domenica 30 settembre 2018

Guardini, la strada del cuore

GUARDINI
La strada del cuore
Sin da giovane aveva in mente un cattolicesimo non intransigente né conservatore, come negli anni successivi alla prima guerra mondiale accadeva in Germania. Pensava piuttosto a un «risveglio della Chiesa delle anime », una Chiesa nemica dell’autoritarismo e basata su un’adesione pienamente libera. Sono gli anni in cui il pensiero di Romano Guardini è già delineato, gli anni Venti del secolo scorso, in cui pubblica Il senso della Chiesa (1922) e L’opposizione polare (1925), testi che segneranno lo sviluppo del suo sforzo speculativo sino alla morte, avvenuta il 1° ottobre 1968, esattamente cinquant’anni fa. Ma sono anche gli anni in cui la cultura tedesca è ancora imbevuta di conservatorismo, soprattutto quella di segno cattolico, e Guardini viene criticato anche aspramente.
Di fronte alle sue aperture nei confronti del modernismo, di cui sottolinea gli elementi di verità nonostante la condanna di Pio X del 1907, un certo Carl Sonnenschein scrive: «Siamo in una città assediata, perciò non ci sono problemi, bensì solo parole d’ordine». Per il filosofo italotedesco è un motto assolutamente sbagliato: «Non si possono congedare i problemi - gli risponde -. Chi li avverte deve applicarvisi, specialmente se è responsabile sul piano intellettuale e spirituale». Guardini è insofferente verso chi dentro il cattolicesimo dimostra chiusura mentale: la polarità verità-libertà per lui è essenziale purché l’una non discrimini l’altra. E se a suo parere va giustamente criticato il relativismo moderno, allo stesso tempo bisogna confrontarsi apertamente con le sue sfide e rifiutare un ritorno al medievalismo. Per lui la Chiesa non può essere «una polizia spirituale» ma «la Vita nuova di Dio». Deve essere madre: «Solo allora la posso amare».

venerdì 28 settembre 2018

Trento: Convegno su Romano Guardini

Chiesa&religioni
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Un convegno internazionale a Trento dal 2 al 4 ottobre

Trento rilancia Guardini

Si presenta come uno degli eventi culturali più importanti dell’anno il Convegno internazionale dedicato a Romano Guardini (1885-1968) promosso nel cinquantesimo della morte dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini” .
Parole chiave: cultura (3020)
Si presenta come uno degli eventi culturali più importanti dell’anno il Convegno internazionale dedicato a Romano Guardini (1885-1968) promosso nel cinquantesimo della morte dal Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento in collaborazione con l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Romano Guardini” .
Per far emergere le molte dimensioni della riflessione guardiniana, saranno a Trento i massimi esperti mondiali del pensatore, oltre venti relatori, provenienti dall’Italia e dall’estero, per la gran parte curatori dei volumi dell’Opera Omnia in corso di pubblicazione dal 2005 a cura dell’Editrice Morcelliana (sono previsti 26 volumi, più il volume degli Indici).
Il Convegno si aprirà al Polo “Vigilianum”, introdotto da Milena Mariani, martedì 2 ottobre alle 17 con la prolusione inaugurale della “Cattedra Guardini”, fortemente voluta dagli organizzatori anche per sottolineare il rapporto che lega l’autore al Trentino: dopo i saluti di mons. Lauro Tisi, Arcivescovo di Trento e Moderatore ISSR “Romano Guardini” – Trento, del prof. Paolo Collini, Rettore Università di Trento, di Ugo Rossi, Presidente della Provincia Autonoma di Trento, del prof. don Stefano Zeni, Direttore ISSR “Romano Guardini” – Trento, del prof. Marco Gozzi, Direttore del Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università di Trento, del prof. Alessandro Palazzo, Coordinatore Corso di Laurea in Filosofia, Università di Trento h. 1745 ci sarà la prolusione istitutiva della “Cattedra Guardini” tenuta da Isabella Guanzini, docente di Teologia fondamentale presso l’Università di Graz, che si soffermerà sulla “interpretazione religiosa dell’Europa del presente e del futuro” proposta dall’autore.
Seguiranno cinque sessioni di lavori, nel corso delle quali ci si occuperà di Guardini “intellettuale europeo” (presiede Carlo Brentari), filosofo “nel cuore della filosofia europea” (Massimo Giuliani), “pungolo per la teologia” (Leonardo Paris e Francesco Ghia), attento all’estetica e alla liturgia (Lucia Rodler), originale “interprete di figure” (Silvano Zucal). Nel programma completo (www.diocesitn.it/issr/) si trovano i numerosi relatori fra i quali Ilario Tolomio, Giuseppe Tognon, Massimo Borghesi, Daniele Vinci, Michele Dossi, Michele Nicoletti, Alberto Anelli , Adalgisa Mingati.

mercoledì 26 settembre 2018

Pilar Vigil, educazione all'affettività e alla sessualità per restituire dignità alla persona

Pilar Vigil. «Perché l'uomo scopra chi è l'uomo»

Membro della Pontificia Accademia per la Vita e ospite dell'ultimo Meeting, la ginecologa cilena spiega perché «siamo in un momento meraviglioso per l'umanità». E perché «la generazione di una persona nuova è il lavoro "bello" della vita»
Alessandra Stoppa
«La vita dell’uomo – bella da incantare e fragile da morire – rimanda oltre se stessa: noi siamo infinitamente di più di quello che possiamo fare per noi stessi». Sono le parole del Papa all’ultima assemblea generale della Pontificia Accademia per la Vita, in cui ha rimesso al centro la necessità di una «ecologia umana»: «Quale riconoscimento riceve oggi la sapienza umana della vita? Il lavoro “bello” della vita è la generazione di una persona nuova, l’educazione delle sue qualità spirituali e creative...», fino alla «destinazione ultima dell’esistenza», su cui «occorre interrogarsi», ha insistito Francesco, «perché è il destino che restituisce dignità e senso al mistero degli affetti più profondi e più sacri».

Pilar Vigil, che della Pontificia Accademia è membro da quando la nominò san Giovanni Paolo II, si dedica da oltre quarant’anni a questo lavoro bello della vita. Medico cileno, esperta mondiale di fertilità e docente all’Università Cattolica di Santiago del Cile, è la guida internazionale di Teen Star (Sexuality Teaching in tre context of Adult Responsibility), il metodo di educazione all’affettività e alla sessualità nato intorno agli anni Ottanta dalla ginecologa statunitense Hanna Klaus. Fortemente sostenuto da Wojtyla, alla cui Teologia del corpo si ispira, oggi è presente in 40 Paesi.
Pilar VigilPilar Vigil
 

domenica 23 settembre 2018

Papa Francesco in Lituania, Incontro con sacerdoti e religiosi nella Cat...


Federico Cenci: A cinquant'anni dalla morte di Padre Pio

Il mistero della persecuzione di Padre Pio

Il biografo Renzo Allegri spiega il motivo dell'ostilità di alcuni membri della Chiesa nei confronti del Santo

FEDERICO CENCI
Padre Pio
Padre Pio
Padre Pio oggi per la Chiesa è un grande santo, confessore indefesso, straordinario liturgo dell’Eucarestia, vero e proprio magnete di devozione. Ma questo frate cappuccino dalla barba folta, dagli occhi vividi e ammonitori, per la Chiesa, almeno per alcuni esponenti dei suoi vertici, in passato è stato considerato un truffaldino, uno psicopatico, “un uomo di intelligenza limitata”, “un falso mistico”, un traditore del suo voto di povertà, castità e ubbidienza. È stato considerato una sorta di “disgraziato sacerdote” - come lo definì nella sua relazione al Papa il domenicano Paolo Philippe dopo averlo interrogato come consultore del Sant’Uffizio nel 1961 - da emarginare attraverso uno stillicidio di interventi e di sanzioni.
Ma dove va ricercato il motivo di questa avversione? Nel 50esimo anniversario della morte di Padre Pio, nonché nel giorno in cui la Chiesa ne fa memoria, In Terris ha approfondito la questione con Renzo Allegri, uno dei maggiori biografi del santo, che a questa persecuzione delle gerarchie ecclesiastiche ha dedicato uno dei suoi tanti volumi sul frate di Pietrelcina, “La passione di Padre Pio” (ed. Mondadori, 2015).
Quando arrivarono le prime lettere contro Padre Pio al Sant’Uffizio?
“Padre Pio ebbe le stimmate il 20 settembre 1918. Spaventato, trovò il coraggio di informare il suo confessore dopo un mese, con una lettera del 17 ottobre. Il confessore gli impose di raccontare tutto dettagliatamente e Padre Pio lo fece con una lunga lettera il 22 di ottobre. Ma solo dopo 8 mesi la notizia divenne di dominio pubblico. Il primo maggio 1919. Il Giornale d’Italia pubblicò una notizia con questo titolo:’Il miracolo di un santo’, e come sottotitolo: ‘Un soldato guarito istantaneamente a San Giovanni Rotondo’. Si scatenarono gli altri giornali e il 21 di giugno Il Mattino di Napoli raccontò tutta la storia con un articolo su due pagine che aveva come titolo: Padre Pio, il ‘Santo’ di San Giovanni Rotondo, opera un miracolo sulla persona del cancelliere del paese presente un inviato speciale del ‘Mattino’. San Giovanni Rotondo cominciò ad essere invasa da pellegrini. A questo punto iniziarono le lettere anonime contro Padre Pio inviate al Sant’Uffizio.

mercoledì 19 settembre 2018

Papa Francesco visto dal Brasile

Francisco Catão. La Chiesa e il «cambiamento d'epoca»

Teologo brasiliano, a luglio ha presentato la traduzione portoghese della "Vita di don Giussani" a San Paolo. Ancora dottorando ha partecipato al Vaticano II, e oggi lo rilegge guardando il pontificato di Francesco. "Passos" lo ha intervistato
Cecília Canalle e Raúl Gouveia
I primi cinque anni di pontificato di Papa Francesco non hanno fatto altro che confermare le significative novità delle sue prime azioni, che erano il simbolo della sua disponibilità a realizzare nella Chiesa i profondi cambiamenti che sognavamo e che, dopo l’elezione di Giovanni XXIII, erano stati approvati in particolare durante il Concilio Vaticano II. Francisco Catão, teologo brasiliano che nel luglio scorso ha presentato a San Paolo la traduzione portoghese della biografia di don Giussani, all'epoca era dottorando a Strasburgo, ma partecipò in prima persona ai lavori del Concilio. Temi caldi per lui, quindi, quelli che riguardano il grande cambiamento che stiamo attraversando, come Chiesa, durante l’attuale Pontificato.
Francisco CatãoFrancisco Catão
Una sessione del Concilio Vaticano II nella Basilica di San PietroUna sessione del Concilio Vaticano II nella Basilica di San Pietro

lunedì 17 settembre 2018

Discorso di Papa Francesco ai giovani di Palermo

INCONTRO CON I GIOVANI
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Piazza Politeama (Palermo)
Sabato, 15 settembre 2018


Cari amici, buonasera!
Sono contento di incontrarvi al culmine di questa giornata! Una giornata un po’ stancante, ma bella, bella bella! Grazie ai palermitani! Grazie per le tre domande. Io conoscevo le tre domande e avevo scritto qualche risposta, ma a me piace sottolineare, e se viene un’altra idea metterla al momento.
La prima, la tua, era su come ascoltare la voce del Signore e maturare una risposta. Ma io domanderei: come si ascolta il Signore? Come si ascolta? Dove parla, il Signore? Voi avete il numero del telefonino del Signore, per chiamarlo?… Come si ascolta il Signore? Vi direi questo, e questo sul serio: il Signore non si ascolta stando in poltrona. Capite? Seduto, la vita comoda, senza far nulla, e vorrei ascoltare il Signore. Ti assicuro che ascolterai qualsiasi cosa, tranne che il Signore. Il Signore, con la vita comoda, in poltrona, non lo si ascolta. Rimanere seduti, nella vita – ascoltate questo, è molto importante per la vostra vita di giovani – rimanere seduti crea interferenza con la Parola di Dio, che è dinamica. La Parola di Dio non è statica, e se tu sei statico non puoi sentirla. Dio si scopre camminando. Se tu non sei in cammino per fare qualcosa, per lavorare per gli altri, per portare una testimonianza, per fare il bene, mai ascolterai il Signore. Per ascoltare il Signore bisogna essere in cammino, non aspettando che nella vita accada magicamente qualcosa. Lo vediamo nell’affascinante storia di amore che è la Bibbia. Qui il Signore chiama continuamente gente giovane. Sempre, continuamente. E ama parlare ai giovani mentre sono in cammino – per esempio, pensate ai due discepoli di Emmaus – oppure mentre si danno da fare – pensate a Davide che pascolava il gregge, mentre i suoi fratelli se ne stavano a casa tranquilli, o in guerra. Dio detesta la pigrizia e ama l’azione. Mettetevi questo bene nel cuore e nella testa: Dio detesta la pigrizia e ama l’azione. I pigri non potranno ereditare la voce del Signore. Capito? Ma non si tratta di muoversi per tenersi in forma, di correre tutti i giorni per allenarsi. No, non si tratta di quello. Si tratta di muovere il cuore, mettere il cuore in cammino. Pensate al giovane Samuele. Stava giorno e notte nel tempio, eppure era in continuo movimento, perché non stava immerso nei suoi affari, ma era in ricerca. Se tu vuoi ascoltare la voce del Signore, mettiti in cammino, vivi in ricerca. Il Signore parla a chi è in ricerca. Chi cerca, cammina. Essere in ricerca è sempre sano; sentirsi già arrivati, soprattutto per voi, è tragico. Capito? Non sentitevi mai arrivati, mai! A me piace dire, riprendendo l’icona della poltrona, mi piace dire che è brutto vedere un giovane in pensione, pensionato. E’ brutto! Un giovane dev’essere in cammino, non in pensione. La giovinezza ti spinge a questo, ma se tu vai in pensione a 22 anni, sei invecchiato troppo presto, troppo presto!