Testimonianza di Aleksander
Filonenko
Venerdì 30 maggio, nell’auditorium
della sala V.Vailati, si è svolto l’incontro ‘L’ucraina e noi’ con la
testimonianza del prof. Aleksander Filonenko, tradotto dalla pro.ssa Elena
Mazzola. Numerosa, attenta e vivace la partecipazione del pubblico, che era
composto di persone adulte, giovani e giovanissime, segno dell’attenzione con
cui la gente comune e la classe intellettuale seguono gli avvenimenti che hanno
scosso il popolo ucraino, dalla rivoluzione del Majdan ad oggi, in particolare
dopo l’uccisione del reporter italiano Andrea Rocchelli e del suo interprete
russo. Il prof. Filonenko , subito dopo la proiezione di alcuni video, ha
documentato perché il popolo ucraino si è ribellato alle violenze sui giovani,
come mai le prime manifestazioni siano state a favore della dignità più che
manifestazioni politiche in senso stretto; ha spiegato che cos’è stato per tre
mesi il fenomeno del Majdan e che tipo di presenza abbiano avuto le Chiese di
ogni confessione (in Ucraina le confessioni cattoliche sono cinque, quelle
protestanti un centinaio, poi esistono anche gli ebrei e i musulmani oltre alla
chiesa ortodossa), infine ha documentato la violenza della polizia nel porre
fine al Majdan. Nel corso del dibattito, che si è dovuto limitare per motivi di
tempo, si è spaziato dai temi della politica internazionale alla questione del
gas e del suo prezzo (con i problemi di ricaduta sull’Europa e sull’Italia)
alla credibilità dei politici ucraini. A tutti è parso chiaro che gli uomini
non si rassegnano a vivere come marionette, tant’è vero che questo genera
ribellione.
Noi abbiamo avuto davanti un
testimone eccezionale dei fatti accaduti, che ci ha lasciato una domanda che non gli abbiamo formulata: in fondo, egli ha
puntato su una ‘parte’ sconfitta dagli avvenimenti; perché, allora, tanta
pacatezza nel racconto, nessuna animosità e, soprattutto, una letizia
invidiabile da chiunque?
Gemma Barulli
Gemma Barulli