lunedì 27 febbraio 2017

Rimini e gli amici terremotati

RIMINI

La scossa e la pesca miracolosa (www.tracce.it)

di Alessandro Caprio
27/02/2017 - Il terremoto di fine ottobre. Poi, tre giorni tra gli sfollati per i giessini romagnoli. E l'incontro con Sara, Giuseppe, Paola... Ecco perché alla cena di sabato scorso c'erano più di quattrocento persone
Quella sera all’improvviso la terra ha cominciato a tremare, anzi, letteralmente a saltare. Erano le 19.30 del 26 ottobre scorso. Sara stava facendo il trasloco nella nuova casa nel centro a Visso, un bellissimo paese nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, sul versante maceratese. «Sembrava che i palazzi si staccassero dal terreno. La macchina saltava, tutto saltava», racconta oggi: «Ho visto i miei compaesani correre fuori dal bar. Mi si è fermato il cuore. Il Signore ha voluto che nessuno si sia fatto male». Il paese, però, è distrutto. Gli abitanti se ne vanno quasi tutti. Ne restano una trentina su un migliaio, dormono nelle roulotte che hanno ricevuto in tanti casi da sconosciuti, attorno a un campo di pallone con bagni e spogliatoi.

sabato 25 febbraio 2017

Cinema italiano

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Quando il cinema italiano guarda il lavoro

di Luca Marcora
23/02/2017 - Germi, Brusati e Soldini descrivono, in momenti e condizioni diverse nel nostro Paese, il rapporto fra l'uomo e una dimensione fondamentale della vita. Tra migranti, delusioni e speranza
«Il lavoro è l’espressione del nostro essere. Ma il nostro essere è sete di verità e felicità». Quando il cinema italiano ha osservato seriamente la situazione così precaria del lavoro nel nostro Paese, ha sempre finito col mettere al centro del suo racconto proprio questo bisogno di verità e felicità, “la” vera domanda che urge dietro l’irrinunciabile desiderio di poter lavorare e avere un posto nella società.

Nel primo dopoguerra uno dei principali osservatori del mondo in veloce mutamento è Pietro Germi, autore di un cinema di «larga udienza popolare, che tuttavia non rinuncia ad affrontare seriamente certi problemi particolarmente scottanti, anzi proprio su di essi è costruito, un cinema che si potrebbe definire “civile”» (Rondolino). Il cammino della speranza (1950) racconta di un gruppo di siciliani che, dopo la chiusura della miniera di zolfo, tentano di emigrare clandestinamente in Francia. Tradito dalla loro guida (Urzì), il gruppo si scioglie: i più disillusi scelgono di tornare al paese, mentre i rimanenti, guidati da Saro (Vallone), proseguono il loro cammino verso una vita più dignitosa. Incontrando la solidarietà di migranti, ma anche molta ostilità da parte di una società che non li accetta, sono costretti a subire la tortura più grande: quella della speranza tradita, una speranza che comunque non sembra venire mai meno perché, come recita la voce fuori campo nel finale, è ancora viva in loro la certezza che «i confini sono tracciati sulle carte; ma sulla terra come Dio la fece, per quanto si percorrano i mari, per quanto si cerchi e si frughi lungo il corso dei fiumi e sul crinale delle montagne, non ci sono confini». Cantano i personaggi di Germi, intonano ripetutamente il canto della loro terra, Vitti ’na crozza: per non dimenticare mai chi sono e da dove vengono.

Intervista a Franco Scaramuzzi

INTERVISTA

«Io, Giussani e l'attesa di Rachmaninov» (www.tracce.it)

di Paolo Nanni
22/02/2017 - Ha festeggiato novant'anni nell'Ateneo fiorentino in cui ha insegnato una vita. E che ha guidato per dodici anni. Dalle cene in Val Badia alle conferenze su "Il rischio educativo", i ricordi di Franco Scaramuzzi
Lunedì 16 gennaio l’Università di Firenze ha festeggiato i novant’anni di Franco Scaramuzzi nell’Aula Magna, tra colleghi e amici di ogni generazione. Accademico di fama internazionale, docente di Arboricoltura e rettore dell’Ateneo fiorentino tra il 1979 e il 1991, è ancora oggi presidente onorario di varie accademie tra cui quella dei Georgofili.
Dopo i saluti introduttivi e le relazioni di due giovani docenti, Scaramuzzi ha espresso la sua gratitudine, sorprendendo tutti i presenti non solo con le sue parole, ma soprattutto con l’invito ad ascoltare in silenzio il secondo movimento del Concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Rachmaninov. Dieci minuti in cui la platea si è trasformata di fronte a un inatteso metodo di comunicazione, rapita da quelle note di potente richiamo al destino.
Scaramuzzi ha conosciuto don Giussani nel 1985, quando lo invitò per una conferenza su La coscienza religiosa nell’uomo d'oggi, in un incontro che fu un segno di speranza proprio all’indomani dell’omicidio di Ezio Tarantelli (cfr. Alberto Savorana, Vita di don Giussani, Rizzoli, p. 666).
L’occasione fiorentina è stata lo spunto per rivolgergli qualche domanda.

mercoledì 22 febbraio 2017

Claudio Chieffo - Confine



"Confine" di Claudio Chieffo
La canzone fu scritta per don Giussani, del quale oggi ricorre il 12° anniversario della nascita al cielo



domenica 19 febbraio 2017

"Ospedali aperti" in Siria

L'INIZIATIVA

"Ospedali aperti" per curare la Siria(www.tracce.it)

di Marinella Bandini
17/02/2017 - Presentato al Gemelli di Roma un progetto che coinvolge la ong Avsi, la Fondazione del policlinico romano e la Santa Sede. «Un impegno senza se e senza ma», per rispondere al bisogno di un Paese in ginocchio
In Siria, più della guerra, è la povertà a uccidere. L’80% della popolazione non ha nemmeno la possibilità di pagarsi le cure primarie, per non parlare dell’accesso al cibo e all’acqua, e della mancanza di elettricità. La guerra siriana è pressoché sparita dalle cronache. A riaccendere i riflettori è il progetto umanitario “Ospedali aperti”, nato dall’intuizione e dalla «fantasia della carità» del Nunzio apostolico in Siria, il cardinale Mario Zenari, e sviluppato dalla ong Avsi - che aveva già avviato una iniziativa per sostenere questi ospedali nella sua Campagna Tende annuale -, con il coinvolgimento della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli come partner scientifico e sanitario, e il sostegno del Pontificio Consiglio Cor Unum (ora confluito nel Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale).

venerdì 17 febbraio 2017

Messico: la nostra responsabilità, oltre i muri

DA REVISTAHUELLAS.ORG

Messico: oltre la protesta, tornare all’Altro


17/02/2017 - Dopo le manifestazioni contro il presidente degli Stati Uniti, occorre riflettere sulle radici profonde della crisi umanitaria che stiamo vivendo. Il giudizio della comunità di CL del Paese sudamericano
L'emigrazione e le difficoltà che affrontano quelli che si vedono spinti a lasciare i loro luoghi di origine per motivi di sopravvivenza non sono un problema nuovo. Tuttavia, recentemente il tema è ritornato attuale di fronte alle minacce del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, di ampliare il muro alla frontiera col Messico e intensificare le deportazioni dei nostri connazionali, tra gli altri.

Davanti a questa prospettiva la società messicana ha avviato diverse iniziative, come quella di organizzare manifestazioni e proteste che sono sfociate in dibattiti accesi, che spesso hanno portato a scontri tra la gente.

mercoledì 15 febbraio 2017

A beleza desarmada

BRASILE

Chi è saldo vive per qualcosa (www.tracce.it)

di Alda Casagranda Merlo
14/02/2017 - "A beleza desarmada" a Florianópolis, nell'estremo Sud del Paese. Davanti a 47 persone, «un record per la nostra piccola comunità», sul palco c'erano Marco Montrasi, responsabile di CL, e Leila Pivatto, presidente delle Apac nella regione
A Florianópolis, nei mesi scorsi, abbiamo preparato l’incontro di presentazione de A beleza desarmada di Julián Carrón, che si è svolto venerdì 3 febbraio. È stata un’iniziativa di Pedro, un amico che è arrivato dal Portogallo tre anni fa, ma che a me sembrava di conoscere da sempre (anche se non è così!). Pedro ha cominciato a muoversi con discrezione. Ha scelto una delle sale più belle dell’università, che io neanche avrei immaginato; ha trovato un giorno libero nell’agenda di Marco Montrasi (detto Bracco), il responsabile di CL in Brasile, e ha individuato alcuni amici che potessero aiutarlo. Lo ha fatto con un criterio nuovo, che non era il mio. Ha saputo chiedere aiuto laddove gli occorreva, con intelligenza. Alla fine, tirando le somme del lavoro, è arrivato a dire: «Dobbiamo avere fiducia». Insieme a lui ci siamo occupati dei particolari dell’evento, desiderando che «la forma coincidesse con il contenuto». Volevamo fare qualcosa di bello, di ben curato, e nello stesso tempo un gesto semplice e facile da riconoscere, che fosse espressione del nostro volto, del volto di CL. All’entrata dell’auditorium abbiamo esposto la mostra “Dalla mia vita alla vostra”, sulla vita di don Giussani.

I quadri di Elena Cerkasova

IN MOSTRA

Elena Cerkasova e lo stupore di Dio (www.tracce.it)

di Giovanna Parravicini
14/02/2017 - A Seregno e Seriate arrivano i quadri della pittrice russa contemporanea. Dall'insofferenza per gli stereotipi sovietici all'approdo alla Chiesa come spazio per una nuova creatività: «Io dipingo per conoscere quello che amo»
A un anno dall’incontro fra papa Francesco e il patriarca Kirill, è nata la proposta di una mostra di quadri di una pittrice russa contemporanea, Elena Cerkasova, che è stata inaugurata il 4 febbraio a Verona e proseguirà a Seregno (Galleria Civica Ezio Mariani, 18-26 febbraio), e a Seriate, presso la sede della Fondazione Russia Cristiana a Villa Ambiveri (18-26 marzo).
Anche questo evento nasce da un incontro, il gemellaggio tra il centro culturale L’Umana Avventura di Seregno e la Biblioteca dello spirito di Mosca, e dal desiderio di condividere esperienze di bellezza e di verità: incontrandoci a Mosca l’estate scorso, ci eravamo interrogati su come parlare all’uomo di oggi, come aiutarlo a scoprire il volto autentico del reale e a ritrovare una speranza. Questa mostra è un primo tentativo di risposta: le metafore poetiche e visive di Elena Cerkasova non sono un’evasione dai drammatici problemi di oggi, ma un contributo per trovare risposte non scontate che ci provengono, ad esempio, dal tema del «buon pastore», dall’insistenza sull’alleanza tra Dio e l’uomo e sull’armonia fra le creature, dall’abbraccio della misericordia che si incarna nelle figure di Cristo e della Vergine.

lunedì 13 febbraio 2017

Un'umanità affascinante

LETTERA

Un sabato da brividi (www.tracce.it)


13/02/2017 - Due incontri in un giorno, per alcuni ragazzi di Abbiategrasso. Con Francesco Fadigati e Farhad Bitani, entrambi scrittori e «uomini eccezionali che hanno parlato al loro cuore». Tanto da fargli dimenticare la campanella dell'intervallo...
Sabato 11 febbraio è stata una giornata da brividi. Si parte sabato mattina, alle 9, nell'Auditorium dell'IIS Bachelet di Abbiategrasso: davanti a centocinquanta studenti e studentesse Francesco Fadigati presenta il suo romanzo Da questi luoghi bui. Sono due ore senza un attimo di respiro, segnate da un silenzio curioso e teso. Da una parte una passione incalzante e piena di fascino, dall'altra, una domanda vibrante che poi si esprime in tante altre inesauribili, tanto che nessuno si accorge che è suonata la campanella dell'intervallo, cosa sacra in una mattinata di scuola. Sabato, invece, no: più importante dell'intervallo era quello che stava accadendo, un fiotto incontenibile d'umanità, la percezione di stare in rapporto con qualcosa che finalmente riguardava la vita, la sensazione di essere presi sul serio, per il desiderio di felicità che vibra nel cuore.

sabato 11 febbraio 2017

Giornata del Banco farmaceutico 2017

Manfredonia.

Sabato 11 febbraio 2017 si svolgerà in tutta Italia la XVII edizione della GRF – Giornata di Raccolta del Farmaco. All’iniziativa, organizzata dal BANCO FARMACEUTICO ONLUS sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica in collaborazione con vari ENTI, aderiscono, su tutto il territorio nazionale, oltre 3600 farmacie, tra le quali figurano alcune della nostra amata città di Manfredonia.
L’attività di carità è un gesto educativo per chi lo fa ed un modo per fare del mondo una famiglia, perché di fatto, abbiamo lo stesso Padre…, allora chiediti cosa puoi fare CONTRO LA POVERTA’ SANITARIA che affligge moltissime famiglie? I volontari inviteranno tutti coloro che possono permettersi una spesa di pochi euro ad andare in farmacia e donare un farmaco per i meno abbienti, per poter REGALARE SPERANZA a chi ne ha maggiore necessità.
Manfredonia, come sempre, risponderà SI a questa richiesta di aiuto e, volendo citare una frase simbolo che in poche parole dà il senso di tutto : “CHI DONA RICEVE”.

(Tutta la raccolta sarà messa a disposizione della CARITAS e della CASA della CARITA’ di Manfredonia )

I volontari di Manfredonia (A cura di Lucia Polito)



mercoledì 8 febbraio 2017

Maturità: dialogo tra gli studenti e Davide Prosperi

MATURITÀ

Sfidare l'istante (www.tracce.it)


07/02/2017 - A Milano, un dialogo serrato tra gli studenti dell’ultimo anno delle superiori e Davide Prosperi, responsabile di CL. Perché «voglio essere felice, ma non so cosa scegliere. Tutto mi sembra troppo poco...»
Giovedì 2 febbraio, Davide Prosperi, vicepresidente della Fraternità di CL, ha incontrato all’Istituto Sacro Cuore di Milano i ragazzi dell’ultimo anno delle superiori.
Siamo arrivati da tutto il Nord Italia e molti altri hanno seguito l'assemblea attraverso un collegamento video.
L’incontro è stato un dialogo nato dalle nostre domande. Luca ha raccontato di come la passione che da sempre aveva per lo studio si fosse offuscata negli ultimi tempi a causa delle richieste esagerate dei professori e dall’ansia per l’esame di maturità. «C’è chi si accontenta di imparare meccanicamente un mare di nozioni, ma a me non basta: desidero che non si spenga mai in me la fiamma appassionante della conoscenza».

martedì 7 febbraio 2017

Giornata del Banco Farmacetico


SABATO  11  FEBBRAIO  2017

GIORNATA  DEL  BANCO  FARMACEUTICO



LA RACCOLTA DEI FARMACI AVVERRA' NELLE SEGUENTI FARMACIE:

S.RITA
FARMACIA DEL DUOMO
FARMACIA MODERNA
FARMACIA SERRATI

si possono donare farmaci da banco, che saranno devoluti alle associazioni che si occupano dei più poveri sul nostro territorio: la Caritas e la Casa della Carità

Padre Lepori: chi interroga il cuore oggi?

CENTRO CULTURALE DI MILANO (www.tracce.it)


Domandare la vita è domandare l'infinito

di Fabrizio Sinisi
07/02/2017 - Una serata con Ferruccio De Bortoli e padre Mauro-Giuseppe Lepori, per presentare "Si vive solo per morire?", il libro dell'Abate generale dei Cistercensi. Davanti a una «svolta epocale» del nostro tempo, una riflessione che riguarda tutti. Credenti e non
"La vita che domanda" è il titolo della serata organizzata dal Centro Culturale di Milano per presentare una nuova collana, A caccia di Dio (Cantagalli) e un nuovo libro, Si vive solo per morire?, di padre Mauro-Giuseppe Lepori, Abate generale dell’ordine dei Cistercensi. Che la domanda in questione non sia un ozioso arrovellamento culturale ma qualcosa che sta al centro del vivere è evidente già nell’introduzione di Pigi Colognesi, membro anche del direttivo della collana, che racconta come questa è nata: «Non rispondendo a dei problemi specifici del nostro tempo, ma da una cena con padre Lepori, al Meeting di Rimini del 2015. Discutendo è stato evidente a tutti che si poteva fare qualcosa perché quella domanda – “di che è mancanza questa mancanza» – posta al centro di quel Meeting venisse proposta nel mondo di oggi. La domanda di padre Lepori, che ci mosse, fu questa: “Chi interroga ancora il cuore, oggi?”. E noi abbiamo risposto: “Noi. Noi vogliamo essere di quelli che ripropongono un interrogativo al cuore umano”. I testi di questa collana intendono interrogare il lettore in modo coraggioso e totalizzante».

GS: domande ed esperienza del vivere

GIOVENTÙ STUDENTESCA (www.Tracce.it)

«Cosa racchiude questa compagnia?»

di Tommaso Asquini
03/02/2017 - La morosa, la vacanza, una cena tra amici... Uno dei ragazzi racconta l’Assemblea responsabili di GS di Milano e dintorni. Di un'amicizia che «all’apparenza non sembra avere niente di speciale», ma che ha un accento che cambia la vita
Lunedì 23 gennaio, ci siamo trovati a Portofranco a Milano per l’Assemblea responsabili di GS. Dopo aver cantato Hombres nuevos, Alberto Bonfanti, responsabile di GS, ci sfida ad intervenire mettendo a tema la nostra esperienza e le nostre domande.

Attacca Michele raccontando come, davanti ad una grandissima difficoltà scolastica, sia stata essenziale un’amica a cui potersi affidare per affrontare quella circostanza con letizia.
Filippo chiede come si faccia a non arrendersi all’ozio, e in che modo l’incontro con questa compagnia possa diventare totalizzante.
Poi è la volta di Giuseppe: «L’anno scorso ho incontrato una ragazza con la quale mi sono "morosato". Con lei è stato sempre bellissimo, ma il nostro rapporto ha preso una svolta dopo un episodio accaduto in vacanza di GS. In assemblea avevo raccontato di lei, e alla fine un’amica mi ha scritto un messaggio in cui mi sfidava a vivere il rapporto più liberamente, non in modo chiuso, centrandoci totalmente sul rapporto tra noi due. Al momento non ho badato molto a ciò che mi aveva scritto. Tempo dopo, sono andato all’open day della scuola della mia ragazza e mi sono accorto che semplicemente guardandola spiegare la mostra o parlare con professori ed amici la comprendevo in un modo inaspettatamente diverso. Mi è tornato in mente il messaggio della mia amica e ho capito che stavo vivendo quella libertà di cui lei mi aveva parlato».
Alberto interviene: «Hai trovato qualcosa di vero, tu sai che guardare in questo modo la tua ragazza ti corrisponde, ciò rimane vero sempre. Una cosa va presa per vera solo se vissuta, non per sentito dire».

giovedì 2 febbraio 2017

Hotel Rigopiano: il nostro amico Alessandro

RIGOPIANO

«Ecco chi era il nostro amico Alessandro» (www.tracce.it)


01/02/2017 - È morto nella tragedia dell'hotel abruzzese. Un mese prima, alla Scuola di comunità, aveva detto: «Come faccio ad essere pronto se il Signore mi dovesse chiamare all’improvviso?». Quella domanda è rimasta nel cuore degli amici di Terni
Tra le vittime del Rigopiano c’è anche il nostro amico Alessandro. Da poco più di un anno era stato assunto come receptionist nell’hotel, dopo esperienze lavorative anche all’estero. Quando non era fuori Terni per lavoro, andava alla Scuola di comunità in uno dei vari gruppi della città, a seconda del giorno. Una sera di dicembre, inaspettatamente, è venuto in uno di questi gruppi, senza che nessuno sapesse prima della sua presenza. Dopo alcuni interventi, ha raccontato di come al lavoro non avesse stretto particolari amicizie e di come sentisse molto la nostra mancanza. La sua preoccupazione era di poter vivere con pienezza l’esperienza cui la Scuola ci richiama costantemente. «Come faccio ad essere pronto se il Signore mi dovesse chiamare all’improvviso? Ma come faccio senza di voi, come faccio a non dimenticare, a non vivere distratto?». Di fronte a queste domande così profonde, siamo rimasti tutti un po’ perplessi, ma sfidati dalla sua posizione. La serata è andata per le lunghe, si è aperto un dialogo dettato dalla sua provocazione ed ognuno ha raccontato di come si fosse sorpreso ad “incontrare Cristo” nel quotidiano: nello sguardo del figlio, piuttosto che al lavoro, nel dialogo con un cliente. Alla fine è stato tangibile un fatto: è tornato a casa diverso da come era arrivato. Appariva più sereno, confortato, anche perché aveva riletto alcune circostanze degli ultimi giorni sotto una nuova luce, cogliendo dei particolari che gli erano sfuggiti.

mercoledì 1 febbraio 2017

Carron: gli altri ci rendono coscienti dei problemi che abbiamo

DOCUMENTI

Julián Carrón: «I problemi non li creano gli altri, gli altri ci rendono coscienti dei problemi che abbiamo»

di Ángel L. Fernández Recuero
31/01/2017 - Un'intervista al presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione dal magazine spagnolo "Jotdown"
Julián Carrón (Navaconcejo, 1950) ha compiuto gli studi di teologia nel seminario di Madrid ed è stato allievo titolare della École Biblique et Archéologique Française di Gerusalemme. Ordinato sacerdote nel 1975, l’anno seguente si laurea in Teologia presso la Università Pontificia Comillas, con specializzazione in Sacra Scrittura. Nel 1984 ottiene il dottorato in teologia alla Facoltà Teologica della Spagna settentrionale, a Burgos. È docente presso l’Istituto di Teologia, Scienze religiose e catechetiche San Dámaso e professore ordinario di Nuovo Testamento alla Facoltà di Teologia San Dámaso di Madrid.
Dal 2005 è presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione, il più importante movimento cattolico italiano.

Ci troviamo con Julián nel bar dell’Hotel de las Letras di Madrid, approfittando di una delle sue veloci puntate in Spagna. Parliamo di politica, ragione e scienza, e ci spiega le radici del cambiamento che si sta verificando nella società occidentale, che ha l’Illuminismo come elemento chiave. Ci racconta anche come è vissuto il cristianesimo in Comunione e Liberazione, e in che modo esso può essere un fattore chiave del nostro futuro. Julián è alla mano, gentile e chiaro, e ha una grande capacità di convinzione, anche nei confronti di un ateo recalcitrante come chi lo intervista.



In che senso la società occidentale è di fronte a una crisi antropologica?
Lo stiamo vedendo accadere davanti ai nostri occhi, come stanno crollando certi pilastri che credevamo inamovibili. Pensiamo agli immigranti, alla reazione di molte persone rispetto al fenomeno dei rifugiati. Chi avrebbe immaginato, solo qualche decennio fa, che avremmo potuto innalzare muri in Europa dopo aver desiderato per tanti anni di abbattere il muro di Berlino. Pensiamo al vuoto che domina nella società, che alla fine si può trasformare, come vediamo, in terrorismo e violenza. O vediamo come reagiscono gli Stati Uniti o l’Europa davanti alle grandi sfide del nostro tempo. Questa situazione, come diceva Bauman, genera insicurezza e paura.

Sono crollati dei valori? È negativo il fatto che crollino quei valori?Cosa sono i valori? Sono le qualità che ci rendono persone migliori. La libertà, la generosità o la solidarietà sono cose assai ambite e fondamentali nella nostra civiltà. I valori ci permettono di abbracciare la diversità dell’altro, ci rendono più facili le relazioni con quanti sono diversi da noi, ci consentono di uscire dai nostri schemi predefiniti, insomma, rendono la vita più umana, meno dura.