PASQUA 2024/ Perché Giovanni capì prima di Pietro che Cristo era risorto?
Pubblicazione: 01.04.2024 - Flavia Manservigi
Dopo Maddalena (che Lo vide) Pietro e Giovanni corsero al
sepolcro, come nel quadro di Burnand. Ma Giovanni credette per primo
Una mattina come le altre, quella successiva alla Pasqua
ebraica: era domenica, ma non ancora il dominĭca (dies) – giorno del Signore.
Semplicemente, si trattava del giorno dopo il riposo del sabato, reso forse
speciale solo per il fatto di seguire la festa più importante per il popolo
ebraico.
Per un gruppo di persone in particolare, quella domenica
mattina si ammantava di un velo di dolore acuto, quello che segue la morte di
un congiunto, di un amico, che in quel caso poi era anche un Maestro.
Nel cuore degli apostoli non doveva brillare una gran luce:
soltanto due giorni prima, il loro Maestro, appunto, era stato torturato e
appeso a una croce, come il peggiore dei criminali. Non c’erano risposte a
questa morte atroce; a nessuna morte, allora, era mai stato dato alcun senso o
alcuna risposta. Si moriva e basta. Si andava nel niente. Polvere eri e polvere
ritornerai, senza appello.
Maria Maddalena, col cuore pesante, si reca al sepolcro di
Gesù, e trova la pietra ribaltata. Il sepolcro vuoto. “Hanno portato via il mio
Signore”. Il cuore, già lacerato, si squarcia ancora. Corre dai discepoli
(alcuni di loro, oltre che con il dolore, stavano facendo i conti anche con il
senso di colpa: Pietro, ad esempio, non Lo ha solo abbandonato; Lo ha anche
rinnegato). Ma proprio quel Pietro, mosso dal terrore che sia stato compiuto
anche l’ultimo scempio – il furto del corpo – corre, disperatamente, per quanto
la sua energia e la sua età gli permettevano. Con lui va anche Giovanni; almeno
lui il senso di colpa di averlo abbandonato non lo aveva; ma sicuramente covava
nel cuore il dolore sordo di chi ha visto l’amico deposto nel sepolcro, e la
pietra chiusa per sempre su tutto quello che Lui era stato.
Arriva prima Giovanni, ma non entra, per rispetto a Pietro.
Si abbassa, per dare un primo sguardo a quello che è avvenuto nella tomba.
“Vide le bende per terra, ma non entrò”.
Ed ecco anche Pietro, con il fiatone per la fatica e
l’angoscia; sembra quasi di vederlo. Anche lui si china: “vide le bende per
terra, e il sudario, che gli era stato posto sul capo, non per terra con le
bende, ma piegato in un luogo a parte”.
Infine, entra anche Giovanni, e qui accade un fatto
straordinario, perché il discepolo amato “vide e credette”.
Vide, vide, vide. Entrambi videro, ma solo uno dei due, alla
fine, credette.
Ma cosa vide Giovanni, tanto da giustificare in lui il primo
atto di fede in Cristo risorto? Una risposta può venire dal testo originale dei
Vangeli, scritti in greco e tradotti spesso con lemmi che non rispecchiano la
ricchezza della lingua originaria.
Nella traduzione che conosciamo, l’azione visiva dei due
apostoli è sempre tradotta con il verbo “vedere”. Ma nel testo originale, a
questo atto si associa di volta in volta un verbo diverso, con un significato
differente. Il vedere di Giovanni, che, senza entrare nel sepolcro, per primo
vede le bende e il sudario, è reso dal verbo blépein, che significa
“constatare con perplessità”.
Il vedere le bende da parte di Pietro prima di entrare nel
sepolcro è reso dal verbo theorein, che significa “contemplare uno
spettacolo”, ma senza capire.
Quando infine Giovanni entra e osserva pienamente ciò che è
rimasto nel sepolcro, è utilizzato il verbo eiden, che significa
comprendere. Solo in quel momento, Giovanni vede qualcosa di preciso e in base
a quel qualcosa comprende, e, dopo aver compreso, crede nella Resurrezione di
Gesù.
Ma cosa ha visto Giovanni per giungere a questa conclusione?
Il testo italiano dice che vide “le bende per terra”; ma il testo greco usa
un’espressione diversa: ta othonia keimena.
Keimena in greco deriva da keimai, che
significa “giacere, essere disteso, seduto, steso, orizzontale; si dice di una
cosa bassa in opposizione a una elevata, eretta, come per esempio il mare calmo
rispetto al mare agitato”.
Quando Giovanni ha assistito alla deposizione di Gesù nel
sepolcro, ha visto che quelle bende erano alzate, sollevate, perché contenevano
al loro interno il corpo del defunto. Ora Giovanni vede che la posizione delle
bende è la stessa, ma esse non contengono più il corpo di Gesù: si sono
abbassate, svuotate del loro contenuto, ma sono rimaste nella stessa posizione.
Gesù, che è stato avvolto in quel lungo telo, vi è uscito, lasciandolo intatto;
le fasce non sono state manomesse, e il corpo che vi era avvolto si è reso come
meccanicamente trasparente. Da questo fatto, Giovanni capisce che Gesù è
risorto.
Pietro non era stato in grado di giungere a questa
conclusione perché lui non era al sepolcro; non aveva assistito alla
deposizione di Gesù. Giovanni sì; Giovanni era stato con il suo Signore fino
alla fine, e aveva visto in che modo il Maestro era stato deposto nella tomba.
Per questo capisce. Per questo crede.
(….continua su il sussidiario.net)