martedì 28 novembre 2017
L’Accademia di Francia premia padre Jean-Robert Armogathe, direttore di “Communio”: «Dopo la Gmg di Parigi del 1997 una grande presa di coscienza dei credenti del proprio ruolo nella società»
«Una nuova primavera per i cattolici francesi»
Una fiducia incrollabile, spirituale e intellettuale, nella “giovinezza della Chiesa”. Padre Jean-Robert Armogathe, fra i maggiori storici del cristianesimo e seicentisti francesi, intende trasmettere innanzitutto questo messaggio presso l’Accademia di Francia, l’augusta istituzione laica transalpina che gli consegnerà giovedì prossimo il premio Grente per l’insieme della sua opera. Un momento simbolico per l’attuale direttore della rivista teologica internazionale “Communio” in versione francese, vicina al cinquantennale. Lo incontriamo accanto alla celebre École normale supérieure, che lo vide allievo e dove ancor oggi, a settant’anni, Armogathe si reca regolarmente per proseguire le sue ricerche a cavallo fra storia del cristianesimo, evoluzione del pensiero scientifico, teologia. Fra i fondatori dell’Accademia cattolica di Francia, Armogathe è pure una figura cardine, non solo in Francia, nelle relazioni fra mondo cattolico e cultura laica, avendo fra l’altro condotto la propria carriera accademica presso un’istituzione pubblica, la prestigiosa École pratique des hautes étude. Nella Francia che ha eletto quest’anno all’Eliseo il giovanissimo Emmanuel Macron, i cattolici vivono una sorta d’inedito paradosso, sottolinea lo storico: «C’è una nuova presa di coscienza nei cattolici del loro ruolo nella società, certamente dovuta a Benedetto XVI e a Francesco. Ma la difficoltà proviene dal fatto che la società non sembra ancora pronta ad accogliere questa sollecitazione, questo ritorno dei cattolici sulla scena sociale e politica. C’è una disparità fra il ritorno di una coscienza cattolica e l’indifferenza della società verso i cattolici».