sabato 6 luglio 2024

CIO' CHE NESSUN POTERE PUO' TOGLIERCI

 



CIÒ CHE NESSUN POTERE PUÒ TOGLIERCI

Se la vita è totalmente donata, anche l'uomo privato di tutto non è mai schiavo di alcuna menzogna. L'attualità della lezione di Aleksandr Solženicyn citato da don Giussani nell'ottavo capitolo de "Il senso religioso"
Adriano Dell'Asta
Una giornata di Ivan Denisovič e La casa di Matriona, l’Arcipelago Gulag e La ruota rossal’infinitamente piccolo dei due primi racconti e l’infinitamente grande dei due possenti affreschi storici coi quali Aleksandr Solženicyn ricostruiva la storia dei campi di concentramento sovietici e quella della rivoluzione del 1917 con il dramma che l’aveva preparata. Nei due racconti, invece, il grande scrittore russo (premio Nobel per la letteratura nel 1970) narrava la storia di un uomo e di una donna di cui ci faceva riscoprire la grandezza e la dignità: da una parte la sorprendente grandezza di Ivan Denisovič, un semplice detenuto di un campo staliniano che era riuscito a conservare la propria libertà e la propria anima anche in un lager, un luogo fatto apposta per distruggere l’umanità («devi essere contento di essere in prigione – gli dice un altro detenuto, che come lui non aveva ceduto – perché qui hai tutto il tempo di pensare all’anima»); dall’altra l’inimmaginabile dignità di Matriona, una povera contadina che tutti consideravano stupida e con un passato per nulla irreprensibile e che invece, dopo la morte, si era rivelata «il giusto senza del qual non vive il villaggio, né la città né tutta la terra nostra».

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https://it.clonline.org/news/cultura/2024/07/04/solzenicyn-senso-religioso#:~:text=CI%C3%92%20CHE%20NESSUN,la%20terra%20nostra%C2%BB.