martedì 30 settembre 2014

Messaggio del santo Padre al meeting per l'amicizia dei popoli (Rimini,24-30 agosto2014)

Messaggio del Santo Padre al Meeting per l’amicizia fra i popoli (Rimini, 24-30 agosto 2014)

Francesco www.vatican.va

23/08/2014 - Rimini

In occasione della 35.ma edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli, che si è tenuto a Rimini dal 24 al 30 agosto sul tema «Verso le periferie del mondo e dell’esistenza. Il destino non ha lasciato solo l’uomo», il Santo Padre Francesco ha inviato al Vescovo Mons. Lambiasi, tramite il Cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il Messaggio che riportiamo di seguito:

Messaggio

Eccellenza Reverendissima,

in occasione del XXXV Meeting per l’amicizia tra i popoli, sono lieto di far giungere a Lei, agli organizzatori, ai volontari e a quanti vi parteciperanno il cordiale saluto e la benedizione di Sua Santità Papa Francesco, insieme col mio personale auspicio di ogni bene per questa importante iniziativa.

lunedì 29 settembre 2014

Lettere: il faro, la fiaccola e le occasioni da non perdere

LETTERA

Il faro, la fiaccola e l'occasione da non perdere


23/09/2014 - Un lettore alle prese con l'editoriale di settembre invia queste domande, che pubblichiamo insieme alla risposta del direttore
Cari amici ciellini,
domenica mattina, sollecitato da un amico, ho acquistato l’ultimo numero di Tracce.
Desidero condividere alcune mie considerazioni sull’editoriale in terza pagina.
Punto primo: la Santa Chiesa, nella sua istituzione, è sia faro fisso fondato sulla Roccia, sia, nella testimonianza dei fedeli, fiaccola che cammina insieme all’uomo. Et, et, cari amici ciellini.
Ma a cosa serve una fiaccola? Che senso ha l’affiancamento dei nostri fratelli in difficoltà? Ha senso aspettare di essere sul bordo del baratro per avvertirli all’ultimo istante, con il pesante rischio di precipitare entrambi?
Avere una fiaccola per illuminare il cammino e non indicare la strada è più che inutile, è un’occasione persa.
Cari amici, armati di fiaccola, si deve indicare il faro che guida al porto della salvezza, sempre nel rispetto della libertà e dei tempi altrui: non siamo noi che convertiamo, ma lo Spirito Santo.
Punto secondo: scendendo nel concreto, non conosco il caso della ginecologa che accompagna le coppie che decidono di adire la nefasta via della produzione extra corporea (altro che fecondazione assistita) di esseri umani, ma la domanda sorge spontanea: e se avessero continuato fino in fondo? La dottoressa ha accompagnato mai, fino in fondo al baratro dell’omicidio dei propri figli, coppie venute da lei? Se fosse così, anche lei sarebbe in fondo al baratro…
C’è, forse, bisogno di spiegarlo? Si chiama cooperazione al male…
Con amicizia
Andrea Mondinelli

_____________________________________________________________

Caro Andrea,
grazie di cuore per la sua mail. E per l'attenzione con cui ci segue, oltre che per la sua amicizia.
Capisco le sue preoccupazioni, mi creda. Soprattutto, capisco che nascono da un'affezione grande al Vero e alla Chiesa, e gliene sono grato.
Ma proprio per questo le chiedo di rileggere quell'editoriale per intero e con calma, perché mi pare che contenga già gran parte delle risposte alle domande che lei stesso pone.
"Faro" e "fiaccola" non sono affatto in alternativa, non lo si dice da nessuna parte (anzi, si ribadisce: «È verissimo. È una roccia, la Chiesa. Indefettibile, da sempre»). Ma è un accento diverso quello sottolineato da padre Spadaro e ripreso nell'editoriale. Un accento dettato dai tempi, da questo momento storico.
«Affiancare i fratelli in difficoltà», ovvero accompagnarli - come dice il Papa -, serve proprio a far luce là dove sono. Che di questi tempi coincide sempre più di rado con il «dove vorremmo che fossero» o «dove sarebbe bello e giusto che fossero».
Nessuno parla di «aspettare che siano sull'orlo del baratro», ci mancherebbe. Né tantomeno di finirci dentro (prospettiva che pure, ammetterà, manca un poco di senso della Provvidenza, non trova? Come se la storia non fosse nelle mani di Dio…).
Ma essere lì, dove vivono gli uomini, accompagnarli a fare i conti con la propria esperienza, sfidare «la loro libertà e i loro tempi» (come lei stesso osserva giustamente) con la domanda che Gesù fa di continuo in mille modi nel Vangelo («che cosa cercate davvero? a cosa serve guadagnare tutto se perdi te stesso?») è l'unica possibilità per «strapparli dal baratro, facendoglielo vedere». Lo scriviamo chiaramente. Ma è una frase che lei non ha evidenziato.
L'alternativa è aspettare in porto. Oppure, se preferisce un'altra immagine efficace usata dal Papa e ripresa da Spadaro, restare nell'ovile a prendersi cura dell'unica pecora rimasta, mentre ormai le altre 99 sono in fuga...
Se rilegge in questa prospettiva anche la vicenda della dottoressa, ci trova proprio questo: la compagnia che lei ha fatto a quella coppia (che aveva già scelto la fecondazione assistita, si noti bene), le domande che ha posto loro, la cura con cui ha accolto il disagio che vedeva, hanno aiutato loro ad accorgersi della natura di quel disagio, di che cosa fosse quella stonatura che pure già sentivano. Fino a far venir fuori dalla loro stessa esperienza - e quindi in maniera infinitamente più efficace - il Vero.
È «cooperare al male», questo? Giudichi lei. Veda lei se è più efficace - se cambia di più - accompagnare l'altro a scoprire il Vero nella propria carne - con tutto il travaglio e la fatica che questo comporta anche per quella dottoressa - o limitarsi a ripetere la dottrina giusta.
Ribadisco, per evitare equivoci: «Limitarsi a ripetere la dottrina giusta». Perché anche qui le cose non sono in alternativa: non è che per fare quella strada assieme a quella coppia la dottoressa in questione abbia smarrito la percezione di ciò che è giusto e sbagliato e di ciò che insegna la Chiesa, anzi.
Il fatto, caro Andrea, è che siamo davanti a sfide inedite. Il vero, ciò che vale - l'umano, appunto -, va proprio riconquistato, perché non si può più darlo come un valore acquisito. È una bella provocazione. Ma vale la pena viverla, non pensa?
Grazie di nuovo di tutto. E buon lavoro.
Con altrettanta amicizia
Davide Perillo

Vita di don Giussani:un anno di presentazioni...

VITA DI DON GIUSSANI

Quei 200 nuovi compagni di strada

di Davide Perillo
25/09/2014 - Un anno di presentazioni. E una serie infinita di incontri, storie, sorprese. Alberto Savorana racconta il “giro d’Italia” del libro. Dal sindaco di sinistra alla sconosciuta che «non era lì per caso» (da "Tracce" di settembre)
Un centinaio di presentazioni già fatte, un’altra cinquantina in calendario. E una volta su due, lui c’è. A conti fatti, per Alberto Savorana vuol dire avere incontrato quasi duecento persone solo sul palco: vescovi e giornalisti, imprenditori e docenti universitari, politici e umanità varia. Tutti impegnati a confrontarsi con la sua Vita di don Giussani.
Il libro è uscito un anno fa. Il tour è iniziato quasi subito. E si è riempito di fatti e incontri che per Alberto sono una sorpresa continua. «A cominciare dall’antefatto, per cui sono grato a don Carrón. Quando a fine luglio 2013 gli ho consegnato la bozza finale, gli ho detto che a quel punto, finito il mio lavoro, avrei tanto desiderato scomparire perché in primo piano ci fosse solo Giussani. Non avevo ancora finito la frase che mi è arrivata la sua ennesima correzione: “Non te la cavi così facilmente! Senza di te questo libro non ci sarebbe”. E forse leggendo sul mio volto qualche segno di orgoglio, ha aggiunto: “Guarda che non è un giudizio morale, ma un fatto. Perciò, mi spiace, non puoi evitare di andare a raccontare che cosa ha significato per te incontrare di nuovo don Giussani, con questo lavoro sulla sua vita”».

Che cosa è successo in questi mesi?
Molto di più di quello che pensassi. Mi immaginavo qualcosa, visto l’effetto che il libro aveva prodotto su di me. Ma non così.

mercoledì 24 settembre 2014

Non sono quando non ci sei


Un volantino a scuola come contraccolpo di fronte ai fatti iracheni: e noi per chi diamo la vita?

LETTERE

Per chi diamo la nostra vita?


24/09/2014 - Il volantino di un gruppo di liceali di Milano, che ritornano tra i banchi dopo l'estate. E la loro presa di posizione davanti a un fatto che inchioda: il massacro dei cristiani in Medio Oriente. Con una domanda: la scuola cosa c’entra?
Abbiamo lasciato solo l’uomo. Con queste parole il giornalista Domenico Quirico raccontava al Meeting di Rimini la grave situazione mediorientale, che negli ultimi anni è precipitata attraverso rivoluzioni, guerre e orrori, e che in particolare negli ultimi giorni ha portato al massacro in Iraq di centinaia di cristiani e yazidi da parte dei combattenti jihadisti dell’Isis.

«La nostra colpa – spiega Quirico – è stata di dimenticare quegli uomini». Cesare Pavese si chiedeva: «Che cosa importa di vivere con gli altri, quando di tutte le cose veramente importanti per ciascuno ciascun altro s’infischia?» Noi non possiamo accettare quest’indifferenza: ecco perché oggi – all’avvio dell’anno scolastico – desideriamo ricordare i fratelli che ovunque, dalla Libia alla Nigeria, dall’Afghanistan alla Siria, stanno morendo per non rinnegare la loro fede.

martedì 23 settembre 2014

Così la Sicilia sta diventando un emirato

Così la Sicilia sta diventando un emirato di Valentina Colombo22-09-2014 AA+A++
«Con del denaro in tasca si è a casa propria dappertutto», scriveva Daniel Defoe nel celebre romanzo Moll Flanders. Questa affermazione si addice perfettamente all’operato del Qatar in Europa in generale, e nel nostro paese in particolare e, in modo ancora più specifico, in Sicilia.
Lo scorso giugno l’emiro Ali bin Thamer al-Thani ha visitato la Sicilia, tra cui città come Ragusa e Palermo, ha incontrato autorità locali, rappresentanti di aziende, il presidente della Confindustria siciliana in vista di Brand Italy, la più grande esposizione di prodotti italiani realizzata in Medio Oriente che si terrà a Doha dal 10 al 12 novembre prossimi. A margine della visita l’emiro ha dichiarato: «Stiamo investendo molto in Italia, abbiamo acquistato, come ben sapete, Valentino, una catena di alberghi di lusso, abbiamo comprato l'ospedale di Olbia. Ci sono parecchi investimenti previsti in Italia e il nostro interesse è investire sempre di più».
Tuttavia, l’interesse per la Sicilia da parte del piccolo, ma estremamente ricco, emirato del Golfo, non rappresenta una novità e non si limita alle attività commerciali e di import del brand italiano. D’altronde la Sicilia nell’immaginario islamico, e in modo particolare dell’estremismo islamico, occupa un posto di rilievo, secondo solo all’Andalusia. Yusuf al-Qaradawi, teologo di riferimento dei Fratelli musulmani residente in Qatar, ha affermato quanto segue: «L’islam ritornerà in Europa come conquistatore e vincitore, dopo esserne stato espulso – prima a Sud, dall’Andalusia (Spagna 1492) e una seconda volta da Oriente, quando ha bussato molte volte alle porte di Atene. […] Ritengo che la conquista questa volta non sarà con la spada, ma attraverso la predicazione e l’ideologia».

lunedì 22 settembre 2014

Albania: Oggi abbiamo toccato i martiri

21/09/2014
ALBANIA-VATICANO
Papa Francesco commosso davanti a due testimoni delle persecuzioni: "Oggi abbiamo toccato i martiri"
Ascoltando un sacerdote, torturato e imprigionato durante la dittatura maoista, e una suora che ha vissuto nei lavori forzati, mantenendo la propria fede e sostenendo quella degli altri, papa Francesco abbandona il discorso preparato e pronuncia un'omelia a braccio. Le persone consacrate sono consolate solo da Dio e sono così capaci di consolare gli altri.


Tirana (AsiaNews) - L'anziano sacerdote ha appena finito di parlare. Il papa si alza, lo abbraccia, gli bacia le mani e poi poggia il suo capo sulla fronte del sacerdote e rimane così per diversi secondi in silenzio (v. foto). Don Ernest Simoni Troshani, 84 anni, aveva raccontato in breve il suo arresto all'avvento della dittatura maoista,  la sua prigionia per 18 anni (sul muro della sua cella aveva scritto: per me vivere è Cristo); poi i lavori forzati. Talvolta è stato torturato fin quasi a morire perché - come gli dicevano i suoi aguzzini  - "non smetteva di parlare di Cristo".

Virginio Merola commenta "Vita di don Giussani"

venerdì 19 settembre 2014

Mosca, convegno su Grossman

VITA E DESTINO

Mosca, Grossman è tornato a casa

di Michele Rosboch
19/09/2014 - Cronaca del primo convegno in terra russa dedicato al grande scrittore. Un'occasione per ribadire valore letterario, portata culturale e attualità della sua opera. E, a cinquant'anni dalla sua morte, sono stati aperti anche gli archivi del Kgb...
Dopo il primo Convegno Internazionale svoltosi a Mosca (presso la casa dell’emigrazione russa significativamente dedicata ad Alexandr Solgenicyn) "L'eredità di Vasilij Grossman: attualità di un classico del XX secolo" (12-14 settembre 2014), si può dire che il grande scrittore russo (autore particolarmente caro a don Luigi Giussani), a cinquant’anni dalla morte, è davvero tornato a casa e ha acquisito, nello stesso tempo, ancor più importanza per il mondo.

Mosul, lo Stato islamico proibisce ai cristiani di andare a scuola

IRAQ
Mosul, lo Stato islamico "proibisce ai cristiani di andare a scuola"
Lo denuncia ad AsiaNews l'arcivescovo, mons. Nona, che lancia il pericolo di una “generazione non istruita”. Le scuole, trasformate in centri di accoglienza, non possono ospitare le lezioni. La Chiesa lotta contro il tempo per trovare alloggi, ma solo una minima parte degli istituti potrà riprendere le attività. In città e nella piana di Ninive gli abitanti sempre più ostili alle milizie islamiste, il 98% vuole “la loro cacciata”.


Ankawa (AsiaNews) - Per la prima volta nella loro storia, i cristiani irakeni che da sempre "mantengono un grado elevato di istruzione" nella regione, sono privati del diritto allo studio e non potranno frequentare le scuole. Ciò rappresenta un ulteriore pericolo per la sopravvivenza della minoranza, non solo in Iraq ma in tutto il Medio oriente, perché è alto il rischio di vedere crescere "una generazione non istruita" e questo è un "segnale estremamente negativo". A lanciare l'allarme è mons. Emil Shimoun Nona, arcivescovo caldeo di Mosul, nel nord, secondo centro per importanza del Paese e prima città a cadere nelle mani delle milizie dello Stato islamico. Interpellato da AsiaNews, il prelato conferma che "al momento tanto fra le famiglie dei profughi", quanto "per i bambini che vivono nelle zone cristiane" è impossibile iniziare l'anno scolastico. "Le circa 700 scuole sparse fra Erbil, Ankawa e Zakkho - spiega - ospitano gli sfollati e sono piene. In altre aree, non cristiane, le lezioni sono cominciate, ma non qui". Il problema è vivo anche nelle zone occupate dal Califfato islamico, dove è cambiato il curriculum degli studi, improntato all'islam e al Corano.
Mons. Nona è stato il primo a lanciare l'allarme sul pericolo posto dall'avanzata degli islamisti dopo la conquista di Mosul, dove circa 500mila persone - cristiani e musulmani - sono fuggite a inizio giugno per non doversi convertire all'islam e dove è stato fondato un Califfato e imposto la sharia. In città e nelle zone della piana di Ninive sotto il controllo dello Stato islamico le scuole hanno aperto i battenti. Tuttavia, dietro direttiva dei loro leader il curriculum è cambiato: al bando la storia, la geografia e la letteratura; si studia l'arabo e la religione musulmana, vietato parlare di Repubblica d'Iraq o della Siria, perché esiste solo il Califfato.

giovedì 18 settembre 2014

India: migliaia di cristiani in marcia per denunciare l'olocausto dei cristiani iracheni

Migliaia di cristiani in marcia: sono tutti "Nazareni" di Anna Bono18-09-2014 AA+A++
Domenica 15 settembre in India, a Bangalore, capitale dello stato del Karnataka, migliaia di cristiani sono sfilati per le vie cittadine per esprimere solidarietà ai fratelli perseguitati in Iraq, Siria e Africa. A conclusione della marcia, una delegazione ha presentato al governatore del Karnataka un memorandum e la richiesta che l’India pronunci “una forte denuncia dell’olocausto dei cristiani iracheni”. Inoltre i cristiani di Bangalore hanno rivolto un appello a tutte le comunità religiose del paese – indù, sikh, giainisti, buddisti, parsi… – affinché a loro volta condannino le persecuzioni. “Dobbiamo far sentire la nostra voce – ha spiegato l’arcivescovo della città, monsignor Bernard Moras – restare in silenzio davanti a questo olocausto, alle brutali torture e agli omicidi, significa essere complici di tali violenze contro l’umanità”.
I cristiani di Bangalore hanno offerto non solo un ammirevole esempio di solidarietà e fratellanza, ma anche una grande lezione di unità e di coraggio.

mercoledì 17 settembre 2014

Meeting di Rimini 2014 - La mostra dedicata ai 100 anni dalla morte di C...

L'ora di lezione

RECENSIONI

Non sono bicchieri da riempire

di Anna Frigerio
17/09/2014 - Parte da Socrate e passa per la propria esperienza personale: così lo psicanalista Massimo Recalcati segna ne "L'ora di lezione" il percorso del rapporto tra studente e insegnante. Con una scoperta: è tutta una questione di «contagio»...
Nel solco della «ispirata lettura del testo platonico» di Lacan, Massimo Recalcati rintraccia nella scena iniziale del Simposio l’origine di quella che definisce «l'erotizzazione del sapere». Agatone, discepolo di Socrate, chiede al maestro di prendere posto a tavola e di sdraiarsi accanto a lui. Ad animare la domanda di Agatone è la medesima «illusione scolastica» che «guida ogni allievo nei confronti del proprio maestro: supporre nell'Altro un sapere di cui si vuole condividere il mistero e la potenza assimilandone il contenuto per contiguità».

VIDEO Assemblea Soci AIC 2014, Rimini 27/08/2014

martedì 16 settembre 2014

Adotta un cristiano di Mosul

IRAQ-VATICANO
"Adotta un cristiano di Mosul": il grazie del vescovo per i primi aiuti
di Amel Nona
Mons. Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul, anch'egli rifugiato, ringrazia tutti i donatori della campagna lanciata da AsiaNews. La situazione è sempre più difficile per il numero enorme di profughi e per l'arrivo dell'inverno e della neve, che rendono impossibile alloggiare nelle tende o all'aperto. La crisi, un'occasione che rende attiva la fede dei cristiani.


Roma (AsiaNews) - Mons. Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul, anch'egli rifugiato in Kurdistan, ci ha scritto una lettera per ringraziarci della prima tranche di aiuti, giunti a lui come presidente del Comitato dei vescovi responsabili della distribuzione. La lettera è indirizzata ad AsiaNews, ma lo stesso vescovo ringrazia "tutti i donatori" - e sono migliaia - che hanno testimoniato la vicinanza alla loro situazione. Tale solidarietà è importante dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista spirituale, perché comprende l'importanza "che i cristiani di questo Paese abbiano il diritto a vivere come gli altri uomini, con dignità e libertà".
La situazione sul terreno è ancora molto drammatica e diviene sempre più difficile: alla povertà, all'assottigliarsi dei fondi, alla mancanza di alloggi per decine di migliaia di persone, si aggiunge ora il sopravvenire dell'inverno, del freddo e della neve che rende impossibile ai rifugiati poter vivere nelle tende, o all'aperto nelle aiuole spartitraffico, o nelle scuole.
Mons. Nona e la Chiesa in Kurdistan stanno svolgendo un lavoro gigantesco, oltre le proprie forze, non essendo la Chiesa "una potente organizzazione umanitaria internazionale". Il vescovo spera che si possa trovare una soluzione veloce per far tornare i profughi alle loro case conquistate dall'esercito islamico. Ma è soprattutto cosciente che la preghiera potrà trasformare "la nostra crisi" in "un'occasione per unire tutti i cristiani rendendoci attivi nella fede".
Di fronte al perdurare dell'emergenza, è necessario continuare la nostra campagna "Adotta un cristiano di Mosul", con le modalità già indicate (clicca qui). Di seguito, il testo della lettera di mons. Amel Nona:

sabato 13 settembre 2014

L'annuncio del Vangelo

MESSICO: IL VANGELO TRADOTTO IN 100 LINGUE NATIVE.

Un lungo lavoro
Un lungo lavoro
Qualcuno potrebbe definirla un’impresa babelica. Dopo un lavoro lungo più di cinque anni un’organizzazione etnica messicana di Oaxaca City, nella Sierra Madre del Sud, è riuscita a tradurre il Vangelo e l’intero Nuovo Testamento in 130 lingue indigene. A darne l’annuncio sulle pagine del quotidiano “NSS Oaxaca” è stato Aquino Luis Eduardo Chavez, Presidente dell’Unione Nazionale dei Traduttori Indigeni (UTI). L’equipe di traduttori è andata oltre, realizzando ben 10 nuove traduzioni in altrettante lingue indigene della Bibbia e 13 della Costituzione federale. Tra queste lingue d’arrivo figurano in particolare lo zapoteco (una famiglia linguistica indigena del Centroamerica) e il mazateco di Huautla de Jimenez e di San Jerónimo Tecoatl (due città dello stato di Oaxaca). I risultati di questo lavoro poderoso sono stati presentati durante il I Congresso Internazionale di traduzione e diffusione delle Sacre Scritture presso il centro convegni di Monte Alban, località celebre perché sede di uno dei più importanti siti archeologici precolombiani.

venerdì 12 settembre 2014

Buddismo e reicarnazione:la dichiarazione del Dalai Lama

La reincarnazione imposta al Dalai Lama di Massimo Introvigne12-09-2014 AA+A++
L’attenzione di tutti, tra commemorazioni dell’11 settembre e venti di guerra in Medio Oriente, è giustamente concentrata sui musulmani, ma quello che sta succedendo negli ultimi giorni tra i buddhisti – 513 milioni di fedeli nel mondo, secondo stime aggiornate al 2014 – è così singolare da meritare qualche attenzione. In sequenza, abbiamo letto dapprima domenica scorsa un’intervista del Dalai Lama al quotidiano tedesco della domenica «Welt am Sonntag», dove afferma che alla sua morte potrebbe anche non reincarnarsi, così che non ci sarebbe un nuovo Dalai Lama. In effetti, ogni Dalai Lama è considerato non solo il successore ma la reincarnazione del precedente, e quando muore i monaci tibetani di più alto lignaggio vanno alla ricerca di un neonato in cui, secondo segni che solo loro sanno interpretare, il defunto Dalai Lama si è reincarnato.

domenica 7 settembre 2014

l'oceano del mistero

L'oceano del Mistero

In un avventuroso susseguirsi di avvenimenti il filosofo ortodosso ucraino Aleksandr Filonenko incontra squarci d’Italia e di mondo cattolico offrendo al pubblico la sua testimonianza e dialogando appassionatamente con piccoli e grandi. Questo libro affronta – con tremore e decisione – le domande eterne dell’uomo e riporta in primo piano parole oggi spesso svuotate della loro forza originale: stupore, bellezza, amicizia, gratuità, umiltà, pazienza e compassione acquistano nel suo discorso lo spessore di volti concreti che le avvicinano al cuore di chi ascolta rendendole nuovamente vive e attraenti.
Elena Mazzola si è assunta il compito di raccontare questi avvenimenti di amicizia dando spazio e voce ai loro protagonisti che sembrano invitare il lettore a immergersi con loro in quell’oceano del Mistero che è la realtà.

mercoledì 3 settembre 2014

Il mondo islamico insorge contro l'ISIS

Il mondo islamico insorge contro l'Isis

Fatwa da Siria e Regno Unito. Condanne dai Gran Mufti di Arabia ed Egitto

© Portable soul / Flickr CC
Cresce la mobilitazione mondiale contro i fanatici dello Stato Islamico che perseguitano le minoranze religiose nel nord dell'Iraq. La novità è che nello stesso ambiente musulmano ci si scaglia contro la linea del presunto Califfato guidato da Abu Bakr al-Baghdadi.

JIHADISTI ERETICI E OPPRESSIVI
Sta facendo ancora discutere la presa di posizione degli imam del Regno Unito scesi in campo per condannare i giovani musulmani che vanno a combattere in Siria e Iraq. Hanno emesso una 'fatwa' (editto religioso) contro i jihadisti britannici dell'Isis definendoli "eretici". Il documento proibisce ai musulmani di arruolarsi fra le fila dell' "oppressivo e tirannico" Stato islamico e anzi chiede di opporsi alla sua "ideologia velenosa.

martedì 2 settembre 2014

Un respiro che dà vita al Meeting

LETTERA

Un respiro che dà vita al Meeting


01/09/2014 - Tra i tavoli di un ristorante o davanti a pannelli di una mostra. Persone di ogni età hanno fatto i volontari al Meeting. Al centro, tutto il loro desiderio. Unica possibilità di partecipare davvero a un'opera così grande
Ho vissuto questa settimana di Meeting con i ragazzi di Cometa che facevano i volontari al Ristorante Romagnolo e al Graticula, e con un bel gruppo di studenti universitari e neolaureati alla mostra sulla Siria con i Buccellati. Una compagnia eccezionale. È stato il contatto quotidiano con questi giovani a farmi vivere e capire il Meeting. Questa è stata la scoperta di quest'anno, che l'ideale è grande perché vive dentro il muoversi dei piccoli, esplode nella umanità di chi lo riconosce.

Ciò che mi ha colpito di questi studenti e di questi universitari è che per loro il centro di tutto non era il servire ai tavoli o il fare bene la guida, ma la loro vita, il desiderio di felicità che la muove. Certe sere si era stanchi per il lavoro del giorno: un lavoro faticoso, perché sette/otto ore al ristorante o alla mostra non è facile reggerle con una concentrazione costante. Ebbene si tornava a casa e questi ragazzi e ragazze, al posto di sfogarsi, facevano partire un dialogo su quello che avevano vissuto durante la giornata, perché volevano capire per sé ciò cui stavano partecipando. È questo che mi ha fatto gustare il Meeting quest'anno, andare alle periferie è cercare per sé ciò che risponde al bisogno della vita. Ciò che mi ha colpito e commosso di questi giovani è che avevano a cuore se stessi, facevano i volontari per capire di più se stessi, e questo mi ha fatto vivere intensamente il mio povero servizio alla mostra sulla Siria.

È successo così di vedere qualcosa di eccezionale. Avevano a cuore se stessi, e mettevano al centro il loro io. E questo li ha fatti crescere e ha fatto crescere me, anche perché più si metteva al centro la propria umanità più si serviva meglio quel piccolo compito che si aveva, e diventava chiaro che aveva senso viverlo solo in rapporto con l'ideale del Meeting. Questo mi ha fatto capire una cosa notevole che vale per la vita, che per fare bene la guida o per servire bene al Ristorante certo bisogna sapere alcune cose, ma c'è qualcosa prima, la mossa del proprio io, il suo respiro ideale. Altrimenti tutto diventa una gabbia soffocante. Questi giovani con cui ho fatto il volontario al Meeting mi hanno fatto cogliere una cosa importantissima: solo mettendo a tema il proprio desiderio di felicità si può servire un'opera grande.
Gianni, Milano

lunedì 1 settembre 2014

Vittadini:il nostro dono? le periferie

Vittadini: «Il nostro dono? Le periferie»
Paolo Viana
Il Meeting senza politica, il Meeting senza affari, il Meeting della crisi... Adesso che è finito cosa rispondete a chi gufava?
Che abbiamo avuto più visitatori e, come sempre, tanta cultura, spettacoli, confronti sui temi internazionali più importanti e tanta economia (soprattutto economia sociale), con grandi imprese e giovani start up – è il bilancio di Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la sussidiarietà ed esponente di spicco del Meeting di Rimini –. Aggiungo che non sono mancati i ministri e i sindaci, e non abbiamo avuto paura ad affrontare i temi che urgono la gente, come quello del declino, e a leggerli insieme a chi vive in quelle periferie che i giornali non vedono. 

Papa Francesco:"Se tu parli male del fratello, uccidi il fratello"

La maldicenza uccide. E mai è innocente
Stefania Falasca

Cristiani da salotto, cristiani di pasticceria, cristiani omicidi… Omicidi!? Sì. Proprio così. E chi sono? Sono quelli che sparlano. Quelli che dicono male degli altri. Quelli che invidiano, che con le loro lingue dividono, calunniano, diffamano. Non usa mezzi termini, papa Francesco. E tiene a sottolineare che «su questo punto, non c’è posto per le sfumature. Se tu parli male del fratello, uccidi il fratello. E noi, ogni volta che lo facciamo, imitiamo quel gesto di Caino, il primo omicida della storia». La questione è ritornata inesorabile, e più attuale che mai, anche nell’ultima udienza di mercoledì scorso. «Le chiacchiere – ha ribadito il Papa – sempre vanno su questa dimensione della criminalità. Non ci sono chiacchiere innocenti».