giovedì 5 febbraio 2015

'Solo Allah può punire con le fiamme'

Isis: l'ira del mondo arabo "solo Allah puo' punire con fiamme"

Isis l ira del mondo arabo  solo Allah puo  punire con fiamme
21:24 04 FEB 2015

(AGI) - Il Cairo, 4 feb - Il mondo arabo e' stato coeso nel condannare l'esecuzione del pilota giordano Moaz al Kasasbeh da parte dell'Isis. A partire dalle istituzioni islamiche. La prima reazione dell'Universita' al Azhar, cuore della cultura sunnita, e' stata una fatwa che permette "la crocifissione e l'uccisione" degli uomini del califfato di Abu Bakr al Baghdadi. Si tratta della citazione di un verso del Corano che indica la pena da applicare nei confronti di chi "uccide sfrenatamente gli innocenti senza peccato", come precisato dal Grand Imam Ahmed al Tayeb. Lo sceicco di al Azhar ha ricordato che in base ai precetti dell'Islam "solo Allah puo' punire con le fiamme", cosa che "non e' concessa agli esseri umani". Tayeb ha invitato dunque la comunita' internazionale a combattere contro "chi ha offeso l'Islam e il profeta Maometto".


  Sempre dal Cairo e' arrivata la reazione delle autorita' egiziane. Il presidente Abdel Fatah al Sisi ha gia' condannato ieri sera il rogo con il quale lo Stato islamico ha giustiziato il pilota giordano, confermando il proprio sostegno ad Amman nella lotta al terrorismo. Stamane il premier Ibrahim Mahlab ha telefonato all'omologo giordano Abdullah Nussor per presentare le proprie condoglianze. "Azioni di questo genere non hanno nulla a che fare con l'Islam e i suoi precetti", ha sottolineato il capo del governo del Cairo.
  Anche il Qatar, paese occasionalmente accusato da diversi attori regionali di aver contribuito al rafforzamento dello Stato islamico in Siria, si e' unito al coro di condanne attraverso una nota diffusa dal ministero degli Esteri. Vicina al movimento dei Fratelli musulmani e' l'Unione degli ulema, che ha parlato di un "crimine vile, che contrasta con la sharia islamica". "Il profeta - ha ricordato il segretario generale dell'associazione, Ali al Qara Daghi - ha sempre condannato tali atti, perche' secondo Maometto solo Allah puo' punire con le fiamme".
  La Fratellanza musulmana ha condannato l'uccisione di Kasasbeh anche attraverso il suo ramo giordano, tra le piu' influenti forze d'opposizione del regno hashemita. "Condanniamo questo atto criminale che viola i diritti dei prigionieri nell'Islam", ha scritto in un comunicato il Fronte d'azione islamica, braccio politico dei Fratelli ad Amman. Tutto questo mentre nel paese continuano a crescere le tensioni. La maggior parte delle forze politiche locali chiedono al governo di portare avanti l'impegno contro lo Stato islamico all'interno della coalizione internazionale. Altri movimenti, tra cui lo stesso Fronte d'azione, insistono su un ritiro immediato.
  Soluzione, quest'ultima, che e' stata gia' adottata dagli Emirati Arabi Uniti, alleato chiave degli Stati Uniti all'interno dell'alleanza internazionale. Abu Dhabi, secondo fonti Usa citate dal "New York Times", hanno gia' sospeso lo scorso dicembre, proprio dopo il rapimento in Siria del pilota giordano, i raid aerei contro le posizioni jihadiste. Le stesse fonti indicano che gli Emirati avrebbero fatto sapere a Washington che riprenderanno i raid solo quando gli Stati Uniti avranno dispiegato nel nord dell'Iraq i propri velivoli a decollo verticale V-22 Osprey. Oggi la reazione di Abu Dhabi e' stata affidata al ministro degli Esteri Abdullah bin Zayed al Nahyan, che ha definito lo Stato islamico "un male che deve essere sradicato dalle societa' civilizzate senza ulteriori indugi". Parlando all'agenzia di stampa ufficiale "Wam", il capo della diplomazia emiratina ha dunque sollecitato i paesi musulmani a "difendere l'Islam da attacchi e atti destinati a tradire i suoi nobili valori".
  In questo scenario si inserisce la reazione della Siria, che nel condannare "l'efferata uccisione" di Moaz al Kasasbeh, ha chiesto invece alla Giordania una maggiore collaborazione nella lotta contro lo Stato islamico e il Fronte al Nusra, ramo siriano di al Qaeda. Lo riferisce l'agenzia di Stato di Damasco "Sana" citando il messaggio inviato dal ministero degli Esteri siriano ad Amman. "Cooperiamo contro il terrorismo del Daesh (acronimo arabo per Stato islamico, ndr), del Fronte al Nusra e di altre organizzazioni presenti in Siria e nella regione", ha detto il regime di Bashar al Assad alla Giordania.
  Infine dall'Iraq si registra la dura condanna espressa dall'influente predicatore sciita Moqtada al Sadr, le cui Brigate della Pace (ex Esercito del Mahdi) sono impegnate sul terreno nel contrasto alle milizie dello Stato islamico. Sadr ha pero' invitato i paesi arabi a "prendere le distanze" dalla coalizione internazionale e interrompere la collaborazione con le forze occidentali. Secondo il leader religioso sciita, le forze locali devono essere in grado di "combattere lo Stato islamico senza l'aiuto dell'Occidente". Fonti iraniane, infine, hanno descritto l'uccisione del pilota come "disumana e anti islamica" e hanno espresso la loro vicinanza alla Giordania e al suo popolo. (