sabato 19 novembre 2016

"Milly carissima", lettere di un amore eterno

“Milly carissima”, lettere da un amore eterno(www.lastampa.it)

Lui disperso sul fronte russo, lei lo aspetta tutta la vita. Ora i nipoti pubblicano la loro corrispondenza
Testimoni d’amore
Le lettere fra Milly e Ennio e la foto del viaggio di nozze

Pubblicato il 18/11/2016
Ultima modifica il 19/11/2016 alle ore 09:44
ceva (cuneo)
«Aspetto, tornerà». Invece lui, Ennio, dal fronte russo a Ceva non ha più fatto ritorno. Camilla l’ha atteso tutta la vita, senza neppure chiudere a chiave la porta di casa. Per settant’anni: «Dovrà subito entrare», diceva. È stato così fino al marzo 2012 quando, a 93 anni e con la memoria lontana per l’età e la malattia, Milly Ubal Bezzone ha chiuso gli occhi per sempre. Il figlio Silvio (l’altro, Leo, era già morto) e i nipoti Ennio, Francesca e Federica hanno esaudito il suo desiderio: deporle fra le mani e accanto al viso i sette mazzi di lettere che il suo amato le inviava, quasi ogni giorno, dal Don. Un esile filo.


Lui iniziava e terminava sempre con «Milly mia carissima» e «Ennio tuo». Aveva pensieri per i piccoli, ecco il 19 agosto ’42: «Attendo con vera ansia foto vostre e in particolar modo quelle dei miei alpinotti ai quali non dementicherò mai di diverso, dovete ricordarmi molto spesso. Infine vi ripeterò sempre che non è per me che dovrete avere apprensioni e preoccupazioni (…). Io saprò ben aggiustarmi e con l’aiuto di un po’ di fortuna, della calma e del mio sangue freddo saprò ben riportare la pelle a casa, anche se abbronzata e bruciata dal sole o alla peggio magari bucata in qualche parte!». E la invitava a scrivere sovente: «Brava Milly, scrivimi immancabilmente tutti i giorni, è quello che io desidero più di ogni altra cosa».
Il nonno una sepoltura non l’aveva avuta se non, forse, sotto una coperta di neve a Nikolajewka. A Ceva i funerali sono stati celebrati dal nipote Ennio per tutti e due. Insieme. E in quel momento, per chi crede nell’Aldilà, l’alpino ha ritrovato la sua Milly.

Una storia d’amore eterno, a cui ora i due nipoti don Ennio (parroco di Pietra Ligure) e Francesca, storica e traduttrice, desiderano dare una voce. In un libro. In tempo per il 2018, quando nonna Camilla avrebbe compiuto cento anni e le sue nozze, mai vissute davvero, ottanta.

«L’idea ci è venuta separatamente. A me dopo la morte di nonna - spiega don Ennio -. Tanto che io quelle lettere, che mia sorella ha fotocopiato, non le ho ancora lette. Poi ho capito che aveva ragione lei. Così vorremmo raccontare nonna e nonno attraverso gli occhi di lei, di come ha eroicamente coltivato un amore disperato per tutta la vita».

Camilla ed Ennio si sposano nel dicembre ’38. La foto del viaggio di nozze sul Lago di Garda ora è sulla loro lapide. Unica, con la scritta: «Così come in vita si amarono, anche ora nella morte non sono separati». Il 29 luglio ’42, solo 65 giorni dopo la nascita del secondogenito Silvio, Ennio viene inviato in Russia. È l’ultima volta in cui i due sposi si vedono. Ma si scrivono. Fino al 14 gennaio ’43, alla vigilia della tragedia di Nikolajewka e Nowo Postojalowka.

«Nonna, fin da piccoli, ci ha sempre parlato del nonno e delle sue lettere, a cui era tanto legata - aggiunge Francesca -. Tornata dall’Irlanda ho iniziato a leggerne alcune, anche per capire come una donna possa rimanere così fedele settant’anni. Mi hanno travolto. La spinta per pensare alla pubblicazione, dal punto di vista storico, è stata data da Giorgio Ferraris, con la sua conoscenza della campagna di Russia». Ma conclude: «Le lettere dalla Russia le ho lette quasi tutte in una notte e, alla fine, ho pianto due ore. Si sono amati alla follia».