venerdì 27 dicembre 2013

EMERGENZA SIRIA: TESTIMONIANZA DI PADRE BERNARDO CERVELLERA

Padre Bernardo Cervellera, missionario del Pime e direttore di Asianews, è stato invitato a Manfredonia dal Centro Culturale Fontana Vivace sulla scia dei grandi testimoni della fede, tradizione che abbiamo inaugurato prima dell'estate con il prof. Alexander Filonenko e la prof.ssa Elena Mazzola che ci avevano parlato dei martiri russi.
Questa volta (venerdì 13-12-2013) il tema era della più stretta attualità, trattandosi dell'"emergenza Siria", e Padre Bernando ha ben spiegato in che senso si tratta di una vera e propria emergenza, in modo documentato e ineccepibile. I cristiani del nord del Paese e del nord ovest hanno vissuto un'autentica persecuzione alcuni villaggi di quelle regioni sono stati completamente svuotati dalle loro comunità, fuggite per paura di essere massacrate o  per le minacce.I cristiani sono fuggiti verso il Libano in direzione dell' Europa, altri sono sfollati all'interno del paese, verso zone più sicure come la costa o Damasco. Gruppi di fanatici che sfruttano la religione islamica si sono resi responsabili di massacri tra le comunità cristiane di Maloula, Sadad, Aleppo, con la distruzione di tutte le chiese e di interi quartieri cristiani.
Perchè tanto odio? Perchè la cosiddetta 'rivoluzione araba' è stata subito ingoiata dagli estremisti e dagli Stati le cui istituzioni sono di ispirazione coranica (come l'Arabia Saudita o il Qatar) o da quelli dove comandano i Fratelli Musulmani (come la Tunisia, la Turchia, la Libia, l'Egitto). E non bisogna dimenticare che dietro a questi Stati ci sono i governi americani ed europei, in particolare Francia ed Inghilterra (ma non i loro popoli, che si sono uniti alla preghiera di Papa Francesco per la pace, sconfessando i tentativi dei potenti di arrivare ad un conflitto). Ormai i combattenti stranieri penetrati in Siria sono tanti, e il loro numero è in continuo aumento (si parla di 30 o 40 mila elementi), e tra essi ci sono 1700 jiahadisti europei.
In un contesto del genere, nel quale si scontrano appetiti internazionali, o interetnici e religiosi, grandissima è la sofferenza della popolazione residente e dei cristiani. Padre Bernardo,che spesso si reca nel Paese, ha descritto i campi che accolgono i profughi e le loro condizioni, come anche l'opera della Caritas, che è sterminata e quotidiana pur potendo apparire una goccia in un mare di bisogno.I vescovi del luogo hanno con lucidità individuato la precisa responsabilità dei cristiani in un momento così drammatico: essere persone pronte a dialogare con chiunque. Certo, dev'esserci qualcosa di ben più grande davanti agli occhi e al cuore che rallegri la vita per poter dialogare con chi distrugge la propria casa o uccide un parente o minaccia la stessa vita! Qualcuno che oggi, non solo duemila anni fa, viene a visitare questo mondo ferito e chiama precisamente il mio nome, lasciando intatti tutti i problemi e le tragedie del mondo, ma introducendo discretamente una gioia che prima della Sua nascita era semplicemente impossibile a immaginarsi.

Gemma Barulli