martedì 8 luglio 2014

ADINOLFI: IL CLUB LGBT E IL POPOLO

La questione è politica. Pretendiamo una discussione approfondita e seria, senza colpi di mano, con il centro sinistra e con il centro destra su unioni civili e uteri in affitto

Un lucido articolo di Mario Adinolfi

IL CLUB LGBT E I NEMICI A SINISTRA

di Mario Adinolfi

Quando ho scritto Voglio la mamma la cosa che ha mandato in bestia davvero il club Lgbt è che in copertina ci fosse l'espressione "da sinistra", che la copertina fosse rossa, che l'autore fosse stato candidato segretario, membro della direzione nazionale, parlamentare e fondatore del Partito democratico. Erano abituati ad avere a che fare con Giovanardi e Gasparri, il gioco veniva loro facile: complice un vuoto culturale devastante che si è aperto nell'elaborazione politica a sinistra, il club Lgbt è riuscito a imporre una propria egemonia al Pd. Il voto sul ddl Scalfarotto alla Camera era stato unanime, neanche una voce dissenziente all'interno del partito. E allora ho scritto VLM.
Dopo l'uscita del mio libro il gioco era quello di dire che la mia posizione era isolata e che il centrosinistra tutto era sulle posizioni di Franco Grillini e Paola Concia. Matteo Renzi stesso
annunciava accelerate sul ddl Scalfarotto, faceva approvare (ma solo in un ramo del Parlamento) il divorzio breve, prometteva per settembre il redde rationem con la legge sul matrimonio gay (inutile fare questioni semantiche, l'unione civile prevista dal testo Cirinnà è uguale al matrimonio) e la stepchild adoption, ossia il via libera all'utero in affitto. Gianni Cuperlo dedicava la vittoria elettorale (peraltro non sua) al "figlio" del senatore Lo Giudice e tutto sembrava inevitabile.
Poi però, con tutti compresi molti atei devoti a dirmi che era una battaglia persa, mi sono messo a girare l'Italia. E dove andavo a presentare VLM, dove venivo invitato a parlare, c'era sempre tanta gente iscritta al Pd ad attendermi o dirigenti a accompagnarmi sul palco. Attenti, io non ho più preso la tessera del Pd quest'anno e il Pd di Bersani non l'ho votato alle politiche. Mi considero un libero pensatore di sinistra e non di partito. Però ho sostenuto da parlamentare del Pd con tutte le mie forze l'ascesa di Matteo Renzi, quando alle primarie del 2012 sostenerlo significava essere additato come "nemico del popolo" e si pagava il prezzo massimo, non oggi che quegli stessi che mi additavano sono renziani. E però additano, come ha fatto Franco Grillini, addirittura la sorella di Renzi, Benedetta, per un "mi piace" su Facebook fatto a una presa di posizione di Raffaella Santi Casali, importante dirigente e consigliere comunale del Pd a Bologna, che ha giustamente affermato che il bimbo cerca il seno della mamma. La cosa a Grillini non è andata giù ed è arrivata la condanna della gaystapo con tanto di foto strampalata e volgarotta. Perché non lo sopportano: i quattro-amici-al-bar che governano il club Lgbt pensavano di aver stravinto, che a sinistra l'egemonia fosse conquistata, che nessuno osasse più alzare la voce. Invece.
Lo voglio dire a chi di sinistra non è: la partita per fermare la china su cui purtroppo ci si è instradati in materia di diritto di famiglia e dei temi trattati da VLM, si gioca tutta nel Pd. Anzi, lo dirò più chiaramente: si gioca sui convincimenti e sui calcoli di Matteo Renzi. Credo di conoscere sia i convincimenti che i calcoli del presidente del Consiglio. I circoli VLM hanno già fatto appello a lui, ai senatori del Pd, ora lo rivolgiamo a tutti gli iscritti, i militanti, i simpatizzanti e i dirigenti del Pd anche a livello locale affinché alzino la voce e fermino lo scempio che si sta compiendo anche a livello di amministrazioni comunali rispetto al diritto di famiglia. Il matrimonio in Italia è uno solo, quella tra un uomo e una donna; gli italiani non possono avere "figli" oggetto di compravendita e non possono affittare uteri; se lo fanno e poi dichiarano quei poveri bimbi acquistati da donne bisognose come figli loro compiono un grave reato penale che si chiama "alterazione di stato".
Agli amici e ai compagni coraggiosi che si sono già esposti dico un grazie dal profondo del cuore. Ora però serve il coraggio di una moltitudine che so essere presente in tutta Italia, l'ho incontrata e continuerò a incontrarla anche nel tour estivo di VLM che parte il 19 luglio non a caso da Reggio Emilia, nel cuore della regione rossa per eccellenza. Bisogna manifestarsi e dire chiaramente al Pd e a Matteo Renzi che il popolo democratico e di centrosinistra chiede almeno una riflessione aperta e accurata sul tema prima di procedere con qualsiasi proposta di legge, oltre a una moratoria immediata delle fughe in avanti dei singoli comuni in materia di registro delle unioni gay. Lo stesso probabilmente dovrebbe fare il popolo del centrodestra che credo si senta umiliato dalla neoiscritta all'Arcigay Francesca Pascale che dà la linea persino a un appannato Vittorio Feltri. E' ora che la questione diventi politica, perché a settembre la legge sulle unioni civili non può passare come è stato fatto con il divorzio breve, come fosse un inciso della grande stagione delle riforme renziane. Pretendiamo una discussione approfondita e seria, non accettiamo colpi di mano.
Il club Lgbt, che club è e non è popolo, con il popolo si confronti. Sappia che anche nel popolo di sinistra si è chiusa la fase in cui potrà fare il bello e il cattivo tempo. I chestertoniani hanno deciso di alzare la testa per dire che due più due fa ancora quattro.