lunedì 12 gennaio 2009

IL RISCHIO EDUCATIVO E L’EREDITÀ DEL ‘68


Venerdì 16 gennaio, alle ore 19.00, il Centro Culturale Arché, in collaborazione con la FISM di Foggia e con il patrocinio della Provincia di Foggia, propone il secondo incontro del ciclo Il rischio educativo che si svolgerà a Foggia, presso il Tribunale della Dogana, in Piazza XX settembre.

A quarant’anni dagli eventi che hanno cambiato la società e la cultura italiana, ci si interroga sulle conseguenze che quel ribaltamento ideologico continua, ancora oggi, a lasciare persino nel modo di concepire il rapporto tra padre e figlio o tra uomo e donna.

Anni formidabili o inizio della grande crisi culturale dell’Occidente? Maturità dell’autocoscienza collettiva o occasione perduta per un nuovo modo di concepire la tradizione e le esigenze del proprio cuore?

Il relatore, il prof. Giancarlo Cesana, ordinario di Igiene generale ed applicata all’Università di Milano Bicocca, che sarà preceduto dal saluto dell’on. dott. Antonio Pepe, ha vissuto quegli anni, da protagonista, in Università prima e da medico del lavoro dopo; ha partecipato alle prime occupazioni universitarie, finendo per contribuire, in maniera decisiva, alla storia del Movimento studentesco nato dall’impegno educativo di don Luigi Giussani.

Iniziata nel novembre del 1967 con l’occupazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano ad opera degli studenti che si ribellavano all’aumento delle tasse, la protesta dilagò presto in tutta Italia, suscitando nei giovani di allora grandi speranze, e nello stesso tempo, trascinando in un vortice sempre più ampio quanto di duraturo e saldo vi era nel patrimonio della nostra tradizione culturale. Un fenomeno certamente antiautoritario nel quale venne messo in discussione ed apertamente rifiutato il riconoscimento di ogni guida che aiuti a scoprire il senso unitario delle cose.

Da allora niente fu come prima e il solco che divise le generazioni si è approfondito sempre di più fino a sfociare in forme di protesta e ribellione che non esitarono a fare vittime innocenti.

Eppure, il Sessantotto non ha ancora esaurito la sua spinta vitale. Molto di quello che è accaduto determina l’attuale clima culturale.

E noi, quanto di buono o di falso riconosciamo nella nostra mentalità, nel nostro modo di pensare soprattutto all’educazione dei nostri figli e dei giovani in generale che possa essere ricondotto alle idee diffusesi allora?