martedì 30 giugno 2015

Quando parlano i testimoni

MILANO

Guardando alla Siria, dove «ogni giorno è un dono»

di Alessandra Stoppa
30/06/2015 - Un gruppo di dipendenti di due aziende dell'interland milanese è colpito dalla fede dei cristiani perseguitati. Ogni giorno si trovano a pregare per loro. Poi, quella mail di don Alejandro, con cui inizia un'amicizia. Fino all'incontro con lui
«Quanti abitanti ci sono qui?», chiede don Alejandro nella sala dell’oratorio del paesotto in provincia di Milano. «Quindicimila? In Siria sono morte duecentottantamila persone negli ultimi quattro anni». Così è solo un numero, scioccante, ma un numero. La domanda che don Alejandro Leon, parroco a Damasco, conficca nell’animo di chi ascolta è: «Perché vivere?». La domanda della sua gente. I giovani gli chiedono che senso ha studiare. Hanno visto i loro coetanei impegnarsi tanto, ogni giorno per anni e, poi, una bomba: in un secondo è finito tutto: «A che serve?». Chi di loro è ancora vivo sa che verrà chiamato per la leva obbligatoria: «Perché studiare se mi attende la morte?».

lunedì 29 giugno 2015

L'Europa e la Grecia

Habermas: Diamo una patria alla nostra moneta

 

Jürgen Habermas
La recente sentenza della Corte di Giustizia europea getta una luce impietosa su un errore di fondo della costruzione europea: quello di aver costituito un’unione monetaria senza un’unione politica. Tutti i cittadini dovrebbero essere grati a Mario Draghi, che nell’estate 2012 scongiurò con un’unica frase le conseguenze disastrose dell’incombente collasso della valuta europea. Aveva tolto la patata bollente dalle mani dell’Eurogruppo annunciando la disponibilità all’acquisto di titoli di stato senza limiti quantitativi in caso di necessità: un salto in avanti cui l’aveva costretto l’inerzia dei capi di governo, paralizzati dallo shock e incapaci di agire nell’interesse comune dell’Europa, aggrappati com’erano ai loro interessi nazionali. I mercati finanziari reagirono positivamente a quell’unica frase, benché il capo della Bce avesse simulato una sovranità fiscale che non possedeva, dato che oggi come ieri, sono le banche centrali degli Stati membri a dover garantire i crediti in ultima istanza.

sabato 27 giugno 2015

Più che 'manifestare', vivere

LETTERE

«Come si fa a vivere così?»


25/06/2015 - Un bambino in arrivo e l'ipotesi della sindrome di Down. Dal rifiuto di tutto a una compagnia che riapre la partita. «Solo perché carica della certezza della Resurrezione»
Caro Julián, ti scrivo per raccontarti come il giudizio del movimento sulla manifestazione del 20 giugno a Roma abbia interrogato me e mio marito. Per ragioni di lavoro viviamo in Spagna e non avevamo seguito molto la vicenda. Un giorno, però, interrogata da un’amica del gruppetto di Fraternità che chiedeva quale fosse la nostra posizione ho risposto con questa e-mail.

«Cari amici, vi scrivo per raccontarvi la mia esperienza sulla questione sollevata in merito alla manifestazione. Come molti di voi già sanno, aspetto un bambino. Dieci giorni dopo aver fatto il duo test (un esame che stima la possibilità che il bambino sia affetto da sindrome di Down), sono stata convocata in ospedale. Qualcosa non stava andando bene.

giovedì 25 giugno 2015

Cambogia: martiri dei Khmer rossi

Cambogia, i 35 martiri dei Khmer rossi "saranno beati grazie all'amore di papa Francesco"

P. Benitez, missionario Pime e direttore Pom in Cambogia, racconta l’apertura della fase diocesana del processo di beatificazione. Un “lungo” cammino, avviato grazie all’opera “provvidenziale” in prima persona del papa. Per la Chiesa locale è “fonte di incoraggiamento” e di missione. E un modo per ricordare il passato recente e i massacri del regime di Pol Pot.


Phnom Penh (AsiaNews) - Il “lungo” cammino che porterà al riconoscimento dei primi martiri della storia della Chiesa della Cambogia ha preso il via grazie al sostegno “provvidenziale” di papa Francesco. Un percorso che ha un “valore grandissimo” per il cattolicesimo locale “non solo a livello spirituale”, perché diventa “fonte di incoraggiamento” e “testimonianza forte per i nostri fedeli”. È quanto afferma ad AsiaNews p. Gustavo Adrian Benitez, sacerdote del Pontificio istituto missioni estere (Pime), originario dell’Argentina e direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie per la Conferenza episcopale di Laos e Cambogia. La scorsa settimana si è aperta la fase diocesana del processo di beatificazione di 35 martiri cambogiani, uccisi o lasciati morire di fame durante le persecuzioni vissute sotto il sanguinario regime di Pol Pot e dei suoi Khmer rossi.

mercoledì 24 giugno 2015

Filonenko a Grosseto: l'inizio di un'avventura

Il cuore oltre l'ostacolo

Resoconto della visita di Filonenko a Grosseto, 7-8 giugno 2015

È iniziato tutto così: buttando il cuore oltre l’ostacolo. Quando AIC ha ha mandato l’avviso che Sasha sarebbe venuto in Italia ho prenotato subito. Non sapevo bene dove avrei trovato i soldi, ma sentivo che andava fatto. Lo volevo invitare per i genitori della scuola, facendo un incontro a fine anno. La Preside era molto contenta. Fisso la data in base al tour ma mi accorgo che l’unica possibile è quella in cui è stata fissata la festa di fine anno del Liceo.

martedì 23 giugno 2015

Padre Pizzaballa: non muri, ma ponti

MILANO

«Senza ebrei e musulmani, non posso essere cristiano»

di Flora Crescini
22/06/2015 - Identità e religione. Cosa sarà del Medioriente? Dove guardare? Venerdì 19 giugno padre Pizzaballa, custode di Terra Santa, ha parlato alle 700 persone che occupavano l'Aula Magna dell'Università Bicocca. Tema dell'incontro: "I monoteismi alla prova"
Venerdì 19 giugno, Aula Magna dell’Università Bicocca; alle 13 dovrà parlare padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa sul tema “I monoteismi alla prova”. L’incontro è organizzato dal Centro Pastorale Carlo Maria Martini, di cui don Marco Cianci è il cappellano e Federico Gilardi il responsabile. Alle ore 12.30 l’enorme aula è ancora vuota; si vedono entrare figure nerovestite, che, con aria dubbiosa, guardano i posti vuoti e sembra che si domandino se di lì a poco verranno riempiti. Su qualche volto si legge qualcosa di più: il timore di aver scelto un’aula troppo grande, di aver fatto, come si suol dire, il passo più lungo della gamba. Ore 12.50, si vede un gruppo di studenti entrare e prendere posto. Poco dopo, ha inizio una fila di persone (giovani e non) che, cosa sorprendente, sembra non finire mai. Alle 13 l’aula è piena. Qualcuno si è preso la briga di contare le presenze: 713. In piena sessione di esami docenti, studenti, e tante altre persone estranee all’ateneo, si sono prese il tempo per ascoltare padre Pizzaballa.

lunedì 22 giugno 2015

MADRI - Lectio magistralis di Massimo Recalcati




Appassionante lectio magistralis diello psicanalista Massimo Recalcati sulla maternità

sabato 20 giugno 2015

Petrini (fondatore di Slow Food): commento all'Enciclica di Papa Francesco

L'ENCICLICA / 2

Petrini: «Un nuovo umanesimo di cui abbiamo bisogno»

di Davide Perillo
19/06/2015 - Un Papa che parla «a ciascuno di noi», con «una forza rivoluzionaria» e «una lucidità di pensiero che non trovavo da tempo». Il commento del fondatore di Slow Food. Che, leggendo la Laudato Si', si è ritrovato «spostato»
«È un momento di svolta, qualcosa di storico». Così, senza sfumature o mezzi termini. Per Carlin Petrini, 65 anni, agnostico con un passato da sinistra militante, fondatore di Slow Food e anima di Terra Madre, rete globale di contadini e produttori nata proprio per ridare dignità alla terra e a chi la lavora, la Laudato si’ è «un testo che cambierà la vita a tanta gente». Lo ha detto a Tv2000, la tv dei Vescovi italiani, il giorno stesso dell’uscita dell’enciclica, e lo ha scritto su Repubblica subito dopo.

Secondo lei quel testo è pieno di «gioia rivoluzionaria»: cosa vuol dire?È un documento di potenza straordinaria. Non parla solo ai credenti, ma a tutti. Ci richiama alle nostre responsabilità, collettive e individuali. E nello steso tempo non si limita a una predicazione morale e etica, ma entra nel vivo. Con analisi anche profonde delle cause e concause del disastro ambientale che abbiamo sotto gli occhi. In più, lo fa senza mai distogliere lo sguardo da quella parte di umanità che di questo disastro paga il dazio più di tutti: i poveri.

venerdì 19 giugno 2015

Myriam di Qaraqoush - Subtitles ITA






La testimonianza dei cristiani cacciati dalle proprie case e ammassati nei campi profughi: la serenità e la gioia dei bambini segnala la profondità e l'autenticità della loro fede

Europa 2014: è possibile un nuovo inizio? Un giudizio sull'oggi

DOCUMENTI

Europa 2014. È possibile un nuovo inizio?


02/05/2014 - La Pagina Uno di "Tracce" di maggio, gli appunti dall’intervento di Julián Carrón all’incontro di presentazione del documento di CL. Milano, 9 aprile 2014
Questo testo è di appena un anno fa. Lo riproponiamo ora perché ci pare un contributo da riprendere e approfondire per capire meglio tante questioni aperte in questi giorni. Compresa la manifestazione sulla famiglia prevista a Roma il 20 giugno.

1. CHE COSA È IN GIOCO?
L’Europa è nata intorno a poche grandi parole, come persona, lavoro, materia, progresso e libertà.
Queste parole hanno raggiunto la loro piena e autentica profondità attraverso il cristianesimo, acquistando un valore che non avevano prima, e questo ha determinato un profondo processo di “umanizzazione” dell’Europa e della sua cultura. Basta pensare, per fare un esempio, al concetto di persona. «Duemila anni fa l’unico uomo che aveva tutti i diritti umani era il civis romanus. Ma il civis romanus da chi era stabilito? Il potere determinava il civis romanus. Uno dei più grandi giuristi romani, Gaio, distingueva tre tipi di utensili che il civis [romanus], cioè l’uomo con tutti i diritti, poteva possedere: gli utensili che non si muovono e non parlano; gli utensili che si muovono e non parlano, cioè gli animali; e gli utensili che si muovono e parlano, gli schiavi» (cfr. Gaio, Institutionum Commentarii quattuor, II, 12-17; L. Giussani, Il senso religioso, Rizzoli, Milano 2010, p. 123).
Ma oggi tutte queste parole sono diventate vuote oppure stanno perdendo sempre di più il loro spessore originale. Come mai?

mercoledì 17 giugno 2015

Papa Francesco: il lutto in famiglia

La Famiglia - 19. Lutto
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Nel percorso di catechesi sulla famiglia, oggi prendiamo direttamente ispirazione dall’episodio narrato dall’evangelista Luca, che abbiamo appena ascoltato (cfr Lc 7,11-15). E’ una scena molto commovente, che ci mostra la compassione di Gesù per chi soffre – in questo caso una vedova che ha perso l’unico figlio – e ci mostra anche la potenza di Gesù sulla morte.
La morte è un’esperienza che riguarda tutte le famiglie, senza eccezione alcuna. Fa parte della vita; eppure, quando tocca gli affetti familiari, la morte non riesce mai ad apparirci naturale. Per i genitori, sopravvivere ai propri figli è qualcosa di particolarmente straziante, che contraddice la natura elementare dei rapporti che danno senso alla famiglia stessa. La perdita di un figlio o di una figlia è come se fermasse il tempo: si apre una voragine che inghiotte il passato e anche il futuro. La morte, che porta via il figlio piccolo o giovane, è uno schiaffo alle promesse, ai doni e sacrifici d’amore gioiosamente consegnati alla vita che abbiamo fatto nascere. Tante volte vengono a Messa a Santa Marta genitori con la foto di un figlio, di una figlia, bambino, ragazzo, ragazza, e mi dicono: “Se ne è andato, se ne è andata”. E lo sguardo è tanto addolorato. La morte tocca e quando è un figlio tocca profondamente. Tutta la famiglia rimane come paralizzata, ammutolita. E qualcosa di simile patisce anche il bambino che rimane solo, per la perdita di un genitore, o di entrambi. Quella domanda: “Ma dov’è il papà? Dov’è la mamma?” – Ma è in cielo” – “Ma perché non lo vedo?”. Questa domanda copre un’angoscia nel cuore del bambino che rimane solo. Il vuoto dell’abbandono che si apre dentro di lui è tanto più angosciante per il fatto che non ha neppure l’esperienza sufficiente per “dare un nome” a quello che è accaduto. “Quando torna il papà? Quando torna la mamma?”. Cosa rispondere quando il bambino soffre? Così è la morte in famiglia.

martedì 16 giugno 2015

Perchè la maggior parte dei profughi proviene dall'Eritrea

Perché tutti scappano dall’Eritrea


(reuters)
Secondo le statistiche Onu, gli eritrei, tra i migranti che arrivano sulle nostre coste, sono i più numerosi. Per capire perché la gente - a ritmo di 4mila al mese - scappa dall'Eritrea, attraversa i deserti con i trafficanti di uomini, e sale sui barconi, bisogna ripercorrere a ritroso e cercare di dipanare il lungo gomitolo della storia.
L'Eritrea è stata una colonia italiana dal 1890. Poi dal 1941 è stata occupata dalla Gran Bretagna. Nel 1952 le Nazioni Unite decidono che il piccolo paese del Corno d'Africa diventi uno stato federato all'impero di Etiopia. Nel 1962 l'imperatore etiope Haile Selassie decide di annetterla all'Etiopia. Da allora comincia una lunga guerra per ottenere l'indipendenza dall'impero del Negus (sostenuto economicamente dagli Usa) da parte del Fronte di liberazione eritreo (Fle). A cui si aggiunge a partire dagli anni Settanta un altro gruppo indipendentista il Fronte di liberazione del popolo eritreo (Fple), di ispirazione marxista, sostenuto dall'Urss, Cuba e blocco dei paesi non allineati.

Marco Bersanelli svela i misteri dell’universo e si racconta a Soul

la deforestazione dell'Amazzonia porta alla scomparsa delle tribù indigene

ANCHE DI LORO PARLERÀ LA NUOVA ENCICLICA. Delle tribù indigene ancora isolate nella selva amazzonica, che già vengono decimate da malattie e deforestazione

Gli ultimi degli ultimi
Gli ultimi degli ultimi
Anche di loro parlerà la nuova enciclica del Papa “Laudato sii” dedicata all’ambiente e al destino dell’umanità. Perché dell’ambiente sono parte fondamentale. Ma non si sa per quanto tempo ancora, se le cose continuano così. Purtroppo, attorno a loro l’ambiente si restringe come una trappola e si inquina irrimediabilmente costringendoli all’abbandono. Stiamo parlando di intere comunità indigene dell’Amazzonia decimate da malattie dagli effetti letali e da un processo di deforestazione che le leggi statali non riescono a controllare. Il risultato è che intere tribù di nativi sono sul punto di essere cancellate dalla mappa del Perù e del Brasile, denuncia con abbondanza di dati la rivista Science.
La prestigiosa testata scientifica pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science lancia il grido d’allarme alla vigilia della pubblicazione del documento papale. “Siamo sulla soglia di una grande estinzione di culture” denuncia Francisco Estremadoyro direttore della ONG ProPurus con sede a Lima, in Perù. “Non c’è dubbio che questo è un momento storico” ha aggiunto, e certamente non per il bene delle popolazioni autoctone.

lunedì 15 giugno 2015

Armeni: cosa significa essere un popolo

«Figli di una speranza che nasce dal martirio»

di Giacomo Pizzi
18/05/2015 - Raphael Minassian, Arcivescovo armeno, rilegge il genocidio attraverso le vicende della propria famiglia. La storia di un popolo che, da Ataturk fino ai nostri giorni, è rimasto radicato nella fede. Con un forte bisogno di «riconciliazione»
Un applauso spontaneo, caloroso. Ancora prima di iniziare. Così giovedì 14 maggio, le persone presenti nella sala del Centro Culturale di Milano, in via Zebedia 2, hanno accolto monsignor Raphael Minassian, l’arcivescovo dei cattolici armeni in Europa Orientale, che ha offerto una testimonianza, a cento anni di distanza, sul genocidio armeno in un incontro dal titolo: "Identità, testimonianza, martirio: cosa significa essere un popolo". Un tema caldo, soprattutto dopo il messaggio lanciato da papa Francesco che ha provocato reazioni polemiche da parte del Governo turco. A coordinare l’incontro, Martino Diez, direttore scientifico della Fondazione Oasis.

Il petrolio vale più della vita di migliaia di persone?

» 15/06/2015
VATICANO
Papa: In Medio Oriente “taciti accordi per i quali la vita di migliaia e migliaia di famiglie” vale meno del petrolio
“Ogni opera di aiuto, per non cadere nell’efficientismo o in un assistenzialismo che non promuove le persone e i popoli, deve rinascere sempre da questa benedizione del Signore che ci giunge quando abbiamo il coraggio di guardare la realtà e i fratelli che abbiamo di fronte”.


Città del Vaticano (AsiaNews) – “Ci sarebbe da compiere un ulteriore sforzo per eliminare quelli che appaiono come taciti accordi per i quali la vita di migliaia e migliaia di famiglie – donne, uomini, bambini, anziani – sulla bilancia degli interessi sembra pesare meno del petrolio e delle armi, e mentre si proclama la pace e la giustizia si tollera che i trafficanti di morte agiscano” in Medio Oriente. L’udienza con i partecipanti alla plenaria della Riunione delle opere per l’aiuto alle Chiese Orientali (ROACO) ha dato occasione al Papa per denunciare quanto accade in una regione ove “il freddo di un inverno e di un gelo nel cuore degli uomini che sembra non finire” e di incoraggiare “quella carità che ci fa essere cristiani”, in quanto non è solo aiuto, ma porta “lo sguardo e la benedizione del Signore”.

La trasmissione della fede

 

Apertura del Convegno Ecclesiale della Diocesi di Roma

Francesco www.vatican.va

14/06/2015 - Piazza San Pietro

Buonasera!

Le previsioni ieri, a tarda sera, dicevano per oggi, per questo pomeriggio e questa sera: pioggia! Sì è vero, pioggia di famiglie in Piazza San Pietro! Grazie!

E’ bello incontrarvi all'inizio del Convegno pastorale della nostra Diocesi di Roma. Ringrazio tanto voi genitori, di aver accettato l'invito a partecipare così numerosi a questo incontro, che è importante per il cammino della nostra comunità ecclesiale.

venerdì 12 giugno 2015

Andrea e Alessandro a 'Sinba': una storia imprenditoriale finita bene

LETTERE

Nella "vasca degli squali" per realizzare un sogno


12/06/2015 - Andrea e Alessandro hanno mollato tutto per dedicarsi a "Sinba", la start-up che fa saltare la coda alla cassa. Poi arriva la partecipazione a "Shark Tank", il programma di Italia1: cinque finanziatori per quindici idee. Con la loro tra le vincenti
Il giorno in cui ho sposato Francesca, il 16 giugno del 2012, il Vangelo recitava: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. (…) È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra» (Mc 4,26-34).

È un brano a cui sono molto legato. Tutta la mia esperienza imprenditoriale parte da qui, anche l'idea di partecipare a Shark Tank, il programma su Italia1 dove giovani imprenditori gareggiano per convincere un gruppo di magnati a finanziare la propria start-up, e dove noi abbiamo portato Sinba, una app che permette di pagare in negozio saltando la coda alla cassa.

giovedì 11 giugno 2015

Carron su Mafia capitale e il presunto coinvolgimento di esponenti di CL

«Un'enorme delusione ma CL è agli antipodi»

Intervista a Julián Carrón - di Paolo Rodari la Repubblica

11/06/2015

Roma. «La delusione è cocente. L’ideale del movimento di Comunione e Liberazione è agli antipodi della corruzione che sta emergendo nell’inchiesta su Mafia Capitale. E vedere che fra gli indagati ci sono persone del movimento è per tutti noi motivo di profondo dispiacere».

Tre anni dopo la lettera a Repubblica in cui espresse un «dolore indicibile» per ciò che «abbiamo fatto della grazia che abbiamo ricevuto» (allora alcuni esponenti politici della Regione Lombardia legati a Cl erano accusati di malaffare), don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Cl, sente il dovere di intervenire ancora: nell’inchiesta, infatti, a finire nelle intercettazioni è la cooperativa La Cascina, di cui alcuni esponenti fanno parte del movimento.

Don Carrón, la storia si ripete?
«Lasciamo che la magistratura faccia il suo corso. Gli accertamenti giudiziari verificheranno la fondatezza o meno delle accuse, ma già solo la possibilità che un’opera di carità e accoglienza a persone tanto disperate possa essere sporcata da attività di corruzione e speculazione personale rappresenta una deriva inaccettabile e un vulnus alla sostanza stessa della carità e dell’amore cristiano. Papa Francesco nei suoi interventi sulla corruzione richiama a “non riporre la nostra speranza nei soldi, nel potere”».

mercoledì 10 giugno 2015

Dal giudaismo nichilista al cattolicesimo: intervista ad Hadjadj

De judeu niilista, comunista, ateu e anarquista a pensador convertido ao catolicismo




Fabrice Hadjadj: "A conversão é um ponto de partida, não de chegada"




Fabrice Hadjadj Fabrice Hadjadj


De família judia da esquerda radical, ele era ateu, niilista, comunista e só queria atacar a Igreja. Hoje, o professor francês Fabrice Hadjadj é um dos mais renomados pensadores católicos do mundo, depois de ter atravessado um longo processo de conversão.

“Minha família era judia e de extrema esquerda e eu cresci com o espírito de revolta”, conta Hadjadj, que desenvolveu um ateísmo marcado pelo anarquismo. A leitura de Nietzsche o levou ainda ao niilismo, aumentando nele a “violência anticristã”.

“Um dia, um amigo meu publicou um livro de aforismos, em que cada um vinha precedido por uma citação bíblica”. Fabrice Hadjadj viu nisto mais uma oportunidade de ridicularizar Deus. “Eu queria ler a Bíblia para rir. Tinha encontrado um procedimento mordaz para ridicularizar as Escrituras. O problema era que, para caçoar bem da Bíblia, eu tinha que lê-la”.

martedì 9 giugno 2015

Messaggio di Papa Francesco al 37 Pellegrinaggio Macerata - Loreto

Testo del messaggio di Papa Francesco al 37° Pellegrinaggio Macerata-Loreto


Cari fratelli e sorelle, buonasera!

Per me è un piacere rivolgervi la parola in questo 37° pellegrinaggio a piedi Macerata-Loreto. L’ho fatto nei due anni scorsi e sono rimasto contento della vostra forza, della vostra fede, del vostro amore a Gesù Cristo. L’altro giorno nell’Udienza generale ho benedetto la fiaccola; c’erano alcuni di voi che l’avevano portata.
Voglio dirvi che sono vicino a voi, che sono vicino a questo pellegrinaggio!

lunedì 8 giugno 2015

Trailer "MOSSI DA UNO SGUARDO"

Pubblicato il 05 giu 2015
Trailer della mostra "Mossi da uno Sguardo. Dalla Sagrada Familia all'Abbazia di Morimondo, storia di un'amicizia", che sarà esposta al prossimo Meeting di Rimini, dal 20 al 26 agosto 2015.


sabato 6 giugno 2015

Bartolomeo de las Casas: biografia

LA MODERNITA’ DI BARTOLOMEO DE LAS CASAS. Una nuova biografia del celebre domenicano – nonché servo di Dio – che disputò la dignità degli indigeni a de Sepúlveda

Illustrazione di Oliver Flores in Letras Libres, febbraio 2015 | Composizione di Emiliano I. Rodriguez
Illustrazione di Oliver Flores in Letras Libres, febbraio 2015 | Composizione di Emiliano I. Rodriguez 
 
«Ora la partita è decisiva – continuò Las Casas; – ad ogni mia traversata ho preparato questo giorno in cui si vedrà se il Regno di Dio è un ludibrio per la Spagna o se invece la Spagna vive per questo Regno. Voglio porre anche a loro l’estremo dilemma: se vogliamo morire oppure vivere, se per loro il tempo terreno, l’oro e la sua potenza fallace valgon più che l’anima e l’eternità, e come intendono di risponderne un giorno al cospetto del nostro Giudice». Così lo scrittore tedesco Reinhold Schneider (Baden-Baden 1903 – Friburgo 1958) faceva parlare il frate domenicano Bartolomeo de las Casas (Siviglia 1484 – Madrid 1566) in una sequenza decisiva del suo romanzo Las Casas vor Karl V. Szenen aus der Konquistadorenzeit, pubblicato la prima volta a Francoforte nel 1938 e tradotto in Italia da Mondadori nel 1942 (Bartolomeo de las Casas. Scene dal tempo dei conquistatori). Le parole rivolte al cavalier Bernardino de Lares, di Valladolid, compagno del suo ultimo viaggio dalle Indie alla Spagna, riassumono efficacemente la statura umana del frate e il suo personale dramma interiore, collegato ai soggetti storici della fede e del potere politico.

Papa Francesco a Sarajevo: 'essere operatori di pace'

VATICANO-BOSNIA ERZOGOVINA

Papa a Sarajevo: Essere operatori di pace, non solo “predicatori”, per contrastare la “terza guerra mondiale a pezzi”
Papa Francesco, alla messa nello stadio Kosevo a Sarajevo condanna chi vuole lo scontro di civiltà e speculano sulla vendita di armi. Il lavoro artigianale della pace implica essere anche operatori di giustizia. La riconciliazione con Dio è necessaria per divenire veri operatori di pace. La speranza nel segno dei bambini musulmani, ortodossi, ebrei venuti a salutarlo all’aeroporto. La convivenza in Bosnia fra musulmani, cristiani ed ebrei importante per l’Europa e il mondo.


Sarajevo (AsiaNews) – Essere “operatori di pace” e non “predicatori di pace”, con un lavoro “da portare avanti tutti i giorni, passo dopo passo, senza mai stancarsi”. Con l’aiuto di Dio, perché la pace “è dono di Dio”, e praticando la giustizia, è possibile contrastare il clima “di terza guerra mondiale combattuta ‘a pezzi’” diffuso nel mondo da chi vuole “lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi”.

venerdì 5 giugno 2015

Il contributo della Chiesa ai problemi della donna di oggi

La Chiesa di fronte alla condizione delle donne oggi

FRANCESCO 
Oggi le donne sono al centro dei più gravi e incombenti problemi che in ogni parte del mondo gravano sulle società, ed è solo guardando a loro che si può sperare di trovare una soluzione e di rimediare ai guasti peggiori. La Chiesa - che per prima, quasi venti secoli fa, ha offerto alle donne una parità spirituale e morale con gli uomini - a buon diritto può essere ritenuta, anche su questo problema, una "esperta in umanità", e può offrire il suo aiuto per l'individuazione dei problemi e soprattutto di qualche possibile via di risoluzione.


martedì 2 giugno 2015

La forza del fascino cristiano


Un commento sulle recenti elezioni amministrative

La questione


"RIPARTIRE DAL BASSO"

Resoconto dell'incontro in preparazione delle amministrative in Sicilia organizzato dal Centro Culturale il 29 maggio scorso

In queste ore una cinquantina di comuni siciliani sta vivendo l'esperienza della consultazione elettorale; in Italia in totale sono più di mille e si rinnovano anche sette consigli regionali. Lo scetticismo, la disaffezione alla politica, l'indifferenza, si toccano quasi con mano: a seguito dello scandalo suscitato dalle ultime notizie che ci giungono dal palermitano gli opinionisti fanno i conti e dicono che andrà al voto una percentuale bassissima di elettori.

Cosa significa tutto questo? Qualcuno non solo ha avuto l'ardire di porre questa domanda, ma lo ha anche fatto pubblicamente, formulando un documento sintetico ma dirompente nel quale si afferma che "questa realtà negativa può essere d'aiuto se sprona a un cambiamento quanto mai necessario" e che esiste la possibilità di una ripartenza nuova proprio nel punto in cui si registra la crisi più drammatica, le amministrazioni locali.

lunedì 1 giugno 2015

Lucetta Scaraffia: la donna, la femminilità, le età della vita

Nel corso dell’ultimo secolo la durata della vita si è talmente allungata da arrivare quasi a raddoppiare quello che era il dato medio all’inizio dell’Ottocento, almeno per quanto riguarda i paesi cosiddetti avanzati. E in questa gara a chi vive più a lungo le donne mantengono ovunque il primato, anche se sono quelle che si curano di meno; quando poi prendono medicine, si tratta di farmaci testati solo sugli uomini.
Frida Kahlo, «Ritratto di Donna Rosita Morillo» (1944)
Qualcuno dice che è perché non lavorano, ma si tratta di una ipotesi facilmente smentita dalla realtà: le donne lavorano in media molto più degli uomini perché aggiungono ai ruoli familiari quelli professionali. La risposta vera sta forse nella maggiore capacità delle donne di affrontare la vecchiaia: non avendo puntato tutto sulla realizzazione nel lavoro — come fanno gli uomini, che entrano spesso in depressione quando vanno in pensione — accettano più facilmente una fase della vita in cui la realizzazione di sé è limitata ai rapporti personali, alle soddisfazioni affettive e all’esercizio della solidarietà. Proprio per questo — da quando è quasi scomparsa la mortalità per parto, che ha segnato per secoli il loro destino — le donne anziane si sono moltiplicate, assumendo anche ruoli nuovi ed esplorando spesso impensate possibilità. Che non sono solo fare ginnastica o curarsi di più di se stesse, come suggeriscono i media, ma anche, forse soprattutto, approfondire la loro vita spirituale. Quell’aspetto che era forzatamente trascurato negli anni del doppio se non triplo impegno lavorativo, nel tempo della vecchiaia è finalmente accessibile anche a loro. È come se l’allungamento della vita offrisse a molte donne la possibilità non solo di aiutare gli altri, allargando il raggio degli affetti e dei legami, ma anche di approfondire il senso della loro vita, del loro impegno religioso, con letture e incontri, con pellegrinaggi e ritiri spirituali, trovando in questa dimensione un nutrimento dell’anima di tipo nuovo. I primi a beneficiare di questo impegno sono i familiari, accompagnati nella preghiera con maggiore attenzione, ma anche tutte le persone che appartengono al loro gruppo sociale, che ne riconoscono la capacità rinnovata di aiuto e di ascolto. Se ci guardiamo intorno, vediamo che le donne anziane tengono in piedi il mondo: non solo come nonne che aiutano spesso in maniera insostituibile ad allevare i nipoti, ma anche come assistenti dei poveri e dei più anziani, come aiuto dei parroci nella vita di parrocchia, dove spesso impegnano il loro tempo improvvisamente libero. Ma anche, e non secondariamente, nella preghiera: le anziane sono capaci di sostenere per questa via la vita delle persone care, che spesso non ne sono neppure consapevoli. Ed è risaputo, come conferma suor Emidia, intervistata in prima pagina, che le donne sanno sopportare meglio la sofferenza fisica, e trasformare anche le crescenti sofferenze in nuove opportunità per lo spirito. La vecchiaia femminile quindi è potenzialmente carica di doni, tanto che gli uomini dovrebbero imparare da questo modello, come fa Simeone nel prendere in braccio il piccolo Gesù, rivelando una tenerezza materna. (lucetta scaraffia)