domenica 24 febbraio 2019

Intervento conclusivo di Papa Francesco sul summit "Protezione dei minori nella Chiesa"

Papa: L’abuso sui minori, il mistero del male da affrontare all’interno e all’esterno della Chiesa

A conclusione dell’incontro sulla “Protezione dei minori nella Chiesa” papa Francesco mostra l’ampiezza del fenomeno e il suo significato: un “sacrificio idolatrico dei bambini al dio potere”. Le cifre e i dati geografici sugli abusi in famiglia, nello sport, nel turismo sessuale, sul web, delle spose bambine. A proposito di omosessualità. Il grazie del papa alla “stragrande maggioranza dei sacerdoti”, fedeli “al celibato” e che “si spendono in un ministero reso oggi ancora più̀ difficile dagli scandali di pochi”.
Città del Vaticano (AsiaNews) – “Negli abusi noi vediamo la mano del male… siamo davanti al mistero del male, che si accanisce contro i più deboli perché́ sono immagine di Gesù. Ecco perché nella Chiesa attualmente è cresciuta la consapevolezza di dovere non solo cercare di arginare gli abusi gravissimi con misure disciplinari e processi civili e canonici, ma anche affrontare con decisione il fenomeno sia all’interno sia all’esterno della Chiesa. Essa si sente chiamata a combattere questo male che tocca il centro della sua missione: annunciare il Vangelo ai piccoli e proteggerli dai lupi voraci”. Così papa Francesco a conclusione dell’incontro su “La protezione dei minori nella Chiesa”, svoltosi in Vaticano dal 21 al 24 febbraio. Il pontefice ha pronunciato il suo potente discorso, che riproduciamo qui sotto in modo integrale, dopo la messa celebrata nella Sala Regia e presieduta dall’arcivescovo di Brisbane (Australia), mons. Mark Benedict Coleridge. Nel discorso vi è una visione ampia e profonda del fenomeno degli abusi.
Vi è anzitutto – ed è forse la prima volta – un tentativo di spiegazione di questo diventare “strumenti di satana” verso gli innocenti: un “sacrificio idolatrico dei bambini al dio potere”, “una manifestazione del male, sfacciata, aggressiva e distruttiva. Dietro e dentro questo c’è lo spirito del male il quale nel suo orgoglio e nella sua superbia si sente il padrone del mondo e pensa di aver vinto… Dietro di questo c’è satana”.
Il pontefice, citando cifre e studi, mostra l’ampiezza del dramma, che avviene “in tutte le culture e le società” e avendo come quadro fondamentale “le mura domestiche, ma anche quello del quartiere, della scuola, dello sport e, purtroppo, anche quello ecclesiale”.
Egli cita anche le nuove modalità delle violenze contro i minori: il turismo sessuale, le spose bambine, gli abusi via web, “commissionati e seguiti in diretta attraverso la Rete”. Per ognuno di questi fenomeni il pontefice suggerisce direttive e chiede collaborazione alle organizzazioni internazionali e ai governi.
All’interno della Chiesa, egli sottolinea ancora una volta la decisione di “consegnare alla giustizia chiunque abbia commesso tali delitti”, “evitando i due estremi di un giustizialismo, provocato dal senso di colpa per gli errori passati e dalla pressione del mondo mediatico, e di una autodifesa che non affronta le cause e le conseguenze di questi gravi delitti”.
Direttive anche sulla formazione del clero. Nei giorni scorsi diversi analisti hanno criticato il fatto che nell’incontro si sia parlato solo del “clericalismo” come causa degli abusi e non della omosessualità fra il clero. Le statistiche infatti mostrano che quasi l’80% degli abusi nel clero avviene verso giovani maschi. Il papa non cita questo elemento, ma nel suo discorso ricorda che nella formazione si deve essere “preoccupati principalmente di escludere le personalità̀ problematiche, ma anche positivi nell’offrire un cammino di formazione equilibrato per i candidati idonei, proteso alla santità e comprensivo della virtù della castità. San Paolo VI nell’Enciclica Sacerdotalis caelibatus scrisse: «Una vita così totalmente e delicatamente impegnata nell’intimo e all’esterno, come quella del sacerdote celibe, esclude soggetti di insufficiente equilibrio psico-fisico e morale, né si deve pretendere che la grazia supplisca in ciò la natura»”.
Infine, e anche questa forse è una novità, Francesco ringrazia “tutti i sacerdoti e i consacrati che servono il Signore fedelmente e totalmente e che si sentono disonorati e screditati dai comportamenti vergognosi di alcuni loro confratelli”. E aggiunge: “Tutti – Chiesa, consacrati, Popolo di Dio e perfino Dio stesso – portiamo le conseguenze delle loro infedeltà̀. Ringrazio, a nome di tutta la Chiesa, la stragrande maggioranza dei sacerdoti che non solo sono fedeli al loro celibato, ma si spendono in un ministero reso oggi ancora più̀ difficile dagli scandali di pochi (ma sempre troppi) loro confratelli. E grazie anche ai fedeli che ben conoscono i loro bravi pastori e continuano a pregare per loro e a sostenerli”.
Il papa dice che è necessario “trasformare questo male in opportunità̀ di purificazione”. E cita Edith Stein e la sua esperienza di offerta della vita nascosta per il popolo ebraico: “Nella notte più oscura sorgono i più grandi profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia”.
Per questo, l’ultimo ringraziamento del pontefice è verso “il santo e paziente Popolo fedele di Dio, sostenuto e vivificato dallo Spirito Santo, è il volto migliore della Chiesa profetica che sa mettere al centro il suo Signore nel donarsi quotidiano. Sarà proprio questo santo Popolo di Dio a liberarci dalla piaga del clericalismo, che è il terreno fertile per tutti questi abomini”. (BC)


Cari fratelli e sorelle,
nel rendere grazie al Signore che ci ha accompagnato in questi giorni, vorrei ringraziare tutti voi per lo spirito ecclesiale e l’impegno concreto che avete mostrato con tanta generosità.
Il nostro lavoro ci ha portato a riconoscere, una volta in più, che la gravità della piaga degli abusi sessuali su minori è un fenomeno storicamente diffuso purtroppo in tutte le culture e le società. Essa è diventata, solo in tempi relativamente recenti, oggetto di studi sistematici, grazie al cambiamento della sensibilità dell’opinione pubblica su un problema in passato considerato tabù, vale a dire che tutti sapevano della sua presenza ma nessuno ne parlava. Ciò̀ mi porta alla mente anche la crudele pratica religiosa, diffusa nel passato in alcune culture, di offrire esseri umani – spesso bambini – come sacrifici nei riti pagani. Tuttavia, ancora oggi le statistiche disponibili sugli abusi sessuali su minori, stilate da varie organizzazioni e organismi nazionali e internazionali (Oms, Unicef, Interpol, Europol e altri), non rappresentano la vera entità̀ del fenomeno, spesso sottostimato principalmente perché molti casi di abusi sessuali su minori non vengono denunciati [1], in particolare quelli numerosissimi commessi nell’ambito famigliare.

martedì 12 febbraio 2019

Dai paesi chiamati "Nostalgia" e "Militanza" alla dimora dell'Amore. Omelia del Cardinale di Milano per don Giussani

«Dimorare in Cristo». L'anniversario di don Giussani a Milano

L'omelia dell'arcivescovo ambrosiano, monsignor Mario Delpini, e le parole di don Carrón alla messa in Duomo per i 14 anni dalla morte del fondatore di CL e i 37 anni della Fraternità (11 febbraio 2019)
1. Dove abiti fratello? Dove abiti sorella?

Ci sono alcuni che rispondono: «Io abito in un paese chiamato Nostalgia. Mi ricordo com’era bello quando ero più giovane, quando eravamo entusiasti e tutti presi dalle parole e dal carisma di don Giussani, affascinati dalla sua genialità educativa, contagiati dall’impeto missionario che ha caratterizzato la sua vita. Mi ricordo le assemblee che le sale non riuscivano a contenere, e le feste che ci radunavano, le esperienze estive e l’accalcarsi di giovani sconosciuti che diventavano subito amici. E l’audacia delle imprese culturali, sociali, politiche, come se nulla potesse fermarci. Non ho mai trovato un altro paese come quello di quegli anni e continuo ad abitare là: non sono mai stato così felice».