venerdì 30 ottobre 2015

Firenze: dal dialogo tra Weiler e Carron alla presentazione della mostra su don Giussani introdotta da due ragazzi

FIRENZE

La sfida di un'umanità nuova oggi

di Antonella Maraviglia
30/10/2015 - L'ultimo incontro in preparazione del Convegno Ecclesiale Nazionale e della visita di papa Francesco. Julián Carrón e Joseph Weiler hanno dialogato su come cultura e politica possano vivere "un nuovo umanesimo"
Firenze si prepara da mesi ad ospitare, dal 9 al 13 novembre, il Convegno Ecclesiale Nazionale e la visita di papa Francesco del 10 novembre. Si attende un evento, che non è tale solo per i cattolici. Ne è certo l’Arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, per il quale «non bisogna fare divisione tra città e Chiesa, che non sono due mondi separati, ma dialogano e si arricchiscono l’uno con l’altro». Ne è convinto anche il sindaco Dario Nardella che, oltre ad affrontare problemi strutturali e organizzativi, ha preso l’iniziativa, insieme alla diocesi, di organizzare quattro incontri di preparazione all’evento in varie sedi cittadine, con personalità ecclesiali e laiche. Per capire come la città, nelle sue pluralità culturali e religiose, può essere sollecitata da questo evento.

L’incontro conclusivo del ciclo si svolge giovedì 29 ottobre a Palazzo Vecchio, condotto dallo stesso sindaco che ha chiamato accanto a sé, in uno strapieno Salone dei Cinquecento, il professor Joseph Weiler e don Julián Carrón. Si ripropone, tra il presidente dell’Istituto Universitario Europeo, ebreo praticante, e il presidente della Fraternità di CL, un dialogo simile a quello che li ha visti insieme al Meeting di Rimini. «Ma Firenze è un posto speciale, non sarà la stessa cosa», assicura Nardella.

giovedì 29 ottobre 2015

Borgna: Parlarsi, la comunicazione perduta

La paura di guardarsi dentro
Roberto I. Zanini

Il rancore e il sentimento di vendetta? «Sono come buldozer. Distruggono la nostra vita emozionale, creano il deserto». Il perdono? «Trascende la categoria di giustizia e assume una valenza terapeutica anche per il perdonato. È così che si riesce a cambiare il mondo». E la confessione «aiuta a trovare la strada» della verità, in una società in cui ognuno «troppo facilmente perdona se stesso per dare la colpa agli altri». Eugenio Borgna è uno dei più conosciuti psichiatri italiani. È primario emerito di psichiatria dell’Ospedale maggiore di Novara ed è autore di numerosi saggi, l’ultimo dei quali, edito da Einaudi, si intitola
Parlarsi. La comunicazione perduta. La sua analisi del doppio tema perdono-confessione lega fortemente la conoscenza della persona all’aiuto che può venire dalla fede.

Ma è facile o difficile perdonare?
«Se si tratta di perdonare mancanze che riteniamo di poco conto giungiamo al perdono senza fatica. Tutto cambia se veniamo o ci sentiamo colpiti su questioni come la dignità, l’orgoglio, la vita stessa o su ciò che intendiamo per libertà personale».

Guiducci: Oltre la 'leggenda nere'

LIBRI

Oltre il pregiudizio della leggenda nera

di Stefano Maria Paci
29/10/2015 - Un dopoguerra confuso, cerchiato dal presunto rapporto tra nazisti e Vaticano. Pier Luigi Guiducci, docente di Storia della Chiesa, si è fatto strada tra documenti e archivi successivi al crollo del Terzo Reich. E porta alla luce la verità...
L’Operazione Odessa, la Rete dei Conventi, le coperture che il Vaticano diede ai gerarchi nazisti che sfuggirono alla giustizia, creandosi nuove identità. Temi che hanno ispirato innumerevoli film, libri, inchieste giornalistiche, e che hanno acceso per decenni infuocati dibattiti. Il volume di Pier Luigi Guiducci ha un pregio notevolissimo: torna all’origine, scruta i documenti, vaglia le testimonianze, studia i preziosi materiali recentemente desecretati dagli archivi di varie nazioni e organismi, per raggiungere certezze. Per andare, come dice il titolo, Oltre la leggenda nera che indica la Santa Sede come centro occulto che ha permesso, subito dopo il crollo del Terzo Reich, la fuga dei criminali nazisti coprendone le responsabilità, procurando documenti falsi, creando percorsi verso nazioni disposte a proteggerli.

Un lavoro puntiglioso e accurato, alieno da settarismo, che finalmente fornisce agli specialisti un quadro d’insieme. Con il pregio, raro per lavori di questo tipo, di essere comprensibile e appassionante per ogni lettore. Uno studio che documenta la debolezza di tesi che si ritenevano fondate, ma che si dimostrano frutto solo di pressapochismo e ricerca di sensazionalismo.

martedì 27 ottobre 2015

Tavola rotonda sulla scuola a Brascia

BRESCIA

Per insegnare ai ragazzi "il sapere di non sapere"

di Maria Luisa Minelli
27/10/2015 - Giorgio Vittadini, Luigi Berlinguer e Giuseppe Bertagna riuniti attorno a un tavolo a parlare di scuola. Cronaca dell'incontro all'Università Cattolica, dove tra globalizzazione e vecchi sistemi scolastici, si è rimesso al centro lo studente
«Ci vorrebbe una scuola che produca imprevisti, ecco quello di cui avrebbe bisogno il nostro Paese». Le parole di Giorgio Vittadini, professore di Statistica Metodologica all’Università di Milano Bicocca e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, vengono accolte con stupore e consenso dai presenti in Aula Magna dell’Università Cattolica di Brescia. È solo una delle provocazioni lanciate dall’incontro “La scuola di cui ha bisogno il nostro Paese”, secondo appuntamento del ciclo “Incontri d’autunno”, organizzati dalla Fondazione San Benedetto in collaborazione con ilsussidiario.net.

Un dibattito sul sistema scolastico, quello di lunedì 26 ottobre, che aveva tutte le caratteristiche di un tavolo di lavoro. E non solo per gli ospiti, come il professor Luigi Berlinguer, ex Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Bertagna, ordinario di Pedagogia Generale all’Università di Bergamo e lo stesso Vittadini. Ma soprattutto perché alle domande poste dal moderatore Giacomo Ferrari, preside del Liceo Scientifico Luzzago, sono arrivate risposte concrete, spunti di lavoro per un reale cambiamento.

CmC: Scabini e Hadjadj sulla famiglia

CENTRO CULTURALE MILANO

Se la famiglia è un «fatto»

di Pigi Colognesi
27/10/2015 - Quali sono i valori della maternità e della paternità? Perché vale ancora la pena avere dei figli? Queste alcune delle domande che si sono posti Eugenia Scabini e Fabrice Hadjadj durante l'incontro organizzato dal Cmc, il 26 ottobre
La disinformazione mediatica ci ha accompagnato per tutto il periodo dell’appena concluso Sinodo sulla famiglia. Senza arrivare agli estremi delle fughe di notizie o di quelle inventate, è stato evidente che pochi mezzi di comunicazione si sono preoccupati di aiutarci ad entrare nel tema: «La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo». Tema di largo respiro, tema coraggioso di fronte ai rapidi cambiamenti che sono in atto, tema difficile. Un aiuto per immergerci nella comprensione dei testi usciti finora dal Sinodo (in attesa, ovviamente, dell’unico veramente autorevole che sarà proposto da papa Francesco) e soprattutto del ponderoso tema è stato offerto dall’incontro promosso dal Centro Culturale di Milano lo scorso 26 ottobre, che ha visto protagonisti la psicologa Eugenia Scabini e il filosofo Fabrice Hadjadj.

La fondamentale lezione che i due relatori hanno offerto riguarda l’uso corretto delle parole. Scabini, ad esempio, ha evidenziato che i genitori non «fanno dei bambini», ma «hanno dei figli»; sembrerebbe un’inezia, ma in questa differenza ci passa tutta una concezione antropologica e sociale. Nella parola «figlio» (e non nel neutro «bambino») sta rinchiusa la misteriosità di una generazione che si è ricevuta e che, nel contesto della famiglia, si impara ad esercitare a propria volta. Innescando in tal modo un continuo processo di umanizzazione indispensabile per il procedere della società e quindi da salvaguardare.

lunedì 26 ottobre 2015

I militi ignoti della fede. Fino all’ultimo giorno. La rivoluzione di Pa...

Andrea Ballarin: oltre il muro della morte

LIMBIATE (MILANO)

"Balla" e lo spiraglio di una certezza


26/10/2015 - Andrea Balarin è morto il 20 ottobre in un incidente. Sabato scorso, c'erano duemila persone per salutare, all'oratorio del Villaggio Giovi, un amico che «ci sarà sempre più amico». Online, l'omelia del suo funerale
Sabato 24 ottobre, all’oratorio della parrocchia del Sacro Cuore di Limbiate, c’erano più di duemila persone, tra amici, parenti, colleghi ed ex compagni di università, per i funerali di Andrea Balarin, morto lo scorso martedì in un incidente stradale.

«”Balla” ci è amico e ci sarà sempre più amico: ci testimonia che il valore della nostra vita è tutto in questo istante, nel rapporto con Cristo». Sono le parole di don Pierluigi Banna, molto vicino ad Andrea e alla sua famiglia, che sottolinea come il dolore, all’apparenza insormontabile, sia proprio il luogo dove «si impone lo spiraglio di una certezza». E a dare prova di ciò sono l’esistenza del giovane di Limbiate, che «dava la vita per Gesù», accompagnata dalle testimonianze dei familiari, da mamma Luciana, che gli ha dedicato un canto, alla sorella Maria Grazia: «È paradossale, ma in questo momento mi sento amata come mai mi è capitato nella vita».



Il testo dell'omelia di don Pierluigi

La morte di un caro amico, la morte di un figlio, la morte di un fratello ci riempie di un dolore che quasi sembra lasciarci senza fiato. Sembra che non ci sia altro spazio se non per il solo dolore, perché fino a martedì c’era e poi improvvisamente non c’è più.

Papa Francesco a conclusione del Sinodo sulla famiglia

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
A CONCLUSIONE DEI LAVORI DELLA
XIV ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI
Aula del Sinodo
Sabato, 24 ottobre 2015



Care Beatitudini, Eminenze, Eccellenze, cari fratelli e sorelle,
vorrei innanzitutto ringraziare il Signore che ha guidato il nostro cammino sinodale in questi anni con lo Spirito Santo, che non fa mai mancare alla Chiesa il suo sostegno.
Ringrazio davvero di cuore S. Em. il Cardinale Lorenzo Baldisseri, Segretario Generale del Sinodo, S. Ecc. Mons. Fabio Fabene, Sotto-segretario, e con loro ringrazio il Relatore S. Em. il Cardinale Peter Erdő e il Segretario Speciale S. Ecc. Mons. Bruno Forte, i Presidenti delegati, gli scrittori, i consultori, i traduttori, i cantori e tutti coloro che hanno lavorato instancabilmente e con totale dedizione alla Chiesa: grazie di cuore! E vorrei anche ringraziare la Commissione che ha fatto la relazione: alcuni hanno passato la notte in bianco.
Ringrazio tutti voi, cari Padri Sinodali, Delegati Fraterni, Uditori, Uditrici e Assessori, Parroci e famiglie, per la vostra partecipazione attiva e fruttuosa.
Ringrazio anche gli “anonimi” e tutte le persone che hanno lavorato in silenzio contribuendo generosamente ai lavori di questo Sinodo.
Siate sicuri tutti della mia preghiera, affinché il Signore vi ricompensi con l’abbondanza dei suoi doni di grazia!


Lucio Dalla e Francesco De Gregori - Cosa Sarà (Testo nella descrizione)

sabato 24 ottobre 2015

Recalcati: Così l'Io è diventato liquido

Recalcati: “La perdita del centro psichico. Così l’Io è diventato liquido”

di Massimo Recalcati, repubblica.it, 13 ottobre 2015
Il nostro tempo sembra vivere, come ha mostrato anche Bauman, l’esasperazione del carattere liquido dell’identità: cambiamento di sesso, di pelle, di razza, di religione, di partito, di professione, di immagine. Anche il New York Times recentemente si pone la domanda: «Chi crediamo di essere?». L’identità vacilla, barcolla, diventa un concetto sempre più mobile, borderline. Mentre l’età moderna aveva sempre ricercato una identità (anima, spirito, cogito, ragione, Io) che avesse, come scrisse Descartes, la stessa solidità della roccia sotto la sabbia, nel tempo ipermoderno, quale è il nostro, l’identità si pare dissolversi in un camaleontismo permanente. Anche il contributo della psicoanalisi, almeno per un verso, sospinge in questa direzione: la malattia psichica non deriva tanto da una liquefazione dell’identità, ma da un suo rafforzamento. Non è il deficit dell’Io a causare la sofferenza mentale, ma una sua amplificazione ipertrofica. Lacan scherniva la supponenza identitaria dell’Io quando ci ricordava che se un pazzo che crede di essere Napoleone è chiaramente un pazzo, ma non lo è affatto di meno un re che crede di essere un re.
Segue qui:


Papa Francesco a S.Marta: i tempi cambiano, i cristiani devono cambiare

I tempi
cambiano

· ​Messa del Pontefice a Santa Marta ·

«I tempi cambiano e noi cristiani dobbiamo cambiare continuamente». Papa Francesco ha ripetuto più volte questo invito al cambiamento, durante la messa celebrata venerdì mattina, 23 ottobre, nella cappella di Casa Santa Marta. Un invito ad agire «senza paura» e «con libertà», tenendosi alla larga dai conformismi tranquillizzanti e restando «saldi nella fede in Gesù» e «nella verità del Vangelo», ma muovendosi «continuamente secondo i segni dei tempi».
Mirko Virius, «La raccolta» (1938)
Lo spunto per la riflessione è stato offerto al Pontefice dalle letture di questa ultima parte dell’anno liturgico, che propongono in particolare la lettera ai Romani. «Abbiamo sottolineato — ha ricordato in proposito — come Paolo predica con tanta forza, la libertà che noi abbiamo in Cristo». Si tratta, ha spiegato il Papa, di «un dono, il dono della libertà, di quella libertà che ci ha salvato dal peccato, che ci ha fatto liberi, figli di Dio come Gesù; quella libertà che ci porta a chiamare Dio Padre». Quindi Francesco ha aggiunto che «per avere questa libertà dobbiamo aprirci alla forza dello Spirito e capire bene cosa accade dentro di noi e fuori di noi». E se nei «giorni passati, la settimana scorsa», ci si era soffermati «su come distinguere quello che succede dentro di noi: cosa viene dal buono Spirito o cosa non viene da lui», ovvero sul discernimento di quanto «succede dentro di noi», nella liturgia del giorno il brano del Vangelo di Luca (12, 54-59) esorta a «guardare fuori», facendo «riflettere su come noi valutiamo le cose che accadono fuori di noi». 

giovedì 22 ottobre 2015

Papa Francesco: 'mi piacerebbe che tu ricordassi di essere felice, perchè la vita è straordinaria'


Papa Francesco: Non rinunciate mai alla felicità poiché la vita è uno spettacolo incredibile


Papa Francesco è nel pieno dei lavori del Sinodo sulla famiglia. Un sinodo che con i padri sinodali, sta tracciando per la Chiesa una nuova visione e apertura su tantissimi argomenti legati alla famiglia. Oggi pomeriggio i padri sinodali sono tornati a riunirsi nei tredici gruppi linguistici per discutere della terza e ultima parte dell’Instrumentum laboris. Stamattina è stata toccata da diversi interventi la questione della enciclica Humanae vitae di Paolo VI. Nel pieno del discorso lo scottante tema dei divorziati risposati. «Una via penitenziale e un cammino spirituale più strutturato per i divorziati risposati – ha spiegato questa mattina, padre Federico Lombardi – è una delle proposte che i padri sinodali hanno avanzato nel corso dei 93 interventi.

Alcuni padri – ha proseguito – sostengono che la Chiesa non possa escludere permanentemente dall’Eucarestia alcuni fedeli, altri che il ruolo della Chiesa non è quello di aderire all’opinione pubblica».

mercoledì 21 ottobre 2015

Giussani, il metropolita Antonj e padre Scalfi

RUSSIA CRISTIANA

Giussani, il metropolita Antonij e padre Scalfi


21/10/2015 - Il convegno, l'open day e una testimonianza di un giovane ortodosso bielorusso che spiega l'esperienza di una "comunità volante". Tutto nasce dagli incontri con tre grandi uomini... Ecco il video che li racconta
Padre Romano Scalfi ha compiuto 92 anni. Sta bene, come sta bene Russia Cristiana che venerdì e sabato scorsi ha proposto un convegno all'Università Cattolica di Milano e un open day nella sua sede di Seriate.

Il convegno, intitolato "L'io, la sua libertà e il potere. La persona e i totalitarismi", ha visto gli interventi del grande slavista francese Georges Nivat, la filologa moscovita Svetlana Mart'janova, il filosofo ucraino Constantin Sigov, l'anglista russo Nikolaj Epplee, Salvatore Abbruzzese e Adriano Dell'Asta.

Il giorno successivo, a Seriate, la festa di compleanno di padre Romano in forma di open day. Don Francesco Braschi ha fatto gli onori di casa e, insieme a Marta e Adriano Dell'Asta e Giovanna Parravicini, hanno presentato i progetti svolti durante lo scorso anno e quelli a venire. In particolare, il primo gennaio 2016, verrà varato il nuovo sito della rivista di Russia Cristiana: www.lanuovaeuropa.it.

Nel corso della giornata è stato anche mostrato questo video, che documenta l'incontro del gruppo di studenti ortodossi e cattolici con padre Scalfi alla vigilia del Meeting di Rimini, dove hanno presentato la mostra "Per me vivere è Cristo", sulla figura del metropolita Antonij di Suroz. A parlare, Andreij Strotsev, figlio del poeta bielorusso Dmitry (vedi Tracce n.5/2015).



GUARDA IL VIDEO
Un brano della testimonianza di Andreij Strotsev alla Fondazione Russia Cristiana. Seriate, 18 agosto 2015
(Immagini di Marco Gandolfo)

https://youtu.be/MI2C-BGnIx4

lunedì 19 ottobre 2015

Una serata per ricordare Chieffo

FORLÌ

Chieffo e il suo popolo che canta, ancora

di Stefano Andrini
19/10/2015 - Una doppia serata organizzata per ricordare il cantautore romagnolo, nel 70° anniversario della sua nascita. Tra musica, amicizia e commozione torna sul palco la vita di un uomo che, ancora oggi, è una «ricchezza per la collettività».
L’avventura di un uomo vivo. È il fermo-immagine più emblematico della doppia serata che Forlì ha dedicato a Claudio Chieffo nel 70° anniversario della nascita. L’evento, dal titolo “Il popolo canta”, è nato dalla volontà di tanti cittadini e artisti locali di rendere omaggio a un talento, espresso in oltre quarant’anni di attività, che è stato ed è tutt’ora una ricchezza per la collettività.

Sul fondale del teatro “Diego Fabbri” scorrono le foto di una vita segnata dagli incontri. Claudio con don Giussani, con don Francesco Ricci, con il cardinale Biffi, che aveva definito la sua Stella del mattino come la Salve Regina degli anni 2000. E naturalmente con Giovanni Paolo, II davanti al quale aveva cantato per la prima volta in Polonia quando Woityla non era ancora Papa. L’album di famiglia documenta la sua tenerezza per la moglie e i figli. E il feeling tra l’artista e coloro che sono cresciuti con le sue canzoni. Un’immagine ritrae Claudio intento a cantare davanti a centinaia di giovani seduti su un prato. Un albero svetta in mezzo a loro e da un momento all’altro ti aspetti che possa scendere Zaccheo. La sala, intanto, si riempie in ogni ordine di posti. In prima fila monsignor Massimo Camisasca e monsignor Luigi Negri, vescovi di Reggio Emilia e Ferrara, insieme a diversi sindaci.

domenica 18 ottobre 2015

Palermo: la bellezza disarmata introduce una speranza

PALERMO

La «perturbazione» che porta speranza

di Viera Catalfamo
15/10/2015 - Seicento persone, nel capoluogo siciliano, alla presentazione del libro di don Carrón. Con l'autore, padre Gianfranco Matarazzo e Roberto Lagalla. Con una sfida per tutti: la fede può farsi risposta davanti alla crisi in cui viviamo?
Dobbiamo cominciare dal titolo. Perché da lì sono partiti tutti: i relatori, ma anche gli studenti di Gs e del Clu, che hanno incontrato don Julián Carrón prima della presentazione. Si parte dalla bellezza disarmata di un uomo di 65 anni che arriva di corsa dall’aeroporto di Palermo ed entra nella saletta riservata ai ragazzi con un sorriso impressionante. Chiede come stanno, li ascolta. Tanti si lamentano della situazione dei giovani, ma lui sta lì e li guarda, perché «se guardiamo le cose come stanno le vediamo diversamente». La stessa bellezza disarmata si affaccia nelle parole di uno di quei ragazzi, la cui vita è segnata da difficoltà, che dice: «Io voglio ringraziarti perché con il movimento la mia vita è meravigliosa!». La sua affermazione fa pensare che sappia bene di cosa sta parlando e, soprattutto, che nella realtà c’è veramente qualcosa di imprevedibile ed eccezionalmente corrispondente.

Padre Pizzaballa a Bergamo

BERGAMO

Pizzaballa: «La nostra meta non è Itaca»

di Martina Liut
16/10/2015 - Davanti a guerre e disordini, quale futuro per i cristiani del Medioriente? Secondo il Custode di Terra Santa ci sono due possibilità: la tranquillità di Ulisse o la certezza di Abramo. Ecco come si può seguire la seconda via
«Il male non è l’ultima parola». A dirlo, ieri sera a Bergamo è stato padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, durante l’incontro: "È possibile una testimonianza più forte del male? Dal dramma del Medioriente un’esperienza che sfida anche noi". Come è possibile affermare questo, con grande serenità, davanti ai fatti dolorosi che, anche negli ultimi giorni, vessano questa terra?

Oltre settecento persone hanno partecipato all’evento di Bergamo Incontra, l'associazione che da nove anni racconta realtà che testimoniano una passione per l’umano e il vero, un modo di vivere le sfide cui l’uomo è chiamato, sia nella quotidianità sia nelle grandi svolte della storia.

venerdì 16 ottobre 2015

Come nasce e si diffonde il cristianesimo (anche sotto le bombe)

LETTERA

La fede che «ci serve più di tutto»


16/10/2015 - Souleiman è un medico di Damasco. All'inizio della guerra si era trasferito in Russia, dove ha conosciuto la comunità di CL. Dopo cinque anni ha deciso di tornare a casa. Ecco il suo racconto
È ormai un mese che sono tornato a Damasco, e proverò a descrivere la mia vita in questa città. Vorrei dire la nostra vita, la nostra vita unita in Dio. All’inizio ero molto impaurito, avevo di fronte tante sfide, dovevo affrontare molti pericoli. Da un lato dovevo preoccuparmi della salvezza mia e della mia famiglia, dall’altro dovevo procurarmi l’essenziale per vivere: acqua, cibo, medicine. E così è cominciata la mia battaglia quotidiana con il male, vissuta insieme alla compagnia di Gesù.

Ogni mattina mi sveglio, apro gli occhi, e guardo all’icona di Gesù sopra il mio letto. E prima di alzarmi gli chiedo la forza dello Spirito Santo che mi permetta di trascorrere sano e salvo la giornata. Poi sveglio i bambini, li guardo e prego che anche loro possano rimanere salvi e io li possa rivedere. Mentre vanno a scuola sento il rumore dei proiettili e delle esplosioni, e in quei momenti resto immobile, il cuore batte forte, mi sento avvolto dall’oscurità. Poi, improvvisamente, vedo ancora una grande luce dall’icona di Gesù, e tutta quella terribile paura scompare, riesco a sentire davvero su di me la sua mano e la sua voce: «Non aver paura, sii forte. Io sono con te».

Insegnare oggi. Nuovi contesti e nuove sfide - 11 ottobre 2015

lunedì 12 ottobre 2015

La scuola di Tatiana Kasatkjna: quattrocento ragazzi a convegno

L'INCONTRO

Imparare a leggere «da soggetto a soggetto»

di Fabrizio Foschi
09/10/2015 - Il convegno su "Le notti bianche" di Dostoevskij . Quattrocento ragazzi, accompagnati da Tat’jana Kasatkina, fanno i conti con il romanzo dell'autore russo. Perché, «per andare oltre il gusto della lettura occorre che il testo diventi presenza viva»
Quattrocento ragazzi di scuole medie superiori radunati a convegno tra Mirandola, Modena e Brescia, insieme a Tat’jana Kasatkina, studiosa dell’Accademia Russa delle Scienze e massima esperta di Fëdor Dostoevskij. Alcuni studenti di licei, di istituti tecnici e professionali si sono cimentati con la lettura del romanzo breve Le notti bianche. Qual è il legame che li ha uniti nel dipanarsi delle cosiddette “conferenze di letture giovanili dostoevskijane”? Qualcosa che è andato oltre il gusto della lettura, dell’interesse per il timbro talvolta ermetico della scrittura dostoevskijana o, semplicemente, dell’avventura intellettuale. Magari coltivata inconsapevolmente.

Al fondo c’è stata l’adesione ad una sfida lanciata da alcuni insegnanti, che è stata colta dai ragazzi e vissuta con grande serietà e impegno. Si tratta della proposta di un metodo di lettura che implica la stessa posizione del lettore, il cui sguardo sull’opera letteraria è sollecitato a cambiare in relazione agli spunti offerti dal testo.

La sintesi del convegno Diesse di Bologna

BOLOGNA

Non si può insegnare senza educare

di Fabrizio Foschi
12/10/2015 - Due giorni di lavori nel capoluogo emiliano per centinaia di docenti e dirigenti scolastici di varie associazioni. Tra botteghe, team work e dialoghi. Come quello con Carrón, sulle sfide del vivere "tra i banchi"
Due intense giornate di lavoro quelle che hanno radunato a Bologna centinaia di insegnanti e dirigenti della scuola italiana, e che hanno offerto una rassegna di tutti i temi caldi del momento e rilanciato i partecipanti a cogliere seriamente le sfide educative di oggi.

La “Convention Scuola” dell’associazione Diesse di sabato 10 ottobre ha raccolto educatori provenienti da tutte le regioni italiane, impegnati a riprendere le ragioni di fondo del lavoro dell’insegnante, suggerite nel binomio “Incontrare ed educare l'umano” che faceva da titolo all’appuntamento.

domenica 11 ottobre 2015

Convegno 2015 Diesse:Educare l'umano

Bologna, 11 ottobre 2015: Convegno nazionale di Diesse

Relazione di Don Julian Carron: diecimila insegnanti da tutta Italia

giovedì 8 ottobre 2015

Presentazione a Milano de 'La bellezza disarmata' di Carron

LA PRESENTAZIONE

L'attrattiva per la libertà

di Davide Perillo
08/10/2015 - Un dibattito a viso aperto. Meglio, un incontro. Ecco cosa è accaduto sul palco dell'Auditorium di Milano alla prima de "La bellezza disarmata" di Julián Carrón. Con lui, a dialogare, Gianni Riotta, Luciano Fontana e il sindaco Pisapia
«Allora, quello che vorrei chiedere a don Carrón è una cosa molto semplice: che cosa è questa “bellezza disarmata”, questa verità capace di imporsi per la sola forza del suo fascino?». Ecco, in fondo è attorno a questa domanda di Luciano Fontana, direttore del Corriere della Sera, che ruota la serata. Millleduecento persone in sala all’Auditorium di Milano, comprese personalità varie (compreso il sindaco Giuliano Pisapia), altre migliaia a seguire lo streaming (stavolta anche su Corriere.it). Tutto per l’esordio in società de La bellezza disarmata (Rizzoli), «non il primo libro scritto da don Julián Carrón, ma il primo pubblicato da quando è la guida di Comunione e Liberazione», ricorda Davide Prosperi, introducendo la presentazione milanese (ne seguiranno altre a Palermo e Roma, poi in tutta Italia).

«È una sintesi del percorso fatto in questi anni», ricorda il vicepresidente della Fraternità di CL: «Un percorso che ci ha aiutato a crescere. A diventare più consapevoli del dono che ci è stato fatto attraverso il carisma di don Giussani, perché comprendere le circostanze per cui Dio ci fa passare», rendersi conto del contesto in cui si vive, «è decisivo per capire la natura della testimonianza cristiana».

mercoledì 7 ottobre 2015

Una legge per evitare lo spreco alimentare

"Spreco zero" al supermercato: in arrivo una legge ad hoc

Presentati a Expo dal Banco Alimentare nuovi dati sullo spreco di cibo in Italia e una pdl in discussione alla Camera che permette ad aziende, gdo e tutti i soggetti della filiera alimentare di donare agli indigenti i prodotti commestibili che a fine giornata sarebbero buttati. Ecco il testo

Una nuova legge antispreco che mira al recupero delle eccedenze alimentari, permettendo a tutti i soggetti della filiera alimentare a conferire gratuitamente i prodotti alimentari ancora commestibili ma ritirati dalla vendita alle organizzazioni che si occupano di distribuirli agli indigenti. È il pdl in discussione (scaricabile qui) alla Commissione Affari sociali della Camera che è stato al centro del convegno di ieri in Expo organizzato dalla Fondazione Banco Alimentare e dedicato proprio all’obiettivo “Spreco Zero”.
«La legge per facilitare e semplificare il recupero delle eccedenze alimentari procede veloce in commissione», assicura la relatrice e autrice, onorevole Maria Chiara Gadda (Pd). «Il Parlamento sta facendo la sua parte per raccogliere l’eredità politica di Expo, e anche se una singola legge non è mai risolutiva, può essere strumento utile per veicolare un comportamento episodico e rendere strutturale il circuito della donazione. Una buona legge», conclude, «riconosce i fatti sociali e li aiuta a crescere, è questo lo spirito che mi ha spinto a scrivere la proposta di legge e la modalità con cui procede la discussione in Parlamento».
Secondo il presidente della Fondazione, Andrea Giussani, questa legge permetterebbe di «recuperare in un anno 2 miliardi di euro di cibo, cioè 1 milione di tonnellate contro le attuali 500mila». Si tratterebbe, sempre secondo Giussani, di un provvedimento «a costo zero che armonizza il quadro normativo e semplifica il processo di donazione delle aziende». Ogni anno infatti finiscono nella spazzatura 5,1 milioni di tonnellate di cibo per un valore di quasi 13 miliardi di euro. Il 53% di questo spreco, quello generato dal settore primario fino ad arrivare alla ristorazione, potrebbe essere recuperato e destinato alle persone in stato di bisogno, oltre 4 milioni in Italia.
Non basta. Secondo l’indagine del Politecnico di Milano “Surplus Food Management. Against Food Waste. Il recupero delle eccedenze alimentari dalle parole ai fatti”, promossa dal Banco Alimentare, sono 5,6 milioni le tonnellate di cibo prodotte in eccedenza in un anno lungo la filiera agroalimentare italiana, dai campi al consumatore finale, di cui 5,1 milioni divengono spreco, per un valore di 12,6 miliardi di euro all’anno, 210 euro per persona. Lo spreco alimentare viene generato in parte (53%) dalle aziende della filiera e in parte dal consu­matore (47%). La notizia positiva è che crescono il recupero e la ridistribuzione delle eccedenze – passati dal 7,5% di 4 anni fa al 9% circa di oggi –, frutto di una maggiore attenzione e del diffondersi di best practice anche nel settore della GDO.

martedì 6 ottobre 2015

Anna Politkovkaja:. in teatro

Elena Arvigo, viaggio attraverso gli occhi di Anna Politkovskaja

Al Teatro Out Off di Milano dal 7 al 25 ottobre va in scena "Donna non rieducabile" a nove anni dall'assassinio della giornalista russa

- "Non "commuovere", ma "muovere" e stimolare nello spettatore la sua responsabilità di testimone..." con questo nobile intento Elena Arvigo, paladina del teatro indipendente e di "mobilitazione", un teatro cioè,che "faccia pensare e riesca a porre domande invece che dare risposte", riporta in scena all'Out Off di Milano, dal 7 al 25 ottobre, "Donna non rieducabile", di Stefano Massini, un memorandum immaginario ispirato ai reportage di Anna Politkovskaja, asssassinata proprio il 7 ottobre di nove anni fa.
Anna Politkovskaja, giornalista russa, nota per il suo impegno sul fronte dei diritti umani, per i suoi reportage dalla Cecenia e per la sue critiche al Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin, fu assassinata il 7 ottobre del 2006 nell'ascensore del suo palazzo, mentre rincasava. Il suo fu considerato un omicidio operato da un sicario a contratto, ma nessuno è stato finora "davvero" punito per quel delitto, che ha aggiunto l'ennesima lapide nel cimitero della libertà di stampa e di espressione.

lunedì 5 ottobre 2015

Intervista a Carron al quotidiano 'Il Mattino' sul Sinodo


«Fidatevi del Papa, fidiamoci del Papa. Il Sinodo dei Vescovi non è un tribunale istituito per giudicare le periferie dell’umanità contemporanea. È, invece, un’opportunità per riproporre al mondo la verità della fede cristiana attraverso la libertà. Dal Sinodo non mi attendo una guerriglia tra dottrina e pastorale, ma la ricerca di nuove modalità per riproporre l’annuncio di sempre della Chiesa davanti alle nuove sfide della società, a partire dall’accoglienza di chi soffre. Ci vuole accompagnamento da parte della Chiesa, senza discriminazioni. Non servono muri, ma ponti, la fede deve soccorrere l’uomo, ovunque sia bloccato per una difficoltà o una sofferenza, comunicando l’evento cristiano che libera».

Don Julián Carrón guida Comunione e Liberazione da dieci anni, successore di don Luigi Giussani. È un sacerdote spagnolo di 65 anni che, fino al 2020, sarà a capo di un «popolo di Dio» nato in Italia ma ormai diffuso in ben 90 Paesi del globo. È figlio di contadini e, per genetica, sa bene che si raccoglie se si semina. È l’uomo della svolta di Cl: stop al movimento braccio della politica, sì al recupero dell’esperienza cristiana. È notte fonda quando in un albergo di Napoli ha ancora forza e fiato per incontrare i giovani delle comunità di Cl della città.

Don Carrón, sappiamo come è uscita la Chiesa dal Sinodo dello scorso anno, anche divisa su temi fondamentali della vita e della famiglia. Secondo lei saranno superate le divisioni evocate perfino da cardinali di prima fila della Chiesa?
«Nulla sarà come prima dopo la predicazione americana di Papa Francesco, con l’affermazione sostanziale del concetto di famiglia come un dono. Il Papa dall’America, e significativamente dall’America, ha detto al mondo che la famiglia non è un motivo di preoccupazione, ma un dono per la società. Come possono le famiglie, con la loro testimonianza e la loro vita, destare nei giovani il desiderio di sposarsi?».

La veglia delle famiglie per il Sinodo

LA VEGLIA PER IL SINODO

«Una candela accesa nel buio che ci circonda»

di Giorgio Paolucci
05/10/2015 - Sabato, alla vigilia dell'apertura dei lavori dell'assemblea dei Vescovi, Piazza San Pietro ha accompagnato il Papa nella preghiera. Tra testimonianze e interventi, le attese e le speranze, ma anche le certezze, di tante famiglie
Quando arriva Francesco, Piazza San Pietro è piena. È una veglia “formato famiglia”, sabato 3 ottobre, vigilia dell’apertura di un Sinodo molto atteso e su cui gravano interrogativi, attese e speranze talvolta contrapposte. Ci sono padri, madri e figli di ogni età, ma anche nonni, arrivati da tutta Italia rispondendo all’appello lanciato dalla Conferenza episcopale italiana. Si leggono brani della Scrittura e interventi del Papa, si canta, si prega, si ascolta.

In piazza c’è anche la “famiglia ecclesiale”, nel segno di una unità che valorizza diversi accenti e sensibilità. I leader di associazioni e movimenti offrono i loro contributi: Matteo Truffelli (Azione cattolica), Salvatore Martinez (Rinnovamento nello Spirito), Kiko Arguello (Neocatecumenali). Maria Voce, presidente dei Focolari, evoca il desiderio di prendersi cura di tutte le famiglie, soprattutto nelle loro ferite e debolezze. «Come non riconoscere Gesù Crocifisso nelle tante famiglie afflitte da povertà morali e materiali, da divisioni, fallimenti e tradimenti, dalla guerra, dalla perdita della speranza di un futuro? Eppure Gesù ci ha dato la prova che, proprio queste circostanze - in cui sembra che Dio si sia ritirato abbandonando l’umanità al proprio destino - si trasformano in tappe di un cammino di resurrezione, se ci lasciamo accompagnare da Lui».

l'Udienza di Papa Francesco al Banco Alimentare il 4-10-2015

L'UDIENZA

«La forza di un miracolo»

di Alessandro Banfi
05/10/2015 - Settemila persone sabato scorso nell'aula Nervi, in Vaticano, per l'incontro tra il Banco alimentare e papa Francesco. Un abbraccio reciproco, in una storia che permette di «educarsi all’umanità di ogni persona, bisognosa di tutto»
Tutto è cominciato da uno sguardo, due uomini seduti uno di fronte all’altro che si guardano nel silenzio. Don Luigi Giussani e Danilo Fossati. Non corrono parole, ma solo l’intensità di una doppia visione reciproca. Quasi fosse una performance di Marina Abramovich. Ma qui non è arte, è un fatto. Meglio: è l’arte della vita, della Provvidenza. Quei due uomini sono già famosi quando si vedono la prima volta: l’uno ha suscitato Comunione e Liberazione, l’altro ha messo in piedi la Star, grande azienda alimentare, quella del doppio brodo, così nominata in onore di sua madre Stella.

Quando, all’inizio dell’introduzione all’udienza papale, Pier Alberto Bertazzi - testimone, è il caso di dire, oculare - evoca questo istante della storia italiana davanti ai settemila presenti nell’aula Paolo VI in Vaticano, si percepisce che tutto quello che si sta raccontando e in qualche modo celebrando lì, arriva dritto dritto da quell’avvenimento semplice, in apparenza piccolo, sicuramente silenzioso. Un fatto carico di intensità, non un’intenzione, un discorso, un proposito. Un avvenimento di vita che è diventato una storia, per parafrasare il tiolo di un libro indimenticabile.

venerdì 2 ottobre 2015

la curiosità di 'guardare' la realtà

VIVIAN MAIER

Quella tata con la Rolleiflex al collo

di Luca Fiore
02/10/2015 - Chi ha scattato l'immagine che ha accompagnato la Giornata di inizio anno di CL? La storia di una street photographer newyorkese dal bisogno irresistibile di guardare. Volti, situazioni, attese e sorprese tra le sue opere, in mostra a Nuoro e poi a Milano
Ha il mento sulle mani incrociate appoggiate allo sportello dell’auto. Un anello sull’anulare sinistro. Guarda fuori, verso l’obiettivo. Occhi e capelli nerissimi. È la ragazza dell’immagine che accompagna il verso di Cesare Pavese diventato il titolo della Giornata di inizio anno di CL: «Ti ride negli occhi la stranezza di un cielo che non è il tuo».

Lo scatto è stato preso a Chicago il 16 agosto del 1956 da Vivian Maier, protagonista di una delle vicende più affascinanti e misteriose della storia della fotografia. Perché misteriosa? Perché fino a pochi anni fa nessuno sapeva chi fosse questa signora nata a New York nel 1926, cresciuta in Francia per poi tornare negli Stati Uniti e passare tutta la vita tra Chicago e la Grande Mela facendo la tata nelle famiglie dell’upper-class.

giovedì 1 ottobre 2015

Centrafica: una testimonianza di pace in un Paese dilaniato dalla guerra


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mons. Dieudonné Nzapalainga
mons. Dieudonné Nzapalainga


Padre Federico Trinchero* Bangui (RCA)

In Centrafrica di leoni, da tempo, non ce ne sono più. Non è quindi una meta particolarmente ambita per chi ama un safari tra bestie feroci e paesaggi mozzafiato. Ma se foste in questi giorni qui a Bangui – la capitale di un paese che è grande due volte l’Italia, ma che vi sfido ad indicare rapidamente sulla carta geografica – potreste vedere con i vostri occhi un leone che si aggira tra le macerie di un paese che quasi non c’è più. Il poco che c’era è andato distrutto. Il leone in questione porta uno zucchetto viola e indossa una talare nera. Ha una semplice croce al petto. E non ruggisce affatto, ma stringe le mani a tutti, fossero anche ancora un po’ sporche di sangue. Non importa se siano di cristiani o di musulmani. È l’unico che riesce a stingerle entrambe senza farsi del male, senza fare del male. Il leone è mons. Dieudonné Nzapalainga, il giovane arcivescovo di Bangui.

Da ormai cinque giorni la città di Bangui è paralizzata. Sono ripresi gli scontri che avevano incendiato il paese tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014, in seguito ad un colpo di stato, l’ennesimo, fallito. Gli scontri sono stati violenti, incredibilmente violenti: gente sgozzata, case incendiate, saccheggi, barricate sulle strade. Chi abita qui non è molto stupito. Si sapeva bene che la pace non era ancora arrivata e che sotto la cenere c’erano carboni ben accesi. Ed è bastata una scintilla per scatenare di nuovo l’inferno.

«Ti ride negli occhi la stranezza di un cielo che non è il tuo» - Testi di Julián Carrón

«Ti ride negli occhi la stranezza di un cielo che non è il tuo» - Testi di Julián Carrón