venerdì 31 luglio 2015

Mario Luzi: 'Di che mancanza è questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?'

Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?
Giovedì 20 agosto 2015 - Mercoledì 26 agosto 2015“Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?”. Un verso del poeta Mario Luzi darà il titolo alla prossima edizione del Meeting per l’amicizia fra i popoli.

Come il poeta, il Meeting vuole interpellare il cuore dell’uomo, scoprendo in esso l’esperienza di una mancanza che, con la sua forza travolgente, come l’acqua che fuoriesce da una diga che si rompe, lo inonda. Ma qual è l’origine di questa mancanza? Da dove viene? E’ un difetto o può essere una risorsa?

Non affrontare queste domande produce un impoverimento della persona: la riduzione del desiderio, “l'incurante superficialità o la confusione senza speranza o la ripetizione compiacente di «verità» diventate vuote e trite”, come dice Hannah Arendt, l’indifferenza nei confronti degli altri, la paradossale solitudine dentro ad un mondo iper-tecnologico e sempre connesso, la sensazione di soffocare perché le circostanze e i fatti della vita diventano una prigione, una sorta di bunker da cui non si riesce ad uscire.

L’arte, la musica, la poesia, espressioni cui il Meeting di quest’anno porrà particolare attenzione, rappresentano da sempre la testimonianza di quella irriducibile mancanza che alberga nel cuore dell’uomo, ma al tempo stesso esprimono quel grido e quella scintilla di nostalgia capaci di suscitare il desiderio dell’eterno.

Provocati e commossi di fronte alla mancanza che riconosciamo in noi e in tutti gli uomini, proveremo ad osservare i diversi campi del vivere (scienza, e biologia in particolare, diritto, filosofia, economia, politica), documentando come ogni riduzione dell’io, anche se inconsapevole, influenza la vita concreta e reale di tutti i giorni. Al tempo stesso ci metteremo sulle tracce di uomini che proprio a partire da qualcosa che manca alla loro vita non si stancano di cercare, intraprendere ed incontrare.

Ma è ancora possibile per ciascuno di noi un imprevisto, un piccolo bagliore, in grado di fare riemergere un cuore vivo, capace di affezione e di amore, finalmente presente a se stesso e libero di fronte alla realtà? Dove incrociare lo sguardo di qualcuno che sappia ancora stupirsi e lasciarsi cambiare da ciò che accade?

lunedì 27 luglio 2015

Verso il Meeting

VERSO IL MEETING

Sette giorni di sorprese

di Stefano Filippi
21/07/2015 - Nuove le date, nuovi gli spazi. Il programma della kermesse riminese, tra vecchie conoscenze e personaggi inediti. Un piccolo viaggio tra gli incontri che ci aspettano nei padiglioni della Fiera (da Tracce, 7/2015)
Sarà un Meeting pieno di sorprese. Le date, l’apertura a metà settimana, la chiusura con una grande festa, gli spazi ridisegnati. E il tema, una parola strana: «Mancanza». Sfida coraggiosa: la mancanza è un guaio o può essere una risorsa? La riduzione dell’io, il crollo delle evidenze, i cambiamenti sociali possono generare personalità nuove? Ed esistono già soggetti così?

Presenze sorprendenti, nel Meeting della mancanza: Fausto Bertinotti e Noam Chomsky, Carlo Cottarelli e Piercarlo Padoan, il cardinale Pell e monsignor Galantino, l’abate Lepori (che venerdì 21 agosto approfondirà il tema del Meeting) e l’astronauta Roberto Vittori, don Julián Carrón e il professor Joseph H. H. Weiler, protagonisti (lunedì 24), di un dialogo da non perdere. In tanti campi del vivere il Meeting documenterà che quella domanda irriducibile, quel desiderio di un compimento, è la scintilla della novità.

Un anno fa il Meeting apriva con padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, che invitò a usare «il potere del cuore» per sostenere i cristiani davanti ai fanatismi. Oggi le tensioni sono ancora più forti. E l’incontro inaugurale («Le religioni sono parte della soluzione, non il problema») rilancia il dialogo tra cristianesimo, ebraismo e islam mettendo allo stesso tavolo il cardinale Jean-Louis Tauran, l’imam Azzedine Gaci e il gran rabbino di Parigi, Haïm Korsia. Tre francesi, dal Paese ferito dalle stragi di gennaio e giugno.

La tragedia dei nuovi martiri cristiani sarà testimoniata da padre Douglas Bazi, parroco a Erbil. Ma al Meeting s’indicherà anche una strada per superare il fondamentalismo religioso: lo sviluppo economico. Lo documenteranno l’imprenditore libanese Fouad Makhzoumi, il presidente della Religious Freedom & Business Foundation, Brian J. Grim, il vicepresidente dell’europarlamento, Antonio Tajani e il segretario generale della Farnesina, Michele Valensise.

Mancanza di libertà: il banchiere venezuelano German García Velutini racconterà gli 11 mesi di rapimento e il perdono ai carcerieri, una diversità che si afferma in uno dei Paesi più violenti al mondo. Mancanza di salute: la malattia non è l’ultima parola, è anche ambito di ricerca, terreno dove crescono rapporti, e anche possibilità di rinascita. Una vita nuova dopo la droga e le dipendenze: l’esperienza della comunità Pars con il fondatore José Berdini e il sociologo Salvatore Abbruzzese. La cura del malato dal primo all’ultimo istante di vita raccontata dalla neonatologa Elvira Parravicini, della Columbia University, e dal professor Brad Stuart, che in California dirige l’hospice Sutter Care per malati terminali.

La malattia mentale, con le storie di Grégoire Ahongbonon e suor Simona Villa. La disabilità, con la missionaria Maria Angela Bertelli e Tim Shriver, presidente di Special Olympics. L’accompagnamento nella malattia, testimoniato, tra gli altri, da Mario Melazzini e Silvia Spagnoli, moglie di Ugo Rossi, affetto da Sla. Tutti esempi che il limite che ci si trova addosso non è quello del cuore. E di «persona e senso del limite» parlerà il segretario generale della Cei, Nunzio Galantino, in uno degli incontri più attesi.

Grecia, Eurozona, Mediterraneo: le sfide della crisi economica in Europa e le nuove povertà saranno tra i temi del Meeting. Ne discuteranno il francese Edmond Alphandéry e il tedescoHans-Werner Sinn, che guidano due think tank di analisi politica nei loro Paesi; l’economista Domenico Lombardi, l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, ora tornato al Fondo monetario; il ministro Padoan; il cardinale George Pell, prefetto della segreteria per l’Economia della Santa Sede, che parlerà di Chiesa e denaro.

La riflessione economica sarà accompagnata dall’esperienza del mondo imprenditoriale. Roberto Snaidero (Federlegnoarredo) e Nerio Alessandri (Technogym), Andrea Zappia (Sky Italia) e Mauro Moretti (Finmeccanica), e tanti altri, fino a una folta presenza di operatori commerciali cinesi: la scommessa vincente di chi punta sui talenti del capitale umano come motore di crescita. Senza dimenticare l’alimentazione, lo sviluppo sostenibile, la biodiversità (con il ministro Maurizio Martina e Carlo Petrini, tra gli altri) e il contributo del mondo non profit.

Un affondo sugli scacchieri di crisi e il ruolo delle organizzazioni internazionali verrà dal ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, e dai suoi omologhi Taieb Baccouche (Tunisia) e Sameh Shoukry (Egitto), dal nunzio Silvano Maria Tomasi, dal direttore generale delle Nazioni Unite a Ginevra, Michael Möller, dal professor Paolo Carozza. La costituzionalista Tania Groppi, con giudici e docenti mediorientali, approfondirà il tema della democrazia nei Paesi islamici. Dalle villas miseria di Buenos Aires ritorna padre Charly Olivero con un gruppo di ragazzi cresciuti sotto lo sguardo paterno dell’arcivescovo Jorge Bergoglio.

L’educazione è un’altra mancanza di questi anni. Ed ecco il contributo di Eddo Rigotti e Carlo Wolfsgruber, di Luigi Berlinguer e Susanna Mantovani, del neurolinguista Andrea Moro e di Noam Chomsky, a 86 anni uno dei “grandi vecchi” della cultura mondiale. I filosofi Eugenio Mazzarella, Carlo Sini e Costantino Esposito rifletteranno sull’uomo come «essere di mancanza». E «al fondo della mancanza» andranno i dialoghi con due rappresentanti della sinistra italiana, Fausto Bertinotti e il giornalista Piero Sansonetti. Dal documento «Ripartire dal basso» nascerà una riflessione sulla politica con Mauro Magatti e Luciano Violante, la segretaria Cisl Annamaria Furlan e Giulio Sapelli. Sul ruolo della Corte costituzionale e su cosa significhi essere un giudice della Consulta ragioneranno Marta Cartabia e Sabino Cassese. L’astrofisico Marco Bersanelli ci porterà a scoprire le stelle con l’astronauta Roberto Vittori (l’unico a volare sullo Shuttle americano e sulla Soyuz russa) e Duccio Macchetto, emeritus astronomer allo Space Telescope Science Institute.

L’ultima tavola rotonda del Meeting avrà come tema la famiglia, con Anna Garriga, Chiara Giaccardi e Orlando Carter Snead: un ponte lanciato verso il Sinodo di ottobre.



venerdì 24 luglio 2015

Opportunità degli interventi della Corte dei diritti di Strasburgo

Sentenze forti e ragioni deboli 
 
Ma la Corte dei diritti di Strasburgo serve davvero? 
 
Marco Olivetti

Obbedendo alla vecchia massima di Oscar Wilde, secondo cui «il miglior modo di resistere ad una tentazione è quello di cedervi», la Corte europea dei diritti dell’uomo ha dunque ceduto alla tentazione di dire la sua sul dibattito italiano – già affollato e complesso – circa la disciplina giuridica delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. Dato che gli argomenti pro e contra il riconoscimento delle unioni omosessuali sono stati esplorati da vari punti di vista e che ad essi la sentenza del 21 luglio nel caso "Oliari and others v. Italy" non aggiunge nulla di nuovo, si può forse ragionare su questa sentenza rovesciandone la prospettiva: il dito puntato dai sette giudici della IV sezione della Corte sull’assenza di riconoscimento legale delle predette unioni in Italia è un’occasione per interrogarsi su chi punta il dito, cioè sulla Corte di Strasburgo. Qual è la legittimazione della Corte per intervenire sul dibattito italiano in materia?

giovedì 23 luglio 2015

America Latina:'Il vino migliore deve ancora venire'

AMERICA LATINA

Qualcosa di nuovo sta per venire

di Marco Montrasi*
23/07/2015 - La difficoltà ad "uscire" da ciò che già sappiamo e la sfida del Papa. Nei suoi interventi durante il recente viaggio in Ecuador, Bolivia e Paraguay, c'è una novità a cui aprire il cuore (da "Zenit.org")
Pensando in questi giorni al viaggio di papa Francesco in America Latina, la prima cosa che mi viene in mente è che mi è sembrato di essere di fronte a qualcosa di nuovo. Mi spiego meglio: per cambiare occorre essere un po’ visionari. Siamo abituati a vivere a un ritmo frenetico, abbiamo poco tempo per alzare la testa, per guardare il cielo, per fissare l’orizzonte. In questo modo, diventano sempre più deboli gli stimoli per pensare, creare, immaginare. Viviamo immersi in quello che sappiamo, applicando le categorie che già conosciamo e che ci danno una certa sicurezza. Quando non abbiamo tempo nemmeno per guardare “oltre” o “l’altro”, è difficile uscire dal già saputo.
Ma alcuni uomini possono avere “visioni”. Penso che questo non sia solo un problema di intelligenza: per esempio, a volte accade che si faccia un’esperienza di pienezza talmente grande, che si percepisce un’energia creativa che fa pensare, creare, immaginare, vedere qualcosa come mai prima. Penso sia così che nasce il nuovo, penso sia così che è nato il mondo...

mercoledì 22 luglio 2015

Asia Bibi: la Corte Suprema sospende la pena e ordina la revisione del caso

22/07/2015
PAKISTAN
Asia Bibi, la Corte suprema sospende la pena e ordina la revisione del caso. Paul Bhatti: “presto libera”
Questa mattina i supremi giudici hanno fermato l’esecuzione della 50enne cristiana e madre di cinque figli, disponendo la revisione del processo. Verranno riascoltati i testi che hanno portato alla sua condanna. Ex ministro per le Minoranze: “fiduciosi” e “ottimisti” per un imminente rilascio; decisione “secondo diritto” e non basata sue “influenze esterne”.


Lahore (AsiaNews) - “Siamo fiduciosi e aspettiamo che in un futuro prossimo possa essere liberata. Questo giudizio è un passo positivo non sono per lei, ma anche per le molte altre persone accusate di blasfemia. I supremi giudici decidono secondo diritto e non si fanno influenzare da elementi esterni, garantendo giustizia per tutti”. È quanto afferma ad AsiaNews Paul Bhatti ex ministro federale per l'Armonia nazionale e leader di All Pakistan Minorities Alliance (Apma), commentando la sospensione dell’esecuzione di Asia Bibi ordinata oggi dalla Corte suprema del Pakistan. “Finora la Corte suprema non ha mai giustiziato nessuno se accusato ingiustamente per blasfemia - aggiunge il leader cattolico - quindi ci sono speranze per un esito positivo della vicenda”.

venerdì 17 luglio 2015

La vacanza sul Nilo

LETTERE

Tutto il bello della savana per me


17/07/2015 - Tre giorni di vacanza nel Nord Uganda per un gruppo di studenti della Luigi Giussani High School di Kampala. Tra ippopotami, cascate e la visita a padre Tiboni, lo svelarsi di una evidenza. Che ha a che fare con la Resurrezione
«Oh when the Saints go marchin’ in, oh Lord I want to be in that number, oh when the Saints go marchin’ in… E anche quando andremo in Nord Uganda. E quando andremo a trovare padre Tiboni. Oh Signore, voglio essere uno di loro!». Il viaggio in pullmino è durato sette ore e non abbiamo smesso di cantare nemmeno per un istante. Abbiamo cantato alla bellezza della nostra compagnia, pieni di aspettative per la nostra vacanza, desiderando proprio di essere lì.

Appena arrivati, siamo andati al St. Mary Lacor Hospital a trovare padre Pietro Tiboni; un sacerdote comboniano, che ha ora novant’anni, ed è stato tra quelli che negli anni Settanta hanno visto nascere la comunità del movimento in Uganda. Abbiamo cantato per lui e lui guardandoci in volto ha chiesto a ciascuno come si chiamava e chi era. Achiro Grace, una studentessa, gli ha cantato Barco Negro. Per la gioia ha incominciato a piangere e ha finito il canto in ginocchio davanti alla sua sedia a rotelle. Nelle ultime settimane, Rose ci aveva spesso ripetuto che quando vedi il volto di Cristo sei colmato di silenzio. Per le quarantacinque persone che stavano davanti a padre Tiboni quel pomeriggio è accaduto quel silenzio. L’unica possibilità per stare assieme in quel momento era cantare. E il nostro canto ha acquistato una nuova vita; ha portato in quella stanza il cuore ridestato di ogni studente e insegnante.

giovedì 16 luglio 2015

Chieffo: un nuovo cd per i bambini (e non solo)

CLAUDIO CHIEFFO

Un amico grande grande

di Walter Muto
14/07/2015 - A 70 anni dalla nascita del cantautore, esce il nuovo cd che raccoglie alcuni dei suoi brani più celebri e tre registrazioni inedite. Dalle illustrazioni di Arcadio Lobato alle musiche, «una piccola opera d'arte». Pensata per i bambini (di tutte le età)
I conti sono presto fatti: nato il 9 marzo del 1945, Claudio quest’anno avrebbe compiuto 70 anni. Anche, ma non solo, per ricordare questo anniversario, la sua famiglia e l’editore Galletti-Boston hanno deciso di dare alle stampe un cd (che uscirà al Meeting di Rimini) con una serie di canzoni amate in particolar modo dai più giovani, e dai più semplici di cuore: insomma, dai bambini di tutte le età.

Il libretto che accompagna il cd, oltre a presentare tutti i testi delle canzoni, è una piccola opera d’arte, impreziosito com’è dalle illustrazioni di Arcadio Lobato e da alcune foto. I brani provengono da produzioni precedenti, perlopiù da I cieli (1999), ma anche da altri lavori, curati negli anni da una serie di collaboratori, fra cui spiccano le chitarre di Fabrizio Scheda, con Chieffo da sempre, ed il pianoforte di Flavio Pioppelli, che ha accompagnato Claudio in particolare negli ultimi anni della sua vita. Presenti anche le chitarre di Paolo Giovannini, ed in un brano l’arrangiamento ed il pianoforte di David Horowitz.

Queste canzoni, nate dalla freschezza dell’esperienza cristiana, hanno rappresentato per alcune generazioni e rappresentano ancora oggi un vero e proprio catechismo. Con un linguaggio alla portata di tutti, fra la semplicità del tessuto armonico e l’efficacia e la bellezza delle linee melodiche, i brani emergono dagli anni in cui sono stati scritti (i primi nel 1964, l’ultimo una manciata di anni fa) e risultano attuali e convincenti, nella stabilità di un’esperienza vera, che in quanto tale non muta.

Così si succedono, in ordine sparso, L’amico, Quando uno ha il cuore buono, Ma non avere paura, cantate centinaia di volte nelle occasioni più disparate, liturgiche e non, come pure Lasciati fare o I cieli, o la più “leggera” Quattro infermieri. Fra le altre hanno un impatto particolare Favola, L’uomo cattivo e Avrei voluto essere una banda, registrate come demo casalinghi e mai pubblicate prima. La voce di Claudio si sistema sul suo stesso accompagnamento ruvido ed essenziale, regalandoci uno spaccato intimo, dandoci un’idea di come le sue canzoni nascevano e offrendocene una prima stesura. Chiude il lavoro una canzone tratta dal fenomenale album Chieffo e piano, del 1987, già particolare per quello stesso album: in essa, infatti, lo straordinario pianista Mark Harris, unico partner della voce di Claudio in quel coraggioso e altissimo lavoro, nella canzone Gloria accompagna il cantato al salterio, strumento la cui origine risale al Medioevo, dal suono ammaliante e caratteristico. Una perla che chiude un lavoro utile e bello, sia per chi abbia cantato e ricantato queste canzoni, sia per chi le possa ascoltare per la prima volta ed imparare, per collocarle fra le canzoni che possono accompagnare la vita e durare per sempre.

Il 22 agosto al Villaggio Ragazzi del Meeting di Rimini ci sarà un concerto di presentazione del disco con il figlio Benedetto.

Ho un amico grande grande
Claudio Chieffo
Galletti-Boston (Edel distribuzione)

mercoledì 15 luglio 2015

Otto giorni dietro a papa Francesco in America Latina

AMERICA LATINA

«Arriva lui, e il cristianesimo rifiorisce»

di Paola Bergamini
14/07/2015 - Stefano Maria Paci, di SkyTg24, racconta gli otto giorni dietro a Francesco, lungo le tappe del suo viaggio apostolico. Dalla famiglia alla povertà, il sentiero che il Papa sta indicando: una Chiesa che parla a tutti, "passando dagli ultimi"
«Impressionante. Un continente si è mosso dietro Francesco», Stefano Maria Paci, vaticanista di SkyTg24, da poche ore rientrato dall’America Latina, ha ancora negli occhi le migliaia di persone che hanno accolto il Pontefice nel suo viaggio in Ecuador, Bolivia e Paraguay dal 5 al 13 luglio. «Uomini, donne, bambini, con magari un lungo viaggio alle spalle, hanno atteso per ore di vederlo passare anche solo per pochi minuti. Di salutarlo».

Che cosa ti ha colpito di più?
È stato un viaggio importante. Mi spiace che la stampa italiana non gli abbia dato abbastanza risalto. Nei suoi ventidue discorsi ci sono delle cose clamorose. Da prima pagina. Ha detto che c’è un’economia di degrado, che uccide. Un sistema mondiale economico che va cambiato con forza, senza attendere. La terra, la casa, il lavoro sono un diritto. Anzi: per i cristiani sono un comandamento, per tutti un obbligo morale. Ha usato parole forti, di una certa durezza.

lunedì 13 luglio 2015

Don Giussani: ricordo del cardinale Giacomo Biffi

GIACOMO BIFFI

«Un legame da allora e, spero, per l'eternità»

di Luigi Giussani
13/07/2015 - È morto sabato 11 luglio a 87 anni il Cardinale ex arcivescovo di Bologna. Qui, il ricordo degli anni in seminario dell'amico don Giussani, compagno a Venegono, da "Avvenire" del 19 giugno 1994
I miei primissimi ricordi del cardinale Biffi datano agli anni del seminario di Venegono Superiore, quando lui e io fuggivamo dai tradizionali luoghi di ritrovo dei chierici e ci «rifugiavamo» nella stanza di monsignor Galbiati a studiare russo (il cardinale Biffi frequentava allora il liceo, io Teologia). Col suo solito umorismo l'Arcivescovo di Bologna ricorda che a questo deve, forse, il suo primo incarico di professore. Una volta, infatti, fummo sorpresi - era proibitissimo andare negli appartamenti dei professori - da quel vecchio e grande rettore che è stato monsignor Bettazzi. Col suo passo un po' pesante il Rettore passò davanti alla stanza mentre il grammofono gracchiava la lezione di russo, si interessò alla cosa ed esclamò: «Guarda un po'! Tu studi russo». Umoristicamente il cardinal Biffi attribuisce a ciò l'aver avuto assegnato, come proprio compito in seminario, quello di insegnare il francese. «Se sai il russo - pensò monsignor Bettazzi - vuol dire che sai anche tutte le altre lingue».

Il ricordo più personalmente toccante che ho della mia vita con Giacomo Biffi è questo. In seminario, tra alcuni ragazzi della Teologia, insieme al povero monsignor Manfredini avevamo creato un gruppo di appassionati a studiare la figura di Cristo: ci chiamavamo "Studium Christi". Al nostro gruppo, peraltro molto contestato dai compagni di seminario, partecipavano, con salacia ed impeto, il povero monsignor Lattanzio e proprio il cardinal Biffi. Con una piccola rivista che usciva una volta al mese pretendevamo di segnalare o individuare il modo per scoprire il mistero di Cristo in tutti i fenomeni che si proponevano ai nostri occhi. Con reminiscenze russe, rifluite dal nostro poco sapere quella lingua, ci chiamavamo i «folli di Cristo». Questa passione, e l'espressione senza pretese di noi comunque pieni di fede nel cuore, costituisce ciò che da allora mi legò alla persona del cardinal Biffi, spero per l'eternità.

Della vita sacerdotale del cardinal Biffi posso dire che essa è innanzitutto segnata dalla profondità della sua indagine teologica e dalla chiarezza (oltre che dall'arguzia) e persuasività del suo insegnamento in tale campo. La congiunzione della serietà incisiva e di umorismo affascinante sono i due estremi dell'orizzonte umano di Giacomo Biffi.

Quello che però legherà il suo nome per tutta la storia al cuore stesso della diocesi che ne vide la nascita umana e la nascita della fede, la diocesi di Milano, è l'opera - gigantesca dal punto di vista del lavoro e perfetta dal punto di vista della memoria dello spirito cristiano autentico -, di ricreazione che egli, con monsignor Inos Biffi e dietro i suggerimenti del cardinale Giovanni Colombo, portò a termine di tutto il testo della liturgia ambrosiana. Ha saputo far rinascere, dandogli la forza di presenza, il genio cristiano di sant'Ambrogio. Nel santo Vescovo di Milano la precisa intuizione dell'intelligenza della fede sempre si raccordava ai bisogni di tenerezza e di affetto che fanno del patrono della Chiesa milanese la figura anche umanamente più grande del suo secolo: così egli parla del Dio che si riposò il settimo giorno «perché aveva l'uomo cui perdonare». Mi pare che quel verso finale dell'Esamerone sia la chiave di volta per riconoscere l'anima del cardinale Biffi.

(da Avvenire, 19 giugno 1994)

venerdì 10 luglio 2015

Josè Medina: la recente decisione della Corte Suprema USA sui matrimoni dello stesso sesso

Una chiamata alla conversione

José Medina echoes.thebostonpilot.com

07/07/2015

La forza dell’annuncio cristiano è la capacità di rinnovare l’uomo e di fargli riscoprire una pienezza di vita, a prescindere dalle circostanze favorevoli o avverse.

Sulla scia della recente decisione della Corte suprema statunitense sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, in cui cogliamo ulteriori segni di una società che ha ripudiato una autentica mentalità cristiana, dobbiamo domandarci come ci poniamo di fronte a un simile rivolgimento. Qual è la nostra risposta ora, nella nuova situazione legislativa e in questo clima che è per noi una provocazione? Per rispondere a questa domanda crediamo che sia utile rifarsi a come le comunità cristiane sono state chiamate a vivere nel corso della storia e nel momento attuale.
Oggi, come ai tempi dei Romani, la fede si diffonde come risultato dell’incontro con persone che vivono in una maniera inattesa, ma affascinante, che non è l’esito di un’azione politica o militare. La forza dell’annuncio cristiano è la capacità di rinnovare l’uomo e di fargli riscoprire una pienezza di vita, a prescindere dalle circostanze favorevoli o avverse.

giovedì 9 luglio 2015

L'incontro tra Miriam profuga a Erbil, e un gruppo di ragazzi delle medie siciliani

I NOSTRI MARTIRI

«Siamo felici perché ovunque andiamo Dio è con noi»


08/07/2015 - L'incontro tra un gruppo di ragazzini delle medie della Sicilia e Myriam, la bambina di 11 anni profuga a Erbil. Le sue risposte e quelle dei suoi genitori. E la scoperta di chi si è «sentito guardato» da loro: «I veri profughi eravamo noi»
Durante una vacanza a Taverna, in provincia di Catanzaro, un gruppo di Cavalieri del Graal dalla Sicilia (i ragazzi delle medie; ndr) si sono collegati via Skype con Myriam, la bambina irachena di Qaraqosh che ha raccontato la sua esperienza alla tv Sat7 (guarda il video) e che oggi vive con i suoi genitori nel centro commerciale Ainkawadi di Erbil, diventato campo profughi. Questa è la trascrizione del dialogo. A seguire, una lettera che racconta come è nato questo incontro.

mercoledì 8 luglio 2015

Vasilij Grossmann: uno scrittore in guerra

RECENSIONE

Grossman e quella curiosa simpatia per l'uomo

di Pigi Colognesi
08/07/2015 - Osservazioni, appunti, interviste e colloqui. Da corrispondente di guerra per il quotidiano dell'Armata Rossa, il celebre autore di "Vita e Destino" racconta l'umanità, in bilico tra l'eroismo quotidiano e una meschina malvagità
Il valore di questo libro consiste nel fatto che può aiutare nella lettura del capolavoro di Grossman Vita e destino. Lo scrittore russo è stato, durante tutto il secondo conflitto mondiale, corrispondente di guerra per il quotidiano dell’Armata Rossa. In questa veste ha seguito e descritto dal vivo sia la prima fase in cui le armate tedesche hanno dilagato in territorio sovietico (tra l’altro conquistando la sua Ucraina e annientandovi la numerosa comunità ebraica; la stessa madre dello scrittore vi trovò la morte), sia la cruciale battaglia di Stalingrado (cuore narrativo del futuro romanzo), sia infine il contrattacco sovietico che ha portato le truppe di Stalin fino a Berlino (dopo aver visto gli orrori dei lager, che Grossman descriverà in un libro nero che non gli verrà pubblicato).

Uno scrittore in guerra contiene i taccuini su cui Grossman appuntava osservazioni, impressioni, interviste, colloqui con generali o soldati semplici. Il tutto collegato da una stringata, ma esauriente narrazione storica delle vicende belliche. Questo ci aiuta dunque a familiarizzare con la situazione che fa da sfondo a Vita e destino, ben nota al lettore russo, ma più difficile da capire per quello italiano.

Ma non è questo il principale aiuto di cui parlavo prima. Esso consiste piuttosto nel vedere all’opera il particolare punto di vista con cui Grossman osserva gli avvenimenti bellici: nessun distacco sussiegoso, nessuna manipolazione o edulcorazione dei fatti (spesso i redattori correggevano dettagli ritenuti non politicamente corretti e lo scrittore si arrabbiava molto), nessun cedimento alla propaganda. Soprattutto uno sguardo di curiosa simpatia per l’umanità, colta nella sua capacità di eroismo quotidiano e di meschina malvagità, di dedizione estrema e di codardia, con tutte le infinite sfumature che intercorrono tra questi estremi. È la curiosa simpatia che, approfondita, gli permetterà di scrivere il suo rivoluzionario e poeticissimo capolavoro, di cui ovviamente il regime sovietico proibirà la pubblicazione.

Vasilij Grossman, Uno scrittore in guerra
Adelphi, Milano 2015
Euro 23
pp. 471

'Il cuore è vuoto perchè è pieno di nostalgia'

VERSO IL MEETING/2

«Non mi manca la vista. Mi manca l'infinito»

di Alessandra Stoppa
07/07/2015 - «Di che è mancanza questa mancanza, cuore, che a un tratto ne sei pieno?». È la domanda su cui, quest'anno, la kermesse riminese scommette tutto. L'abbiamo rivolta ad alcune personalità. Qui la risposta di Paola Bonzi, fondatrice del Cav
«Io sono qui, creatura nuda davanti a tutta la bellezza che ritrovo nella natura e negli esseri umani. Ma il cuore non percepisce se non il suo essere vuoto. È vuoto perché qualcosa di grande lo deve riempire. È vuoto perché è pieno di nostalgia». Per Paola Bonzi la mancanza coincide con «una nostalgia», che ci accompagna un passo dopo l’altro «per arrivare al senso delle cose».

Perché nostalgia? Non risponde. Non subito. Dice che questo vuoto la inquieta, le crea «perplessità, domande e spesso angoscia. Perché vivere? Sento profondamente la mancanza di qualcosa che ho già conosciuto». Questa nostalgia è il tessuto delle sue giornate, «sarà anche il carattere...», dice. Poi aggiunge: «È una ricerca. Come di una cosa bellissima da cui vieni e a cui vuoi tornare». Sembra parlare di un legame così intimo e misterioso, viscerale, che solo può ricordare quello che si vive nel grembo materno e di cui lei si prende cura ogni giorno.

martedì 7 luglio 2015

Lettere inedite di Eugenio Corti dalla Russia

LIBRI

La profezia di Corti: «Ritornerò»

di Alessandro Rivali
07/07/2015 - Ares pubblica le lettere dal fronte russo del grande scrittore brianzolo. Le parole sorprendenti di un giovane di 21 anni. La pioggia, i fiori gialli, la pianura «che in lontananza assume il colore del mare». È il cantiere narrativo per il "Cavallo rosso"
Tutto iniziò nel solaio di un’antica filanda. Potrebbe iniziare così la storia editoriale delle lettere di Eugenio Corti dalla Russia, che svelano una pagina sconosciuta della sua vita (l’avanzata in terra straniera, secondo i ritmi di una guerra “strana”, apparentemente facile), e il cantiere più remoto di alcuni suoi capolavori (annotò con scrupolo ogni esperienza). Immergersi in questo materiale inedito è stata un’avventura splendida, ma soprattutto inaspettata. Nella primavera del 2013, come editor Ares, stavo preparando una nuova edizione de I più non ritornano, lo straordinario diario di guerra in cui Corti raccontò la sua ghiacciata anabasi e la fine del 35° Corpo d’armata italiano sul Don. Era un testo pionieristico uscito nel 1947 per Garzanti, prima delle pur splendide opere di Bedeschi e di Rigoni Stern.

lunedì 6 luglio 2015

il'no' al referendum greco e le domande personali

GRECIA/1

Il "no" greco e la mia ricerca

di Alessandra Stoppa
06/07/2015 - Gli scenari politici, le preoccupazioni del popolo, i tanti discorsi ideologici. E oggi l'esito del referendum, con la vittoria dei contrari. Rosaria, da Larissa, a nord di Atene, racconta quella notte che non riusciva a dormire. E la sua speranza
«Per me è una notizia molto triste». È la mattina “dopo”. Dopo il referendum e la vittoria del “no”. «Speriamo che non ci siano conseguenze irriversibili», dice Rosaria, sposa e madre di due figli, dalla sua casa a Larissa, a nord di Atene, nel cuore della Tessaglia. Ieri lei è andata a votare e ha votato “sì”. Una grande domanda sull’Europa, su cosa significhi farne parte e sulla sua utilità, ce l’ha anche lei, ma non c’entra nulla con «i tanti discorsi ideologici a cui abbiamo assistito in occasione di questo referendum».

domenica 5 luglio 2015

vacanze in montagna

VACANZE

La Compagnia della cima

di Francesco Graffagnino
03/07/2015 - Alcuni amici del Piemonte, uniti dalla passione «per la montagna e per la vita». Prima l'idea di trovarsi in gruppo, poi la nascita di un sito. Tutto per il fascino di quello che il cammino alla vetta insegna, e che vale la pena insegnare
La grande guida di Courmayeur e “ottomilista” himalayano Pino Cheney si arrabbiava quando sentiva dire che una cima era stata conquistata. «Non sono conquiste reali», replicava: «Non sei tu che vinci la montagna, è la montagna che conquista te». Ti conquista con il desiderio della cima e poi accogliendo la tua fatica nella sua bellezza.

venerdì 3 luglio 2015

Una valutazione della crisi greca e dell'atteggiamento dell'Europa

Perchè Atene rischia il baratro

Nessuno sa realmente a cosa può condurre un’uscita improvvisa dall’Euro, un default  incontrollato, una corsa generalizzata agli sportelli ed il panico diffuso. Un’analisi in sei punti degli errori commessi nel caso-Grecia. La visione europea originaria da riscoprire


Grecia Summum ius, summa iniuria, scriveva Cicerone, a significare che spesso l’esercizio estremo della legge e il preteso rispetto delle regole al di fuori di una comprensione profonda delle concrete situazioni alle quali tale legge e tali regole dovrebbero applicarsi, porta il più delle volte ad esiti grandemente ingiusti.
Sono convinto che questa antica lezione dovrebbe illuminarci anche oggi, in particolare nella valutazione della “concreta situazione” greca.
Siamo ormai al muro contro muro: la Troika (il Fondo Monetario Internazionale, L’Unione Europea e la BCE), sotto la forte influenza della Germania, da una parte, non è più disposta a concedere nuovo spazio di manovra alla Grecia, che dal canto suo si è dimostrata, negli ultimi negoziati, una controparte inaffidabile e arrogante. Avevamo descritto tempo fa questo negoziato, utilizzando il linguaggio della teoria dei giochi, come il tentativo di trovare un modo razionale per dividersi una torta che col passare del tempo, però, diventa sempre più piccola. Una soluzione razionale a questo problema esiste, avevamo detto, ma solo a patto che le parti in campo siano sufficientemente pazienti. Quanto visto finora ci fa dire che, né il governo Tsipras, né la Troika sembrano esserlo stati a sufficienza e ormai la torta è quasi del tutto sparita. Questo ha fatto sì che la situazione assumesse connotati gravi benché non sia ancora del tutto irreversibile.
Per cercare di valutare la questione nella sua complessità e da un punto di vista meno parziale possibile, sembra sia importante sottolineare sei punti.

Presentazione del Meeting 2015

MEETING DI RIMINI

Seguire quella sete di bene

di Silvia Guidi
03/07/2015 - Presentata a Roma l'edizione 2015 sulla "mancanza". Emilia Guarnieri, padre Imad Gargees, Roberto Snaidero e il cardinale Tauran hanno anticipato i temi di una settimana ricca di sorprese. Come quella della presenza del premier Matteo Renzi
"Che ora, perché agonizzi, non ascolti", è un verso della poesia di Mario Luzi da cui è tratto il tema del Meeting di quest’anno. Un testo bellissimo che vale la pena di leggere per intero, ha sottolineato Emilia Guarnieri durante l'incontro di presentazione che si è svolto il 2 luglio in piazza di Pietra a Roma, iniziato proprio con la lettura integrale della poesia. Non per snobismo o per atteggiarsi a intellettuali: la grande arte aiuta sempre a leggere il presente, a svelarne la segreta struttura e le potenzialità nascoste, sepolte sotto cumuli di preoccupazioni (pur legittime), vecchie e nuove ferite e l’ansia sempre risorgente del fare che soppianta l’essere. Quando le cose vanno molto male è facile dimenticarsi della “musica perenne” che vive nel fondo della realtà.