sabato 10 gennaio 2009

Incontro su "Eluana Englaro: carità o violenza?"



Venerdì 9 gennaio 2009, alle ore 19.00, l’Associazione Medicina e Persona e il Centro Culturale Sipontino Fontana Vivace hanno dato vita ad un incontro pubblico presso l’Auditorium del Palazzo dei Celestini di Manfredonia. Titolo dell’evento era “Eluana Englaro: carità o violenza?”. Moderatrice dell’incontro la dott.ssa Floriana Del Rosso, Pediatra; relatore il Dott. Felice Achilli, fondatore di Medicina e Persona e Direttore dell’Azienda Ospedaliera – Unità cardiologica Manzoni – Lecco; ‘discussant’ il Dott. Luigi Angelillis, imprenditore.
La Dott.ssa Del Rosso, dopo aver presentato i relatori, ha introdotto il tema, invitando il pubblico a considerare la vita di Eluana per ciò che obiettivamente è, un mistero, al di là delle opinioni che ognuno ha già elaborato nel corso di questi mesi, e senza indugio ha invitato il Dott. Angelillis ad esprimere il suo giudizio sull’argomento.
Questi ha cercato di dar voce al comune “sentire” che tutti manifestiamo in vario modo quando la sofferenza bussa alla porta della nostra vita: il dolore suscita paura, sgomento, fuga, e si cerca di vivere come se la morte non esistesse. Di fatto però essa esiste, e vivendo in modo da ignorarla noi cancelliamo un pezzo di realtà. Il Dott. Angelillis ha concluso con una disarmante testimonianza: “ho accettato di venire qui – ha affermato – perché spero, ascoltando ciò che sarà detto, di colmare un desiderio: che la vita non sfugga”.
A questo punto è intervenuto il Dott. Achilli. In primo luogo ha spiegato la situazione clinica di Eluana, introducendo la differenza tra “coma” e “stato vegetativo persistente”, tipico delle disabilità gravi come quelle del caso considerato (che non sono da considerarsi alla stregua di pazienti terminali). Ha chiarito che, allo stato attuale, la medicina non può dire una parola definitiva su questi casi, ma cesserebbe di essere se stessa se rinunciasse alla speranza di migliorare nella cura dei pazienti per i quali non si intravedono soluzioni migliorative.
Il Dott. Achilli ha offerto poi un’osservazione di più vasto respiro: la vita di qualsiasi persona dipende dalla presenza di un altro, sempre. Certamente ciò si vede in modo macroscopico quando c’è una disabilità grave; ma, se fossimo razionali, ci accorgeremmo che è una legge dell’esistenza che vale per tutti e in ogni caso. Per riconoscere tale evidenza non c’è bisogno di uno stato vegetativo persistente.Circa il caso Englaro, il Dott. Achilli ha formulato tre osservazioni:
1) non è istintivo né naturale ammettere di vedere chi è veramente Eluana: una persona che è viva ed è accudita da diciotto anni da qualcuno che non è né suo padre né sua madre (le suore misericordine): le suore hanno un rapporto con lei, una relazione, la sentono viva.
2) Ciò che noi siamo abituati a considerare normale e scontato, non è assolutamente detto che lo sia: all’estero, per esempio, non lo è (se in Canada ci si sente male e si cade per terra, non si è aiutati da nessuno). Come mai? La sofferenza e la malattia non come condanna ma come condizione misteriosa sono un lascito del cristianesimo, qualcosa che è iniziato duemila anni fa col Vangelo e non altrove.
3) La vicenda di Eluana è decisiva perché, senza il riconoscimento che la nostra vita per essere sostenuta ha bisogno di un Altro, si arriva a confondere l’omicidio con la carità. Non si riesce a portare sofferenza senza la speranza.
Il dolore, ha concluso il Dott. Achilli, è una condizione ineliminabile della vita. E il cristianesimo è impressionante perché la croce non è stata risparmiata neanche a Gesù Cristo.
Il pubblico, numerosissimo in sala, ha mostrato un’attenzione singolare (impressionante il silenzio che ha accompagnato tutto l’incontro dall’inizio alla fine) e grande partecipazione: la moderatrice ha dovuto bloccare le domande perché il tempo, purtroppo, era passato troppo velocemente.



L’impressione formidabile è di aver incontrato un ‘maestro’ dell’arte medica e, soprattutto, di umanità. La Città di Manfredonia è onorata di averlo ospitato, e si augura di incontrarlo ancora.
Gemma Barulli



Carità o violenza? - immagini della conferenza