giovedì 21 giugno 2018

Bielorussia: Festival Pamiezza

Bielorussia. La gioia di un'amicizia che libera

A Minsk la quarta edizione del Festival Pamiežža, promosso dal poeta Dmitry Strotsev. Una proposta originale nel panorama del Paese post-sovietico, nata dall'incontro di un gruppo di laici ortodossi con l'esperienza di CL. La cronaca di quei giorni
Luca Fiore
Il centro di Minsk sembra quello di una capitale del Nord Europa. Locali alla moda, affollati di hipster, che fai fatica a distinguere da quelli di New York. Unica differenza: invece di hamburger si servono i tipici bliny. Lo scorso fine settimana le strade del cuore della capitale bielorussa erano un fiume di giovani arrivati per il Great Britain Festival. Clima di festa in un weekend dal cielo incerto. Le ombre di una società non ancora uscita del tutto dall’era sovietica restano nascoste agli occhi del turista. Ma ci sono.

Così non è affatto scontato che, per il quarto anno consecutivo, negli stessi giorni, torni il “Festival Pamiežža, terra di confine”. Più discreto, meno appariscente e frequentato di quella dedicata all’Inghilterra, ma di certo una manifestazione unica e controcorrente nel panorama bielorusso. La promuove un gruppo di amici laici ortodossi, che desiderano comunicare a tutti la cultura nuova che nasce dell’esperienza cristiana. Detta così è una rarità in Occidente. Immaginatevi nel deserto culturale bielorusso.

Cassiano, dall'amore terreno all'amore di Dio (e viceversa)

CASSIANO
L’amore nasce dalla carne
Spiritualità
Il grande monaco che fra IV e V secolo portò in Occidente l’esperienza di Pacomio e Antonio spiegava che la castità trasforma l’istinto erotico in «spalancamento cosmico»
Spesso si dice che per educare davvero, come per crescere, bisogna puntare agli ideali più grandi. «Per aspera ad astra» dicevano gli antichi. Un concetto che la pedagogia e la società hanno da tempo abbandonato. Non sono le asprezze che ci interessano. Si ritiene che la felicità sia nel consumare beni per soddisfare bisogni. Così per il sesso: più se ne consuma più la vita sarà piena. Da qui l’idea che l’assenza di attività sessuale porti a squilibri e che sia quindi assurdo che preti e religiosi di entrambi i sessi se ne debbano privare.
In tanti ambienti ecclesiali questo dibattito è di grande attualità, soprattutto alla luce dei recenti scandali. È facile pensare che se i preti si potessero sposare ci sarebbero vocazioni diverse e più equilibrate. Ma se non fosse questo il problema? E se la carenza di vocazioni nella Chiesa (anche alla fedeltà e alla prolificità matrimoniale) dipendesse invece dalla mancata educazione a ideali grandi e quindi alla mancata comprensione che non è soddisfacendo gli istinti che si raggiunge la gioia e la pienezza dell’umanità? Era questa la convinzione di san Cassiano, uno dei padri del monachesimo occidentale e gran maestro d’anime, perché capace di scandagliarle nella loro intimità più profonda. Lo spiega bene un libro di Gianluca Attanasio che rilegge gli scritti di Cassiano per ragioni strettamente spirituali, ma finisce per smontare uno per uno tanti luoghi comuni della contemporaneità.

martedì 19 giugno 2018

Specola vaticana: l'osservazione dell'universo

Francesco, tra il cielo e il Vaticano

Anche se la conoscenza dell'universo ha raggiunto limiti vertiginosi, il 95% del cosmo ci è ancora ignoto. Eppure, il Papa intervenendo alla Summer School della Specola Vaticana...
Marco Bersanelli
Dal 4 al 29 giugno la Specola Vaticana – l’osservatorio astronomico della Santa Sede – ha organizzato a Castel Gandolfo la sedicesima edizione della Vatican Observatory Summer School, a cui ogni anno partecipano decine di studenti e giovani astrofisici provenienti da ogni parte del mondo. Fondata nella seconda metà del XVI secolo e guidata dai padri gesuiti, la Specola Vaticana è uno dei più antichi osservatori al mondo, a riprova della particolare attenzione che la Chiesa ha sempre riservato all’astronomia. Fra i numerosi contributi maturati nell’ambito di questa comunità scientifica sui generis spicca quello di padre Angelo Secchi, che a metà dell'Ottocento gettò le basi della spettroscopia astronomica classificando per la prima volta le stelle in base alle loro caratteristiche spettrali. Più recentemente, a partire dagli anni Novanta, la Specola Vaticana ha installato il Vatican Advanced Technology Telescope sul monte Graham, in Arizona, a 3200 metri di quota, il miglior sito astronomico del Nord America.

Come i suoi predecessori, papa Francesco ha fatto sentire tutta la sua vicinanza agli astronomi della Specola. L’ultima occasione è stata lo scorso 14 giugno, quando è intervenuto nel bel mezzo dei lavori della Summer School. Entrando nell’aula di Castel Gandolfo, di fronte a quel gruppo di giovani così evidentemente eterogeneo, il Papa ha esordito sottolineando come «la diversità possa unire per un obiettivo comune di studio, e come il successo del lavoro dipenda anche da tale diversità». È un aspetto tipico del mondo scientifico, ma non comune in altri ambiti dell’agire umano, e Papa Francesco lo coglie e lo valorizza: «È proprio dalla collaborazione tra persone di diversi retroterra che può venire una comprensione comune del nostro universo».

Olanda, i maestri della fede nell'arte

OLANDA
I maestri della fede
Arte
Per la storica statunitense Nora Hamerman non ci sono dubbi sul fatto che nel Secolo d’oro dei Paesi Bassi i maggiori pittori fossero tutti legati al cattolicesimo
Con espressione assorta e intensa la giovane osserva il bilancino che con cura solleva sopra il piano del tavolo. Il volto è illuminato da una finestra aperta in alto e sul tavolo stanno sparsi alcuni gioielli: «Si pensa che la signora, visibilmente incinta, ritratta nel dipinto detto
Donna con la bilancia, oggi nella National Gallery di Washington DC - riferisce Nora Hamerman - sia la sposa di Vermeer. Soprende che la bilancia, tenuta come se stesse pesando qualcosa, sia in realtà vuota. Sulla parete di destra un grande dipinto raffigura il Giudizio universale dove, sotto l’immagine di Cristo in gloria, avviene la drammatica scena in cui le anime sono valutate. E di fronte alla giovane sta uno specchio, espressione della riflessione su sé medesimi, ovvero della coscienza. Si tratta di uno dei dipinti dove più evidente risalta l’appartenenza di Vermeer alla fede cattolica».