martedì 29 dicembre 2015

Scoprire che il dolore è lavoro

Scoprire che il dolore è lavoro e ci insegna «chi è il padrone»

di Fabrizio Sinisi

«Cosa vuole da me questa malattia? O sono io che voglio qualcosa da lei? L’interrogativo non aveva alcuno scopo pratico, eppure l’unico motivo della sua esistenza era questa continua ricerca del significato mancante. Se avesse tenuto un diario del dolore, l’unica voce sarebbe stata una parola: io»
Philip Roth

L’autore è Philip Roth, romanziere vivente (classe 1933); la citazione è da La lezione di anatomia, del 1983. Un romanzo la cui trama si raccoglie in due battute: un uomo - lo scrittore Nathan Zuckerman - è tormentato da una dolorosa e apparentemente incurabile malattia. La sua storia consiste nel tentativo di reagire, e infine vivere questa malattia. Sembrerebbe banale; banale come può sembrarlo la vita quando non la si guarda da vicino, dal di dentro. Una malattia, anche il malessere più trascurabile, è un fatto serio: non solo per quello che comporta, ma per quello che significa. Il dolore, a qualunque misura, è un imprevisto, un contraccolpo - costringe a fare i conti con se stessi come cosa misteriosa.
L’io - fino alla sua intimità fisica - si dimostra allora un luogo che non solo non conosciamo, ma che ci contraddice e interroga, che ha una sua inesorabile irriducibilità: noi non siamo quello che vogliamo, né quello che pensiamo. In questo romanzo Roth dimostra quasi con ferocia come il nostro stesso corpo sia un limite, ma anche un argine dell’egotismo; a un individuo che vuole e tenta di farsi da sé, il corpo oppone una resistenza. «Cosa ci insegna il dolore cronico? Il dolore cronico ci insegna: primo, cos’è il benessere; secondo, cos’è la codardia; terzo, un po’ di quello che significa essere condannati ai lavori forzati. Il dolore è lavoro. Che altro, Nathan, soprattutto? Ci insegna chi è il padrone».

lunedì 28 dicembre 2015

Braschi: il mondo pagano e la misericordia inconcepibile

ARCHIVIO

«Che è mai questa preferenza concessa ai peccatori?»

di Francesco Braschi SULLE VIE DELL'IMPERO
La misericordia, prima di Cristo, era del tutto inconcepibile. E davanti ai cristiani, nel pagano celso nasceva una domanda...
(www.tracce.it)

Siamo ormai alle porte del Giubileo della Misericordia, sulla quale papa Francesco chiede che si fissi l’attenzione di tutti, poiché essa - come scrive nella Bolla Misericordiae Vultus - è come la sintesi del mistero della fede cristiana, «condizione della nostra salvezza... atto ultimo e supremo con il quale Dio ci viene incontro…» (n.2).
Siamo dunque posti davanti a una realtà dalla ricchezza inesauribile tanto quanto la stessa profondità del Mistero. Non è affatto scontato che ci si “accorga” del valore della misericordia, perché siamo abituati a considerare tale realtà - il più delle volte riducendola moralisticamente o sentimentalmente - come “normale”, abituale compagna della condizione umana.
Ma davvero è così? Ci accade di pensare che la misericordia possa magari essere esclusa come scelta personale, ma non negata come realtà. Ma non sempre è stato così. Prima della venuta di Cristo, la misericordia non era semplicemente disprezzata o rifiutata: piuttosto, era negata quale principio logico e ragionevole, mediante il quale interpretare la realtà.

Ce lo testimonia nel II secolo, il pagano Celso, che, nel suo Contro i cristiani, così si esprime: «Non sto per nulla rivolgendo ai cristiani accuse più aspre di quanto la verità richieda. Infatti, tutti coloro i quali invitano ad abbracciare una religione pongono come pregiudiziale necessaria che uno sia puro di mano e saggio di parola e abbia una vita buona e giusta... Sentiamo ora chi mai i cristiani invitano. Essi dicono: chiunque sia peccatore, sciocco, stolto e, per dirla in una sola parola, chiunque sia sciagurato, questi sarà accolto nel regno di Dio». Un tale atteggiamento, secondo Celso, è del tutto contrario alla natura di Dio e irrispettoso nei suoi confronti: «Che è mai dunque questa preferenza concessa ai peccatori? Con questo loro insegnamento i cristiani bestemmiano Dio e mentono contro di Lui».

Borgna: intervista di Corrado Zucchetti


DSM-V intervista con Eugenio Borgna


Riporto questa intervista di Francesca Sironi  ad Eugenio Borgna in relazione alla nuova edizione del DSM-5 borgna

http://espresso.repubblica.it/visioni/scienze/2014/03/21/news/giu-le-mani-dalla-psiche-il-dsm-5-tutto-sbagliato-1.158037

Giù le mani dalla psiche

Ecco perché il Dsm-5 sbaglia
«La fame di ricette semplici trova nel Dsm-5 la sua epifania più sconvolgente». Così Eugenio Borgna, uno dei più grandi psichiatri italiani, studioso della “dimensione profonda e soggettiva del disagio psichico”, come ricorda su di lui la Treccani, commenta la quinta edizione del manuale di riferimento per la salute mentale nel mondo: il cosiddetto “Dsm”. Firmato dall’ American Psychiatric Association , il tomo che classifica l’animo umano in oltre 300 potenziali disturbi arriverà in Italia il 28 marzo, tradotto da Raffaello Cortina .
Dopo tredici anni di lavoro e decine di migliaia di esperti coinvolti in studi e conferenze, i guru statunitensi della mente hanno stabilito «un linguaggio comune» per definire i nuovi «standard» con cui «la vita di milioni di individui» può essere compresa nelle sue patologie (parole del presidente del progetto, David Kupfer) mettendo nero su bianco quali sofferenze possono essere chiamate «disturbi» e quali no, da quali avvisaglie possiamo capire se un bambino è iperattivo o un amico depresso, secondo quali test (sì, ci sono anche i questionari a crocette) la nostra ansia andrebbe curata con un blister oppure la timidezza che mostriamo in pubblico avrebbe bisogno di una terapia. Uno strumento apprezzato, utile, usato. Ma anche oggetto di profonde critiche.
«Come già aveva scritto Kafka, è più facile prescrivere delle ricette, fare delle diagnosi, che non invece ascoltare chi sta male, perché quest’ultima cosa esige tempo, esige attenzione, esige riflessione»: dal suo studio di Novara, Borgna commenta così queste «tavole della legge che presentano soltanto paradigmi esteriori», perché sconfessano in partenza, dice, quello che dovrebbe essere il fondamento della psichiatria.
Cosa c’è che non va nel manuale?

sabato 26 dicembre 2015

Omelia di don Giussani per la festa di Santo Stefano (Desio, 26-12-1944)

Santo Stefano ovvero dell'amicizia di Cristo

Luigi Giussani Omelia di Luigi Giussani per la festa di Santo Stefano
Desio, 26 dicembre 1944


Veni Sancte Spiritus.
Veni per Mariam.


Le sacre vesti che i ministri rivestono all’altare non han più il candore di ieri. Rosse sono: simbolo di sangue. Accanto alla dolcissima contemplazione di un Dio bambino riscaldato dall’amore della Madre, quale contrasto la visione di Stefano che muore fra il grandinare delle pietre, coperto di sangue! Con che raccapriccio il nostro pensiero passa dal canto degli angeli e dai volti affettuosi dei pastori alle figure urlanti e frementi d’odio dei lapidatori di Stefano!

Ma l’accostamento è denso di significato. Nel fulgore di luce che circonda la capanna di Betlem si delinea maestosa la figura della Croce.


venerdì 25 dicembre 2015

Natale 2015

Natale 2015. Il Volantone di Comunione e Liberazione


11/12/2015

Come ogni anno, il Movimento di Comunione e Liberazione propone un'immagine artistica e un testo come aiuto a vivere il mistero del Natale.

Quest'anno l'immagine è di V. Kandinsky, Linea curva libera verso il punto: suono simultaneo di linee curve geometriche, 1925. Metropolitan Museum of Art, New York (© The Metropolitan Museum of Art / Art Resource / Scala, Firenze).

«È come un pezzo di ghiaccio entro cui brucia una fiamma». Così scriveva Vasily Kandinsky nel 1925, lo stesso anno in cui realizzava questo disegno a inchiostro su carta, oggi conservato al Metropolitan Museum di New York. Sono trascorsi oltre quindici anni dal suo primo celebre acquerello astratto del 1909. L’arte di Kandinsky si è fatta in apparenza più fredda e calcolata: sono gli anni in cui insegna al Bauhaus, la celebre scuola tedesca di architettura e design legata al razionalismo e al funzionalismo. Scrive anche un saggio di teoria artistica intitolato Punta, linea e superficie. Questo disegno è la perfetta esemplificazione del suo intento: rendere in modo chiaro e puro una dinamica pienamente reale ed umana. Questa dinamica è l’attrazione esercitata sulla linea (la nostra vita) da un punto (l’altro, l’ospite inatteso). Un qualcosa che, per quanto smaterializzato nella rappresentazione di Kandinsky, produce, come lui stesso aveva scritto, «una vibrazione del cuore». E forse le curve accompagnano la traiettoria potrebbero essere proprio lette come la rappresentazione di questa vibrazione...
(Giuseppe Frangi, controcopertina di Tracce, dicembre 2015)


Il testo è costituito da due brani. Il primo, di papa Francesco, è tratto dal Discorso al Centro di Rieducazione Santa Cruz - Palmasola. Santa Cruz de la Sierra (Bolivia), 10 luglio 2015.
Il secondo brano, di Luigi Giussani, è tratto dal libro L’avvenimento cristiano, BUR, Milano 2003, pp. 14-15.
Ecco i due brani:

«Per te, per te, per te, per me. Un amore attivo, reale. Un amore che guarisce, perdona, rialza, cura. Quando Gesù entra nella vita, uno non resta imprigionato nel suo passato, ma inizia a guardare il presente in un altro modo, con un’altra speranza. Uno inizia a guardare se stesso, la propria realtà con occhi diversi. Non resta ancorato in quello che è successo. E se in qualche momento ci sentiamo tristi, stiamo male, abbattuti, nel suo sguardo tutti possiamo trovare posto».
(Papa Francesco)

«Dio, il destino, il mistero, l’origine di tutte le cose, è diventato un volto umano: così è apparso Dio nel mondo. Chi lo incontrava diceva: “Nessuno ha mai parlato come quest’uomo” oppure: “Quest’uomo sì che parla con autorità”. Dio, il mistero, il destino fatto uomo, si rende presente ora a me e a te, e a tutti gli uomini che sono chiamati a vederlo, ad accorgersene, in un volto: un volto umano nuovo in cui ci si imbatte».
(Luigi Giussani)

giovedì 24 dicembre 2015

Carron a Bari: il vuoto, la persona, il popolo

BARI

«Per tornare a un'autentica domanda sull'io»

di Fabrizio Sinisi
23/12/2015 - Non è bastata la sala del cinema Showville, ieri sera. Con l'autore, l'editore Alessandro Laterza, il rettore Corrado Petrocelli e il filosofo Costantino Esposito hanno dialogato su "La bellezza disarmata" di don Julián Carrón
«La questione è come affrontare una grande crisi antropologica»: così esordisce Alessandro Laterza, editore, durante la presentazione de La bellezza disarmata, ultimo libro di Julián Carrón, in una sala così gremita da rendere necessario l’uso di un’altra sala, videocollegata: si riempirà anche quella.

Oltre a Laterza, con l’autore è sono presente anche Corrado Petrocelli, rettore dell’Università di San Marino e per anni guida dell’Università degli Studi di Bari. Già dall’introduzione Costantino Esposito, filosofo all’università della città pugliese chiamato a moderare la serata, imposta il livello del lavoro comune. Cita l’intervista a un sopravvissuto del Bataclan: «Abbiamo scoperto che la nostra vita è appesa a un filo». A questo livello si colloca il dialogo, ed è a questo livello che Laterza imposta il suo intervento, più sulle domande che sulle risposte o le considerazioni.

mercoledì 23 dicembre 2015

Carron presenta 'La bellezza disarmata' a Catania ed è subissato di domande dal pubblico

CATANIA

Dal paragone di un testo con la vita...

di Mario Tamburino
22/12/2015 - La presentazione de "La bellezza disarmata" nella città siciliana. Questa volta è il pubblico a porre le domande a don Julián Carrón: qual è il compito del cristiano in questa terra di contraddizioni? E come stare di fronte alla libertà dei figli?
«Per un uomo. Tutti premurosi, tutti allegri per vedere un uomo». La scoperta stupita, e persino un po’ stizzita, dell’Innominato ne I promessi sposi sarebbe forse, ancor oggi, l’unica in grado di spiegare il senso della strana allegria che fa convergere tutto un popolo verso la città ai piedi dell’Etna da ogni angolo della Sicilia orientale. La presentazione a Catania de La bellezza disarmata di don Julián Carrón, sceglie una formula diversa da quella degli incontri precedenti, affidati al dialogo tra l’autore ed alcuni interlocutori d’eccezione. Le domande - spiega Enrico Jansiti introducendo la serata - sono state, infatti, selezionate tra le tante arrivate da quanti, leggendo il libro, «hanno tentato un paragone tra il testo e la vita» così com'è, nella sua «imperfezione».

Carron: Natale, gesti di umanità che muovono il cuore

DOCUMENTI

Il Natale dei credenti, gesti di umanità che muovono il cuore

di Julián Carrón
23/12/2015 - «Misericordia. L’amore ci raggiunge attraverso facce sconosciute che con il loro esultare ci restituiscono la nostra vita e il disegno di Dio». La lettera del Presidente della Fraternità di CL al Corriere della Sera (23 dicembre 2015)
Caro Direttore, è sempre più frequente che la gente si stupisca di gesti semplici di umanità a cui non diamo quasi più valore, tanto ci sembrano normali, abituali. In un centro di accoglienza un volontario chiama per nome un profugo pachistano, alla domanda se preferisce pasta in bianco o al sugo, carne o pesce, quello scoppia a piangere per la commozione.

Una giovane manda un sms a un bulgaro appena incontrato: «Come stai?»; l’uomo è stupito che una persona quasi sconosciuta si interessi di lui. Potrei raccontare all’infinito episodi di questo genere. Possono essere gesti semplici, come quelli accennati, oppure eclatanti: pensiamo a quei tedeschi e austriaci che sono corsi ad accogliere i profughi alla frontiera e ai tanti che ogni giorno soccorrono coloro che sbarcano sulle coste italiane. Sembra niente di fronte alla enormità dei problemi, eppure il loro effetto è tanto dirompente in coloro a cui capitano, quanto può apparire banale, insignificante e scontato a noi che vediamo accadere questi episodi.

domenica 20 dicembre 2015

A Bari la presentazione de “La bellezza disarmata”, il nuovo libro di Juliàn Carron

A Bari la presentazione de “La bellezza disarmata”, il nuovo libro di Juliàn Carron

Il prete spagnolo, responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione, mette a tema la crisi della cultura occidentale, con un affondo sui temi di attualità come immigrazione, famiglia, nuovi diritti, Europa, terrorismo, politica ed economica

julian-carron
È in programma martedì 22 dicembre a Bari alla Multisala Showville in via Giannini 9 la presentazione de “La bellezza disarmata”, il primo libro di Julián Carrón, responsabile del Movimento di Comunione e Liberazione da dieci anni, dopo la scomparsa del fondatore, mons. Luigi Giussani.
«Non c’è altro accesso alla verità se non attraverso la libertà. La storia è lo spazio del dialogo nella libertà»; e ancora: «Nessuno può stare in piedi senza qualcosa per cui valga la pena vivere», scrive l’Autore. L’editore Alessandro Laterza e il Rettore dell’Università di San Marino Corrado Petrocelli si confrontano con don Julián Carrón su queste provocazioni e numerose altre che il sacerdote spagnolo lancia con il libro. Coordina l’incontro Costantino Esposito, Ordinario di Storia della Filosofia all’Università di Bari e membro del consiglio nazionale di Comunione e Liberazione.
Tra le personalità che hanno confermato la loro presenza all’incontro, anche il Presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, il Sindaco Antonio Decaro e i Rettori dell’Università di Bari e del Politecnico Antonio Uricchio e Eugenio Disciascio.
Il volume, uscito a metà settembre per Rizzoli, mette a tema la crisi della cultura occidentale, con un affondo sui temi di attualità come immigrazione, famiglia, nuovi diritti, Europa, terrorismo, politica ed economia. Attraverso il percorso del libro, l’autore rimette al centro l’uomo, con le sue domande e le sue esigenze di verità e di libertà. La “bellezza disarmata” della fede si fa strada come possibile risposta alle sfide del presente.

sabato 19 dicembre 2015

Papa Francesco: Dio ci dia la grazia di sentirci 'scartati'

Papa: Dio ci dia la grazia di sentirci "scartati"

Francesco apre la Porta Santa della Carità di un centro Caritas di Roma. Dio "ci dà la misericordia e la grazia e per avvicinarsi a quella grazia dobbiamo avvicinarci agli scartati, ai poveri, a quelli che hanno più bisogno, perché su quell’avvicinamento tutti noi saremo giudicati”.


Roma (AsiaNews) – Le strade delle ricchezze, della vanità, dell’orgoglio, non sono strade di salvezza, perché quando ci sarà il Giudizio nostro, Gesù, per aprirci la porta del Cielo ci dirà “ero affamato e mi hai dato da mangiare; ero senzatetto e mi hai dato una casa; ero così, ero ammalato e sei venuto a trovarmi; ero in carcere, sei venuto a trovarmi”. Sono parole che papa Francesco ha rivolto, oggi pomeriggio, a 200 persone, riunite nella mensa san Giovanni Paolo II, accanto alla stazione Termini, la stazione centrale di Roma, in rappresentanza di tutti i centri di accoglienza della Caritas diocesana.
In questo centro Caritas che comprende l'Ostello don Luigi Di Liegro – il direttore della Caritas che lo fondò nel 1987 - e la Mensa san Giovanni Paolo II, Francesco è arrivato poco dopo le 16 per aprire la Porta Santa della Carità (nella foto). Il Papa l’ha aperta  guidando una processione che intonava le litanie dei santi. Tra questi alcuni legati alla misericordia e importanti per Roma, come san Filippo Neri, santa Fabiola, santa Giacinta, san Damiano di Molokai e san Giovanni Paolo II, accanto ai “martiri della giustizia e della carità”, il beato Oscar Romero e la beata Madre Teresa di Calcutta.
Alla messa celebrata subito dopo l’apertura della Porta Santa sono stati ammessi  esclusivamente persone delle strutture di accoglienza e i loro parenti. A loro Francesco ha dedicato l’omelia, interamente a braccio, nella quale ha chiesto la grazia  “di sentirci scartati, perché noi non abbiamo alcun merito: soltanto Lui ci dà la misericordia e la grazia e per avvicinarsi a quella grazia dobbiamo avvicinarci agli scartati, ai poveri, a quelli che hanno più bisogno, perché su quell’avvicinamento tutti noi saremo giudicati”.

venerdì 18 dicembre 2015

Messaggio di Papa Francesco per la giornata della pace

MAGISTERO

Vinci l’indifferenza e conquista la pace

Messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace (1 gennaio 2016)
16/12/2015
Dio non è indifferente! A Dio importa dell’umanità, Dio non l’abbandona! All’inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest’ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo.

Custodire le ragioni della speranza
Le guerre e le azioni terroristiche, con le loro tragiche conseguenze, i sequestri di persona, le persecuzioni per motivi etnici o religiosi, le prevaricazioni, hanno segnato dall’inizio alla fine lo scorso anno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una “terza guerra mondiale a pezzi”. Ma alcuni avvenimenti degli anni passati e dell’anno appena trascorso mi invitano, nella prospettiva del nuovo anno, a rinnovare l’esortazione a non perdere la speranza nella capacità dell’uomo, con la grazia di Dio, di superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione e all’indifferenza. Gli avvenimenti a cui mi riferisco rappresentano la capacità dell’umanità di operare nella solidarietà, al di là degli interessi individualistici, dell’apatia e dell’indifferenza rispetto alle situazioni critiche... (continua a leggere sul sito della Santa Sede)

martedì 15 dicembre 2015

Joshua Stancil: la giustizia dà ordine, la misericordia ricrea

Joshua Stancil in Italia

"La giustizia dà ordine e struttura alle cose ma solo la misericordia ricrea"- Questa frase di Romano Guardini pronunciata da Joshua Stancil durante le sue testimonianze è la sintesi dell'itinerario di fede che ha voluto condividere con le centinaia di persone che lo hanno ascoltato commosse. A Magenta, Varese, Giussano, Milano, Torino, Cambiago, i centri culturali locali hanno organizzato eventi per ascoltare l'uomo che dopo 18 anni di carcere in North Carolina ha viaggiato in Italia per un invito in occasione del Giubileo della Misericordia indetto da Papa Francesco.

Dice Papa Francesco in una recente intervista quando gli chiedono quale sia stato il moto del cuore che l'ha spinto a mettere in risalto il tema della misericordia: "Mi è venuto da dentro, lo spirito santo vuole qualcosa. Il Signore vuole mostrare la sua Misericordia., il mondo ha bisogno di compassione, di patire con ..ha bisogno di scoprire che Dio è padre, che la misericordia esiste".

Il Giubileo ad Aleppo

SIRIA

Ad Aleppo la speranza si spalanca

di Andrea Avveduto
14/12/2015 - La chiesa è ancora danneggiata, dall'ultimo attacco del 25 ottobre. Eppure, era strapiena di cristiani e non solo, quando l'altro ieri il parroco, padre Ibrahim, e il vescovo Abou Khazen hanno aperto la Porta Santa
La chiesa era ancora danneggiata dai bombardamenti del 25 ottobre scorso. La luce di un pallido sole invernale filtrava dall’abside, tra le crepe pericolanti che un missile aveva lasciato a testimonianza di una guerra che non risparmia nessuno, tanto meno i luoghi di culto.

Alla vigilia c'era la apprensione, si respirava la paura di un nuovo attacco che avrebbe potuto rovinare la festa. Eppure, nella parrocchia di San Francesco, ad Aleppo, sabato 12 dicembre «c’era una pace celeste, un silenzio mai visto». Nessuno si era fatto vincere dall’angoscia. Al telefono padre Ibrahim Alsabagh, parroco di Aleppo, è visibilmente commosso. Monsignor George Abou Khazen, il vescovo latino, ha appena aperto la Porta Santa. Proprio in quella chiesa, simbolo di una città lacerata, colpita durante una messa domenicale e ancora rovinata. Niente da fare, erano di nuovo tutti lì i suoi parrocchiani, pronti per la grande messa d’apertura.

Bologna, La bellezza disarmata

BOLOGNA

Un "punto infiammato" nella persona

di Gianni Varani
11/12/2015 - Al Teatro Manzoni, nel cuore del capoluogo emiliano, giovedì scorso oltre mille persone hanno affollato la platea per la presentazione del libro di don Carrón. Con lui, sul palco, il giornalista Antonio Polito
Qual è il vero fondo della crisi che stiamo vivendo? È ruotato attorno a questo quesito cruciale e alle possibili risposte il dialogo a Bologna tra don Julián Carrón e il giornalista Antonio Polito, il 10 dicembre al teatro Manzoni, dove sono stati entrambi chiamati per presentare La bellezza disarmata, l’ultima fatica editoriale del Presidente della Fraternità di CL.

La risposta, di fronte a più di mille persone, è contenuta di fatto in un’altra domanda rilanciata dallo stesso Carrón: «Siamo di fronte a un conflitto tra religioni o un vuoto a cui non siamo in grado di rispondere?». È questo vuoto che genera nichilismo o noia - cita Gianni Vattimo - e che mette alla prova, per Carrón, tanto il cristianesimo quanto gli atei o i musulmani. Non basteranno, per questa sfida radicale, mere riproposizioni verbali o rituali del cristianesimo. Ma anche per la “polis”, la comunità degli uomini, affrontare questo vuoto è il tema chiave, la verifica delle varie filosofie e culture, per la sua stessa sopravvivenza.

lunedì 14 dicembre 2015

La misericordia in atto in Thailandia

THAILANDIA

«Come è facile seguire Gesù»


14/12/2015 - La lettera di suor Maria Angela Bertelli, missionaria saveriana a Bangkok. All'ultimo Meeting di Rimini ha raccontato della Casa degli Angeli, in cui accoglie i bambini disabili e le loro mamme. E dove ora è arrivato Jawlamoo...
Carissimi amici,

buon inizio del Giubileo della Misericordia, buona preparazione al Santo Natale di Gesù! Quanti doni ci fa il Signore, quanta consolazione ci viene da Lui in un momento in cui ancora troppe persone nel mondo soffrono per tante violenze, persecuzioni, ingiustizie, sfruttamenti, e tante altre sono vittime della forza del male che li spinge a compiere queste azioni di morte.

Quando nacque Gesù non era poi così diversa la situazione. Ogni epoca, ogni generazione si ritrova a lottare contro il male e deve trovare la strada che Dio traccia nella vita di ciascuno come un sentiero umile appena battuto, come quello percorso dal Buon samaritano. Sentiero che rischia di sparire davanti alle superstrade dove tutti corrono via veloci, senza accorgersi di chi è mendicante e ferito al bordo della strada.

Doninelli: Le cose semplici



l'ultimo romanzo di Luca Doninelli

domenica 13 dicembre 2015

Anno della Misericordia: In my country

HOMEVIDEO

Perdonare, ai tempi dell'apartheid

di Luca Marcora
09/12/2015 - Sudafrica, 1996. La Commissione per la Verità e la Riconciliazione istituita da Mandela raccoglie le testimonianze di violenza di quegli anni. Qui, il giornalista Langston incontra Anna, poetessa. Ma non è la classica storia d'amore hollywoodiana...
Nel 1996 in Sudafrica la Commissione per la Verità e la Riconciliazione, istituita da Nelson Mandela, raccoglie le testimonianze delle violenze perpetrate durante gli anni di apartheid. Il giornalista americano Langston Whitfield (Jackson), inviato del Washington Post, conosce in quell’occasione la poetessa Anna Malan (Binoche)…

«Sono stato in Sudafrica negli anni 70 - ricorda il regista John Boorman - durante il peggior periodo dell’apartheid. Ho viaggiato nei villaggi ed è stata un’esperienza davvero commovente. Sono diventato amico di molte persone, sia nere che bianche, che combattevano contro l’apartheid rischiando di essere incarcerate e torturate. Mi sono emozionato molto quando Mandela è riuscito a cancellare tutto questo senza alcun bagno di sangue. Antjie Krog ha poi scritto il libro Country of my Skull, che parlava di come lei aveva seguito i lavori della Commissione per la Verità e la Riconciliazione. Lei stessa, una afrikaner, aveva dovuto confrontarsi con gli orrori che erano stati compiuti in nome della razza. E l’enorme dramma umano era dettagliato in questo esperimento che non era mai stato fatto prima».

lunedì 7 dicembre 2015

Misericordiae vultus

MISERICORDIAE VULTUS

«L'atto con cui Dio ci viene incontro»

di Ezio Prato
04/12/2015 - Dopo Bangui, l'8 dicembre Francesco apre la Porta Santa in Vaticano. Ecco una breve antologia dalla Bolla di indizione dell'Anno Santo. Per aiutarci a seguire il Papa nel Giubileo che comincia
Con la bolla Misericordiae Vultus (Il volto della Misericordia), papa Francesco indice il Giubileo Straordinario della Misericordia. Mentre precisa le modalità fondamentali di svolgimento dell’Anno Santo, il Papa offre una prima riflessione d’insieme sul tema (che riprendiamo parzialmente con una breve antologia del documento).


L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione, una data che assume particolare significato per la storia recente della Chiesa: ricorre infatti in tale giorno il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. La conclusione, con la chiusura della Porta Santa, sarà invece il 20 novembre 2016, nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’Universo. L’Anno santo non sarà celebrato solo a Roma, ma anche nelle Chiese particolari: nella Cattedrale o anche in altre Chiese e Santuari.


Nella Misericordiae Vultus, sono richiamati alcune modalità, atteggiamenti e gesti nei quali si esprimerà l’esperienza della misericordia, come risposta all’invito ad essere Misericordiosi come il Padre (cfr. Lc 6,27), «il “motto” dell’Anno Santo» (n. 7).
Per essere capaci di misericordia, il Papa raccomanda innanzitutto di porsi in ascolto della Parola di Dio, per contemplare la misericordia di Dio e assumerla come stile di vita (n. 13). Un segno peculiare dell’Anno Santo è il pellegrinaggio, icona dell’esistenza dell’uomo, segno che anche la misericordia è meta da raggiungere, con impegno e sacrificio (n. 14). L’invito è poi ad «aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica» (n. 15), attraverso l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale. Non si deve, inoltre, dimenticare la ricchezza, anche per l’oggi, delle parole del profeta Isaia che Gesù richiama nella sinagoga di Nazaret: «Portare una parola e un gesto di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere, perché curvo su se stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati» (n. 16). Un tempo forte per riscoprire la misericordia è quello della Quaresima. Papa Francesco richiama a viverla intensamente e, in questo contesto rimanda alle pratiche tradizionali della preghiera, del digiuno e della carità, ricorda l’iniziativa “24 ore per il Signore” (celebrata nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima), insiste perché i confessori siano un vero segno della misericordia del padre e invita i Vescovi e il popolo di Dio ad accogliere i Missionari della Misericordia che lui invierà (nn. 17-18). La parola del perdono è per tutti e a tutti deve giungere, specialmente a quanti sono lontani dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita (in particolare sono ricordati coloro che appartengono a gruppi criminali o sono fautori e complici di corruzione): «Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro» (n. 19). Il Giubileo, da ultimo, porta con sé il dono dell’Indulgenza, nel quale risplende il mistero della comunione della santità nella Chiesa (n. 22).

venerdì 4 dicembre 2015

La rivoluzione culturale dello sguardo: la bellezza disarmata

LA BELLEZZA DISARMATA


Una rivoluzione culturale dello sguardo

di Stefano Andrini
04/12/2015 - C'era l'autore e guida di CL, don Julián Carrón. E c'era l'ex presidente della Camera, Fausto Bertinotti. Tra loro, ieri sera alla fiera di Rimini, Andrea Simoncini, moderatore dell'incontro di presentazione del volume della Rizzoli
«Dalla catastrofe incombente ci può salvare solo una rivoluzione culturale dello sguardo. Fondata sul recupero di un imprevisto che renda visibile quello che fino a un attimo prima non lo era». Lo ha detto Fausto Bertinotti, presidente della Fondazione “Cercare ancora” in occasione della presentazione a Rimini del libro di don Julián Carrón La bellezza disarmata. Fiera stipata, il saluto di Manlio Gessaroli, responsabile diocesano della Fraternità di CL, che legge il messaggio di monsignor Francesco Lambiasi, vescovo di Rimini. Colonna sonora iniziale con La mente torna di Mina e il Villa Lobos eseguito dal maestro Piero Bonaguri. E poi parte il dialogo, che non tradisce le attese, moderato da Andrea Simoncini, docente di Diritto costituzionale all’Università di Firenze.

mercoledì 2 dicembre 2015

E' possibile oggi nascere un'altra volta? Testimonianza di J.Stancil

particolare_rembrandt Anno misericordia (tagliando la figura a destraciclo
”Alla scoperta
del volto
della Misericordia”

Giovedì 10 Dicembre ore 18,30
presso la sala Sant’Antonio
Via Sant’Antonio 5 Milano
Interviene Joshua Stancil, North Carolina

Coordina Giorgio Vittadini
A pochi giorni dall’apertura del Giubileo straordinario della misericordia indetto da papa Francesco, l’esperienza di conversione di Joshua Stancil, detenuto per 18 anni nel carcere di Nash County, North Carolina.

martedì 1 dicembre 2015

Perù, nuovi beati

UCCISI DA SENDERO LUMINOSO, SABATO SARANNO BEATI. Il cardinal Amato, che beatificò Romero, in viaggio verso la località peruviana di Chimbote per i tre missionari

I sacerdoti polacchi Michael Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski
I sacerdoti polacchi Michael Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski
Il giorno è arrivato e il Perù si prepara per la beatificazione dei tre missionari martiri, i francescani polacchi Michael Tomaszek e Zbigniew Strzalkowski, ed il sacerdote diocesano italiano Alessandro Dordi, uccisi dai guerriglieri di Sendero Luminoso il 9 e il 25 agosto 1991 in una sperduta località delle sierre del Perù. Il Papa ha inviato il cardinale Angelo Amato, Prefetto della Congregazione per le cause dei santi, a presiedere la cerimonia solenne, come già fece a maggio con monsignor Romero in Salvador, il cui decreto venne firmato da Francesco contemporaneamente a quello delle tre vittime della guerriglia peruviana di stampo filo maoista. Davanti all’altare eretto nello stadio della città di Chimbote ci sarà anche il presidente del Perù, Ollanta Humala e, naturalmente, la Chiesa del paese andino al gran completo.

Cristiani perseguitati, la UE agisca

Cristiani perseguitati, la Ue agisca
Giovanni Maria Del Re

​​
L'Europa dovrà far valere i propri valori, opporsi alla sempre più dilagante persecuzione dei cristiani nel mondo, anche questo è cruciale nella lotta al terrorismo. Nel corso di una conferenza di alto livello sulla persecuzione dei cristiani nel mondo, organizzata a Bruxelles dal primo vice presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, responsabile per il dialogo interreligioso, il messaggio è stato chiaro, condito dai numeri da brivido su un fenomeno sempre più allarmante.

Un evento che ha visto tra gli altri la partecipazione di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e le testimonianze dell'arcivescovo di Sarajevo, il cardinale Vinko Puljic, dell'attivista per i diritti umani del Pakistan Paul Bhatti, di Alganesh Fessaha, presidente dell'ong Gandhi (India), padre Musa Yaramis, iracheno, e rappresentante della Chiesa caldea in Belgio, e l'eritrea Helen Berhane, che ha cantato un brano gospel al termine della conferenza.

Dio ci sorprende, e l'Africa con Lui

MAGISTERO

«Dio ci sorprende, e l'Africa con Lui»