mercoledì 27 aprile 2016

Marta Busani: GS, Storia di un movimento cattolico dalla ricostruzione alla contestazione

 Dalla leggenda al documento: la storia di Gioventù Studentesca

Un libro di Marta Busani analizza il gruppo dal quale nascerà Comunione e liberazione negli anni precedenti la contestazione giovanile
Don Giussani (a destra) e i suoi ragazzi sulla spiaggia di Varigotti negli anni Sessanta

27/04/2016

Nell’attuale panorama ecclesiale sono poche le realtà capaci di catalizzare l’attenzione dei media come il movimento di Comunione e Liberazione, per il cui fondatore - il sacerdote di Desio don Luigi Giussani (1922-2005) - è attualmente in corso un processo di beatificazione. La sovraesposizione mediatica del movimento è stata fino ad oggi accompagnata, per altro verso, da una sottorappresentazione del medesimo in sede storiografica che appare sorprendente. Se si eccettuano pochi saggi di approfondimento e alcune ricostruzioni d’insieme, si può addirittura parlare di un vero e proprio “vuoto” per gli anni precedenti alla contestazione studentesca, quando l’azione educativa di Giussani assume la forma dell’esperimento prima milanese, e successivamente nazionale, di Gioventù Studentesca.

Il Papa contro il clericlalismo

DA VATICAN INSIDER

«Il clericalismo spegne il fuoco della Chiesa»

di Iacopo Scaramuzzi
27/04/2016 - Il Papa scrive al cardinale Oullet, della Pontificia commissione per l'America Latina, e riflette sull'attività pubblica dei laici: l'educazione alla fede deve tornare ad essere un «lavoro artigianale, non una produzione in serie»
Il clericalismo è «una delle deformazioni più grandi» che deve affrontare la Chiesa in America latina: lo scrive papa Francesco in una lettera inviata al cardinale Marc Oullet, presidente della Pontificia Commissione per l'America Latina e i Caraibi, sottolineando che il clericalismo «va spegnendo poco a poco il fuoco profetico di cui l’intera Chiesa è chiamata a rendere testimonianza nel cuore dei suoi popoli». Per il Pontefice argentino «abbiamo generato una élite laicale credendo che sono laici impegnati solo quelli che lavorano in cose "dei preti", e abbiamo dimenticato, trascurandolo, il credente che molte volte brucia la sua speranza nella lotta quotidiana per vivere la fede», ed invece «non è il pastore a dover dire al laico quello che deve fare e dire» nella vita pubblica.

«Evocare il Santo Popolo fedele di Dio è evocare l'orizzonte al quale siamo invitati a guardare e dal quale riflettere», scrive il Papa nella lettera inviata al cardinale Ouellet dopo che, lo scorso quattro marzo, lo stesso Francesco aveva incontrato i partecipanti all'assemblea plenaria di questo organismo dedicata al tema «dell’indispensabile impegno dei fedeli laici nella vita pubblica dei paesi latino-americani». Questo «ci aiuta a non cadere in riflessioni che possono, di per sé, esser molto buone, ma che finiscono con l'omologare la vita della nostra gente o con il teorizzare a tal punto che la speculazione finisce con l'uccidere l'azione. Guardare continuamente al Popolo di Dio ci salva da certi nominalismi dichiarazionisti (slogan) che sono belle frasi ma che non riescono a sostenere la vita delle nostre comunità. Per esempio, ricordo ora la famosa frase: "è l’ora dei laici", ma sembra che l’orologio si sia fermato». D'altronde, «nessuno è stato battezzato prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici ed è il segno indelebile che nessuno potrà mai cancellare».

Citando il documento «Lumen Gentium» del Concilio vaticano II, poi, il Papa prosegue: «Non possiamo riflettere sul tema del laicato ignorando una delle deformazioni più grandi che l'America Latina deve affrontare - e a cui vi chiedo di rivolgere un'attenzione particolare -, il clericalismo», che «porta a una omologazione del laicato; trattandolo come "mandatario" limita le diverse iniziative, gli sforzi e, oserei dire, le audacie necessarie per poter portare la Buona Novella del Vangelo a tutti gli ambiti dell’attività sociale e, soprattutto, politica. Il clericalismo, lungi dal dare impulso ai diversi contributi e proposte, va spegnendo poco a poco il fuoco profetico di cui l'intera Chiesa è chiamata a rendere testimonianza nel cuore dei suoi popoli».

CONTINUA A LEGGERE SU VATICAN INSIDER

Una mostra per il Banco farmaceutico

BANCO FARMACEUTICO

L'arte della carità (www.tracce.it)

di Alessandro Giuntini
27/04/2016 - Questo giovedì la onlus italiana inaugura una mostra per riflettere sui bisogni dei poveri. Tra cui la salute, spesso ignorata. Ventuno quadri e foto, per altrettanti artisti contemporanei che esporranno gratuitamente le proprie opere
A pochi passi dal cuore della movida milanese, l'ex Fornace dei Navigli ospiterà, da giovedì 28 aprile, un'iniziativa che intreccia l'arte al tema della povertà. La Fondazione Banco Farmaceutico ha preparato un'esposizione gratuita dal titolo "Solidarietà a regola d'arte – Il bisogno dell'uomo visto con gli occhi degli artisti".

Ventuno opere, tra pittura e fotografia, per altrettanti artisti contemporanei, che, fino al 7 maggio, proporranno con i loro lavori una riflessione sulla carità, sulla condizione dei bisognosi e sull'importanza del "dono".

Uno degli obiettivi dell'esposizione, curata dall'artista Miky Degni, è cercare di rendere più consapevoli della situazione degli oltre quattro milioni di poveri che oggi vivono in Italia. Un'indigenza che non si ferma alla necessità "evidente" di cibo e vestiti, ma che tocca tutte le dimensioni della vita. Anche la salute.

Certo, passando davanti ad un clochard è più facile capire il suo bisogno di una coperta o di un panino, mentre è molto più difficile cogliere, per esempio, il dolore per i denti mai potuti curare o per una febbre trascurata. Su questo concetto è incentrata l'opera Nuda Veritas, di Michela Fiorenza, rappresentazione ironica in stile liberty, con un sottotitolo provocatorio: Quando il popolo ha fame le brioches non bastano a sfamarlo.

L'iniziativa vuole essere un'occasione per educare a uno sguardo più ampio sui diversi tipi di necessità, e le immagini, usando le parole del presidente del Banco Farmaceutico, Paolo Gradnik, possono «essere in grado di farlo meglio di mille parole». Così, «l'universalità del linguaggio dell'arte si fa strumento privilegiato per diffondere la cultura della carità». L'arte diventa, in questo modo, un ponte ideale verso la povertà, raffigurato anche "fisicamente" nella tela di Jessica Sortino, Only Hope, le cui due estremità culminano in una stretta di mano simbolica, tra il bisogno da una parte e la solidarietà dall'altra.

Oltre agli artisti già citati saranno ospitate le opere, tra gli altri, di Renato Galbusera, Roberta Pagliani, Francesco Zavatta e Pio Tarantini.

La mostra sarà inaugurata dall'Assessore alla cultura di Milano, Filippo Del Corno. Momento centrale dell'evento sarà, poi, il 3 maggio alle ore 18.30, la presentazione tenuta dallo storico dell'Arte Philippe Daverio, che interverrà anche per raccontare anche l'esperienza del Banco Farmaceutico e del non profit italiano.

L'esposizione sarà visitabile tutti i giorni e ci sarà, inoltre, la possibilità di acquistare le opere, il cui ricavato andrà, in parte, a sostegno delle attività della onlus.

Per informazioni: www.bancofarmaceutico.org

venerdì 22 aprile 2016

Appello di AVSI per l'Equador

ECUADOR

Un Paese da ricostruire


20/04/2016 - Il terremoto nello stato sudamericano ha già causato oltre 500 morti, 4mila feriti e 20mila sfollati. L'ong italiana ha lanciato una raccolta fondi straordinaria per aiutare la popolazione locale in questo momento drammatico
Il terremoto che 48 ore fa ha colpito la costa centrale dell’Ecuador è stato il più forte, per il Paese sudamericano, dal 1979. E mentre il numero delle vittime e dei feriti (oltre 500 morti e 4mila feriti) continua ad aumentare, Fondazione Avsi, che è presente sul territorio ecuadoregno in una zona gravemente toccata dal sisma (Portoviejo), ha lanciato una raccolta fondi straordinaria. Infatti, in alcuni territori delle sei province colpite dal sisma ci sono molte difficoltà nel trovare beni essenziali come acqua, cibo e medicine. Come ha affermato la responsabile di Avsi in Ecuador, Stefania Famlonga, l’obiettivo della raccolta fondi è «pensare alle persone sopravvissute, a come sostenerle con beni di prima necessità, intervenendo soprattutto per aiutare donne e bambini soli».


È possibile effettuare una donazione direttamente dal sito di Avsi o tramite bonifico bancario.
Per informazioni www.donazioni.avsi.org


martedì 19 aprile 2016

LA BELLEZZA DISARMATA

Presentazione del libro 
LA BELLEZZA DISARMATA

Intervengono:
  • Lorenza Violini, Ordinario di Diritto Costituzionale all'Università degli studi di Milano 
  • Stefania Marrone, Scenografa e commediografa Bottega degli Apocrifi - Manfredonia 
  • Domenico Crupi, Direttore Generale Casa Sollievo della Sofferenza - San Giovanni Rotondo
Modera:
Gemma Barulli, Presidente C.C.S. “Fontana Vivace” - Manfredonia



20 APRILE 2016 - ORE 18,00
 AUDITORIUM C. SERRICCHIO (Palazzo dei Celestini) 
Corso Manfredi, 22 - Manfredonia (FG)


Papa Francesco: "Non siete soli"

DA TV2000

«Non perdete la speranza, non siete soli»

venerdì 15 aprile 2016

Luisa Muraro, L'anima del corpo

LIBRI

La maternità ai tempi della tecnica

di Flora Crescini
15/04/2016 - Fino a che punto progresso scientifico e mercato condizionano il desiderio di avere figli? Luisa Muraro spiega i rischi e le conseguenze dell'utero in affitto, in un mondo in cui ogni «possibilità in più è automaticamente una libertà in più»
Dopo la bagarre sulla legge Cirinnà, Luisa Muraro, filosofa, da sempre in prima linea nella battaglia per i diritti delle donne, cerca di comprendere le ragioni e le follie della maternità surrogata, nel suo ultimo libro L'anima del corpo. Contro l'utero in affitto (ed. La Scuola). «Abbiamo presenti gli effetti deleteri della commercializzazione del sangue e degli organi, praticata in Paesi meno civili dei nostri, e ci è stato spiegato perché sia doveroso passare per l'adozione a norma di legge. Come mai, dunque, ci troviamo a discutere sulla liceità di farsi fare delle creature umane a pagamento, come fosse un problema mai affrontato prima, sul quale non esistono criteri di giudizio?». Già nel ventesimo secolo «è andata così con l'eugenetica, coltivata in ambienti scientifici, tradotta in programmi di governo nell'Europa del centro-nord e negli Usa, e infine sfociata in un genocidio». «Ci sono sempre buone ragioni per fare cose sbagliate, è risaputo. Se sarai tu solo a portarne le conseguenza, peggio per te. Se insieme a te ci sono anche altri, sei un irresponsabile. Ma se prevediamo che le conseguenze riguarderanno anche altre persone, e se per giunta non sappiamo quali e quante saranno, allora svegliamoci e mettiamoci a pensare».

giovedì 14 aprile 2016

La fontana di Trevi si tinge di rosso per denunciare la persecuzione dei cristiani

CRISTIANI PERSEGUITATI (www.tracce.it)

Fontana di Trevi rosso sangue


14/04/2016 - Il 29 aprile alle 20 un evento, voluto da Aiuto alla Chiesa che soffre, per denunciare la persecuzione dimenticata. Interverranno il cardinale Mauro Piacenza e monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo. Tra gli aderenti, anche Comunione e Liberazione
La Fontana di Trevi sarà illuminata di rosso per ricordare chi nel mondo continua ad essere ucciso a causa della propria fede. Chi è privato del diritto di vivere liberamente e gioiosamente la propria religione nella terra in cui è nato. Accadrà venerdì 29 aprile alle ore 20 per iniziativa della sezione italiana di Aiuto alla Chiesa che soffre. All’evento aderisce anche Comunione e Liberazione.
ACS Italia vuole richiamare l’attenzione pubblica sul dramma dramma della sistematica violazione del diritto alla libertà religiosa, soprattutto a danno dei cristiani. È un tema, sostiene ACS, che deve diventare centrale nel dibattito pubblico. Il rischio è l’indifferenza, che è complice delle continue sofferenze. Alcune fonti autorevoli, in riferimento a quanto accade in Medioriente, hanno parlato di “genocidio”.

Nel corso dell’evento, introdotto dal presidente internazionale di Aiuto alla Chiesa che Soffre, cardinale Mauro Piacenza, e dal presidente di ACS Italia, Alfredo Mantovano, prenderanno la parola testimoni rappresentativi, a cominciare da monsignor Antoine Audo, vescovo di Aleppo, la città simbolo del martirio della Siria.

Con CL, hanno voluto aderire: Alleanza cattolica, Associazione Genitori Scuole Cattoliche, Associazione Pakistani Cristiani in Italia, Associazione pro Terra Sancta, Azione cattolica, Caritas italiana, Comunità di Sant’Egidio, Focsiv, Fondazione Oasis, Movimento Cristiano Lavoratori, Movimento dei Focolari, Movimento per la Vita, Regnum Christi, Rinnovamento nello Spirito Santo, Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti e Unitalsi.

Guarda il video di lancio

mercoledì 13 aprile 2016

Encuentro Madrid 2016

ENCUENTROMADRID 2016 (www.tracce.it)

Europa, un nuovo inizio

di Rafael Gerez
12/04/2016 - Si è chiusa la tre giorni spagnola, quest'anno dedicata al Vecchio Continente e alle spinte da cui, anche nella crisi che vive, può ripartire. Con le parole del presidente della kermesse, il comunicato finale
Migliaia di persone hanno partecipato a una nuova edizione di EncuentroMadrid, che quest’anno ha posto l’attenzione sulla crisi dell’Europa e sulla possibilità che il vecchio continente ritrovi una spinta propulsiva a partire dalle sue radici più profonde. Come ha affermato il filosofo italiano Costantino Esposito, la vocazione dell’Europa è la ragione, ma una ragione aperta al Mistero, che non censura le grandi domande riguardo al significato. Non possiamo rinunciare alla domanda della verità, che è possibile affermare e proporre solo nella libertà. In questo senso, Esposito ha auspicato un nuovo incontro fra la tradizione cristiana e l’Illuminismo.

Questa vocazione dell’Europa si è manifestata particolarmente nell’ambito dell’educazione, della scienza e delle arti, nell’iniziativa imprenditoriale e nella capacità di accoglienza e dialogo, aspetti che hanno trovato spazio in questa edizione di EncuentroMadrid, che si è occupato anche della dimensione politico-istituzionale del progetto europeo, la cui fragilità attuale richiede un nuovo inizio.

In un coinvolgente dialogo sulla recente storia europea, il sociologo Mikel Azurmendi ha spiegato che la codificazione dei diritti umani, la grande opera dell’Illuminismo, non basta da sola a sostenere la speranza e l’impeto per costruire. È necessario educare alla gratitudine e al desiderio del bene, e ciò richiede un tessuto comunitario, un dialogo su che cosa è veramente l’uomo.

domenica 10 aprile 2016

Tracce: una sintesi dell'"Amoris Laetitia"

L'ESORTAZIONE APOSTOLICA

Amoris laetitia (WWW.tracce.it)


08/04/2016 - È stata presentata questa mattina l'Esortazione apostolica post-sinodale sull'amore nella famiglia. Ve ne offriamo la sintesi proposta dalla Santa Sede, con l'invito del Papa a leggerla tutta con calma e per bene
Amoris laetitia” (AL - “La gioia dell’amore”), l’Esortazione apostolica post-sinodale “sull’amore nella famiglia”, datata non a caso 19 marzo, Solennità di San Giuseppe, raccoglie i risultati di due Sinodi sulla famiglia indetti da Papa Francesco nel 2014 e nel 2015, le cui Relazioni conclusive sono largamente citate, insieme a documenti e insegnamenti dei suoi Predecessori e alle numerose catechesi sulla famiglia dello stesso Papa Francesco. Tuttavia, come già accaduto per altri documenti magisteriali, il Papa si avvale anche dei contributi di diverse Conferenze episcopali del mondo (Kenya, Australia, Argentina...) e di citazioni di personalità significative come Martin Luther King o Erich Fromm. Particolare una citazione dal film “Il pranzo di Babette”, che il Papa ricorda per spiegare il concetto di gratuità.

sabato 9 aprile 2016

"Amoris Laetitia" di Papa Francesco

"Amoris Laetitia” di papa Francesco

"La Chiesa è chiamata a formare le coscienze e non a pretendere di sostituirle" è la frase chiave dell' Esortazione apostolica post-sinodale Amoris Laetitia sulla famiglia che viene pubblicato l'8 Aprile, un testo lungo e articolato che raccoglie le riflessioni dei due Sinodi del 2014 e 2015. Una nuova costituzione per le famiglie del terzo millennio in un tempo di grandi cambiamenti. Il tentativo che emerge è quello di un approccio positivo e del superamento della logica della condanna e della lamentela per quello che non va. Non manca ovviamente l'elencazione delle sfide come quella rappresentata dalla cultura individualistica che porta a non prendere impegni definitivi o quella rappresentata dalla povertà o dai ritmi frenetici di lavoro da impedire la vita familiare. Ma il documento presenta la bellezza della famiglia e del Vangelo.

Nove capitoli, oltre 300 paragrafi, 260 pagine, circa due anni per elaborare il testo che riporta la data della Solennità di San Giuseppe. Tutto a voler dimostrare che per parlare di famiglia “non esistono semplici ricette”, ma bisogna ampliare lo sguardo e adottare un discernimento che, per quanto possibile, rifletta sul “caso per caso”. Perché, scrive il Papa, “non tutte le discussioni dottrinali, morali o pastorali devono essere risolte con interventi del magistero”, ma anzitutto con l’amore. La gioia dell’amore, appunto.

Leggi il testo dell'esortazione apostolica postsinodale (www:centriculturali.it)

giovedì 7 aprile 2016

Milano, che cosa vuol dire amministrare una città

MILANO

L'orchestra che serve al welfare

di Paolo Perego
07/04/2016 - Ieri sera, il secondo incontro del ciclo organizzato da Cmc, Fondazione per la Sussidiarietà e CdO Milano sulle sfide di una città prossima alle urne. Un dialogo tra attori e studiosi del Terzo settore, un pilastro fondamentale per il capoluogo lombardo
Una fotografia del passato? Un quadro di ciò che verrà? Nulla di tutto questo. Si è parlato di ciò che già c'è. E delle domande che questo, oggi, pone di fronte al futuro. Amministrative in arrivo a Milano, come in tante altre città italiane. Ma con una campagna elettorale che, per ora, sembra interessare più per i contenuti che per gli scontri tra avversari. E questo, forse, è una novità interessante, oltre che un bene. Così, per la seconda tappa del percorso di avvicinamento alle urne, il Centro Culturale di Milano ieri sera ha portato in scena, nella sala di via Sant'Antonio, a due passi dal Duomo, parole come non profit, terzo settore, welfare e lavoro. Strumenti, le voci di alcuni "esperti": direttore d'orchestra, come verrà definita da qualcuno, Monica Poletto, presidente di CdO opere sociali, quindi lo scienziato politico della Statale di Milano, Maurizio Ferrera, la professoressa Franca Maino, ricercatrice nello stesso ateneo, Sergio Silvotti, presidente della Fondazione Triulza, e Gigi Petteni, segretario nazionale della Cisl.

Intervista a don Julian de la Morena: "La verità dell'America Latina è che Cristo c'è"

Il testo integrale dell'intervista a don Julián de la Morena
LA RIVOLUZIONE
di Alessandra Stoppa


«La verità dell’America Latina è che Cristo c’è». Di schianto, è la prima cosa che don Julián de la Morena dice sul «Nuovo Mondo», così lo chiama, mentre si prepara a passare la Settimana Santa nel carcere femminile di Belo Horizonte. Spagnolo, vive in Sud America dal 2002. È missionario della Fraternità sacerdotale San Carlo Borromeo e da sei anni guida le comunità di Comunione e Liberazione sparse in tutto il Continente.
Il centro dei gesuiti dove si è svolta l’Assemblea responsabili del movimento, l’Espaço Anhanguera a San Paolo del Brasile, è uno dei posti in cui si radunava il Partito dei lavoratori dell’ex presidente brasiliano Lula, che passo a passo «ha lasciato Cristo per la lotta sociale». La coincidenza lo colpisce. «È la stessa alternativa, sempre, per la Chiesa e per ciascuno di noi».

Che cosa pensa guardando, oggi, l’America Latina? Ci sono problemi molto grandi. C’è il narcotraffico, c’è la violenza, la crisi. Ma quello che vedo di più sono dei fatti che mostrano come Cristo continua ad essere presente. Come ha detto di recente il papa emerito Benedetto XVI:?«Solo là dove c’è misericordia finisce la crudeltà, finiscono il male e la violenza».

Papa Francesco: I Santi di tutti i giorni mandano avanti la Chiesa

I santi di tutti i giorni mandano avanti la Chiesa
Sergio Centofanti


​ Sono i santi della vita ordinaria e i martiri di oggi che mandano avanti la Chiesa con il loro essere coerenti e coraggiosi testimoni di Gesù risorto, grazie all’opera dello Spirito Santo: questo, in sintesi, quanto ha detto Papa Francesco nell’omelia della Messa mattutina presieduta nella Cappellina di Casa Santa Marta.

Il cristiano “si gioca la vita nella vera testimonianza"
La prima lettura, tratta dagli Atti degli Apostoli, parla del coraggio di Pietro che, dopo la guarigione dello storpio, annuncia la Risurrezione di Gesù davanti ai capi del Sinedrio: questi, arrabbiati, vogliono metterlo a morte. Gli era stato proibito di predicare nel nome di Gesù, ma lui continua a proclamare il Vangelo perché – dice – “bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini”. Questo Pietro “coraggioso” – afferma Papa Francesco - non ha niente a che vedere con “Pietro il codardo” della notte del Giovedì Santo, “quando pieno di paura rinnega tre volte il Signore”. Adesso Pietro diventa forte nella testimonianza. “La testimonianza cristiana – osserva il Papa - ha la stessa strada di Gesù: dare la vita”. In un modo o in un altro, il cristiano “si gioca la vita nella vera testimonianza”: “La coerenza fra la vita e quello che abbiamo visto e ascoltato è proprio l’inizio della testimonianza. Ma la testimonianza cristiana ha un’altra cosa, non è solo di quello che la dà: la testimonianza cristiana, sempre, è in due. ‘E di questi fatti siamo testimoni noi e lo Spirito Santo’. Senza lo Spirito Santo non c’è testimonianza cristiana. Perché la testimonianza cristiana, la vita cristiana è una grazia, è una grazia che il Signore ci dà con lo Spirito Santo”.

mercoledì 6 aprile 2016

Anno della Misericordia: Moscati, il medico santo

Roma
Si tratta della vita e della storia di un uomo, un medico, un santo. «Che cosa ha fatto Giuseppe Moscati per meritare la santità? Come tutti gli altri, ha vissuto una vita come la nostra, mia e tua, dall’albore mattutino fino al crepuscolo serale, istante per istante. Ma l’ordinaria quotidianità dell’esistenza si ingigantiva di momento in momento perché viveva del rapporto con l’Infinito, cioè della presenza di Cristo che diventava habitus cosciente e nesso desiderato». Domanda e risposta sono di monsignor Luigi Giussani, contenute nella prefazione (scritta nel 2003) al libro di Paola Bergamini, vicedirettrice di Tracce, «Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico» (Edizioni Piccola Casa Editrice).

San Giuseppe Moscati viene alla luce a Benevento il 25 luglio 1880, e presto è «adottato» da Napoli, dove diventa medico. Vive e svolge la sua professione con particolare generosità e amore, ricevendo lodi e affetto dei suoi pazienti e dei suoi concittadini. Salva - «miracolosamente» - alcuni malati durante l’eruzione del Vesuvio del 1906; nel 1921, quando il colera devasta Napoli, da Primario degli Ospedali riuniti si adopera strenuamente per curare e assistere i contadini.

Mai, fermerà la sua – quotidiana, concreta, efficace, amabile - opera a servizio dei malati. Mai, chiederà la parcella ai poveri.

Di più: mentre guarisce i corpi, è attento anche alle anime.

Tutto questo fino alla morte, che lo coglie il 12 aprile 1927, a 47 anni. Il futuro beato papa Paolo VI lo eleva agli altari nel 1975; il futuro santo papa Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1987, lo canonizza.

martedì 5 aprile 2016

Wim Wenders, Ritorno alla vita

HOMEVIDEO

La vertigine (3D) della vita

di Luca Marcora
05/04/2016 - Thomas è uno scrittore in piena crisi. Anche i rapporti con la fidanzata sono segnati da una profonda inadeguatezza. Fino al giorno in cui un imprevisto gli cambierà profondamente la vita… Un film di Wim Wenders, sul bisogno di perdonarsi
Thomas è incapace di abbracciare. Quando Sara cerca di stringerlo a sé, dopo che lui ha tentato di togliersi la vita, il suo è un abbraccio impacciato e goffo, quasi non fosse realmente presente in quella circostanza. Scrittore con alle spalle già due romanzi di buon successo, è tutto ripiegato su se stesso, irraggiungibile da chiunque, anche dalla donna che dice di amare. Sara vorrebbe sposarlo e avere dei figli; lui no, desidera solo scrivere. O forse in realtà non può averne. È impossibile capire cosa davvero pensi Thomas.

Wim Wenders, che torna al lungometraggio di finzione dopo 7 anni, sceglie di realizzare il film utilizzando la tecnologia del 3D nativo per poter scavare più a fondo nell’animo di personaggi estremamente chiusi: «Il 3D è completamente sottovalutato, male utilizzato e sento che le possibilità che offre non sono state ancora esplorate. Può essere uno strumento fantastico, capace di aprire una dimensione completamente nuova di partecipazione emotiva alla storia e ai personaggi». Si è parlato di 3D “in chiave esistenziale”, come dimostrano le numerose inquadrature che sfruttano quell’“effetto Vertigo” che trae il suo nome dall’omonimo film di Alfred Hitchcock, nel quale venne utilizzato per la prima volta nel 1958. Attraverso una combinazione di zoom e carrello, l’oggetto inquadrato in primo piano rimane fermo, mentre lo sfondo sembra muoversi a causa della variazione di prospettiva.

Volantone su un piedistallo

LETTERA DA DUBLINO

Gli «occhi di Cristo» su un piedistallo


05/04/2016 - La messa prima di andare al lavoro, l'incontro in confessionale con padre Christopher e il dono del Volantone di Pasqua. Che il Giovedì Santo finisce in mezzo alla chiesa dei carmelitani, «come uno strumento prezioso per tutti»
Tutte le mattine vado a messa in una chiesa in centro a Dublino, sulla strada per andare in ufficio. La chiesa è in una delle vie principali della città, dove passa moltissima gente, anche solo per una preghiera. È una chiesa di frati carmelitani e, fin da subito, ti colpisce, oltre alla bellezza, la cura con cui la chiesa è tenuta. Ma soprattutto, il fatto che tutto il giorno ci siano frati a confessare, cosa che qui non è scontata.

È in confessione e nella messa che ho "conosciuto" padre Christopher. Sono rimasta infatti affascinata dalla sua profonda fede, scarna di parole, ma che lascia trasparire un rapporto vivissimo con Cristo. Così il mercoledì della Settimana santa sono andata a presentarmi, dicendogli che facevo parte di Comunione e Liberazione e regalandogli il volantone di Pasqua. Lui conosceva il movimento, soprattutto perché il Venerdì Santo organizziamo la Via Crucis col Vescovo, nel parco principale della città. Mi ha ringraziato di cuore e mi ha augurato buona Pasqua. La mattina dopo, essendo Giovedì Santo, non c'era la messa, ma sono passata lo stesso per dire le lodi e sono rimasta senza parole: aveva messo il volantone sopra un piedistallo trasparente, in modo che fosse in alto, proprio davanti alle panche dedicate alla confessione. In questo modo, ogni persona in fila per confessarsi era richiamata a leggerlo e ad avere davanti agli occhi Gesù, l'adultera e le parole del Papa e del don Gius.

Padre Christopher ha reso carne «quell'abbraccio che ti salva, ti perdona, ti risolleva, ti inonda di un amore infinito», offrendo alle persone che si accostano a Gesù quelle parole e quell'immagine da guardare. I suoi occhi che mi ringraziavano e quel volantone in mezzo alla chiesa (è ancora lì) mi stanno accompagnando in questo periodo di Pasqua, perché sono gli occhi di Gesù, ora e per me. Solo un uomo preso dall'amore di Cristo può vedere nella sua esperienza quell'"abbraccio di misericordia" di cui parla il Papa e riconoscere lo strumento prezioso che il volantone è per tutti. È Cristo presente ora, che commuove padre Christopher e me attraverso di Lui, colmandomi di una gratitudine infinita per avermi preso e per riprendermi ogni istante.

Silvia, Dublino

Altre news

venerdì 1 aprile 2016

G.Cottier, Ecclesiologia lunare

GEORGES COTTIER

La Chiesa e la luna


01/04/2016 - È morto il Cardinale domenicano, teologo emerito della Casa Pontificia. Nato nel 1922, il porporato svizzero è stato collaboratore degli ultimi tre Papi. "Vatican Insider" ripubblica un suo articolo comparso su "30Giorni" nel 2012
Leggendo L’Osservatore Romano, sono rimasto colpito da un articolo scritto dal cardinale Kurt Koch e pubblicato lo scorso 27 gennaio con una titolazione piuttosto singolare. L’articolo si intitolava "Ecclesiologia lunare". E recensiva il volume del cardinale Walter Kasper Chiesa cattolica. Essenza, realtà, missione, recentemente pubblicato in Italia dalla editrice Queriniana. Nei passi del libro valorizzati anche dalla recensione ho trovato spunti che mi sembrano preziosi, soprattutto in vista dell’Anno della fede e del prossimo sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione.

Il titolo della recensione del cardinale Koch rinvia a un’analogia tradizionale applicata alla Chiesa già dai Padri dei primi secoli, ripresa anche nel Medioevo: quella secondo cui la natura della Chiesa si può cogliere usando la figura della luna. La luna porta la luce nella notte, ma la luce non viene da lei, viene dal sole. Così è la Chiesa: essa porta la luce al mondo, ma questa luce che porta non è sua. È la luce di Cristo. «La Chiesa», commenta il cardinale Koch nella sua recensione, «non deve voler essere sole, ma deve rallegrarsi di essere luna, di ricevere tutta la sua luce dal sole e di farla risplendere dentro la notte». Nel ricevere la luce da Cristo la Chiesa vive tutta la sua pienezza di letizia, «giacché essa», come confessò Paolo VI nel Credo del popolo di Dio, «non possiede altra vita se non quella della grazia».

Alla vigilia dell’Anno della fede, l’immagine della luna aiuta a cogliere anche quali siano la natura della Chiesa e l’orizzonte proprio della sua missione.

Il paragone con la luna non va preso come una marginalizzazione della missione della Chiesa. La Chiesa è a suo modo responsabile della luce di Cristo che è chiamata a riflettere. Quella luce non va oscurata. La Chiesa deve riverberare, e non appannare o spegnere in sé quel riflesso. Come fa la luna durante la notte, essa deve diffondere la luce di Cristo nella notte del mondo che, lasciato a sé stesso, rimarrebbe nel peccato e nell’ombra della morte. Come annotava sempre Paolo VI nel suo discorso d’apertura della seconda sessione del Concilio ecumenico Vaticano II: «Quando il lavoro di santificazione interiore sarà stato compiuto, la Chiesa potrà mostrare il suo volto al mondo intero, dicendo queste parole: Chi vede me, vede Cristo, così come il divin Redentore aveva detto di sé: “Chi ha visto me ha visto il Padre” (Gv 14,9)»...

CONTINUA A LEGGERE SU VATICAN INSIDER