venerdì 29 luglio 2016

GMG a Cracovia: Papa Francesco ai giovani, lanciatevi nell'avventura della misericordia

Gmg 2016 Cracovia
Il Papa ai giovani: lanciatevi nell'avventura della misericordia
Stefania Falasca



«Finalmente ci incontriamo». Nel cuore di un’Europa malata di muri e respingimenti, Francesco si appella ai migliaia di giovani radunati nel parco Jordan a Blonia a Cracovia perché sappiano abbattere i recinti dell’odio e i muri della paura.

E nella festa del primo incontro con i giovani provenienti da tutto il mondo il messaggio del Successore di Pietro è tutto rivolto all’invito di scoprire la sorgente e il cuore del messaggio evangelico. Un messaggio che abbatte le chiusure, getta ponti e rende prossimi, capaci di guardare oltre e ascoltare «quelli che vengono da altre culture, altri popoli, anche di quelli che temiamo perché crediamo che possono farci del male».

mercoledì 27 luglio 2016

Messaggio di Carron ai partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventu' a Cracovia

Messaggio di don Julián Carrón ai partecipanti alla Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia (26-31 luglio)

La vita è piena di imprevisti. «Il mondo è stato conquistato al cristianesimo ultimamente da questa parola riassuntiva: “misericordia”» (don Giussani). Chi avrebbe scommesso sulla misericordia per “conquistare” il mondo?
Per non finire nello smarrimento la Chiesa sempre ci propone dei gesti, che offre alla verifica della nostra esperienza. Voi avete accettato una di queste proposte: partecipare alla GMG di Cracovia insieme ai giovani di tutto il mondo.
Non dimenticate a che cosa avete detto di sì: al Papa che vi ha invitati tutti. Il vostro sì è per educarvi a un legame che per noi non è opinabile, ma sostanziale: il legame con Pietro, argine stabilito da Cristo per la sicurezza del nostro cammino. Quanti andranno a Cracovia lo fanno per scoprire ancora di più il valore della Chiesa, l’appartenenza a qualcosa di stabile, con un punto di riferimento che ha un nome preciso: papa Francesco. Senza questa coscienza la nostra appartenenza sarebbe fragile.
Andate a Cracovia con una ragione precisa: una domanda a Cristo che ci liberi. Andate a chiedere in ginocchio, a mendicare da Lui − come poveracci − la Sua misericordia. Qualcuno può forse pensare di non avere bisogno della Sua misericordia? Vorrebbe dire non riconoscere la vastità del proprio bisogno, al quale solo Cristo è risposta adeguata: «Gesù Cristo è venuto ad annunciare e realizzare il tempo perenne della grazia del Signore, portando la liberazione» (Messaggio per la GMG).
Il Papa ci invita a immergerci nell’Anno Santo della Misericordia, riconoscendo che il Signore continua ad avere pietà di noi. Noi siamo oggetto del Suo amore viscerale che non ci abbandona e si preoccupa del nostro destino. «Lasciatevi raggiungere dal suo sguardo misericordioso, che sazia la sete profonda che dimora nei vostri giovani cuori: sete di amore, di pace, di gioia, e di felicità vera» (Messaggio per la GMG).


lunedì 25 luglio 2016

Meeting 20016: Mostra sulle Suore di Carità dell'Assunzione (Suorine)

La Vita per l’opera di un Altro.

- Piazza A1 A cura delle Suore di Carità dell’Assunzione.
Coordinamento di Giuseppe Feyles e Ubaldo Casotto
“Padre Pernet trovava nel bisogno della gente, dentro il contesto in cui viveva, uno sguardo per poter far penetrare in quelle case, in quei rioni, l’opera presente di un Altro, l’opera di Cristo, Cristo all’opera. Lo faceva penetrare lì”. Don Luigi Giussani

Le Suore di Carità dell’Assunzione nascono dall’incontro e dalla fecondità di due carismi, quello di padre Pernet, assunzionista francese vissuto nell’Ottocento e quello di don Luigi Giussani, fondatore del movimento di Comunione e Liberazione.
Padre Pernet fu molto impressionato dalla situazione di povertà nella quale vivevano le famiglie operaie dei sobborghi di Parigi ed ebbe un’intuizione: solo una donna consacrata può entrare in quelle case e farsi carico dei bisogni che incontrerà, dalle pulizie al far da mangiare, dalla cura all’istruzione.
Nascono così le Piccole Suore dell’Assunzione che, di fatto, “inventano” una moderna pratica di welfare: l’assistenza domiciliare. Nella loro diffusione missionaria le “suorine” (così sono conosciute nei quartieri in cui vivono e operano) arrivano anche a Milano, dove don Giussani le incontra nel 1958, restando colpito dalla loro esperienza di fede e quindi di carità, dall’unità profonda tra missione e vita religiosa.
Presenti oggi a Torino, Milano, Trieste, Roma, Napoli e Madrid, le suorine, il cui ramo italiano nel frattempo ha dato vita alle Suore di Carità dell’Assunzione, costituiscono una realtà sociale che ha acquisito le nuove dimensioni dell’assistenza domiciliare: l’intervento in casa, la cura infermieristica, l’accoglienza diurna dei minori, l’impegno educativo nel rapporto con la scuola e con la famiglia, la collaborazione con l’ente locale e i servizi sociali. L’orizzonte di questa presenza è lo scopo indicato da una frase di padre Pernet: “Generare un popolo a Dio”.

Partendo dalla storia passata, la mostra racconta con testimonianze, filmati e immagini la ricchezza di queste esperienze di popolo e di fraternità nei quartieri periferici delle nostre metropoli d’oggi.

Mostra itinerante

Clicca qui per informazioni sulle mostre itineranti

martedì 19 luglio 2016

Mikel Azurmendi: la nostra convivenza civile è un dono

ARCHIVIO (www.tracce.it)

EUROPA

L'intervista integrale a Mikel Azurmendi
«La nostra convivenza civile è un dono»
di Fernando de Haro

Mikel Azurmendi è una rara avis: antropologo laico, nel mirino delle forze terroriste dell’Eta, in prima linea contro il nazionalismo xenofobo, ha studiato a fondo il fenomeno dell’immigrazione in Francia e in Spagna. Una delle menti più lucide del panorama intellettuale spagnolo, conserva una capacità di sorprendere e una freschezza rare a incontrarsi.
In questa conversazione con Tracce si sofferma sui tratti del momento che l’Europa sta attraversando: l’«esaurirsi del progetto illuminista», la sfida dello jihadismo, la crisi dei rifugiati, il valore pubblico dell’esperienza religiosa. E, naturalmente, l’intervento di papa Francesco alla consegna del Premio Carlo Magno, con quella domanda che vista ora, dopo il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione, pesa ancora di più: «Che cosa ti è successo, Europa umanistica, paladina dei diritti dell’uomo, della democrazia e della libertà?».

Carron legge la "Iuvenescit Ecclesia"

DA AVVENIRE

Carrón: «Per i movimenti missione senza confini»

di Francesco Ognibene
19/07/2016 - Il Presidente della Fraternità di CL legge la «Iuvenescit Ecclesia», la Lettera della Congregazione per la Dottrina della Fede ai Vescovi. Sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici
«Iuvenescit Ecclesia, la Chiesa ringiovanisce...»: suona come un’affermazione gioiosa l’incipit della Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla relazione tra doni gerarchici e carismatici per la vita e la missione della Chiesa che reca la data della Pentecoste 2016 e la firma della Congregazione per la dottrina della fede. E in effetti l’intero suo svolgimento (5 capitoli e 24 paragrafi) è un percorso per riprendere consapevolezza dei modi in cui i carismi suscitati senza sosta dallo Spirito Santo nel tessuto vivo della Chiesa la ringiovaniscono in modo permanente. Lo disse il Vaticano II mezzo secolo fa, lo ridice oggi la Santa Sede con parole rafforzate dall’esperienza e dalla storia, entrambe condivise in questa lunga ma ancora breve tappa post-conciliare da Comunione e Liberazione, movimento di respiro globale eppure ovunque con l’inconfondibile volto dell’umanità di ogni specifico luogo dove i figli spirituali di don Luigi Giussani sono arrivati per trapiantarne il carisma educativo e missionario. Don Julián Carrón è uno di loro, quello chiamato a raccogliere il suo impegnativo testimone (è il destino di chi arriva dopo i fondatori) e a portarlo in lungo e in largo come presidente della Fraternità di Cl, sospinto dallo slancio di un Papa che parla la sua stessa lingua natale.