mercoledì 29 aprile 2015

Perchè restiamo in terra santa

BARI

Custodi dell'esperienza cristiana

di Fabrizio Sinisi
29/04/2015 - Invitato al Centro Culturale del capoluogo pugliese, padre Pierbattista Pizzaballa racconta della guerra in Siria. Le chiese, come le moschee, sono devastate, l'Isis ordina di distruggere le croci. Ma i cristiani non hanno dimenticato chi sono
Fra Pierbattista Pizzaballa è un uomo mite, sereno; parla con la calma priva di enfasi di chi pur vivendo quotidianamente in una situazione estrema non cede mai di una virgola al narcisismo. La Custodia di Terrasanta, di cui è responsabile da più di nove anni, è infatti presente non solo in Palestina, ma anche in Egitto, Cipro, Giordania e Siria. Invitato dal Centro Culturale di Bari ad un incontro pubblico nell’Ateneo cittadino, fra Pizzaballa - incalzato dal prof. Costantino Esposito - non fa sconti sulla gravità della situazione siriana: «Una situazione drammatica: le strade sono interrotte, mancano l’elettricità e l’acqua; cadono bombe ogni cinque minuti». «Aleppo», spiega, «è semidistrutta. La gente riesce ormai a calcolare dal suono dell’esplosione i metri di distanza dalla bomba. Le chiese e le moschee sono devastate allo stesso modo; mancano perfino i luoghi per ospitare gli sfollati».

Dal piccolo fiore al cosmo: ricordando Mons.Albacete

NEW YORK

Dal piccolo fiore al cosmo, un fascino per tutto

di Steve Sanchez
28/04/2015 - Per i dieci anni del Centro Culturale Crossroads, la serata in onore di monsignor Albacete. Una vita dominata da uno sguardo curioso alla realtà. Testimonianza, come «fiamma affermativa», di un cammino possibile anche oggi
La serata di sabato 25 aprile 2015 ricordava il decimo anniversario dell’apertura del Centro Culturale Crossroads, nato dal desiderio di «guardare con apertura, curiosità e giudizio critico ogni aspetto della realtà».

Quello che ha preso piede in una, poi due, ora in otto città sparse negli Stati Uniti, Crossroads, è iniziato qui, a New York. Solo avendo presente quell’inizio la serata sarebbe stata segnata dal desiderio, come ha detto Rita Simmonds nel suo saluto introduttivo, «di rinnovare il nostro primo amore» e di rinnovare lo sguardo sul mondo attraverso l’affetto per un uomo che è stato «il centro, il cuore e la mente del Centro Culturale Crossroads», monsignor Lorenzo Albacete.

Attraverso lo sguardo di tre fra i più grandi amici di monsignor Albacete, il giornalista Michael Sean Winters, lo scienziato Robert Pollack e la regista Helen Whitney, abbiamo sperimentato ancora una volta un modo di guardare alla vita originato da una grande tenerezza per l’uomo e una profonda passione per Dio fatto uomo.

martedì 28 aprile 2015

'Vogliamo essere mani e piedi di una Chiesa in uscita'

«Vogliamo essere mani e piedi di una Chiesa in uscita»
Giorgio Paolucci
27 aprile 2015
 
Julián Carrón agli esercizi spirituali di Rimini (Foto Masi)

" 'Andrea, che hai? Sei diverso, che ti è successo?' ". Immaginate lui che scoppiasse in pianto abbracciandola, e lei che, sconvolta da questo, continuasse a domandargli: 'Ma che hai? E Lui a stringere sua moglie che non si è mai sentita stretta così in vita sua: era un altro".

lunedì 27 aprile 2015

Amalia Rodrigues ( Barco Negro ) 1955

                
                
                     Testo della canzone:

la mattina, col timore di sembrarti brutta,
mi svegliai tremando, sdraiata sulla sabbia,
ma subito il tuo sguardo mi disse di no,
e il sole penetrò nel mio cuore.

Ho visto poi, sulla roccia una croce,
la tua barca scura che danzava nella luce,
ti ho visto fare cenni col braccio, tra le vele agitate...
le donne anziane sulla spiaggia dicono che non tornerai.

Sono pazze! Sono pazze!

Io so, amore mio,
che non sei partito,
e poi tutto, intorno a me,
dice che sarai con me sempre.

Nel vento che sbatte la sabbia sui vetri,
nell'acqua che canta, nel fuoco che muore,
nel calore del letto,, nelle sedie vuote,
dentro al mio cuore, sei con me sempre.


    

giovedì 23 aprile 2015

Dom Hèlder Càmara beato


UN MAGGIO DA BEATI. Romero il 23, venti giorni prima, domenica 3, avrà inizio il processo del brasiliano Dom Hélder Câmara

Dom Hélder Câmara 1981
Dom Hélder Câmara 1981

La stampa brasiliana in queste ore amplifica grandemente la notizia: la Santa Sede, in concreto la Congregazione delle Cause dei Santi, con una lettera ufficiale, lunedì scorso, ha autorizzato l’inizio del processo diocesano per la beatificazione di Dom Hélder Câmara, arcivescovo di Olinda e Recife. Si sapeva già che la concessione del Nihil obstat era stata firmato il 25 febbraio scorso dal cardinale Prefetto Angelo Amato. Un comunicato dell’arcidiocesi anticipa oggi che il processo (diocesano) per la beatificazione e canonizzazione avrà inizio il 3 maggio, occasione in cui sarà presenta la Commissione chiamata a riconoscere le virtù eroiche di dom Hélder. Il rito avrà inizio con la Santa Messa presieduta da mons. Saburido, attuale arcivescovo di Olinda e Recife.
Giorni fa, sull’Avvenire, Stefania Falasca commentava: “Adesso dunque per dom Hélder si apre formalmente la fase diocesana del processo con la nomina da parte del vescovo Saburido del tribunale ecclesiastico, che dovrà a sua volta istituire una commissione storica per procedere alla raccolta e all’analisi degli scritti di Hélder Câmara”. (…) “La richiesta d’introdurre la causa di canonizzazione era maturata nel maggio scorso con l’appoggio dell’intero Episcopato brasiliano. Ma una prima volontà era stata espressa fin dal 2008, con un documento elaborato nel corso dell’incontro nazionale dei vescovi del Brasile.”

Presentazione di 'Vita di don Giussani' a Napoli

NAPOLI

Vivere la fede in una città "dolente"

di Felice Iovinella
22/04/2015 - Nella metropoli partenopea, la presentazione del libro su don Giussani. Tra i canti napoletani amati dal "Gius" e le lettere degli universitari, il racconto dell'incontro con Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida, e Alberto Savorana
Mentre nei vicoli di Napoli regna il solito convulso brulicare di motorini e macchine, un popolo, circa seicento persone, si raduna nel salone della curia arcivescovile, dove campeggia l’immagine del giovane vescovo Gennaro, protettore della città. Siamo nel ventre dell’antica Neapolis, sul decumano superiore, una delle strade che furono progettate in epoca greca, oggi tutta stretta e un po’ storta, a pochi passi dal Duomo.

A parlare di don Giussani sul palco ci sono Gianluca Guida, direttore del carcere minorile di Nisida, e l’autore del libro Vita di Don Giussani, Alberto Savorana. Emilio Prencipe, il responsabile del movimento, modera l'incontro, mentre Gianni Aversano intona due canti della tradizione napoletana: Era de maggio e Don Salvato'. È anche l’occasione per parlare di quanto questi canti fossero cari a don Giussani, uno strumento per andare alla radice del cuore dell’uomo.

mercoledì 22 aprile 2015

L'uomo e la donna



La Famiglia - 11. Maschio e Femmina (II)
Cari fratelli e sorelle,
nella precedente catechesi sulla famiglia, mi sono soffermato sul primo racconto della creazione dell’essere umano, nel primo capitolo della Genesi, dove sta scritto: «Dio creò l’uomo a sua immagine: a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (1,27).
Oggi vorrei completare la riflessione con il secondo racconto, che troviamo nel secondo capitolo. Qui leggiamo che il Signore, dopo aver creato il cielo e la terra, «plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente» (2,7). E’ il culmine della creazione. Ma manca qualcosa: poi Dio pone l’uomo in un bellissimo giardino perché lo coltivi e lo custodisca (cfr 2,15).
Lo Spirito Santo, che ha ispirato tutta la Bibbia, suggerisce per un momento l’immagine dell’uomo solo - gli manca qualcosa -, senza la donna. E suggerisce il pensiero di Dio, quasi il sentimento di Dio che lo guarda, che osserva Adamo solo nel giardino: è libero, è signore,… ma è solo. E Dio vede che questo «non è bene»: è come una mancanza di comunione, gli manca una comunione, una mancanza di pienezza. «Non è bene» – dice Dio – e aggiunge: «voglio fargli un aiuto che gli corrisponda» (2,18).

martedì 21 aprile 2015

Cinque'sì', la notte di Pasqua

FIDENZA

Cinque «sì», duemila anni dopo


21/04/2015 - Un popolo in festa, la notte di Pasqua, ha accompagnato Reti, Ardian, Aida, Jurgen e Erien a ricevere i sacramenti. Una storia cominciata in modo imprevedibile, al parco. E che oggi è tutta di gratitudine: «Vi garantisco che questa strada è bella»
«Chi poteva immaginare che un incontro tra mamme, ai giardini pubblici, avrebbe generato il fatto che si compie nella notte di Pasqua? Eppure è accaduto, basta essere aperti all’imprevisto e accade, tanto ne siamo bisognosi. Con la vostra decisione ci testimoniate la verità di quello che ci ricordava don Giussani: “Quando ho incontrato Cristo mi sono riscoperto uomo”».

Julián Carrón inizia così la lettera mandata ai nostri amici di origine albanese Reti, Ardian, Aida, Jurgen e Erien, che la notte di Pasqua a Fidenza hanno ricevuto il Battesimo, la Comunione e la Cresima dal Vescovo. È l’esito di un cammino iniziato pochi anni fa: Reti si ritrova senza lavoro, senza familiari e con un figlio piccolo da crescere. Le precedenti esperienze dolorose l’hanno resa diffidente e impaurita. Ripensando a questi ultimi quattro anni dice: «Mi chiamo Reti, nome di battesimo Teresa, e vengo dall'Albania. Quattro anni fa mi sono trasferita a Fidenza con mio figlio e non conoscevo nessuno. Due persone della Caritas hanno fatto di tutto perché iscrivessi mio figlio Gabriel alla scuola del movimento, convinte che per lui sarebbe stata di grande aiuto. Ho incontrato alla fermata del pulmino e al parco le altre mamme, che pian piano sono diventate mie amiche.

sabato 18 aprile 2015

Perchè il mondo antico è diventato cristiano


Giovedì 16 aprile, nell'auditorium della sala V. Vailati, il prof. Giuseppe Fidelibus, ricercatore di Filosofia Teoretica presso l'Università di Chieti, ha introdotto il libro di Gustave Bardy 'La conversione al cristianesimo nei primi secoli' .
Ha iniziato con una provocazione, osservando che certamente non è questo un tema al centro delle nostre preoccupazioni quotidiane o al centro di tanti didattiti: il libro, quindi, sembrerebbe decontestualizzato. Forse, ha proseguito, solo se raggiunti personalmente da fatti come il martirio dei cristiani di oggi un libro di tal fatta può oltrepassare il fascino di una pura lettura e interpellare chi lo legge. Il cristianesimo, infatti, è violentemente perseguitato in Oriente e subdolamente perseguitato in Occidente a causa della sua pretesa di verità. Ma noi possiamo rendercene conto solo se troviamo un nesso personale, assolutamente personale, con tale pretesa .

lunedì 13 aprile 2015

Il battesimo di Zhang

PADOVA

Il sì di Zhang, ora Agostino

di Eugenio Andreatta
13/04/2015 - Cinese, 29 anni, detenuto con fine pena nel 2024. Jianquing Zhang, sabato 11 aprile, al Due Palazzi, ha ricevuto dal Vescovo i sacramenti del Battesimo, della Comunione e della Cresima. «Voglio conoscere anch'io questo Cristo di cui parlano»
«Non può andar perduto un figlio di tante lacrime». Così più di milleseicento anni fa Ambrogio rispondeva a Monica, quando veniva da lui in pianto per sfogarsi e confidargli il suo tormento per la vita sbagliata di Agostino. Sappiamo poi qual è stato il frutto di quelle lacrime. Sabato 11 aprile, nel carcere di Padova, è stata la volta di un altro figlio delle lacrime, anche lui Agostino. Jianquing Zhang, 29 anni, cinese, detenuto con fine pena nel 2024, ha ricevuto dal vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, i sacramenti del Battesimo, della Confermazione e dell’Eucarestia.

«In questi anni ho sofferto tantissimo,ho pianto tante notti, apparentemente senza un motivo», ha scritto sua madre, buddista praticante, presente con il padre e la famiglia alla cerimonia, in una lettera (leggi) a Nicola, responsabile della Cooperativa Giotto, che dagli anni Ottanta si occupa di detenzione e disabilità, gestendo attività interne ed esterne alla Casa di reclusione Due Palazzi di Padova. «Non potevo fare altro che piangere, per il dolore che lui ha causato alla nostra famiglia e, soprattutto, a quella della vittima. Tuttavia ho sempre creduto che in fondo lui aveva un cuore buono». Come il cuore buono sia venuto a galla, la mamma di Zhang lo spiega con precisione assoluta. «Ogni volta che mi raccontava, mi accorgevo che è molto affezionato a voi. Non l’ho mai visto affezionato così tanto a una persona. Quindi capisco che voi avete qualcosa di speciale. Siete riusciti a fargli capire che la vita è un dono».

domenica 12 aprile 2015

Presentazione del Bardy








IN UN MONDO INTERPELLATO DA MIRIADI DI PROPOSTE RELIGIOSE E DI FILOSOFIE, IL CRISTIANESIMO ERA UNA MINUSCULA SETTA ALLA PERIFERIA DELL'IMPERO.

DOPO POCHI ANNI, CAMBIO' I CONNOTATI DELLA CIVILTA' E DEI POPOLI.

PERCHE'  TANTISSIME  PERSONE  DIVENNERO  CRISTIANE?

CHE COSA DICE QUESTO IN UN CONTESTO DIVISO TRA L'INDIFFERENZA RELIGIOSA DELL'EUROPA E IL MARTIRIO DEI CRISTIANI DAL MEDIO ORIENTE ALL'AFRICA?

sabato 11 aprile 2015

Dante in TV lunedì 13: Nembrini lo introduce

DANTE IN TV

Come a Firenze, settecento anni fa

di Maria Luisa Minelli
08/04/2015 - Quattro lezioni trasmesse da TV2000. Protagonista, il Poeta della "Divina Commedia" raccontato da Franco Nembrini, insegnante bergamasco. Un percorso rivolto a tutti, per scoprire che in quelle rime c'è qualcosa di attualissimo
Sul piccolo schermo, a disposizione di tutti. TV2000, a partire da lunedì 13 aprile, tenta di rispondere a ciò che settecento anni fa, alla morte di Dante Alighieri, un popolo intero chiedeva alle autorità. Cioè il desiderio di «essere istruiti nel libro di Dante, dal quale tanto nella fuga dei vizi quanto nell’acquisizione delle virtù quanto nella bella eloquenza possono anche i non grammatici essere informati». Erano i cittadini di Firenze che, dopo aver letto «il libro che volgarmente è chiamato El Dante», chiedevano che un testo di tale portata potesse arrivare proprio a tutti. Solo a partire da questo appello il testo passerà nelle mani del Boccaccio, dal quale verrà copiato e ribattezzato Divina Commedia. Un’opera che, da secoli, parlando dell’uomo, è indirizzata all’uomo, di ogni epoca e nazione.

venerdì 10 aprile 2015

Borgna, il tempo e la vita

RECENSIONI

Un'avventura nelle pieghe dell'essere

di Maurizio Caverzan
09/04/2015 - Agostino, Pascal, Leopardi, in un faccia a faccia con il dramma del vivere. Sono alcuni dei compagni scelti da Eugenio Borgna, psichiatra, nel suo "Il tempo e la vita". Una riflessione «poco comoda», che dice anche di noi
La lettura dei libri di Eugenio Borgna, psichiatra di lungo corso e alto lignaggio, è un’avventura nelle pieghe dell’essere. Ero già rimasto catalizzato da La solitudine dell'anima, un saggio paradossalmente capace di fare compagnia al lettore, stabilendo un’intesa, quasi un’intimità, con l’autore. Ora Il tempo e la vita è una nuova, vertiginosa incursione nei paesaggi dell’interiorità, negli anfratti dell’anima, provata o meno che sia dalla malattia.

Ma è un’incisione che non ha nulla di brusco, quella condotta da Borgna. Anzi, la sua riflessione è espressione di una sensibilità e di un rispetto unici, quasi accompagnasse il lettore per mano nei sentimenti più reconditi e abitualmente rimossi dalla pubblicistica e dalla psichiatria prevalenti.

martedì 7 aprile 2015

Saluto di Carron al triduo di GS 2015

Saluto di Julián Carrón
a conclusione del Triduo pasquale di GS

Rimini, 4 aprile 2015

Carissimi,
la realtà, insieme al cuore, è la nostra grande alleata.
Alleata contro noi stessi quando ci lasciamo prendere dalle nostre paturnie e dalle nostre
paure.
Per fortuna la realtà è testarda. Ed è più reale dei nostri dubbi.
Si impone nelle nostre giornate – qualunque sia il nostro stato d’animo − senza chiederci il
permesso.
Lo vediamo quando ne sentiamo tutta l’attrattiva imbattendoci in un volto amato.
Per questo, negare la sua evidenza è da pazzi. Negarla è come negare se stessi.
Riconoscerla è facile. Basterebbe cedere alla sua attrattiva, come un bambino di fronte allo
spettacolo di una montagna. Significa essere degli ingenui? No. Semplicemente vuol dire
essere semplici, leali con quello che vedono gli occhi.
Eppure tante volte sembra che la paura del nulla ci assalga. E allora? Ecco che torna a farci
compagnia la nostra grande alleata: la realtà è la più grande smentita del nulla. C’è!
Fragile? Fugace? Effimera? Ma c’è. Senza possibilità di appello!
C’è un solo inconveniente: occorre la libertà per riconoscerla. Grazie a Dio! Chi di noi
vorrebbe essere amato da degli schiavi, da dei robot, meccanicamente? Io no, mai!
Per facilitare il suo riconoscimento, il Mistero è diventato carne, è morto ed è risorto per noi.
L’imponenza della Sua presenza era tale che non lasciava indifferente nessuno.
Come ci ha detto papa Francesco in piazza San Pietro, «Andrea, Giovanni, Simone: si
sentirono guardati fin nel profondo, conosciuti intimamente, e questo generò in loro una
sorpresa, uno stupore che, immediatamente, li fece sentire legati a Lui...».
Don Giussani ci ricorda che «il cammino del Signore è semplice come quello di Giovanni e
Andrea, di Simone e Filippo, che hanno cominciato ad andare dietro a Cristo: per curiosità e
desiderio. Non c’è altra strada, al fondo, oltre questa curiosità desiderosa destata dal
presentimento del vero».
Solo chi asseconda questa curiosità desiderosa potrà scoprirlo.
Intanto, Lui attende il nostro riconoscimento. Libero. «E quando noi arriviamo, Lui stava già
aspettando» (papa Francesco).
Il cristianesimo è una strada solo per uomini che non rinunciano alla loro ragione e alla loro
libertà.
Buona Pasqua, amici.


Incontro con Tatiana Kasaztina