mercoledì 31 agosto 2016

"Ho sete di te": l'incontro su Madre Teresa al Meeting di Rimini

MADRE TERESA (www.tracce.it)

Ho sete di te

di Paola Bergamini
31/08/2016 - Il 4 settembre la suora albanese sarà proclamata santa. Con padre Brian Kolodiejchuk (ospite del Meeting, che le ha dedicato una mostra), postulatore della causa di canonizzazione, ripercorriamo la sua vita. Da "Tracce" di luglio e agosto
Dieci settembre 1946. Suor Teresa è sul treno che si inerpica sulla montagna verso Darjeeling, ai piedi dell’Himalaya. Sta andando all’annuale ritiro delle Suore di Loreto. Ha 36 anni. È felice. La sua vita è piena. Dalle alunne del collegio dove insegna a Calcutta, alle consorelle, tutti le vogliono bene. Poi, all’improvviso, quella voce dentro al suo cuore, ma allo stesso tempo fuori da lei che le dice: «Ho sete di te, del tuo amore».
È la voce di Gesù. Non ha dubbi. Su quel treno, Cristo le chiede di lasciare tutto, anche il suo ordine, per servire i più poveri tra i poveri, di portarLo dentro di loro, nei “buchi” oscuri dell’esistenza umana più degradata. Quel giorno sono nate le Missionarie della Carità, l’ordine fondato da Madre Teresa di Calcutta che il prossimo 4 settembre sarà innalzata agli altari.

martedì 30 agosto 2016

ordinato il primo sacerdote nativo della Mongolia

MONGOLIA

La prima messa di don Giuseppe Enkh-Baatar: Un dono di Dio (FOTO)


Ordinato ieri, il primo sacerdote mongolo ha celebrato oggi la sua prima messa. La gioia della madre e l’orgoglio dei suoi fedeli. Leader buddista: “Abbiamo ottimi rapporti con i cattolici, impariamo da loro come loro imparano da noi”. Oltre 1.500 tra fedeli e ospiti festeggiano l’evento.

UlaanBaatar (AsiaNews) – La prima messa celebrata da un neo-sacerdote “è sempre un dono di Dio. Ma questa messa, questa liturgia eucaristica è per me un dono ancora più grande. Ora spero di riuscire a camminare sul sentiero indicato dal Signore e fare la Sua volontà”. Lo ha detto questa mattina don Giuseppe Enkh-Baatar, primo sacerdote della piccola comunità cattolica della Mongolia.
Il giovane è stato ordinato sacerdote ieri nella cattedrale dei santi Pietro e Paolo a UlaanBaatar, la stessa chiesa dove questa mattina ha celebrato la sua prima liturgia eucaristica. L’ordinazione è stata presieduta dal Prefetto apostolico mons. Wenceslao Padilla, che oggi festeggia il 12mo anniversario della sua ordinazione episcopale; da mons. Lazzaro You Heung-sik, vescovo della diocesi sudcoreana di Daejeon dove Enkh ha studiato; e dal nunzio in Corea e Mongolia, mons. Oswaldo Padilla.
Più di 40 i sacerdoti che hanno concelebrato, dai padri missionari della Consolata presenti da anni nel Paese asiatico fino a p. Modesto, venuto dall’arcidiocesi di Napoli in rappresentanza del cardinal Sepe. Erano presenti 1.500 fra fedeli e ospiti, fra cui rappresentanti del governo e delle autorità cittadine; folta anche la rappresentanza diplomatica. Fra i presenti molto commossa la madre di Enkh, che ha abbracciato il figlio definendolo “un orgoglio”.
Molto rilevante la presenza dell’abate Dambajav, che guida il monastero buddista di Dashi Choi Lin. Il popolo mongolo è infatti diviso fra sciamanesimo tradizionale e buddismo tibetano, e gli aspetti delle due religioni molto spesso si incontrano. Con la comunità cristiana i rapporti sono invece meno stretti, e l’ordinazione di Enkh rappresenta un ponte anche in questo senso.
L’abate ha partecipato alla messa di ordinazione e ha regalato al giovane sacerdote una khadag [sciarpa tradizionale buddista] di colore blu: il colore rappresenta il cielo e quindi la purezza, ma è anche simbolo di buon auspicio e invito alla compassione. I presenti hanno applaudito quando il religioso ha posto la sciarpa sulle spalle di Enkh. Il segretario dell’abate ha spiegato: “Abbiamo buoni rapporti con i cattolici, impariamo da loro come loro imparano da noi. Siamo felici che uno di noi, un mongolo, sia divenuto prete di questa Chiesa”.
  
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sabato 27 agosto 2016

Madre Teresa: il racconto di Padre Gheddo

«Liberazione... da cosa?». Il racconto di padre Gheddo

Quando Madre Teresa conobbe CL e chiese: «Liberazione... da cosa?». Il racconto di padre Gheddo
Milano (AsiaNews) - Giovanni Paolo II l’ha definita «l'icona della missione nel XXI secolo»: una missione che si giocherà in Asia. Ho incontrato diverse volte questa piccola donna di aspetto insignificante, ma con un carisma straordinario, tanto da meritarsi il Premio Nobel per la pace nel 1979 e l’unica persona straniera ad avere un solenne funerale di Stato in India.

Il primo incontro con la Madre nel 1964, quando sono andato in India con Paolo VI. Poi ho visitato i missionari del Pime col padre Augusto Colombo, che mi porta ad incontrare brevemente la Madre a Calcutta.

mercoledì 24 agosto 2016

Terremoto a Rieti

Appresa alle 3.52 di questa notte la notizia del terremoto, il vescovo di Rieti – in pellegrinaggio a Lourdes – si è imbarcato sul primo volo disponibile per l’Italia. Nel pomeriggio di oggi Mons. Pompili si recherà sui luoghi del sisma che ha colpito l’alto Lazio per conoscere in prima persona la situazione e pensare ad eventuali iniziative.
«Alle 7 ho ricevuto una telefonata da parte di Papa Francesco» dichiara don Domenico. «Mi ha informato di aver saputo del terremoto alle 4.15 del mattino e di aver subito celebrato la messa pregando per le persone coinvolte. Mi ha invitato a non avere paura, e mi ha rivolto parole di vicinanza e di incoraggiamento che vorrei immediatamente portare alla popolazione».
Dalla Chiesa di Rieti sono intanto partite le prime azioni di solidarietà con interventi della Caritas e della Mensa di Santa Chiara.

Mons. Zuppi a Rimini


Mons. Zuppi: “La misericordia è il ‘collirio’ che ci aiuta a vedere la realtà” 
 
Una chiesa “inquieta” e ansiosa di soccorrere gli ultimi: al Meeting di Rimini, l’arcivescovo di Bologna riflette sui frutti del convegno nazionale di Firenze

Zuppi Meeting
Sembra quasi che il tema del Meeting di Rimini di quest’anno sia stato ispirato dai contenuti e dalle discussioni dell’ultimo Convegno Ecclesiale Nazionale, tenutosi a Firenze lo scorso novembre. La simmetria tra i due eventi è stata suggerita dall’arcivescovo di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, intervenuto stamattina al Meeting sul tema Mi piace una chiesa inquieta.
La chiesa italiana, ha spiegato il presule, introdotto al pubblico da Davide Perillo, direttore della rivista Tracce, soprattutto a partire dall’assise fiorentina, si sta allineando all’invito di papa Francesco ad essere “in uscita” e sempre meno autoreferenziale.
Un obiettivo non semplice, sulla cui realizzazione pesano ostacoli e pregiudizi, dalla paura al formalismo, fino al più grossolano degli equivoci: l’idea che si possano “proteggere i sani, senza curare i malati”.

lunedì 22 agosto 2016

QUALE ISLAM IN EUROPA?

Meeting: intervista a Carron

MEETING 2016

Il bene che cambia la storia

di Paolo Perego
21/08/2016 - I primi giorni a Rimini, il titolo «coraggioso» (secondo papa Francesco) della kermesse e le parole del presidente Mattarella. Don Julián Carrón racconta, partendo da sé, quello che ha visto
Parte da sé, don Julián Carrón, presidente della Fraternità di CL, per “reagire” alla provocazione coraggiosa, come l’ha definita papa Francesco, del tema del Meeting 2016. Un “Tu sei un bene per me” che Carrón ha vissuto anche in questi primi giorni di Fiera, tra incontri con personaggi importanti - uno su tutti quello con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella -, ma anche con amici, tra abbracci e saluti in mezzo a stand e mostre.

Cosa le dice questo titolo? Cos’è questo “tu”? E cosa questo bene?
Questo titolo, per me, è veramente la definizione di che cos’è la vita in rapporto con l’altro. Me ne sono reso conto nella mia esperienza quando, dovendo incontrare altri, a volte con differenti opinioni, differenti sguardi sulla vita, differenti interessi, ho percepito che mi destavano delle domande che mi facevano fare una strada e che diventava un bene per me accettare questa sfida. Ho scoperto che l’altro non era soltanto un ostacolo, ma era qualcosa che mi spalancava a capire di più, a domandarmi delle cose, a scoprire nuovi orizzonti che prima non avevo immaginato. Allora ho percepito che la realtà è amica, che l’altro è amico indipendentemente da quale sia la sua posizione. Perché ti fa diventare di più te stesso.

venerdì 19 agosto 2016

Messaggio di Papa Francesco al Meeting 2016

Messaggio per la XXXVII edizione del Meeting per l'amicizia fra i popoli (Rimini, 19-25 agosto 2016)

Francesco

19/08/2016

Dal Vaticano, 2 agosto 2016

Eccellenza Reverendissima,

in occasione del XXXVII Meeting per l’amicizia fra i popoli, sono lieto di far pervenire a Lei, agli organizzatori, ai volontari e a quanti vi prenderanno parte il beneaugurante saluto del Santo Padre Francesco, unitamente al mio personale auspicio di ogni bene per questo significativo evento.

Il titolo dell’incontro - «Tu sei un bene per me» - è coraggioso. Infatti, ci vuole coraggio per affermare ciò, mentre tanti aspetti della realtà che ci circonda sembrano condurre in senso opposto. Troppe volte si cede alla tentazione di chiudersi nell’orizzonte ristretto dei propri interessi, così che gli altri diventano qualcosa di superfluo, o peggio ancora un fastidio, un ostacolo. Ma questo non è conforme alla nostra natura: fin da bambini noi scopriamo la bellezza del legame fra gli esseri umani, impariamo ad incontrare l’altro, riconoscendolo e rispettandolo come interlocutore e come fratello, perché figlio del comune Padre che è nei cieli. Invece l’individualismo allontana dalle persone, ne coglie soprattutto i limiti e i difetti, indebolendo il desiderio e la capacità di una convivenza in cui ciascuno possa essere libero e felice in compagnia degli altri con la ricchezza delle loro diversità.

venerdì 12 agosto 2016

Meeting 2016: Tu sei un bene per me

Tu sei un bene per me

Venerdì 19 agosto 2016 - Giovedì 25 agosto 2016L’attuale momento storico è caratterizzato da una profonda crisi che ha come conseguenza una generale sfiducia nell’affrontare il presente e nel guardare al futuro. Si sgretolano modelli di convivenza sociale e civile che sin qui hanno garantito il bene comune, una intera generazione, quella dei NEET, ha rinunciato a studiare e a lavorare, il fenomeno dell’immigrazione e dei profughi sta investendo - dilagante e apparentemente inarrestabile- l’Italia e l’Europa intera, la violenza del terrorismo, anche dopo i tragici fatti di Parigi, cresce in modo sempre più minaccioso. L’altro, il diverso, ciò che è “fuori”, appare come una minaccia, viene visto e considerato in un’ottica per lo più strumentale e utilitaristica.

In queste drammatiche circostanze Papa Francesco ha indetto il Giubileo Straordinario della Misericordia. “Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita. Misericordia: è la via che unisce Dio e l’uomo, perché apre il cuore alla speranza di essere amati per sempre nonostante il limite del nostro peccato”.

lunedì 8 agosto 2016

GMG in Polonia: Papa Francesco risponde ad alcune domande dei giovani italiani

D. – Buonasera, Santità. Innanzitutto grazie, perché ha trovato il tempo – pur essendo appena arrivato a Cracovia – per collegarsi con noi. Non ha voluto rinunciare a essere qui con noi, questa sera. Grazie, Santo Padre. Ci sono dei ragazzi qui che, a nome dei 90 mila italiani presenti a Cracovia, vorrebbero rivolgerLe alcune domande, e sono qua, i giovani. Prego.
Ragazza:
Dopo l’incidente ferroviario del 12 luglio noi abbiamo paura a prendere il treno. Io, ogni giorno, prendo il treno per andare all’università, e quel giorno non ero sul treno per un puro caso. Ogni giorno mi siedo nelle prime carrozze, e lì incontravo e salutavo Luciano, uno dei macchinisti che purtroppo ha perso la vita nell’incidente. Noi, in quei treni, ci sentiamo a casa, ma adesso abbiamo paura. Voglio chiedere: come possiamo tornare alla normalità? Come possiamo abbattere questa paura e continuare, riprendere a essere felici anche su quei treni che sono i nostri treni, la nostra seconda casa?
Papa Francesco:
Quello che è successo a te è una ferita; alcuni, nell’incidente, sono stati feriti nel corpo, e tu sei stata ferita nel tuo animo, nel tuo cuore, e la ferita si chiama paura. E quando tu senti questo, senti la ferita di uno shock. Tu hai subito uno shock, uno shock che non ti fa stare bene, ti fa male. Ma questo shock ti dà anche l’opportunità di superare te stessa, di andare oltre. E come sempre nella vita succede, quando noi siamo stati feriti, rimangono i lividi o le cicatrici. La vita è piena di cicatrici, la vita è piena di cicatrici, piena. E con questo, sempre verrà il ricordo di Luciano, di quell’altro, di quell’altro… che adesso non c’è più perché è mancato nell’incidente. E tu dovrai, ogni giorno che prendi il treno, sentire la traccia – diciamo così – di quella ferita, di quella cicatrice, di quello che ti fa soffrire. E tu sei giovane, ma la vita è piena di questo… E la saggezza, imparare a essere un uomo saggio, una donna saggia, è proprio questo: portare avanti le cose belle e le cose brutte della vita. Ci sono delle cose che non possono andare avanti, e ci sono cose che sono bellissime. Ma anche succede il contrario: quanti giovani come voi non sono capaci di portare avanti la propria vita con la gioia delle cose belle, e preferiscono lasciarsi andare, cadere sotto il dominio della droga, o lasciarsi vincere dalla vita? Alla fine, la partita è così: o tu vinci o ti vince, la vita! Vinci tu la vita, è meglio! E questo, fallo con coraggio, anche con dolore. E quando c’è la gioia, fallo con gioia, perché la gioia ti porta avanti e ti salva da una malattia brutta: dal diventare nevrotica. Per favore no, questo no!