Per gentile concessione della Libreria Editrice Vaticana,
pubblichiamo una parte della conversazione del 1980 (finora inedita in
italiano) tra Joseph Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco di Baviera, e
Ulrich Hommes, dell’emittente televisiva Bayerischer Rundfunk, colloquio
contenuto nel libro In dialogo con il proprio tempo. Il volume in tre tomi (per
un totale di 1.688 pagine), tredicesimo dell’Opera omnia di Joseph
Ratzinger-Benedetto XVI in corso di edizione presso la Lev, raccoglie tutte le
interviste da lui rilasciate e viene presentato oggi (giovedì 21 novembre) alla
Lumsa di Roma (via di Porta Castello 44) alle ore 17, alla presenza, tra gli
altri, di padre Federico Lombardi, presidente della Fondazione Joseph
Ratzinger-Benedetto XVI, e mons. Georg Gänswein, già Segretario particolare di
Benedetto XVI.
Tutti, almeno una volta, arrivano a interrogarsi anche
espressamente sul senso della vita. Generalmente accade non nei momenti in cui
si sta bene e tutt’intorno le cose sembrano a posto, ma in situazioni di dolore
e di bisogno, o anche a seguito di grandi delusioni o semplicemente in momenti
strazianti di noia. Se in questi momenti ci si guarda intorno si fa una
scoperta singolare: la questione del senso sembra essere più facile per i
credenti – i credenti in senso stretto, ad esempio di religione cristiana.
Anche i credenti sono assillati da problemi e tormentati da paure, ma su questo
punto in qualche modo sembrano essere un bel po’ in vantaggio su tutti gli
altri. Perché?
Anche il credente, in effetti, non è un uomo a cui sono
risparmiati problemi, crisi, sofferenze e travagli interiori. Ma egli ha questo
di particolare: sa che è voluto, che è necessario, che ha un compito, che c’è
un’idea di lui. L’inizio del Vangelo di Giovanni, «In principio era il Verbo»,
lo si può tradurre anche con: «In principio era il senso!». Ed è un sostegno
enorme anche per me personalmente sapere che mi precede una volontà che mi ha
pensato prima che io stesso mi pensassi e mi conoscessi; che c’è un amore che
mi vuole e che continua a sostenermi anche quando io stesso non riesco più a
realizzare nulla di particolare, quando io stesso non riesco più a vedere o a
dare alcun senso. Questo stare in una volontà di cui sono assolutamente certo e
che so essere senso e amore, e che mi ha dato un senso, è quello che fa
superare anche i momenti di apparente assenza di senso nella propria vita.
(……)