lunedì 31 agosto 2015

Vacanze in Kazakistan

KAZAKISTAN

Quattro giorni con la felicità nel cuore


31/08/2015 - Le vacanze della comunità sulle montagne vicino ad Almaty. Una settantina di persone, tra vecchi amici e facce nuove. Davanti a una novità che chiedeva solo di essere guardata
A luglio un po' più di settanta persone si sono ritrovate sulle montagne kazake vicino ad Almaty, per vivere 4 giorni insieme. Come sempre, la nostra era una compagnia molto variegata: per nazionalità, per età (da qualche mese a settant'anni), per tradizione e fede, studenti, universitari, lavoratori e pensionati... Il tema delle vacanze: "Dove è il tuo tesoro, li è il tuo cuore".

Per chi ha conosciuto il Suo nome, felicità del cuore perché questo tesoro ti è dato gratuitamente, e sorpresa infinita e domanda per chi si è scoperto così come ha voluto essere da sempre: libero, abbracciato e lieto.

Quattro giorni di momenti semplici, belli, preparati insieme, ma anche aperti a ciò che accadeva e alla novità che ci superava e chiedeva di essere guardata.

«Dove due o tre si radunano nel tuo nome, lì sono io». "Ci sono", per me vuol dire: "Io cambio il tuo cuore, io vi regalo il mio sorriso, io abbraccio ognuno di voi, con tutte le vostre domande e dubbi, io vi svelo il senso di tutto...". Chiunque fosse pronto a vivere con libertà questa esperienza, è andato via dalle vacanze diverso, con uno sguardo nuovo, dove era stampata la Sua presenza.

«In queste vacanze, prima di tutto avrei voluto che mia mamma potesse vedere ciò che ho visto io venendo con noi, potesse capire un po' di più ciò che io le racconto. Prima ho cercato di raccontarle del movimento, almeno quello che io so. Poi le ho raccontato del Meeting, come ho potuto... E lei ha iniziato a mettere via i soldi». Così ha scritto Dascia dopo le vacanze. La prima sera Dascia (ha fatto la maturità da poco) ci ha raccontato di ciò che sta vivendo: «Si può “finire la scuola”, ma questa amicizia non finisce, resta per sempre con te».

mercoledì 26 agosto 2015

meeting 2016, titolo: tu sei un bene per me

MEETING 2015

Tu sei un bene per me


26/08/2015 - Il comunicato finale che ripercorre la settimana riminese e il titolo della prossima edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli, che si terrà dal 22 al 28 agosto 2016

«Solo l’iniziativa di Dio Creatore poteva colmare la misura del cuore; ed Egli ci è venuto incontro per lasciarsi trovare da noi come si trova un amico». Con queste parole papa Francesco ci ha invitato ad andare fino in fondo al tema di quest’anno, quella mancanza del cuore che inevitabilmente rimanda al desiderio di qualcosa di più grande. Lo ha detto bene anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio che ci ha inviato per l’inizio del Meeting: «Il rischio di chiusure settarie o di tentazioni fondamentaliste, è sempre in agguato». Ecco perché non dobbiamo perdere di vista «la nostra umanità, la fraternità, il desiderio di bene e di ciò che è bello».

Quest’anno ce lo hanno testimoniato in molti, a partire da padre Ibrahim Alsabagh, parroco siriano di Aleppo. In una città devastata da quattro anni di guerra, dove mancano acqua e cibo, i francescani aprono la porta del loro convento a tutti: musulmani, cristiani o curdi, non c’è differenza, padre Charly di Buenos Aires insieme ai suoi giovani amici venuti a Rimini per condividere la loro esperienza. E poi la first lady afghana Rula Ghani e il Ministro degli Esteri della Tunisia Taieb Baccouche, oppure personalità italiane come Pietro Modiano o Fausto Bertinotti, ma anche il cardinale Jean Louis Tauran, il cardinale George Pell, il cardinale Giuseppe Betori, monsignor Nunzio Galantino, monsignor Silvano Maria Tomasi, padre Mario-Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine dei Cistercensi, l’archeologo Giorgio Buccellati, il presidente di Special Olympics Timothy Shriver, il linguista Noam Chosky, lo scienziato Duccio Macchetto e l’astronauta Roberto Vittori. Il premier Matteo Renzi e i ministri Martina, Poletti, Gentiloni, Galletti, Delrio e Padoan.

Questa ricerca, questo desiderio di ciò che è bene e bello, ha mosso i grandi artisti protagonisti del palinsesto degli spettacoli del Meeting. Un programma che ha permesso la rilettura di un testo come L’annuncio a Maria, in una nuova traduzione, oppure la riscoperta di un genere come il “canto popolare di montagna” con il Coro della CET e la bellezza della poesia con grandissimi interpreti del teatro italiano protagonisti dello spettacolo inaugurale L’impronta - Cuori moderni.

E insieme a loro i quasi 3mila volontari, autentici protagonisti del Meeting che arrivano da oltre 40 Paesi del mondo, segno che al Meeting l’amicizia fra i popoli è un’esperienza reale, i 218 relatori, i curatori delle mostre, (artisti, scienziati, scrittori, docenti), ma anche interpreti del mondo dell’economia e dell’imprenditoria, che a partire da un desiderio di costruzione, sono già ripartiti, come Nerio Alessandri, Brunello Cucinelli, Roberto Snaidero.

È con tutti loro che si è realizzato questo Meeting. Si costruisce insieme perché è solo un incontro che genera soggetti nuovi, vivi, in grado di incidere nel mondo. Nello straordinario dialogo tra don Julián Carrón e il professor Joseph Weiler, sulla figura di Abramo, dell’alleanza tra l’uomo e Dio in rapporto alle sfide del presente, prima fra tutte quella di ridestare l’io dal suo torpore e dalla noia, abbiamo sentito: «Lì è l’inizio di una storia. Dio ha cominciato con quello che c’era, dall’io così com’era all’inizio con tutte le sue difficoltà e i suoi limiti. La storia della Bibbia è una storia piena di limiti dell’uomo (…), è l’uomo reale così come è che è stato risvegliato» (don Julián Carrón). «Per essere guardato, come Zaccheo sul sicomoro - ha detto Fausto Bertinotti - l’io ha bisogno di uno sguardo, di qualcuno con cui dialogare e confrontarsi».

«E noi abbiamo imparato lunga la nostra storia che non c’è un altro rapporto con la verità che non sia la libertà». Come diceva don Luigi Giussani: «L’uomo di oggi attende forse inconsapevolmente l’esperienza dell’incontro con persone per le quali il fatto di Cristo è realtà così presente che la vita loro è cambiata. È un impatto umano che può scuotere l’uomo di oggi».

Per questo il titolo della XXXVII edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli che si terrà a Rimini dal 22 al 28 agosto 2016 è: Tu sei un bene per me.

Stupirsi di fatti semplici: il linguaggio dell'uomo e i limiti della com...

mercoledì 19 agosto 2015

IL dottor Zivago

Il ciclone Zivago: nuovi documenti sul libro di Pasternak


«Meglio di qualsiasi altro scrittore sovietico, Pasternak è riuscito a creare l’immagine della Russia del XX secolo, con la sua coscienza, la sua anima e la sua spiritualità…Non pubblicare un romanzo come questo costituisce un crimine contro la cultura»: con questa definizione netta e incisiva il grande traduttore, slavista e studioso di letteratura e cultura russa Pietro Antonio Zveteremich (1922-92), nella scheda editoriale inviata all’editore Giangiacomo Feltrinelli nel maggio 1956, si fece entusiasta promotore della traduzione e pubblicazione di uno dei più celebri romanzi del Novecento, Il dottor Živago pubblicato in prima mondiale dall’editore milanese nel novembre 1957, che diede il successo mondiale a Boris Pasternak, Premio Nobel della letteratura nel 1958. Fu così che i lettori italiani, e poi di tutto il mondo, ebbero la possibilità di leggere le commoventi pagine di una delle più intense storie romantiche ed epiche della storia della letteratura mondiale, divenuta mitica grazie al film di David Lean del 1965 con Omar
Sharif e Julie Christie.

Messaggio di Mattarella e papa Francesco al Meeting di Rimini

Il Meeting di Cl “può cooperare ad un compito essenziale della Chiesa, cioè non consentire che qualcuno si accontenti di poco”. Lo dice Papa Francesco nel suo messaggio per la 36esima edizione del Meeting per l’Amicizia tra i Popoli che si apre domani a Rimini inviato tramite il Segretario di Stato, il cardinal Pietro Parolin. “Il dramma di oggi – scrive il Santo Padre – consiste nel pericolo incombente della negazione dell’identità e della dignità della persona umana. Una preoccupante colonizzazione ideologica riduce la percezione dei bisogni autentici del cuore per offrire risposte limitate che non considerano l’ampiezza della ricerca di amore, verità, bellezza, giustizia che è in ciascuno”.
Il Messaggio di Papa Francesco prosegue citando Don Giussani: “Le esigenze umane costituiscono riferimento, affermazione implicita di una risposta ultima che sta al di là delle modalità esistenziali sperimentabili. Se venisse eliminata l’ipotesi di un “oltre”, quelle esigenze sarebbero innaturalmente soffocate».
«Con il tema di quest’anno il Meeting può cooperare a un compito essenziale della Chiesa, cioè «non consentire che qualcuno si accontenti di poco, ma che possa dire pienamente: “Non vivo più io, ma Cristo vive in me”».  «Qui sta il contributo che la fede cristiana offre a tutti e che il Meeting può testimoniare innanzitutto con la vita delle persone che lo realizzano». Concludendo con l’invito ad “andare incontro a tutti sostenuti dal desiderio di proporre con forza, bellezza e semplicità la buona notizia dell’amore di Dio”.

Alla manifestazione è arrivato anche il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che è tornato a parlare di corruzione: “La nostra società ha bisogno di testimoni credibili che conducano la loro azione con coerenza e moralità rompendo l’area grigia dell’opportunismo che purtroppo sfocia spesso nella corruzione, germe distruttivo della società civile”.
Mattarella ha aperto la riflessione allo Stato e alla dimensione internazionale: “La persona è il fondamento della comunità e dello Stato. La sua libertà, il valore incomprimibile del suo essere unica e irripetibile, l’integralità dei diritti umani preesistono, come indica l’articolo 2 della nostra Costituzione, agli stessi ordinamenti. Da questa radice è nato il Meeting, che nel tempo ha prodotto centinaia di incontri e discussioni, ha arricchito il dialogo, ha sviluppato maturazioni e amicizie.
In questa esperienza si sono formati tanti giovani, è cresciuta e si è fatta adulta la vostra associazione, ne ha tratto ricchezza il pluralismo della nostra società e della nostra cultura”.
“Dalla capacità di dialogo, di comprensione reciproca, di collaborazione tra le religioni monoteiste dipenderà la pace nel mondo. Di questo dobbiamo essere consapevoli. Il terrorismo, alimentato anche da fanatiche distorsioni della fede in Dio, sta cercando di introdurre nel Mediterraneo, in Medio Oriente, in Africa i germi di una terza guerra mondiale. Sta alla nostra responsabilità fermarla». «La democrazia si esporta con la cultura e con l’esempio”.
Redazione Newsrimini

Giudizio del Vescovo Galantino sulla politica italiana

Bufera sul vescovo Galantino: «La politica? Piccolo harem di cooptati e di furbi»


Foto AnsaFoto Ansa
La politica non e' forse quella che siamo stati abituati a vedere oggi, vale a dire un puzzle di ambizioni personali all'interno di un piccolo harem di cooptati e di furbi. La politica é ben altro, ma per comprenderlo é inutile prodursi in interminabili analisi sociologiche o in lamentazioni, quando é possibile guardare a esempi come quello degasperiano». Lo scrive il segretario generale della Cei,. Monsignor Nunzio Galantino nella sua Lectio degasperiana. Galantino ha consegnato il testo non partecipando all'incontro previsto a Pieve Tesino (Trento).

«I veri politici - continua il segretario generale della Conferenza episcopale italiana, prendendo ad esempio la politica di De Gasperi - segnano la storia ed è con la storia che vanno giudicati, perché solo da quella prospettiva che non é mai comoda, si possono percepire grandezze e miserie dell'umanità».
«Un popolo non è soltanto un gregge, da guidare e da tosare: il popolo è il soggetto più nobile della democrazia e va servito con intelligenza e impegno, perché ha bisogno di riconoscersi in una guida. Da solo sbanda e i populismi sono un crimine di lesa maestà di pochi capi spregiudicati nei confronti di un popolo che freme e che chiede di essere portato a comprendere meglio la complessità dei passaggi della storia». Lo scrive il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nella Lectio degasperiana consegnata al convegno in corso a Pieve Tesino.

«Il significato della guida in politica non é tramontato dietro la cortina fumogena di leadership mediatiche o dietro le oligarchie segrete dei soliti poteri - aggiunge - . La politica ha bisogno di capi, così come la Chiesa ha bisogno di vescovi che, come ha detto Papa Giovanni siano «una fontana pubblica, a cui tutti possono dissetarsi». Tra le luci della ribalta e il buio delle mafie e delle camorre non c'é solo il deserto: la nostra terra di mezzo é un'alta vita civile, che è la nostra patria di uomini liberi e che, come tale, attende il nostro contributo appassionato e solidale».
Tognon (Fondazione De Gasperi): peccato non sia venuto
“Avrei preferito che monsignor Galantino venisse ma capisco il suo gesto, di grande sensibilità e umiltà, in un clima che era molto pesante”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi, Giuseppe Tognon, incaricato di leggere la lectio magistralis degasperiana scritta dal segretario generale della Cei. “Ammettere di fare un passo indietro è un grande gesto, però non si possono fare passi indietro sui contenuti, sarebbe come tradire il Vangelo”, ha aggiunto Tognon. Sulla stessa lunghezza d'onda il direttore della Fondazione, Giuseppe Zorzi, secondo il quale “questo episodio dimostra che è un momento delicatissimo sia in politica che nella Chiesa”.

venerdì 7 agosto 2015

Carron: Messaggio per il XXXV pellegrinaggio a Czestochowa

Messaggio per il XXXV pellegrinaggio a Czestochowa

Julián Carrón Messaggio

29/07/2015 - Il messaggio di Julián Carrón per i neomaturati, i laureandi e i neolaureati che partecipano al consueto gesto estivo del pellegrinaggio a piedi a Czestochowa (dal 6 all'11 agosto).

«La gioia più grande della vita dell’uomo è quella di sentire Gesù Cristo vivo e palpitante nelle carni del proprio pensiero e del proprio cuore» (don Giussani). Non c’è niente di più sconvolgente che vedere Cristo vibrare nelle nostre viscere; non come un devoto ricordo, ma come una Presenza che investe la vita.
Cari amici, andando a Czestochowa chiedete alla Madonna che il centro della vostra vita sia Cristo.
Papa Francesco ci ricorda che «il pellegrinaggio è un simbolo della vita, ci fa pensare che la vita è camminare, è un cammino». E con un gesto di carità sterminata ci avverte: «Se una persona non cammina e rimane ferma, non serve, non fa nulla. Pensate all’acqua, quando l’acqua non è nel fiume, non va avanti, ma è ferma, si corrompe. Un’anima che non cammina nella vita facendo il bene, facendo tante cose che si debbono fare per la società, per l’aiuto agli altri e anche che non cammina per la vita cercando Dio e che lo Spirito Santo ti muove da dentro, è un’anima che finisce nella mediocrità e nella miseria spirituale. Per favore: non fermatevi nella vita!». Che dono poter camminare sostenuti da un compagno così affidabile!