venerdì 27 dicembre 2013

EMERGENZA SIRIA: TESTIMONIANZA DI PADRE BERNARDO CERVELLERA

Padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime e direttore di Asianews, è stato invitato a Manfredonia dal Centro Culturale Fontana Vivace sulla scia dei grandi testimoni della fede, tradizione che abbiamo inaugurato prima dell'estate con il prof. Alexander Filonenko e la prof.ssa Elena Mazzola che ci avevano parlato dei martiri russi.
Questa volta (venerdì 13-12-2013) il tema era della più stretta attualità, trattandosi dell'"emergenza Siria", e Padre Bernando ha ben spiegato in che senso si tratta di una vera e propria emergenza, in modo documentato e ineccepibile. I cristiani del nord del Paese e del nord ovest hanno vissuto un'autentica persecuzione alcuni villaggi di quelle regioni sono stati completamente svuotati dalle loro comunità, fuggite per paura di essere massacrate o  per le minacce.I cristiani sono fuggiti verso il Libano in direzione dell' Europa, altri sono sfollati all'interno del paese, verso zone più sicure come la costa o Damasco. Gruppi di fanatici che sfruttano la religione islamica si sono resi responsabili di massacri tra le comunità cristiane di Maloula, Sadad, Aleppo, con la distruzione di tutte le chiese e di interi quartieri cristiani.
Perchè tanto odio? Perchè la cosiddetta 'rivoluzione araba' è stata subito ingoiata dagli estremisti e dagli Stati le cui istituzioni sono di ispirazione coranica (come l'Arabia Saudita o il Qatar) o da quelli dove comandano i Fratelli Musulmani (come la Tunisia, la Turchia, la Libia, l'Egitto). E non bisogna dimenticare che dietro a questi Stati ci sono i governi americani ed europei, in particolare Francia ed Inghilterra (ma non i loro popoli, che si sono uniti alla preghiera di Papa Francesco per la pace, sconfessando i tentativi dei potenti di arrivare ad un conflitto). Ormai i combattenti stranieri penetrati in Siria sono tanti, e il loro numero è in continuo aumento (si parla di 30 o 40 mila elementi), e tra essi ci sono 1700 jiahadisti europei.
In un contesto del genere, nel quale si scontrano appetiti internazionali, o interetnici e religiosi, grandissima è la sofferenza della popolazione residente e dei cristiani. Padre Bernardo,che spesso si reca nel Paese, ha descritto i campi che accolgono i profughi e le loro condizioni, come anche l'opera della Caritas, che è sterminata e quotidiana pur potendo apparire una goccia in un mare di bisogno.I vescovi del luogo hanno con lucidità individuato la precisa responsabilità dei cristiani in un momento così drammatico: essere persone pronte a dialogare con chiunque. Certo, dev'esserci qualcosa di ben più grande davanti agli occhi e al cuore che rallegri la vita per poter dialogare con chi distrugge la propria casa o uccide un parente o minaccia la stessa vita! Qualcuno che oggi, non solo duemila anni fa, viene a visitare questo mondo ferito e chiama precisamente il mio nome, lasciando intatti tutti i problemi e le tragedie del mondo, ma introducendo discretamente una gioia che prima della Sua nascita era semplicemente impossibile a immaginarsi.

Gemma Barulli

Un siriano a Mosca

venerdì 27 dicembre 201 3

A Mosca il Natale cattolico passa quasi in sordina: per la stragrande maggior parte della gente è un
normale giorno lavorativo perché il popolo russo festeggia il Natale ortodosso il 7 gennaio. L'attesa si
allunga mentre la frenesia aumenta a dismisura concentrandosi tutta nella foga in cui la metropoli
sembra impazzire alla ricerca dei regali di capodanno, la vera grande festa familiare che qui tutti
sentono e amano.

Dov'è per noi la differenza tra la gioia profonda e l'allegria mondana di cui ci ha parlato Papa Francesco?
Siamo presi nel vortice dei preparativi come tutti, anche noi parte di questa umanità che vorrebbe
saper amare ma non riesce e regala sempre più spesso odio fratricida.
Abbiamo a pranzo un amico siriano, leggiamo nei suoi occhi una sofferenza indicibile fatta di persone
care che a Damasco han visto saltare in aria davanti ai loro occhi il pullmino che portava i bambini a
scuola, di villaggi cristiani completamente annientati dai terroristi, di un paese martoriato e in
ginocchio perché vittima di spietati giochi politici. Siriano, cristiano ortodosso, siamo amici da circa un
anno: è in Russia per lavoro mentre la moglie e due figli di dieci e dodici anni sono "a casa", cioè sfollati in
un paesino fuori Damasco dove è un po' meno pericoloso vivere. Torna a trovarli per Natale, ha davanti
un viaggio difficile e pieno di incognite.

Mentre lo aspettiamo penso: cosa vorrà dire per lui il Natale, questo Natale? Non c'è «fiaba zuccherosa»
che tenga né possibile «allegria mondana», il mondo reale è troppo duro e di allegro ha ben poco. Fin qui
è chiaro ma … e la gioia?

Intanto lui, dopo aver passato una notte insonne in treno, ci raggiunge a Mosca da San Pietroburgo: ha
due valige enormi e qui nevica forte e fa freddo. Entra in casa, prende un caffè, poi ci dice che deve fare
delle commissioni e torna dopo mezz'ora con sacchetti pieni di regali… per noi! Gli chiedi semplicemente
«come stai?» e ti risponde «adesso bene, adesso sono qui con voi». Racconta poco del suo paese e di quello che lo aspetta, gli chiediamo dei figli (non è nemmeno semplice parlarsi, tra un inglese stentato e il
russo che migliora ma non è ancora esattamente fluente) e all'improvviso lui sorride e risponde: «Mio
figlio Mishel … è un angelo! Letteralmente! Se volete vi faccio vedere…». Ride divertito, prende il
computer e ci mostra un video girato qualche anno prima a Damasco. Pochi minuti che mostrano una
recita natalizia, la scena dell'annunciazione: c'è una bimba siriana – bellissima con due occhioni neri
vispi vispi – che rappresenta la Madonna e poi entra il suo Mishel, l'arcangelo, sbatte le alucce e attacca
il dialogo, in arabo. Lui traduce per noi in russo e ride felice: «vedete mio figlio è un angelo, proprio un
angelo, ve l'avevo detto!»

«Quello che leggiamo nei Vangeli è un annuncio di gioia. Gli evangelisti hanno descritto una gioia. Non si
fanno considerazioni sul mondo ingiusto, su come faccia Dio a nascere in un mondo così»: davanti alla
gioia così pura e profonda che traluce e trapassa il suo dolore le parole del Papa riaccadono. Perché lui
ride davvero, con gusto, e mentre il suo cuore è tutto pieno di un lancinante e umanissimo «perché?», è
tranquillo come un bambino davanti allo sguardo di Dio: «Tu sai il perché, io non lo so e Tu non me lo dici
ma mi guardi e io mi fido di Te, Signore, e mi fido del Tuo sguardo».

Dopo pranzo partecipiamo a un momento di canti e letture sul Natale e alla fine facciamo per lui una
colletta che andrà a favore di un'opera di carità di Damasco. «Adesso ci sono tanti governi stranieri che
raccolgono soldi per aiutare il mio paese» ci dice «e quello che mi darete vi stasera non è niente in
confronto agli aiuti che riceviamo ma per me è il contributo più prezioso perché voi lo fate nel nome di
Gesù e così mi permettete di portare al popolo siriano la cosa più importante. Ormai in Siria si sente solo
il suono della guerra e si vive immersi nelle tenebre della cultura della morte, ma attraverso la mano
che mi tendete ora nel nome di Cristo io posso portare alla mia gente la speranza, portare il suono di
Cristo che è il senso della vita».

Hai l'impressione di essere davanti a una roccia incrollabile, a qualcosa di invulnerabile e di
infinitamente più potente delle bombe. Eppure non è che un uomo, il più indifeso, il più ferito e il più
povero tra noi, il più umiliato.
«Perché Dio è con noi», abbiamo appena ascoltato cantare. «Perché Dio è con noi» ripete insistentemente
il coro invitandoci a ricordarci di Chi siamo mentre il solista scandisce: «Sappiatelo, popoli: sarete
frantumati. Ascoltate voi tutte, nazioni lontane, cingete le armi e sarete frantumate. Il popolo che
camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce
rifulse. Hai moltiplicato la gioia, hai aumentato la letizia. Gioiscono davanti a te… perché un bambino è nato
per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio
potente, Padre per sempre, Principe della pace».


Elena Mazzola

(NB La prof.Elena Mazzola è stata da noi  a giugno come interprete del prof. Filonenko nel bellissimo incontro sui martiri della Chiesa russa)


sabato 21 dicembre 2013

La Natività nella Sagrada familia di Gaudì


Colui che era al di là del tempo è venuto nel tempo per condividere la nostra condizione umana.

mercoledì 18 dicembre 2013

Emergenza Siria: storie di un mondo nuovo




La testimonianza di Padre Bernardo Cervellera preceduta dall'introduzione della prof.ssa Gemma Barulli

Testimonianza di Padre Bernardo Cervellera: un incontro che ci ha aperto alla realtà

Venerdì 13 dicembre, alle ore 19.00, Padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime e direttore del periodico Asianews, ha offerto al pubblico presente nella sala V.Vailati di Manfredonia una testimonianza documentata, precisa e decisamente alternativa a quanto siamo soliti ascoltare dai mezzi di comunicazione sulla situazione della Siria, sulla condizione della popolazione ivi residente, sui profughi, sulla tristissima e delicatissima posizione dei cristiani.
Padre Bernardo si è rivelato molto efficace sia nel descrivere il mondo medio-orientale, a noi così lontano per mentalità e per interessi geopolitici ed economici; ha chiaramente delineato il conflitto che divide Assad dai ribelli, e quanto i cristiani siano vittime soprattutto del fanatismo islamista che mira a ricostruire un futuro 'califfato' che comprenda territori dall'Italia meridionale all'Iran; ha descritto la dolente condizione dei profughi (si tratta di diversi milioni di persone), sparsi in Libano, in Turchia, in Egitto, in tutti i Paesi arabi circostanti, e gettati nei campi di accoglienza messi su 'alla buona' e che ora, con le prime nevi, stanno già crollando provocando i primi casi di assideramento. Immensa è l'opera della Caritas in un contesto che può apparire disperato: ogni giorno tantissime persone si danno da fare con la carità del Papa e di tutti coloro che, in ogni parte del mondo, non si rassegnano all'indifferenza.

sabato 7 dicembre 2013

Come nasce una presenza

Le diciannove ore di Giacomo


di Alessandra StoppaÈ così raro vedere la realtà per davvero, che se succede si è presi dal timore di essere visionari. Pare “troppo” che ad un certo punto tutto diventi segno. Ma se un bambino, «il più scassato di tutti», come dice suo padre Mirco, vivendo meno di un giorno ha reso più vita la vita di tanti, forse c’è una profondità che di solito non si vede. E bisogna capire cos’è successo. A Bologna. Ospedale Sant’Orsola.
Il reparto di Ginecologia è noto per le tante interruzioni di gravidanza e l’attività di fecondazione in vitro. Qui il primo ottobre è venuto al mondo Giacomino, con una malformazione incompatibile con la vita. Di solito un bambino così è scartato dall’inizio. Lui sarebbe nato, ma solo per morire. Le cose sono andate diversamente. In poche ore ha rivoluzionato il reparto, e il cuore e il lavoro di chi c’era, tanto che oggi si parla di un percorso di comfort care per neonati come lui. E qui era inimmaginabile fino al giorno prima.
Ma tutto in questa storia è stato così. «Prima che arrivasse Giacomo, stavo vivendo incastrando tutto e finendo incastrato io. Anche nel rapporto con mia moglie», racconta Mirco. Lui e Natascia hanno tre figli, Francesca, Federico e Michela, la primogenita, che è morta subito dopo la nascita undici anni fa. La notizia di aspettare il quarto arriva in uno dei momenti più difficili del loro matrimonio. «Ricominci a progettare, provi a ricomporre... È solo peggio». Ma era stata fatta a Dio una domanda molto vera sul loro rapporto. Ti dirà Natascia: «Non riuscivo a rassegnarmi che la promessa del matrimonio fosse persa, e soffrivo, perché non ci guardavamo più come ci guarda Gesù. Gridavo da due anni dentro di me: Signore, mi manchi Tu!».

martedì 3 dicembre 2013

Emergenza Siria






Razòn de vivìr



"Per continuare a camminare...basta che tu sia qui con i tuoi occhi luminosi"

Sempre l'arte è un grido o una profezia (consapevole o inconsapevole) di ciò che il cuore di ogni uomo attende. Iniziando l'Avvento, noi attendiamo 'il più bello tra i figli dell'uomo' che sta arrivando con i Suoi occhi luminosi per permetterci di continuare a camminare.

lunedì 2 dicembre 2013

Quasi 33 tonnellate raccolte nella Colletta Alimentare in Capitanata

Ancora una volta la gente di Capitanata ha risposto in maniera positiva e concreta all’appello lanciato dal Banco Alimentare per la 17esima edizione della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.
Sono state quasi 33 (precisamente 32,690) le tonnellate di alimenti raccolte durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare in Capitanata, che si è svolta ieri sabato 30 novembre in 77 punti vendita della provincia di Foggia.
“Un ottimo risultato se si tiene conto anche delle avverse condizioni metereologi che hanno caratterizzato soprattutto il pomeriggio di sabato” afferma con soddisfazione il Presidente del Banco Alimentare della Daunia Francesco Vassalli Onlus Giuseppe Brescia “che sottolinea come ancora una volta il richiamo della solidarietà va dritto al cuore della gente di Capitanata, che risponde sempre nonostante il periodo non sia dei migliori. Abbiamo trovato sempre più persone durante questa Colletta che hanno chiesto informazioni sulla nostra attività quotidiana e la nostra speranza è che questo gesto, il gesto della GNCA, possa portare tanta gente a comprendere il grave problema della povertà e del numero sempre crescente di indigenti”.
Grande la soddisfazione anche per il numero di volontari sempre crescente della Giornata Nazionale della Colletta Alimentare.




giovedì 28 novembre 2013

TV, il giornalista Domenico Quirico su Iris per presentare cinema e diritti umani



"Sono stato sequestrato,  prigioniero di un gruppo rivoluzionario e banditesco. Questa esperienza mi ha insegnato una cosa straordinaria, a cui non avevo mai badato: siamo spesso ipercritici nei confronti dei meccanismi dei nostri sistemi democratici e, giustamente, ne indichiamo con grande vigore e pregnanza i ritardi, le manchevolezze, gli inciampi, i vuoti. Ma bisogna sempre pensare che ci sono milioni di uomini per cui i nostri piccoli problemi sarebbero delle benedizioni di fronte alle loro reatà quotidiane" (Domenico Quirico, sequestrato in Siria e recentemente liberato)


www.avvenire.it

Che cosa accade quando anche solo una persona prende iniziativa: il contesto intorno, almeno per un attimo, è costretto a sollevare lo sguardo




                       Una sorprendente interpretazione dell'inno alla gioia di Beethoven

mercoledì 27 novembre 2013

A Monte Sant’Angelo la solidarietà sfama i poveri con la Colletta Alimentare


Si rinnova l'invito alla solidarietà attraverso un gesto concreto nei confronti dei più indigenti: donare alimenti ai più bisognosi. Anche Monte Sant'Angelo aderisce alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare prevista sabato 30 novembre e promossa dall’associazione ‘Il Campanile’, in collaborazione con la Caritas parrocchiale di Santa Maria del Carmine, i giovani volontari della Caritas diocesana, quelli della Protezione Civile, con il patrocinio dal Comune di Monte Sant’Angelo.

Intervista a Maria Saadeh, deputata cristiana al parlamento di Damasco



siria-maria-saadeh-assad"Se i ribelli avessero a cuore il popolo siriano, non permetterebbero ai terroristi di massacrarlo"


L'esortazione apostolica di Papa Francesco 'Evangelii gaudium'

http://www.vatican.va


Gli apostoli Pietro e Giovanni corrono verso il sepolcro: scopertolo vuoto, corrono, pieni di gioia, ad annunciare la Resurrezione.

mercoledì 20 novembre 2013

Ojos de Cielo



Splendida canzone che ormai è diventata, grazie alle comunità sudamericane, un fenomeno di popolo e non solo un sussurro d'amore dell'uomo alla donna che ama: la persona che si ama è sempre il segno dell'ideale più profondo del cuore, e perciò unisce tutti (come facilmente si vede, anche in modo superficiale, nella musica)

martedì 19 novembre 2013

30 Novembre - Colletta alimentare



Il 30 novembre in tutta Italia, anche a Manfredonia, ci sarà la giornata della Colletta Alimentare. Migliaia di volontari identificati dallo slogan 'condividere' fermeranno gli acquirenti dei supermercati proponendo di acquiatare generi alimentari non deteriorabili (pasta, legumi, scatolame, prodotti per l'infanzia, olio, ecc.) a favore degli enti che assistono i più poveri.
A Manfredonia saranno presenti a Leclerc, all'Eurospin e al Dok.
Tutti possiamo dare qualcosa!

mercoledì 13 novembre 2013

Filippine nel caos: emergenza per 11 milioni, assalto ai magazzini di riso

Filippine nel caos emergenza per 11 milioni  assalto ai magazzini di riso

17:40 13 NOV 2013

(AGI) - Roma, 13 nov. - Il disastro causato dal tifone Haiyan e' "la piu' grande emergenza logistica mai affrontata dalle Filippine". Lo ha detto il presidente del Consiglio per la gestione e la riduzione dei disastri di Manila, Rene Almendras, che ha anche aggiornato bilancio della catastrofe a 2.275 morti, 3.365 feriti e 80 dispersi. Almendras ha spiegato inoltre che l'emergenza riguarda ben 11 milioni di persone. "Un numero cosi' elevato rende difficoltosa anche la gestione degli aiuti. Stiamo valutando tutte le strade percorribili perche' il loro volume e' talmente grande che non possiamo spostarli tutti per via aerea". "Numerosi C-130 della nostra forza aerea e altri messi a disposizione dagli Usa volano direttamente su Tacloban, ma gran parte degli aiuti devono essere distribuiti dall'aeroporto internazionale di Cebu", ha affermato. Le province toccate dal ciclone sono 41, mentre gli sfollati sono 582.303, dei quali solo 286.433 hanno trovato al momento posto in 993 centri di accoglienza. Secondo le autorita' filippine le case completamente distrutte sono 80.047.
  Papa Bergoglio ha lanciato un appello a favore delle popolazione colpite. "Stiamo pregando e unendo le forze per aiutare nostri fratelli e sorelle delle Filippine colpiti dal tifone, queste sono le belle battaglie da combattere, per la vita e mai per la morte", ha detto il pontefice al termine dell'Udienza Generale. Intanto si registra una nuova tragedia: otto persone sono morte per il crollo di un muro durante l'assalto a un magazzino di riso nei pressi di Tacloban, la citta' piu' colpita dalle devastazioni. Poliziotti, militari e guardie private erano schierati a protezione del magazzino di Alangalang, citta' a 17 chilometri da Tacloban, ma sono stati sopraffatti dalla folla che si e' portata via 129.000 sacchi da 50 chili l'uno. Solo 33.000 sacchi contenevano riso pronto per essere cotto e mangiato mentre gli altri 96.000 erano di grani ancora da raffinare. Problemi anche per la sepoltura delle vittime in una fossa comune: l'operazione e' stata interrotta da alcuni spari. I medici legali che avrebbero dovuto assistere alla sepoltura sono stati fatti allontanare dalla polizia e i camion che trasportavano le salme sono dovuti rientrare alla base. Il ritardo complica ulteriormente gli sforzi per dare sepoltura alle migliaia di vittime del tifone, i cui corpi giacciono numerosi per le strade di Tacloban, rilasciando odore insopportabile. Un funzionario del comune ha lamentato che la loro raccolta e' stata interrotta per mancanza di sacchi speciali in cui avvolgerli.

venerdì 8 novembre 2013

APPELLO PER I CRISTIANI PERSEGUITATI




nella maggior parte dei paesi non europei il puro essere cristiani è oggetto di discriminazione e, molto spesso, di persecuzione. Sottoscrivi l'appello a loro favore perchè i governi siano meno pavidi

Laica inquietudine - Intervista ad Ezio Mauro, direttore di Repubblica

Quei giorni in redazione «c’era un modo diverso di lavorare». EZIO MAURO, direttore di Repubblica, racconta cos’è accaduto dopo la storica lettera di papa Francesco ad Eugenio Scalfari. Il riconoscimento della «tensione positiva di chi non crede», la presenza storica di Cristo «che interpella anche me». E tutti i segni che vede «di una novità che irrompe»


La gigantografia della prima pagina con il titolo «Il Papa: la mia lettera a chi non crede», è appesa nell’ufficio centrale della redazione. Prima non c’era nulla. «È stata un’idea dei giornalisti. Quel fatto storico ha scosso tutti. Il contenuto della lettera a Scalfari ci ha scosso. Non era una risposta formale. In quei giorni c’era una corrente particolare, una fibrillazione positiva, un modo diverso di lavorare. Avviene raramente. Dopo è stata aggiunta la gigantografia dell’11 settembre 2001», spiega Ezio Mauro, dal 1996 direttore de la Repubblica, all’inizio di questo dialogo che è diventato il racconto leale di qualcosa che è avvenuto a partire da quella lettera. Qualcosa che ha lasciato un segno, da cui difficilmente si torna indietro. Non una riflessione intellettuale. Forse per questo le domande prefissate a un certo punto sono saltate. Si è andati dietro al flusso delle riflessioni su ciò che è accaduto da quella lettera.

La prima volta che un Papa scrive a un giornalista. Poteva rispondere dalle colonne de L’Osservatore Romano o di Avvenire.
Appena Eugenio mi ha letto al telefono la lettera ho capito che avevamo tra le mani un documento storico, straordinario: non era una risposta tecnica, canonica, scritta dalle segreterie e poi corretta dal Papa, bensì una risposta impegnativa, che entra in merito ai problemi e poi, soprattutto, con la promessa di un dialogo. Come poi è avvenuto. E ha scelto il nostro giornale, che ha un’identità fortemente laica, anche se tradizionalmente attenta ai temi della Chiesa. Il Papa ci ha riconosciuti come interlocutori. Molto è dipeso sicuramente dalla figura di Scalfari. Francesco lo ha scelto come simbolo del libero pensiero laico, del non credente. Che è ben diverso dal pensiero dell’ateo.

In che senso?
Il non credente ha l’inquietudine di chi cerca di dare un significato alla propria esistenza ed è convinto che questo sia possibile attraverso ragioni che sono profondamente umane. Il Papa ha riconosciuto la valutazione positiva della coscienza come misura dell’umano. Lui è mosso dalla figura di Cristo, Figlio di Dio che si incarna e ritrova la natura divina nella Risurrezione. Lo ha detto: «Gesù ha dato un indirizzo e un senso nuovo alla mia esistenza». Eppure, senza voler fare proselitismo, ha riconosciuto dignità morale, spirituale all’inquietudine del laico che si muove dentro la finitezza dell’umano, ma che tende al bene. Una tensione positiva di dare significato all’esistenza pur senza un legame esplicito con il trascendente.

Che cosa l’ha colpita, soprattutto?
L’attenzione all’uomo in quanto uomo, la sua elevazione come figura centrale indipendentemente da come la pensa. E poi che per il Papa Gesù Cristo è amore e verità. Amore e verità, come scrive nella lettera, che sono «relazione» con l’altro. La verità non è qualcosa che i più fortunati, i credenti, possiedono ed elargiscono.

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USCITE! L’invito di papa Francesco - incontro con Bernardo Cervellera


Il Centro Culturale ARCHE’, lunedì 11 novembre presso l’Università di Foggia, promuove, in collaborazione con la Cappella dell’Università, un incontro con un ospite d’eccezione: Bernando Cervellera, direttore di AsiaNews, l’agenzia internazionale d’informazioni on line che quest’anno celebra i suoi 10 anni di attività.
Quando ci fu il lancio dell'agenzia quotidiana, il mondo della stampa lo considerò un canale sterile, essendo l’Asia un continente troppo lontano. E’ evidente oggi la miopia di una tale visione: “a causa della globalizzazione, siamo stati invasi da merce asiatica e da businessmen, turisti, viaggiatori e poveri dell'Asia. Allo stesso tempo, sono cresciuti i trasferimenti delle catene di produzione verso luoghi con manodopera meno costosa e l'export europeo ha trovato nuovi mercati. E come se non bastasse, in questi anni guerre, profughi, ricerca di materie prime ci hanno costretto a fare i conti con questo gigante.”, scrive in un suo editoriale padre Cervellera.
Profetica invece si è rivelata la riflessione di Giovanni Paolo II che considerava l'Asia il continente da evangelizzare nel terzo millennio perché cruciale non tanto o non solo da un punto di vista economico e del profitto, ma proprio perché i problemi dell'Asia sono anche i problemi dell'Europa e del mondo. La libertà religiosa, infatti, oltre il fondamentalismo e il laicismo, è garanzia di sviluppo integrale e di vero umanesimo. AsiaNews.it, in questi 10 anni, ha sicuramente contribuito a correggere la visione un po' angusta e provinciale di un'Europa che si chiude in se stessa.
Oggi Papa Francesco sottolinea con forza e in ogni possibile occasione l'invito a "uscire" verso le periferie esistenziali e geografiche. Come padre Bernardo Cervellera ha dichiarato, “in Asia si giocano i destini prossimi del mondo e della Chiesa e l'elezione di papa Francesco, venuto dagli estremi confini della terra, ci rafforza in questa percezione poiché l'Asia è nel cuore di papa Bergoglio ed è il continente dove sta programmando di viaggiare per il 2014”.

La cittadinanza è invitata all’incontro con Bernardo Cervellera che lunedì 11 novembre alle ore 18.30 nell’Aula IV del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Foggia (Largo Giovanni Paolo II), ci proietterà, con le sue cronache dell’altra parte del mondo, in una dimensione internazionale ma allo stesso tempo a noi vicina per l’importanza che oggi ricopre l’Asia per il mondo intero e anche per la nostra Europa. L’incontro sarà introdotto dal prof. Francesco Donataccio, dirigente scolastico.

domenica 28 luglio 2013

Vacanza e sacrificio (sacrum facere)

Dal temperamento un metodo

Perché si va in vacanza?
Per il motivo per cui ci si alza al mattino!
Perché si va al lavoro?
Per il motivo per cui si prega!
È la stessa risposta: per il desiderio di essere di più, di camminare di più verso l’ideale, di camminare di più verso il nostro destino, di entrare sempre di più nella conoscenza e nell’amore a Cristo, perché questa è la definizione ultima, no?
Uno vive per quello! Essere chiamati alla verginità vuol dire ricordare a tutto il mondo che si vive per Cristo.
Perché vivere bene, in pace, moralmente a posto, facendo tutte le proprie pratiche bene, da sposati, non colpisce nessuno. E parlare di tensione ideale significa implicare un impegno col sacrificio.
Non esiste tensione ideale se non implica sacrificio.
La nettezza nel sacrificio, la decisione e la nettezza nel sacrificio è essenziale per dire che si vive quel rapporto idealmente, con tensione ideale.
Il nostro carisma sottolinea l’aspetto “resurrezionale” della vita cristiana: la vita cristiana porta. una vita più vera, più lieta e più gioiosa, più piena. Ma proprio nella misura di questa sottolineatura, bisogna che consegua la sottolineatura del sacrificio, perché senza sacrificio non c’è resurrezione.
LUIGI GIUSSANI – DAL TEMPERAMENTO UN METODO

mercoledì 17 luglio 2013

«Aspetto che il Papa entri a casa mia»

VERSO LA GMG


di Isabella Alberto
18/07/2013 - Nella sua visita a Rio, papa Francesco visiterà anche la favela di Varginha. Siamo andati a vedere come lo stanno attendendo Everaldo, Dilza, Amara... Fino agli evangelici. (da Tracce.it)
Dal centro di Rio arriviamo in treno alla stazione di Manguinhos. Sono venti minuti di viaggio in un convoglio precario che durante la settimana corre stracarico di lavoratori. La favela, a nord, è molto povera. Di lontano si vede ancora il Cristo Redentore a braccia aperte, ma la parte più bella della città è a chilometri di distanza. Nell’aria c’è un cattivo odore che viene dal rio Jacaré, il fiume inquinato che attraversa la regione. Sul lato destro della linea ferroviaria si vede un ammasso di case senza intonaco, con vicoli ovunque, resti di demolizioni e molta sporcizia. È la parte conosciuta come favela di Manguinhos. Alla sinistra, un po’ più ordinata, con strade più larghe e case migliori, ci sono le favelas di Varginha e di Mandela.

giovedì 11 luglio 2013

Puoi metterci la firma

Testimoniare la fede

di Julián Carrón

11/07/2013 - La lettera di don Julián Carrón, presidente della Fraternità di Cl, a Repubblica sulla "Lumen fidei" (11 luglio 2013)
Caro Direttore,
Eugenio Scalfari ha colto acutamente che il tema dell’enciclica di papa Francesco è «il punto centrale della dottrina cristiana: che cos’è la fede» e ha concluso il suo editoriale di domenica con una domanda: «Qual è la risposta, reverendissimo papa?» (la Repubblica, 7 luglio 2013). Rileggendo l’enciclica Lumen fidei sollecitato da queste parole, non ho potuto evitare di riandare con la mente a questa immagine con cui Gesù descrive la missione dei suoi seguaci nel mondo: «Non si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa»(Mt 5,15).

martedì 9 luglio 2013

Una luce nelle tenebre

I video della conferenza di Alexsandr Filonenkoprofessore di Filosofia all'Università di Chark'ov, Ucraina.


Prima parte

Seconda parte

LUMEN FIDEI/ Prades: la fede è un dono che ha "bisogno" degli uomini

da ilsussidiario.net


"Il Tu di Dio, e questo è il genio del cattolicesimo, ci raggiunge attraverso dei tu umani". Ecco perché si può imparare la fede dalla propria nonna, come è stato per papa Francesco. "Tutti abbiamo avuto bisogno di un testimone, uno che vivendo in prima persona la fede ha reso possibile per noi l'adesione personale al dono di Dio". La fede è una luce che non viene da noi, ma è entrata nella storia degli uomini, e si trasmette da persona a persona, come una fiamma, dice la nuova enciclica Lumen fidei. Una "fiamma" che nulla toglie alla nostra libertà di uomini.
Parla Javier Prades, teologo della Facoltà San Dámaso di Madrid.


lunedì 8 luglio 2013

Presentata a Roma la XXXIV edizione del Meeting

Emergenza Uomo” il titolo dell'evento a Rimini Fiera dal 18 al 24 agosto


Presentata nella Sala del Tempio di Adriano a Roma la nuova edizione del Meeting. Accanto a Emilia Guarnieri, Presidente della Fondazione Meeting e Giorgio Vittadini, Presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, hanno partecipato alla presentazione ufficiale anche il Ministro degli Affari Esteri Emma Bonino e il Ministro della Difesa Mario Mauro.


Il titolo del Meeting 2013 mette a tema la cosa più bella e al tempo stesso più drammatica che esista sulla faccia della terra: l’uomo, più precisamente “l’emergenza uomo”. L’uomo nel suo bisogno di esistere come realtà unica ed irripetibile, l’uomo nella irriducibilità del suo desiderio, l’uomo che sente che ciò da cui è definito e caratterizzato è la libertà.




"Sotto luce nuova" di Costantino Esposito


05/07/2013 - Papa Francesco ha concluso il lavoro iniziato da Benedetto XVI: «Un gesto di testimonianza e di fraternità tra due uomini», che ci accompagnano attraverso un cammino dello sguardo» (da "Tracce", luglio/agosto)

Lumen fidei, la prima enciclica di papa Francesco, può essere considerata al tempo stesso come l’ultima di Benedetto XVI, il quale ne aveva «già quasi completato una prima stesura», assunta poi come propria dal nuovo Papa, che vi ha aggiunto «alcuni ulteriori contributi»(come lui stesso afferma al n. 7). Questo fatto ci dice qualcosa di essenziale riguardo ad un testo che non è solo un documento del Magistero, ma è anche un gesto di testimonianza e di fraternità di due uomini che verificano nella propria esperienza la novità di giudizio e di affezione portata dalla fede nella vita. E per questo diventano una grande compagnia per tutti. La fede, per loro, costituisce la grande possibilità di «illuminare» nuovamente la questione dell’umano, per tanti versi oggi confusa e smarrita, come il fondo nascosto di tutte le nostre “crisi”, quelle personali come quelle socio-economiche, culturali e politiche. Si tratta perciò di porre nuovamente la domanda su cosa permetta veramente di vivere all’altezza - infinita - del proprio cuore e della propria intelligenza. Può la fede illuminare davvero la vita? Oppure - secondo una tendenza tipica della modernità - essa resta confinata nel regno dell’oscurità?


sabato 1 giugno 2013

Incontro con Aleksandr Filonenko


Il Centro Culturale Sipontino Fontana Vivace presenta l'incontro
Una luce nelle tenebre 

Interverrà
Alexsandr Filonenko, professore di Filosofia all'Università di Chark'ov, Ucraina

Presentazione
Gemma Barulli, docente di Filosofia e Storia presso il Liceo psico-pedagogico "Roncalli", Manfredonia




Approfondimenti:
All’improvviso la vita, Elena Mazzola, Tracce gennaio 2013
Filonenko voci speranza, Avvenire 8 gennaio 2012