace”. Cogliendo quindi dal Natale pensieri, sguardi e gesti di pace.
Come riporta il sito del Sacro Convento di Assisi, Papa Bergoglio ha guardato ad Assisi perché Francesco è stato colui che ha inventato il presepe. In quella notte del 1223 il santo volle «rappresentare il Bambino nato a Betlemme, e in qualche modo vedere con gli occhi del corpo i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato» affinché potesse nascere nel cuore di ogni uomo. La Natività narrata dai francescani a Giotto è parte della così detta «Bibbia dei poveri», gli affreschi della Basilica di Assisi che raccontano la vita di Francesco per raggiungere tutti: ricchi e poveri, letterati e illetterati.
L’affresco è l’unico al mondo dove viene rappresentato un presepe con due bambinelli a esprimere, alla luce di una lettura spirituale, la natura di Cristo: umana e divina. Il lato divino Giotto lo racconta attraverso il blu che splende nella notte di Betlemme. L’artista sfonda, allarga e dilata la sua narrazione consapevole di raccontare una storia vera, non una favola. Un uso del blu che commuove e cattura chiunque, pellegrino o turista. Chi entra nelle basiliche ne rimane affascinato. Un colore profondo, luminoso e soprattutto regale e reale. Il cielo di Giotto getta sulle rappresentazioni una luce radiosa, rendendole pure e senza scorie. Questo per avvicinare l’uomo alle verità che sta raccontando, una verità che emerge da sguardi e gesti tutti puntati su Gesù: è la pupilla spalancata, curiosa e saziata di Giotto.
Alla luce di questa immagine Papa Francesco esalta per questo Natale tre gesti «terribilmente umani» perché impegnativi e «dolcemente umani» perché possibili. I gesti sono quelli delle due levatrici che nell'affresco stanno accanto al bambino: abbracciano, fasciano e sostengono. Il primo, abbracciare, è parabola umana. Si tratta di considerare l’altro non un estraneo, ma «pezzi» di umanità che ci appartengono. Fasciare, un gesto che richiama la necessità di lenire le sofferenze dell’altro, la sofferenza della fame perché si è chiamati ad allattare; la sofferenza del freddo perché si è costretti a lasciare la casa natia. Sostenere la fragilità di un corpo.

Il biglietto di auguri del Papa per il santo Natale

È proprio qui che siamo chiamati a percepire, attraverso i nostri gesti, il Dio con noi. È il Natale. Analizzando la scena affrescata da Giotto sono evidenti due punti topografici: la grotta e il campo dei pastori. Due segni di quotidiana indigenza che diventano il centro della Speranza. E sono queste periferie che il Papa vorrebbe affrescare affinché l’uomo si possa accorgere di Dio attraverso i gesti semplici della vita quotidiana.

martedì 6 dicembre 2016

Gli scritti di don Giussani on line

DON GIUSSANI

Una biblioteca a portata di mano

di Simone Abbiati
06/12/2016 - Da oggi disponibile anche su tablet e smartphone il sito che raccoglie gli scritti del fondatore di CL. Centinaia di articoli, 57 volumi pubblicati, ordinati per anno e tradotti. Un archivio pubblico, gratuito, e con accesso ancora più semplice
Il sito che raccoglie tutti gli scritti di don Giussani da oggi è accessibile in modo più semplice: è stato ottimizzato, infatti, anche per smartphone e tablet. Il progetto di rendere digitale gli scritti del fondatore di CL è iniziato alcuni anni fa: oltre ai 57 volumi curati personalmente dall'autore, sono stati raccolti più di 600 articoli firmati dal fondatore del movimento. E per molti di questi sono disponibili le traduzioni in più lingue.

Una biblioteca digitale, insomma, accessibile a tutti gratuitamente, con la registrazione prevista per l’utilizzo di alcune funzionalità, tra cui la lettura integrale del testo. Oltre alla consultazione, il portale permette di cercare parole e frasi all'interno dei testi delle opere e di salvare le schede preferite o le ricerche di volta in volta.

Ogni pubblicazione ha una sua scheda di riferimento, con le informazioni bibliografiche essenziali, la storia editoriale e le notizie relative alla genesi del testo. Vengono anche indicati dibattiti e convegni dove il libro è stato presentato. E dove viene citata un'altra opera di Giussani, un link diretto rimanda alla scheda di riferimento.

Un’occasione in più, quindi, di approfondire l’opera di don Giussani, oggi ancora più “a portata di mano”.

scritti.luigigiussani.org

lunedì 5 dicembre 2016

La gioia di don Pigi Bernareggi

SUD AMERICA

«Abbiamo bisogno di recuperare la gioia»

di Isabella Alberto
05/12/2016 - La comunità del movimento brasiliana incontra don Pigi Bernareggi, uno dei primi giessini partiti in missione nel 1964. Dalle lezioni con Giussani alla gente della favela: «Sono loro il motore del riscatto per tutti»
«Il tempo che passa può sembrare una cosa noiosa, priva di attrattiva. E invece è Dio che mi dà tutto. Perché in questo istante che sta passando, io non faccio nulla per esistere». Questa è per don Pigi Bernareggi la prima misericordia di Dio. Infinita gratuità. Classe 1939, don Pigi fu allievo di Giussani al Berchet di Milano e uno dei primi giessini partiti per il Brasile, nel 1964. Da allora non è più tornato. Vive a Belo Horizonte, dedicandosi al popolo delle favelas. È venuto a incontrarci durante la vacanza nazionale della comunità di CL basiliana. Qui, riportiamo alcuni momenti dell’assemblea con lui, un serrato botta e risposta sul tema degli Esercizi della Fraternità e sulla misericordia.

«Sono consapevole di portare con me un tesoro, grazie all’incontro con Cristo», dice un insegnante aprendo il dialogo, «ma spesso, davanti agli studenti, è come se ne dubitassi, come se avessi paura. E mi sento impotente. Può raccontarci come ha vissuto la sfida che Giussani le ha lanciato?». Don Pigi sorride, è contento, perché ricordare le lezioni di Giussani è uno dei suoi temi preferiti. «Ai miei tempi, in Italia, eravamo proprio immersi nel risultato di un cambiamento epocale. Non un cambiamento di giorni o di mesi, ma un cambiamento di cinquecento anni. Quindi nessuno di noi, almeno nella mia classe, era più cristiano o diceva di essere cristiano. E quando Giussani entrava, trovava un muro di preconcetti, un muro nemico. Non era l’uno o l’altro studente a non essere d’accordo su qualcosa: era tutta la classe ad essere contro di lui. Ma lui accettava la battaglia. Per cominciare, si presentava con una sfida: siate leali con la vostra esperienza».

giovedì 1 dicembre 2016

Intervista a Carron su "Credere"

DA CREDERE

La libertà, sfida cruciale per la nostra fede

di Gerolamo Fazzini
01/12/2016 - «La questione oggi è come rendere attraente la vita cristiana in un mondo in cui il valore supremo è la libertà». Intervista a don Julián Carrón alla rivista della San Paolo: «La fede, infatti, non si comunica per costrizione, ma per “attrazione”»
«La questione cruciale oggi è come rendere attraente la vita cristiana in un mondo in cui il valore supremo è la libertà. La fede, infatti, non si comunica per costrizione, ma per “attrazione”. Come continua a dire il Papa».
Don Julián Carrón è alla guida di Comunione e Liberazione dal 2005, designato da don Luigi Giussani a succedergli pochi mesi prima della morte del fondatore. Da allora il sacerdote spagnolo sta vivendo la complessa e affascinante avventura di condurre il movimento alla riscoperta del suo carisma originario, in una fase storica travagliata, che l’ha visto, talvolta, affrontare resistenze e tensioni anche interne, al punto che qualcuno l’accusa persino di disperdere l’eredità del «Gius».
L’intervista con don Carrón prende le mosse dalla pubblicazione di una nuova versione, per i tipi delle Edizioni San Paolo, di un testo di don Giussani del lontano 1973, Dalla liturgia vissuta. Una testimonianza.

Come mai questa scelta?
«A lungo abbiamo riflettuto se fosse il caso di ripubblicare quel libro, ma ci sembra che sia ancora utile e attuale per introdurre con semplicità i fedeli alla liturgia. Don Giussani non poteva concepire una proposta cristiana senza la liturgia come punto sorgivo della vita nella fede. Tutti siamo invitati a entrare, grazie all’atto liturgico, nel mistero di Dio e ad attingere da lì l’energia necessaria per vivere nella vita quotidiana tutta la novità che il cristianesimo implica».

mercoledì 30 novembre 2016

La Bellezza disarmata a Madrid

MADRID

Se il senso religioso diventa "comune"

di Yolanda Menéndez
30/11/2016 - Il libro di Julián Carrón presentato a Madrid dall’antropologo Mikel Azurmendi e lo scienziato Juan Cadenas. La scoperta di un testo che «aiuta a uscire dall'ideologia e a entrare nel "tu"». Anche per chi non crede o è agnostico
Un dialogo disarmato in atto. È quello che abbiamo potuto vedere a Madrid lunedì in occasione della presentazione del libro La bellezza disarmata. Con l’autore, Julián Carrón, erano presenti l’antropologo Mikel Azurmendi e lo scienziato Juan José Gómez Cadenas, entrambi agnostici, entrambi con armi più che sufficienti per combattere la battaglia. E ambedue con una lealtà trasparente che ha permesso loro di spogliarsi di tutte le difese per apparire toccati, sorpresi, “a bocca aperta”, come ha sottolineato Azurmendi più di una volta. Entrambi hanno confessato di aver incominciato a leggere il libro con qualche riserva, e di essersi trovati a sottomettere la loro ragione all’esperienza, cedendo progressivamente alla sorpresa di una religione molto diversa da quella che avevano conosciuto e che credevano di conoscere.

Ucraina, finchè c'è solidarietà c'è vita

Viaggio in Ucraina - 2. Finché c’è solidarietà c’è vita (www.nuovaeuropa.com)

Dal dramma immenso del Donbass sono nate iniziative straordinarie, perché si può imparare persino dalla guerra. C’è un’Ucraina che lavora per trasfigurare il conflitto in misericordia.
Gli ucraini nella gran maggioranza si rendono ben conto dell’insolvenza cronica dello Stato sotto tanti aspetti che toccano concretamente la vita di ognuno; per misurare la portata di questo scollamento nel dicembre 2015 l’Istituto internazionale di sociologia di Kiev ha svolto un sondaggio chiedendo ai cittadini se hanno fiducia nello Stato, ed è emerso che l’84% degli intervistati non nutre alcuna fiducia, il che significa che più di quattro ucraini su cinque pensano che lo Stato non stia agendo nel loro interesse.
Ma paradossalmente l’assenza di fiducia nello Stato non equivale all’assenza di speranza. C’è qualcosa in cui gli ucraini hanno fiducia, secondo un recente sondaggio1 si fidano della Chiesa (76,2%), del volontariato (51,4%), delle Forze Armate (45,8%). Come spiegare questa fiducia e questa speranza? Probabilmente, quella che sembrava la «retorica del Majdan», ossia lo spirito di solidarietà tra la gente (che molti critici giudicavano sentimentale, mentre reali erano gli scontri e i morti), è stata invece un avvenimento epocale per la società ucraina, che l’ha maturata profondamente; ed ora questo spirito, messo alla prova col ritorno alla normalità è diventato, o sta diventando, una realtà diffusa, e soprattutto efficace.

Cosa c'entra la liturgia con la vita? Incontro a Milano

L'INCONTRO

Cosa c'entra la liturgia con la vita?

di Maurizio Vitali
30/11/2016 - La nuova edizione del libro di Giussani presentata al Centro culturale di Milano, con Julián Carrón, Pier Alberto Bertazzi e don Francesco Braschi. Tra i ricordi, le domande di oggi e la sfida suprema: «Cristo sì o no»
Che cos’è la liturgia? Che cos’è per un ragazzo di sedici, diciassette anni diligentemente frequentante la messa della domenica? «Una sospensione della vita normale, un momento separato». Questo è il ricordo autobiografico di cinquant’anni fa di Pier Alberto Bertazzi, medico e professore universitario. E per un prete? Un prete, poniamo, con diciotto anni di anzianità sacerdotale e un curriculum di qualche migliaio di messe celebrate? «Una celebrazione da rendere possibilmente attraente per i fedeli, personalizzandola. Tipo, che so? Mettere una decorazione fucsia per dare appeal a una cosa noiosa e morta». Questa è la testimonianza, anch’essa autobiografica ancorché riferita a tempi più recenti, di don Francesco Braschi, teologo e dottore dell’Ambrosiana di Milano.
Ma in fin dei conti, per andare alla radice, la liturgia ha ancora senso? Può avere interesse per gli uomini del nostro tempo? Questa è la domanda posta da don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, affermando nel contempo che essa coincide con il chiedersi, con Dostoevskij, se abbia o non abbia interesse per l’uomo di oggi il cristianesimo stesso.

lunedì 28 novembre 2016

Colletta 2016

#COLLETTA16

«Una delle più belle pagine della storia d'Italia»

di Paolo Perego
28/11/2016 - Sabato scorso, la Giornata nazionale della Colletta alimentare. Oltre 8.500 tonnellate di cibo raccolte dalla Val d'Aosta alla Sicilia. Uno spettacolo della carità che crisi, terremoti e alluvioni non riescono a fermare
La crisi che continua a farsi sentire nelle tasche degli italiani. E poi il terremoto, e le forti piogge dei giorni scorsi, e alluvioni in diverse regioni del Paese. Tutto questo ha portato un meno 5% rispetto a quanto raccolto l’anno scorso, fanno sapere i responsabili della Giornata nazionale della Colletta alimentare: «Soprattutto nelle grandi città. La chiamata alla solidarietà, così frequente e continua, ha talvolta limitato le risorse di chi dona». Eppure, non basta tutto questo a fermare uno spettacolo di carità che da vent’anni segna un appuntamento fisso di fine novembre in migliaia di supermercati della penisola.

Le 8.500 tonnellate di cibo raccolte durante la Colletta “numero venti”, sabato scorso, serviranno a sostenere oltre 8mila enti caritativi che operano in tutte le regioni, un aiuto concreto per più di un milione e mezzo di indigenti.

mercoledì 23 novembre 2016

Tutti gli incontri sul referendum costituzionale in Italia proposti dai Centri Culturali

Tutti gli incontri sul referendum proposti dai centri culturali: (Associazione Italiaana Centri Culturali)

29/11/2016 CHIOGGIA (VE)
29/11/2016 CESENA
28/11/2016 BERGAMO
25/11/2016 CINISELLO BALSAMO (MI)
25/11/2016 BUSTO ARSIZIO (Va)
25/11/2016 FERRARA
24/11/2016 BADIA CALAVENA (VR)
22/11/2016 SONDRIO
22/11/2016 SAN BENEDETTO DEL TRONTO (AP)
22/11/2016 MILANO
21/11/2016 FIRENZE
21/11/2016 BIASSONO (MB)
21/11/2016 FORLì
19/11/2016 MANFREDONIA (FG)
19/11/2016 SIRACUSA
18/11/2016 PADOVA
17/11/2016 RIMINI
16/11/2016 BRESCIA
15/11/2016 MACERATA
11/11/2016 ANCONA
10/11/2016 CATANIA
09/11/2016 SALERNO
08/11/2016 ROMA
05/11/2016 MAGENTA (MI)
05/11/2016 FOGGIA
03/11/2016 PIACENZA
28/10/2016 PESARO
28/10/2016 BERGAMO
24/10/2016 MILANO
23/10/2016 PALERMO
21/10/2016 MUGGIO' (MI)
13/10/2016 MONZA
06/10/2016 PISA
04/10/2016 CERNUSCO SUL NAVIGLIO (Mi)
17/09/2016 LA SPEZIA
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In evidenza

Incontri sul Referendum

Sono molti i Centri Culturali italiani che si sono fatti promotori di incontri sul referendum costituzionale sui cui i cittadini sono chiamati ad esprimersi il prossimo 4 dicembre. Incontri per favorire una vera conoscenza sulla nuova legge al di là della logica dello schieramento, grazie alla presenza di studiosi e rappresentati del mondo politico di diversi orientamenti. Il documento di Comunione e Liberazione "Per recuperare il senso del vivere insieme" preparato in vista del referendum costituzionale, è uno strumento di grande aiuto per capire qual'è la vera urgenza del momento: "La necessità, che si è fatta strada negli ultimi anni, di una maggiore stabilità ed efficienza del sistema politico a favore di migliori condizioni di vita per ogni cittadino e per il Paese, in vista dell’obiettivo fondamentale di sempre, vale a dire la promozione del bene comune". Da che cosa siamo mossi quando discutiamo del Referendum in famiglia, con gli amici o i colleghi, quando assistiamo a un dibattito in tv o leggiamo un articolo? Che cosa avvertiamo come più urgente? Quale contributo originale sentiamo di poter dare? Siamo disponibili a cogliere qualcosa che non avevamo ancora compreso o pensiamo di avere già capito tutto?

LEGGI il testo del documento di Comunione e Liberazione sul referendum

SCARICA il Quaderno della Fondazione per la Sussidiarieta' sul referendum con relazione introduttiva di Luciano Violante.

Una rassegna stampa di spunti e contributi selezionata da Tracce.it

Don Giussani - Dalla Liturgia vissuta. Una testimonianza

martedì 22 novembre 2016

Colletta Alimentare 2016

#COLLETTA16

La carità possibile e profetica

di Paolo Perego
18/11/2016 - Sabato 26 novembre torna nei supermercati d'Italia l'appuntamento organizzato dalla Fondazione Banco alimentare. Continua, dopo vent'anni, un gesto che non conosce confini. E che è per tutti, dalla gente semplice ai capitani dell'Inter...
La numero venti. Cifra importante per la Giornata nazionale della Colletta alimentare. L'appuntamento è per il 26 novembre in oltre 12mila supermercati italiani, per quello che è il gesto di carità più imponente del Paese. «Sono le cifre dello scorso anno a dirlo», secondo Andrea Giussani, presidente del Banco alimentare che dal 1996 propone la Colletta.

Oltre 8mila strutture caritative sostenute con 80mila tonnellate di derrate alimentari solo nell’ultimo anno, per più di un milione e mezzo di persone aiutate, di cui una su dieci sotto i cinque anni. Un fenomeno, quello della povertà alimentare in Italia, che oggi colpisce 4,6 milioni di persone. Per questo scenderanno in campo, tra scaffali, casse e carrelli, oltre 140mila volontari, che con la loro pettorina inviteranno gli avventori di iperstore e minimarket a dare il loro contributo con l’acquisto di alimenti ad hoc per la Colletta.

Lettera Apostolica "Misericordia et misera"

MAGISTERO (www.tracce.it)

Misericordia et Misera

domenica 20 novembre 2016

Il dott. Catelli a Manfredonia per il referendem del 4 dicembre

Ieri,sabato 19 novembre, abbiamo accolto nel salone della parrocchia della Sacra famiglia il Presidente di sessione della corte di Appello de l'Aquila, il Dott. Luigi Catelli.
Il magistrato è venuto nella nostra città per illustrare i termini concreti del referendum costituzionale sul quale saremo chiamati a pronunciarci il prossimo 4 dicembre, ed ha accettato per un'ora e mezza di rispondere ad una serie di domande che gli sono state rivolte da studenti, insegnanti, cittadini comuni che erano presenti per comprendere maggiormente il quesito referendario e le prospettive che saranno aperte dopo il voto. 
Molte le questioni messe a tema: la delucidazione sui singoli quesiti posti nel referendum; la spiegazione dei motivi per cui si avrà un'unica scheda con quesiti distinti e non diverse schede contenenti ciascuna un quesito (come avviene per i referendum abrogativi); una disanima delle criticità della riforma, in particolare per quel che riguarda il rapporto tra lo Stato e le Regioni e il rapporto tra la Camera e il Senato; una delucidazione circa la differenza tra leggi costituzionali e leggi ordinarie; una sottolineatura dei possibili aspetti positivi che gli estensori della riforma si attendono da essa, qualora entrasse in vigore.
Il dibattito è stato intenso, serrato, e sarebbe durato ancora a lungo se il relatore non avesse dovuto lasciare la sala per impegni successivi: segno della passione civile e politica che l'occasione cui siamo sollecitati sta risvegliando in molte persone.
All'inizio avevamo distribuito il volantino di Comunione e Liberazione, che si intitola significativamente "Per recuperare il senso del vivere insieme" e invita a considerare l'altro che pensa diversamente da sè non come un potenziale o reale nemico, ma come qualcuno con cui entrare in dialogo. Il nostro Paese, come ogni nostra convivenza, ha bisogno di questo metodo per poter camminare e costruire. Il gesto di ieri è stato un piccolo ma reale contributo in tal senso.

Gemma Barulli

sabato 19 novembre 2016

"Milly carissima", lettere di un amore eterno

“Milly carissima”, lettere da un amore eterno(www.lastampa.it)

Lui disperso sul fronte russo, lei lo aspetta tutta la vita. Ora i nipoti pubblicano la loro corrispondenza
Testimoni d’amore
Le lettere fra Milly e Ennio e la foto del viaggio di nozze

Pubblicato il 18/11/2016
Ultima modifica il 19/11/2016 alle ore 09:44
ceva (cuneo)
«Aspetto, tornerà». Invece lui, Ennio, dal fronte russo a Ceva non ha più fatto ritorno. Camilla l’ha atteso tutta la vita, senza neppure chiudere a chiave la porta di casa. Per settant’anni: «Dovrà subito entrare», diceva. È stato così fino al marzo 2012 quando, a 93 anni e con la memoria lontana per l’età e la malattia, Milly Ubal Bezzone ha chiuso gli occhi per sempre. Il figlio Silvio (l’altro, Leo, era già morto) e i nipoti Ennio, Francesca e Federica hanno esaudito il suo desiderio: deporle fra le mani e accanto al viso i sette mazzi di lettere che il suo amato le inviava, quasi ogni giorno, dal Don. Un esile filo.

venerdì 18 novembre 2016

Manfredonia: dibattito sul Referendum costituzionale

Incontro/dibattito: Conosciamo la nostra Costituzione prima di pronunciarci su di essa (www.manfredonia.news)


Incontro/dibattito: Conosciamo la nostra Costituzione prima di pronunciarci su di essa
Il Centro Culturale Fontana Vivace, sabato 19 novembre alle ore 16,30 presso il salone della Parrocchia Sacra Famiglia, ha organizzato un  incontro/dibattito sul referendum costituzionale del 4 dicembre intitolato “Conosciamo la nostra Costituzione prima di pronunciarci su di essa“. Intento dell’Associazione è quello di preservare e trasmettere un’evidenza: il bene stesso del vivere insieme ad altri che possono argomentare e decidere diversamente da me.
Il referendum, ponendo le persone davanti alla secca alternativa tra un sì e un no, può favorire lo scontro ma anche il dialogo. Noi cerchiamo di contribuire ad un dialogo per informare e comprendere meglio gli aspetti che i fautori del si e del no intravedono come importanti in questo appuntamento cui siamo sollecitati per quel che riguarda la democrazia nel nostro Paese, la sussidiarietà, l’efficacia delle istituzioni.
All’incontro interverrà il dott. Luigi Catelli, presidente di sessione della corte d’appello di L’Aquila.
La cittadinanza è invitata.

Intervista esclusiva a Papa Francesco sul Concilio

Intervista esclusiva. Papa Francesco: non svendo la dottrina, seguo il Concilio (www.avvenire.it)


Stefania Falasca giovedì 17 novembre 2016
Giubileo, ecumenismo, Concilio: intervista a Francesco alla vigilia della chiusura della Porta Santa: «La Chiesa non è una squadra di calcio che cerca tifosi»
Papa Francesco: non svendo la dottrina, seguo il Concilio
«Il Giubileo? Non ho fatto un piano. Le cose sono venute. Semplicemente mi sono lasciato portare dallo Spirito. La Chiesa è il Vangelo, non è un cammino di idee. Questo Anno sulla misericordia è un processo maturato nel tempo, dal Concilio... Anche in campo ecumenico il cammino viene da lontano, con i passi dei miei predecessori. Questo è il cammino della Chiesa. Non sono io. Non ho dato nessuna accelerazione. Nella misura in cui andiamo avanti, il cammino sembra andare più veloce, è il motus in fine velocior ». Casa Santa Marta, è mezzogiorno. La conversazione con papa Francesco entra diretta nelle dinamiche di un periodo ecclesiale intenso, e non poteva che soffermarsi in particolare sugli incontri e sui passi ecumenici compiuti che hanno costellato anche i viaggi apostolici in questo Anno della misericordia che sta per concludersi e sulla ricerca prioritaria dell’unità dei cristiani, in questo tempo storico lacerato dai conflitti.
Dopo il viaggio in Svezia gli dissi al telefono che, durante il volo di ritorno a Roma, dialogando con i giornalisti su quell’importante incontro riconciliato con i luterani, era rimasta inevasa una sua chiosa, e che da tempo pensavo di rivolgergli alcuni interrogativi proprio sull’ecumenismo. Mi prese in contropiede dicendomi che avrebbe potuto rispondere subito. «Ma adesso?...», gli chiesi, e mi accordò un bonario rinvio.

martedì 15 novembre 2016

Gli studenti di Portofranco e il referendum

PORTOFRANCO

Il referendum? Interessa anche tra i banchi

di Paola Bergamini
15/11/2016 - Lunedì 14 novembre, duecento ragazzi del centro di aiuto allo studio di Milano hanno incontrato Giorgio Vittadini. Tra chi non ha ancora l'età per votare e chi si crede «impotente», la voglia di capire cosa c'è in gioco. Oltre ad un premio speciale...
«Come si può deliberare senza conoscere?», la domanda di Giulio Einaudi, secondo presidente della Repubblica, riempie il grande schermo della sala riunioni di Portofranco, il centro di aiuto allo studio a Milano. Alle 17 non c’è più un posto libero. Sono circa duecento i ragazzi delle superiori venuti all’incontro sul referendum con Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà. Per i diciottenni è il primo appuntamento al voto. Ma c’è anche chi, il 4 dicembre, non dovrà presentarsi alle urne ed è venuto per il desiderio di capire.

«Questa mattina, assemblea a scuola con esponenti del “sì” e del “no”. Uno “sciroppamento” di dati e motivazioni. Che alla fine… ti sembra che abbiano tutti ragione!», commenta un ragazzo in ultima fila. Alberto Bonfanti, responsabile di GS, sgombra subito il campo: «Questa sera vogliamo innanzitutto capire cosa c’è in gioco. Capire il valore della nostra Costituzione». Sapere per decidere. Appunto.

domenica 13 novembre 2016

Oltre le contrapposizioni e gli stereotipi, per un dialogo reale che costruisca il bene comune