martedì 1 dicembre 2009

Colletta alimentare: Manfredonia solidale

Nei supermercati che hanno aderito all’iniziativa sono stati raccolti circa 3750 chili di prodotti
Pubblicato il 30 novembre 2009 su Manfredonia.net magazine


Grande partecipazione anche a Manfredonia per la XIII giornata della colletta alimentare, la grande iniziativa di solidarietà promossa in tutta Italia dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus e dalla Compagnia delle Opere – Opere Sociali per aiutare gli oltre 3 milioni di persone che faticano ad acquistare cibo a sufficienza.

Nella nostra città sono stati coinvolti 10 adulti, tra casalinghe, professionisti e giovani universitari, e almeno una quarantina di ragazzi, in parte provenienti dall’oratorio della parrocchia del Carmine e studenti che frequentano l’istituto nautico, il liceo classico, l’istituto per geometri, ai quali si sono aggiunti giovani di Monte Sant’Angelo e Foggia. Complessivamente a Manfredonia sono stati donati 3750 chili di prodotti alimentari, costituiti per lo più da omogeneizzati, olio e scatolame.

venerdì 27 novembre 2009

Giornata nazionale della Colletta Alimentare

In programma domani 28 novembre 2009.
Partecipano anche alcuni supermercati di Manfredonia

Pubblicato il 27 novembre 2009 alle 12:37 su Manfredonia.net magazine
di Anna Castigliego


Domani 28 novembre 2009 si svolgerà la XIII Giornata nazionale della Colletta alimentare organizzata dalla Fondazione Banco Alimentare Onlus e dalla Compagnia delle Opere - Opere Sociali, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini e la Società San Vincenzo De Paoli, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica, del patrocinio del Segretariato Sociale della Rai e della Giornata Mondiale dell'Alimentazione.
Un semplice gesto di carità, condividere la propria spesa per poter dare un aiuto concreto agli indigenti del nostro paese e secondo un'indagine realizzata dalla Fondazione per la Sussidiarietà sono più di 3 milioni in Italia le persone che faticano ad acquistare cibo a sufficienza.
Anche il comune di Manfredonia aderisce all'iniziativa di solidarietà con la presenza di volontari all'interno di alcuni supermercati della grande distribuzione presenti in città. Nella sola Provincia di Foggia circa mille volontari consegneranno all'ingresso dei supermercati una busta per la spesa della solidarietà da riempire con i prodotti suggeriti: olio, omogeneizzati, prodotti per l'infanzia, tonno e carne in scatola, pelati e legumi che, una volta raccolti, saranno distribuiti agli enti/associazioni della nostra provincia.


I punti vendita che aderiscono alla manifestazione a Manfredonia e dintorni:
- Manfredonia Conad Rampa del Torrione
- Manfredonia Despar Via Rosati

- Manfredonia Despar Via G, Di Vittorio 133

- Manfredonia Maxisidis Via Arcivescovado 24

- Monte Sant'Angelo Leclerc C/Da Pace
- S.Giovanni Rotondo Superstore Conad Via Turbacci

giovedì 12 novembre 2009

UNA PRESENZA IRRIDUCIBILE

A proposito della sentenza della Corte europea sui crocifissi

William Congdon – Crocefisso 34, 1966 (da Il Sussidiario.net)


La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro i crocifissi nelle aule scolastiche ha suscitato una vasta eco di proteste: giustamente quasi tutti gli italiani - l’84% secondo un sondaggio del Corriere della Sera - si sono scandalizzati della decisione.

«E voi chi dite che io sia?». Questa domanda di Gesù ai discepoli ci raggiunge dal passato e ci sfida ora.
Quel Cristo sul crocifisso non è un cimelio della pietà popolare per il quale si può nutrire, al massimo, un devoto ricordo.
Non è neppure un generico simbolo della nostra tradizione sociale e culturale.
Cristo è un uomo vivo, che ha portato nel mondo un giudizio, una esperienza nuova, che c’entra con tutto: con lo studio e il lavoro, con gli affetti e i desideri, con la vita e la morte. Un’esperienza di umanità compiuta.
I crocifissi si possono togliere, ma non si può togliere dalla realtà un uomo vivo. Tranne che lo ammazzino, come è accaduto: ma allora è più vivo di prima!

Si illudono coloro che vogliono togliere i crocifissi, se pensano di contribuire così a cancellare dallo “spazio pubblico” il cristianesimo come esperienza e giudizio: se è in loro potere - ma è ancora tutto da verificare e noi confidiamo che siano smentiti - abolire i crocifissi, non è nelle loro mani togliere dei cristiani vivi dal reale.
Ma c’è un inconveniente: che noi cristiani possiamo non essere noi stessi, dimenticando che cos’è il cristianesimo; allora difendere il crocifisso sarebbe una battaglia persa, perché quell’uomo non direbbe più nulla alla nostra vita.

La sentenza europea è una sfida per la nostra fede. Per questo non possiamo tornare con tranquillità alle cose solite, dopo avere protestato scandalizzati, evitando la questione fondamentale: crocifisso sì, crocifisso no, dov’è l’avvenimento di Cristo oggi? O, detto con le parole di Dostoevskij: «Un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere, credere proprio, alla divinità del figlio di Dio, Gesù Cristo?».


Novembre 2009
Comunione e Liberazione

sabato 7 novembre 2009

III Edizione della Marcia di Solidarietà

Il Centro Servizi al Volontariato “Daunia” e l’Associazione di Volontariato “San Cristoforo”, in collaborazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Atletica San Severo” e con l’Anffas Torremaggiore Onlus, con la finalità di promuovere il volontariato e la cultura della solidarietà, domenica 8 novembre 2009 organizzano la
 
III Edizione della Marcia di Solidarietà
“Virgo Virginum Mater Curro”
 3° Trofeo Don Amedeo Pensato

La marcia, che si svolgerà lungo il percorso cittadino di Torremaggiore, prevede diversi percorsi:

* uno di 11 km rivolto ai tesserati Fidal della provincia di Foggia (settore Amatore, Senior e Master);
* uno a passo libero di 4 km rivolto a tutti.

In considerazione del successo della precedente edizione saranno organizzate delle gare di contorno rivolte a tutti i giovani (esordienti, ragazzi, cadetti ed allievi), e come novità della II edizione sarà organizzata una gara rivolta a sportivi disabili per un percorso di 0,600 m .

I primi 3 classificati di ogni categoria saranno premiati con bellissimi premi.

Il percorsoI partecipanti partiranno dal piazzale pineta (p.zza Palma e Piacquaddio) e come nella scorsa edizione il percorso toccherà varie chiese cittadine intitolate alla Madonna (S.S. Maria della Fontana, Santa Maria della Strada, Chiesa del Rosario, Chiesa Spirito Santo, Madonna della Torre di Pagliara Vecchia, Madonna S.M. degli Angeli).  


La giornata di promozione di volontariato Le associazioni di volontariato, ed in particolare quelle con sede legale nell’ambito di San Severo (comuni di San Severo, Torremaggiore, San Paolo di Civitate, Chieuti, Serracapriola, Poggio Imperiale, Lesina e Apricena) sono invitate a partecipare all’evento per la promozione delle proprie attività sia attraverso l’adesione all’evento sportivo, sia mediante l’allestimento di stands presso il piazzale Palma e Piacquaddio, punto di ritrovo della giornata. Saranno previsti dei premi specifici per gli iscritti alle associazioni di volontariato che concluderanno il percorso della marcia.

Obiettivo della giornata è quello della promozione della cultura della solidarietà e dell’impegno gratuito con il coinvolgimento di tutte le organizzazioni di volontariato della provincia ed in particolar modo di quelle operanti nell’ambito territoriale di San Severo, degli alunni delle scuole del nostro territorio ma soprattutto di coloro (giovani e meno giovani) che desiderano partecipare da protagonisti ad un appuntamento che sembra ormai consolidarsi.

Inoltre, tale evento vuol ricordare la memoria di un amatissimo parroco di Torremaggiore che ha accompagnato il percorso di fede di molti cittadini, Mons. Amedeo Pensato.

L’Associazione San Cristoforo di Torremaggiore (del Banco di Solidarietà) è un associazione seriamente impegnata nel sociale, sostenuta nel suo compito dal Banco Alimentare di Capitanata, che ha come finalità la distribuzione mensile e in via continuativa di generi alimentari a famiglie bisognose. La San Cristoforo si interfaccia con chi dona e con chi riceve. La sua missione è pertanto venire incontro periodicamente al bisogno di famiglie meno abbienti sia con il sostegno materiale di alcuni beni di prima necessità che con il tentativo di proporre un’amicizia e un sostegno nell’affrontare i problemi quotidiani.

Le iscrizioni alla gara possono essere effettuate tramite fax al n. 0882.380408, o tramite mail all’indirizzo sancristoforo@hotmail.it. entro il 6 novembre alle ore 22. Per informazioni rivolgersi ai sigg. Andrea Ciaccia tel. 347/0810780, Felice Dell’Aquila 349/5346513, Lino Monteleone 3287271022, Michele Lombardi (per la gara dei disabili) 3299636328.

Il ricavato sarà devoluto in beneficenza all’associazione San Cristoforo del Banco di Solidarietà per l’acquisto di generi alimentari da devolvere alle famiglie indigenti.

Info : 347-0810780 e-mail: sancristoforo@hotmail.it CSV Daunia: tel: 0881/668297promozione@csvdaunia.it 

giovedì 5 novembre 2009

Il magistero di Benedetto XVI: dalla Deus caritas est alla Caritas in veritate

Inaugura l’anno sociale 2009-2010 del Centro Culturale Archè, l’appuntamento dal titolo:
Il magistero di Benedetto XVI:
dalla Deus caritas est alla Caritas in veritate


L’incontro è patrocinato dall’Arcidiocesi di Foggia-Bovino, dalla Provincia di Foggia, dalla Fondazione Banco Alimentare e dall’Ass. Sport. Culturale S. Pietro.

Dopo i saluti dell’on. dott. Antonio Pepe, Presidente della Provincia, e l'introduzione di Sua Ecc. Mons. Francesco Pio Tamburrino, svilupperà il tema dell’incontro monsignor Mauro Inzoli, Presidente della Fondazione Banco Alimentare (www.bancoalimentare.org). Anche nella sua ultima enciclica il Papa ha riproposto l’originalità della fede e il contributo che i cristiani possono dare alla convivenza sociale e allo sviluppo. Monsignor Mauro Inzoli riproporrà, partendo dall’esperienza ventennale dei Banchi in Italia, la sfida che Benedetto XVI lancia a ognuno di noi: la Chiesa «non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende di intromettersi nella politica», ma ha una missione da compiere: annunciare Cristo come «il primo e principale fattore di sviluppo».

Venerdì 6 novembre 2009 - ore 18.30
l’Auditorium della Biblioteca Provinciale
Viale Michelangelo - Foggia.

martedì 7 aprile 2009

Emergenza terremoto Abruzzo

"Al grido doloroso della popolazione d'Abruzzo, colpita dal terremoto, la Fondazione Banco Alimentare Onlus vuole rispondere immediatamente raccogliendo e distribuendo generi alimentari per aiutare chi è stato colpito da un così grave evento - ha spiegato Monsignor Mauro Inzoli, presidente della Fondazione Banco Alimentare Onlus - In questo momento, in cui le necessità principali sono il pane e la casa, la Fondazione Banco Alimentare Onlus vuole essere in prima linea a condividere il dolore di questo popolo, consapevole che dalla gratuita condivisione del bisogno nasce sempre un germoglio di speranza, ora più che mai indispensabile per affrontare la fatica del vivere".
Per sostenere la Fondazione Banco Alimentare Onlus ad aiutare le popolazioni colpite dal terremoto: i privati possono fare una donazione in denaro, non sarà possibile accettare donazioni di alimenti; le aziende alimentari potranno invece donare direttamente anche cibo.

COME OFFRIRE AIUTO
  • CONTO CORRENTE POSTALE N° 28748200
    Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
    Causale: emergenza terremoto Abruzzo
  • CONTO CORRENTE BANCARIO
    Banca Prossima
    IBAN IT52L0335901600100000003514
    Intestato a: Fondazione Banco Alimentare Onlus
    Causale: emergenza terremoto Abruzzo
  • DONA ONLINE (con carta di credito)http://www.bancoalimentare.org/donazioni
    Causale: emergenza terremoto Abruzzo
  • ALIMENTI NECESSARI (SOLO DA PARTE DI AZIENDE)
    • latte a lunga conservazione
    • zucchero
    • crackers e fette biscottate
    • biscotti, brioche e altri prodotti per la prima colazione
    • tonno in scatola
    • confetture e frutta sciroppata
    • succhi di frutta
    • cioccolata
    • prodotti per la prima infanzia
    • acqua minerale

PER CONTATTARCI
02-89.65.84.63
- Per aiuti da privati (solo donazioni in denaro)
02-89.65.84.58 - Per aiuti da aziende (donazioni e alimenti)
per info e segnalazioni: terremotoabruzzo@bancoalimentare.it

TERREMOTO / Che senso ha?



«Oh! Noi non vogliamo dire di più davanti ai lutti e alle rovine dalle dimensioni tragiche, che sembrano superare ogni misura e rifiutare ogni conforto. Vogliamo comprendere e raccogliere in silenzio riverente il grido ineffabile di questa acerbissima pena. Ma una parola non possiamo tacere per i cuori forti, per gli animi buoni: niente disperazione! Niente cecità del fato! La nostra incapacità a dare una spiegazione, che rientri negli schemi abituali della nostra breve e miope logica, non annulla la nostra superiore fiducia nella misteriosa, ma sempre provvida e paterna presenza della bontà divina, che sa risolvere a nostro vantaggio anche le più gravi e incomprensibili sciagure. La Madonna rimetta col suo fiat, la pazienza, la speranza e anche l’Alleluia pasquale sulle nostre labbra e nei nostri cuori». Sono parole di Paolo VI, pronunciate il 9 maggio 1976, pochi giorni dopo il devastante terremoto del Friuli.
Che altro aggiungere? Forse solo ciò che lo stesso Papa Montini disse in quella stessa occasione, che cioè in questo «male che ci colpisce» possiamo intravvedere qualche barlume: «Il primo bene è la solidarietà; il dolore si fa comunitario, e nel nostro abituale disinteresse, e nelle nostre contese egoiste ci fa sperimentare uno sconosciuto amore. Ci sentiamo fratelli, diventiamo cristiani, comprendiamo gli altri, esprimiamo finalmente l’amore disinteressato, solidale e sociale. E poi impariamo a “vincere il male nel bene”, cioè a far scaturire energie positive di bene dalla stessa sventura che ci affligge».
Due giorni dopo il terremoto in Irpinia del 1980, Giovanni Paolo II si è recato personalmente sul posto. Anche lui attonito di fronte alla tragedia: «Ecco i sentimenti, le espressioni che mi vengono dal cuore. Come vedete, vengono con difficoltà, perché la commozione è maggiore della possibilità di parlare e di formulare bene le idee». Ma anche lui carico di speranza: «Io vengo, carissimi fratelli e sorelle, per dirvi che siamo vicino a voi per darvi un segno di quella speranza, che per l’uomo deve essere l’altro uomo. Per l’uomo sofferente, l’uomo sano; per un ferito, un medico, un assistente, un infermiere; per un cristiano, un sacerdote. Così un uomo per un altro uomo. E quando soffrono tanti uomini ci vogliono tanti uomini, molti uomini, per essere accanto a quelli che soffrono. Non posso portarvi niente più di questa presenza; ma con questa presenza si esprime tutto». Con essa, infatti, «si realizza la presenza di Cristo. E, con la presenza di Cristo, il mondo anche stigmatizzato dalla croce porta in sé la speranza della risurrezione».
E, in questa speranza, la tenacia concreta di tutto l’aiuto operativo che si può dare. E a proposito di aiuto operativo che si può dare vi segnaliamo l’iniziativa di solidarietà del Banco Alimentare.



Pigi Colognesi su Il Sussidiario.net

domenica 5 aprile 2009

Pasqua 2009



La redenzione ci è offerta nel senso che ci è stata donata la speranza, una speranza affidabile, in virtù della quale noi possiamo affrontare il nostro pesente: il presente, anche il presente più faticoso, può essere vissuto ed accettato se conduce verso una meta e se di questa meta noi possiamo essere sicuri, se questa meta è così grande da giustificare la fatica del cammino. La presenza di Cristo non è soltanto una realtà attesa, ma una vera presenza.

Benedetto XVI

Noi diciamo quello che dovrebbe essere o quello che non va e non “si parte dall’affermazione che Cristo ha vinto”. Che Cristo ha vinto, che Cristo è risorto, significa che il senso della mia vita e del mondo è presente, è già presente, e il tempo è l’operazione profonda e misteriosa del suo manifestarsi.

Luigi Giussani

domenica 15 marzo 2009

Cantico

Il Centro Culturale Sipontino “Fontana vivace” in collaborazione con la Scuola Ungaretti di Manfredonia organizza, per il prossimo 21 marzo, uno spettacolo teatrale - Cantico: "Come è bello il mondo... come è grande Dio" - in favore dell’AVSI, un’Organizzazione Non Governativa riconosciuta dal Governo italiano dal 1972 e dall’ONU, che si interessa delle popolazioni e dei bambini dei Paesi più poveri e tormentati da guerre e dalla fame.Nel corrente anno l’AVSI sostiene i seguenti progetti: sostegno ad una clinica per malati terminali in Paraguay, costruzione di un edificio scolastico in India, aiuto alle scuole multietniche di Gerusalemme e Betlemme, aiuto ad una scuola in Uganda.Lo spettacolo teatrale è una rilettura in chiave attuale delle celebre poesia francescana “Il cantico delle creature” messa in scena da un frate, padre Marco accompagnato da un percussionista.

Orario degli spettecoli:

ore 11,00 - per gli alunni e il personale della scuola Ungaretti;
ore 18,00

Dalla presentazione:
"In camera mia?!Siccome Francesco non stava molto bene di salute quando ha composto il Cantico, e invece questo Cantico sembra scritto da uno che si è svegliato di buonumore in una giornata di sole, abbiamo provato anche noi a comporlo mettendoci nelle stesse sue condizioni. Cioè, non proprio perché non potevamo stare male apposta, non è molto intelligente… Diciamo che abbiamo provato a svegliarci in una giornata di sole e a cantare il nostro (e suo) teatro fin dal primo risveglio, nelle condizioni in cui ci si trova appena alzati: nel letto, in pigiama e un po’ addormentati. Come diceva qualcuno: l’importante nella vita è essere pronti."Noi (Giampiero, Carlo, Marco e Giorgio)

domenica 8 febbraio 2009

APPELLO AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PER SALVARE LA VITA DI ELUANA ENGLARO

Signor Presidente, la tragica fine che si prospetta per Eluana Englaro non lascia indifferente la coscienza civile dell'Italia.Eluana è portata a morte senza che sia stata accertata in maniera incontrovertibile la sua volontà, né l'irreversibilità del suo stato vegetativo.
Eluana rischia dunque di morire sulla base di una volontà solo presunta, e sarebbe l'unica persona a subire una tale sorte, poiché nessuna delle leggi sul fine-vita in discussione in Parlamento permetterà più questo obbrobrio.
Signor Presidente, Le chiediamo fermamente di non permettere questa tragedia, che sarebbe un insulto sanguinoso alla storia, alla cultura, all'identità stessa del nostro Paese, convinti come siamo che nessuno deve essere costretto a morire per un formalismo giuridico.
Le chiediamo un intervento perché – di concerto con il Governo – sia data una moratoria alla sospensione dell'alimentazione e idratazione cui è sottoposta Eluana, in attesa che il Parlamento – nelle cui fila si è già appalesata un'ampia maggioranza in sintonia con la maggioranza che vi è nel Paese – possa pronunciarsi su un'adeguata legge.
Siamo certi che Ella non rimarrà insensibile al nostro appello.


Per firmare l'appello e/o per scaricare il modello di raccolta firme: appellonapolitano

Caso Eluana, parla l’ateo Jannacci

Riportiamo dal Corriere della Sera questa intervista, su cui riflettere.

Caso Eluana, parla l’ateo Jannacci: allucinante fermare le cure. «La vita è importante anche quando è inerme e indifesa. Fosse mio figlio mi basterebbe un battito di ciglio»

MILANO - Ci vorrebbe una carezza del Nazareno» dice a un certo punto, e non è per niente una frase buttata lì, nella sua voce non c’è nemmeno un filo dell’ironia che da cinquant’anni rende inconfondibili le sue canzoni. Di fronte a Eluana e a chi è nelle sue condizioni — «persone vive solo in apparenza, ma vive » — Enzo Jannacci, «ateo laico molto imprudente», invoca il Cristo perché lui, come medico, si sente soltanto di alzare le braccia: «Non staccherei mai una spina e mai sospenderei l’alimentazione a un paziente: interrompere una vita è allucinante e bestiale».

È un discorso che vale anche nei confronti di chi ha trascorso diciassette anni in stato vegetativo?
«Sono tanti, lo so, ma valgono per noi, e non sappiamo nulla di come sono vissuti da una persona in coma vigile. Nessuno può entrare nel loro sonno misterioso e dirci cosa sia davvero, perciò non è giusto misurarlo con il tempo dei nostri orologi. Ecco perché vale sempre la pena di aspettare: quando e se sarà il momento, le cellule del paziente moriranno da sole. E poi non dobbiamo dimenticarci che la medicina è una cosa meravigliosa, in grado di fare progressi straordinari e inattesi».
Ma una volta che il cervello non reagisce più, l’attesa non rischia di essere inutile?
«Piano, piano... inutile? Cervello morto? Si usano queste espressioni troppo alla leggera. Se si trattasse di mio figlio basterebbe un solo battito delle ciglia a farmelo sentire vivo. Non sopporterei l’idea di non potergli più stare accanto».
Sono considerazioni di un genitore o di un medico?
«Io da medico ragiono esattamente così: la vita è sempre importante, non soltanto quando è attraente ed emozionante, ma anche se si presenta inerme e indifesa. L’esistenza è uno spazio che ci hanno regalato e che dobbiamo riempire di senso, sempre e comunque. Decidere di interromperla in un ospedale non è come fare una tracheotomia...».
Cosa si sentirebbe di dire a Beppino Englaro?
«Bisogna stare molto vicini a questo padre».
Non pensa che ci possano essere delle situazioni in cui una persona abbia il diritto di anticipare la propria morte?
«Sì, quando il paziente soffre terribilmente e la medicina non riesce più ad alleviare il dolore. Ma anche in quel caso non vorrei mai essere io a dover “staccare una spina”: sono un vigliacco e confido nel fatto che ci siano medici più coraggiosi di me».
Come affronterebbe un paziente infermo che non ritiene più dignitosa la sua esistenza?
«Cercherei di convincerlo che la dignità non dipende dal proprio stato di salute ma sta nel coraggio con cui si affronta il destino. E poi direi alla sua famiglia e ai suoi amici che chi percepisce solitudine intorno a sé si arrende prima. Parlo per esperienza: conosco decide di ragazzi meravigliosi che riescono a vivere, ad amare e a farsi amare anche se devono invecchiare su un letto o una carrozzina».
Quarant’anni fa la pensava allo stesso modo?
«Alla fine degli anni Sessanta andai a specializzarmi in cardiochirurgia negli Stati Uniti. In reparto mi rimproveravano: “Lei si innamora dei pazienti, li va a trovare troppo di frequente e si interessa di cose che non c’entrano con la terapia: i dottori sono tecnici, per tutto il resto ci sono gli psicologi e i preti”. Decisero di mandarmi a lavorare in rianimazione, “così può attaccarsi a loro finché vuole”... ecco, stare dove la vita è ridotta a un filo sottile è traumatico ma può insegnare parecchie cose a un dottore. C’è anche dell’altro, però».
Che cosa?
«In questi ultimi anni la figura del Cristo è diventata per me fondamentale: è il pensiero della sua fine in croce a rendermi impossibile anche solo l’idea di aiutare qualcuno a morire. Se il Nazareno tornasse ci prenderebbe a sberle tutti quanti. Ce lo meritiamo, eccome, però avremmo così tanto bisogno di una sua carezza».

Fabio Cutri
6 febbraio 2009

sabato 7 febbraio 2009

Progetto MosaiComEra


Si terrà il prossimo 9 febbraio 2009, alle ore 19.00 nella sala Santa Chiara, presso l’Arcivescovado di Manfredonia, la conferenza stampa di presentazione del progetto “MosaiComEra”.

Il progetto, finanziato da Fondazione per il Sud, vede la collaborazione di Arcidiocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, Fondazione Ravennantica e Consorzio OPUS, con la partnership di Provincia di Foggia, ATP Provincia di Foggia, Fedecultura, COTAP, L’Opera – Broadcast video service, e Consorzio ICARO, è finalizzato al recupero e alla valorizzazione dell’area archeologica costituita dal complesso di Santa Maria di Siponto, attraverso una serie di attività combinate, come il restauro dei mosaici e del materiale lapideo, la manutenzione dell’area archeologica, la realizzazione di un sito internet che riporterà tutte le notizie relative allo svolgimento del progetto, la creazione di nuove opportunità lavorative in loco con l’inserimenti di soggetti svantaggiati (con un percorso formativo finalizzato all’istituzione di nuove figure di guide professionali), la realizzazione di iniziative didattiche per le scuole, la creazione di laboratori di mosaico e progetti specifici di studio e realizzazione di opere musive per diffondere ed appassionare a questa tecnica artistica le giovani generazioni.


Alla presentazione interverranno S.E. Mons. Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo della diocesi di Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo, Paolo Campo, sindaco di Manfredonia, Nicola Vascello, assessore provinciale al Turismo, Sergio Fioravanti, direttore della fondazione Ravennantica, Francesco Carlucci, presidente regionale di Federcultura, Carlo Rubino, presidente del Consorzio OPUS, Gerardo Fascia per lo staff progettazione e Damiano Bordasco, giornalista, come moderatore.
PER INFORMAZIONI
Ufficio stampa Consorzio OPUS
tel. 0881.725550
fax. 0881.757204
consopus@tiscali.it

lunedì 12 gennaio 2009

IL RISCHIO EDUCATIVO E L’EREDITÀ DEL ‘68


Venerdì 16 gennaio, alle ore 19.00, il Centro Culturale Arché, in collaborazione con la FISM di Foggia e con il patrocinio della Provincia di Foggia, propone il secondo incontro del ciclo Il rischio educativo che si svolgerà a Foggia, presso il Tribunale della Dogana, in Piazza XX settembre.

A quarant’anni dagli eventi che hanno cambiato la società e la cultura italiana, ci si interroga sulle conseguenze che quel ribaltamento ideologico continua, ancora oggi, a lasciare persino nel modo di concepire il rapporto tra padre e figlio o tra uomo e donna.

Anni formidabili o inizio della grande crisi culturale dell’Occidente? Maturità dell’autocoscienza collettiva o occasione perduta per un nuovo modo di concepire la tradizione e le esigenze del proprio cuore?

Il relatore, il prof. Giancarlo Cesana, ordinario di Igiene generale ed applicata all’Università di Milano Bicocca, che sarà preceduto dal saluto dell’on. dott. Antonio Pepe, ha vissuto quegli anni, da protagonista, in Università prima e da medico del lavoro dopo; ha partecipato alle prime occupazioni universitarie, finendo per contribuire, in maniera decisiva, alla storia del Movimento studentesco nato dall’impegno educativo di don Luigi Giussani.

Iniziata nel novembre del 1967 con l’occupazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ad opera degli studenti che si ribellavano all’aumento delle tasse, la protesta dilagò presto in tutta Italia, suscitando nei giovani di allora grandi speranze, e nello stesso tempo, trascinando in un vortice sempre più ampio quanto di duraturo e saldo vi era nel patrimonio della nostra tradizione culturale. Un fenomeno certamente antiautoritario nel quale venne messo in discussione ed apertamente rifiutato il riconoscimento di ogni guida che aiuti a scoprire il senso unitario delle cose.

Da allora niente fu come prima e il solco che divise le generazioni si è approfondito sempre di più fino a sfociare in forme di protesta e ribellione che non esitarono a fare vittime innocenti.

Eppure, il Sessantotto non ha ancora esaurito la sua spinta vitale. Molto di quello che è accaduto determina l’attuale clima culturale.

E noi, quanto di buono o di falso riconosciamo nella nostra mentalità, nel nostro modo di pensare soprattutto all’educazione dei nostri figli e dei giovani in generale che possa essere ricondotto alle idee diffusesi allora?

sabato 10 gennaio 2009

Incontro su "Eluana Englaro: carità o violenza?"



Venerdì 9 gennaio 2009, alle ore 19.00, l’Associazione Medicina e Persona e il Centro Culturale Sipontino Fontana Vivace hanno dato vita ad un incontro pubblico presso l’Auditorium del Palazzo dei Celestini di Manfredonia. Titolo dell’evento era “Eluana Englaro: carità o violenza?”. Moderatrice dell’incontro la dott.ssa Floriana Del Rosso, Pediatra; relatore il Dott. Felice Achilli, fondatore di Medicina e Persona e Direttore dell’Azienda Ospedaliera – Unità cardiologica Manzoni – Lecco; ‘discussant’ il Dott. Luigi Angelillis, imprenditore.
La Dott.ssa Del Rosso, dopo aver presentato i relatori, ha introdotto il tema, invitando il pubblico a considerare la vita di Eluana per ciò che obiettivamente è, un mistero, al di là delle opinioni che ognuno ha già elaborato nel corso di questi mesi, e senza indugio ha invitato il Dott. Angelillis ad esprimere il suo giudizio sull’argomento.
Questi ha cercato di dar voce al comune “sentire” che tutti manifestiamo in vario modo quando la sofferenza bussa alla porta della nostra vita: il dolore suscita paura, sgomento, fuga, e si cerca di vivere come se la morte non esistesse. Di fatto però essa esiste, e vivendo in modo da ignorarla noi cancelliamo un pezzo di realtà. Il Dott. Angelillis ha concluso con una disarmante testimonianza: “ho accettato di venire qui – ha affermato – perché spero, ascoltando ciò che sarà detto, di colmare un desiderio: che la vita non sfugga”.
A questo punto è intervenuto il Dott. Achilli. In primo luogo ha spiegato la situazione clinica di Eluana, introducendo la differenza tra “coma” e “stato vegetativo persistente”, tipico delle disabilità gravi come quelle del caso considerato (che non sono da considerarsi alla stregua di pazienti terminali). Ha chiarito che, allo stato attuale, la medicina non può dire una parola definitiva su questi casi, ma cesserebbe di essere se stessa se rinunciasse alla speranza di migliorare nella cura dei pazienti per i quali non si intravedono soluzioni migliorative.
Il Dott. Achilli ha offerto poi un’osservazione di più vasto respiro: la vita di qualsiasi persona dipende dalla presenza di un altro, sempre. Certamente ciò si vede in modo macroscopico quando c’è una disabilità grave; ma, se fossimo razionali, ci accorgeremmo che è una legge dell’esistenza che vale per tutti e in ogni caso. Per riconoscere tale evidenza non c’è bisogno di uno stato vegetativo persistente.Circa il caso Englaro, il Dott. Achilli ha formulato tre osservazioni:
1) non è istintivo né naturale ammettere di vedere chi è veramente Eluana: una persona che è viva ed è accudita da diciotto anni da qualcuno che non è né suo padre né sua madre (le suore misericordine): le suore hanno un rapporto con lei, una relazione, la sentono viva.
2) Ciò che noi siamo abituati a considerare normale e scontato, non è assolutamente detto che lo sia: all’estero, per esempio, non lo è (se in Canada ci si sente male e si cade per terra, non si è aiutati da nessuno). Come mai? La sofferenza e la malattia non come condanna ma come condizione misteriosa sono un lascito del cristianesimo, qualcosa che è iniziato duemila anni fa col Vangelo e non altrove.
3) La vicenda di Eluana è decisiva perché, senza il riconoscimento che la nostra vita per essere sostenuta ha bisogno di un Altro, si arriva a confondere l’omicidio con la carità. Non si riesce a portare sofferenza senza la speranza.
Il dolore, ha concluso il Dott. Achilli, è una condizione ineliminabile della vita. E il cristianesimo è impressionante perché la croce non è stata risparmiata neanche a Gesù Cristo.
Il pubblico, numerosissimo in sala, ha mostrato un’attenzione singolare (impressionante il silenzio che ha accompagnato tutto l’incontro dall’inizio alla fine) e grande partecipazione: la moderatrice ha dovuto bloccare le domande perché il tempo, purtroppo, era passato troppo velocemente.



L’impressione formidabile è di aver incontrato un ‘maestro’ dell’arte medica e, soprattutto, di umanità. La Città di Manfredonia è onorata di averlo ospitato, e si augura di incontrarlo ancora.
Gemma Barulli



Carità o violenza? - immagini della conferenza

venerdì 2 gennaio 2009

ELUANA ENGLARO: CARITÀ O VIOLENZA


Medicina & Persona
e
Centro Culturale Sipontino
"Fontana Vivace"

propongono

ELUANA ENGLARO:
CARITÀ O VIOLENZA?


Interventi:

Dott. Felice Achilli
Direttore Unità operativa di cardiologia
Azienda Ospedaliera Manzoni - Lecco


Dott. Luigi Angelillis
Imprenditore

Dott.ssa Floriana Del Rosso
Pediatra di famiglia


Venerdì 9 gennaio 2009 - ore 19,00
Palazzo Celestini - Corso Manfredi
MANFREDONIA


Per
approfondire: