sabato 5 aprile 2008

La vita tra le mani, poetica di un’arte inconsapevole

Incontro di presentazione del libro e inaugurazione della mostra


Ritrovare nelle parole di Teresa La Scala i pensieri che mi frullavano in testa da bambina è stato sorprendentemente inaspettato. “Ma non finiscono mai di costruirlo?”. Era questa la domanda che mi ponevo anch’io da piccola quando passando davanti al porto, osservavo lo scheletro di legno geometricamente perfetto di un peschereccio in costruzione.
Nella penna di Teresa La Scala si sono concretizzate le riflessioni di molti adulti di oggi; ancora continua la scrittrice: “Non ero mai stata in un cantiere navale. Sono nata a Manfredonia, ci vivo da trent’anni, e non avevo mai visitato un cantiere navale. Però l’immagine di quell’immenso scheletro arancione che svetta al di sopra delle cancellate del porto mi segue intatta, sempre uguale nel corso del tempo. E’ un’immagine legata alla mia infanzia, al ricordo di lunghe passeggiate con mia madre mano nella mano e, di fronte a quello scheletro di peschereccio, sempre la stessa domanda: - Ma non finiscono mai di costruirlo?- Faccio ancora lunghe passeggiate, con mio figlio, mano nella mano, e di fronte a quell’enorme scheletro arancione adesso è lui a chiedermi: - Ma non lo finiscono mai, questo peschereccio?- Come se fosse sempre lo stesso, dopo trent’anni, giorno dopo giorno:sempre lo stesso scheletro di una nave che non verrà mai terminata, che si monta di giorno e si smonta durante la notte…”. Queste parole sono tratte dal libro 'La vita tra le mani, poetica di un’arte inconsapevole', che sarà presentato questa sera, sabato 5 aprile alle ore 19.00, presso Palazzo Celestini. Nel testo gli scatti di Angelo Torre, che ritraggono maestri d’ascia, falegnami, sarti e agricoltori della nostra terra, si susseguono creando un connubio perfetto con i testi di Teresa La Scala. Ciò che colpisce di primo acchitto sono i colori intensi del legno, del fuoco e del mare, che l’occhio di questo fotografo innamorato della nostra terra, è riuscito a carpire per farcene dono. I due autori sono entrati in punta di piedi nelle botteghe e nei laboratori dei nostri artigiani, cogliendo l’essenza della loro “arte” che null’altro rappresenta se non l’essenza della loro vita.
'La vita tra le mani' ha proprio lo scopo di riscoprire e porre all’attenzione del pubblico quelle storie marginali di persone 'che hanno fatto della loro vita lo spartito nel quale orchestrare una passione, il proprio lavoro”. In questa pubblicazione, che ogni manfredoniano dovrebbe gelosamente custodire, le fotografie raccontano storie passate e presenti; e le parole riportano alla mente le immagini di quelle “Botteghe del tempo” in cui i ricordi e le passioni si mescolano a trucioli, stoffe e arnesi, che appaiono quali naturali propaggini della mano dell’uomo.
Alla presentazione di questa sera interverranno: il presidente della CDO della Puglia Luigi Angelillis, il presidente del GAL Daunofantino Luca D’Errico, Matteo Di Mauro della Segreteria generale CCIAA di Foggia, e Angelo Torre, fotografo e autore del libro. In occasione dell’incontro, il libro 'La vita tra le mani, poetica di un’arte inconsapevole' verrà distribuito gratuitamente a tutti i presenti.
Seguirà la Mostra fotografica di Angelo Torre, un “percorso espositivo che si snoda tra le tante realtà produttive di una terra, la nostra, che ha la 'vita tra le mani. Un vero e proprio viaggio nella tradizione custodita da pescatori, maestri d’ascia, agricoltori e allevatori… Un viaggio che racconta della nobiltà di gesti quotidiani, di una manualità multiforme, fatta di luce e materia, di padri e di figli legati dalla stessa gestualità produttrice, lì dove le mani non hanno paura di essere sostituite dalle macchine. Ed è come sfogliare luminose pagine di vita: l’uomo ascolta la voce della natura, vi adatta le proprie mani, e la traduce in lavoro. Terra e mare, solidità e fluidità, tradizione e innovazione, identità e trasformazione: un inesorabile divenire che, attraverso la fotografia, viene raccontato in questa mostra. Davanti a una rete da tessere, i giorni non hanno bisogno di ieri o di domani, si susseguono senza inizio né fine… E senza fretta, perché non si conta il tempo in minuti, in ore, in stagioni quando la vita ti accade tra le mani” (Teresa La Scala).
Le ragioni del libro: “Di solito si è portati a relegare il bello nelle polverose categorie del passato, a cercarlo nelle vecchie fotografie in bianco e nero, a rimpiangerlo nelle cose che non ci sono più… Ma il passato non si conclude, va avanti, fino a specchiarsi nella nostra realtà quotidiana, fino a mescolarsi con il presente. Ed ecco che i colori si confondono, i volti si sovrappongono, le storie si ripetono, i gesti si susseguono, sempre uguali da generazioni…Tutto il fascino del tempo passato sta qui, nella normalità dell’ora presente. È più difficile scorgerlo, questo è vero: strumenti di ogni giorno, arnesi che abbiamo sottomano ogni momento, movimenti che scandiscono ogni mattinata, percorsi che concludono ogni giornata… Cosa c’è di bello in tutto ciò? C’è la magia del fare, del creare il presente, lasciandolo uscire dalle proprie mani lavorato e forgiato, bello dell’opera dell’uomo, e bello dei germi del passato che reca in sé. Le fotografie fermano il momento in cui il passato della nostra terra diventa presente tra le mani operose di sarti, agricoltori, falegnami, calafatari. Un presente fatto di oggetti concreti, aghi, trattori, barche, pialle, testimoni che passano di mano in mano giorno dopo giorno, anno dopo anno, secolo dopo secolo. Per cogliere tutta la bellezza del nostro territorio, di questo Gargano variegato e multiforme, non basta fotografarne i colori, il grafismo della terra, le sfumature del mare. Indagare il Gargano vuol dire anche indagare l’uomo che lo abita, che lo lavora, che lo rende vivo nel quotidiano. Negli ambienti di lavoro, su un campo coltivato, nel cantiere di un maestro d’ascia, ogni oggetto, che può apparire banale o scontato nel suo utilizzo, guardato con attenzione diventa non solo bello, ma anche interessante da raccontare, perché rimanda all’essenza umana di chi lo ha prodotto.Lo scopo di questo lavoro è guardare la realtà che ci circonda, per scoprirla legata alla nostra storia, alle tradizioni culturali del nostro territorio, con il passo ben fermo nel presente ma con lo sguardo carico di speranze per il futuro. Partire dai limiti del reale per continuare a progettare. Il lavoro è stato condotto mediante indagini e interviste sul campo: attraverso parole e immagini, quella che vogliamo far emergere è la voce di coloro che, di giorno in giorno, plasmano la nostra terra, i suoi prodotti, rendendola più ricca, rendendoci più consapevoli di tale ricchezza”.

Mariella La Forgia, Manfredonia.net magazine