I convenuti non sono certo rimasti delusi. In un tempo relativamente breve (circa tre quarti d’ora) il relatore ha presentato otto autori e autrici della letteratura italiana ed europea – Leopardi, Pascoli, Claudel, Milosz, Lagerkvist, Rebora, Montale, Ada Negri – precisandone la chiave di lettura offerta da Giussani (“Un genio che legge altri grandi geni italiani e stranieri”): la pertinenza del testo dell’autore con sé. Giussani, afferma il prof. Capasa, arriva ai libri con un desiderio di vita e giudica, si paragona, e fa venire una grande domanda: “come vorrei leggere anch’io così, come vorrei vivere anch’io così!”.
Il tempo è letteralmente volato. Il cuore dell’uomo è sempre lo stesso, da Omero ai cantanti del 2008; è grido di felicità. Le domande infinite sgorgano ed esigono di essere ascoltate: “che fai tu luna in ciel? Che fai, silenziosa luna? Che fa questa aria infinita?.....ed io, che sono?”
Tali domande, commentava il relatore a proposito di Cesare Pavese, non sono espressioni adolescenziali, ma sono costitutive dell’io.Mons.Giussani è stato un uomo che è vissuto all’altezza di queste domande; e leggere i suoi scritti è come cominciare a far respirare la propria ragione, toglierla dall’asfissia dei luoghi comuni e dalle risposte prefabbricate.