lunedì 2 settembre 2024

CRISTIANI PERSEGUITATI

 

CRISTIANI PERSEGUITATI/ Jihad o Charlie Hebdo, all’intolleranza si aggiunge la congiura del silenzio

 


L’ultimo episodio è nel Burkina Faso, con 150 persone uccise. Ma la persecuzione dei cristiani non è solo in Africa. Ed è anche culturale

Andrea Mobiglia Pubblicato 2 Settembre 2024

 

Il 24 agosto il Burkina Faso è stato teatro dell’ultimo episodio di violenza a sfondo religioso, in cui hanno perso la vita anche numerosi cristiani. L’attacco ha fatto più di 150 vittime, tra cui appunto 22 cristiani ed è uno dei più sanguinosi nella storia del Paese, che ha iniziato a conoscere tali scontri a partire dal 2015, quando si è manifestata nel territorio la presenza jihadista. Tale attacco è stato il terzo subìto in circa 20 giorni, dopo quelli compiuti nella provincia di Nayala (4 agosto), con il rapimento di più di 100 uomini, non ancora ritrovati, e attacchi nei villaggi di Mogwentenga e Gnipiru (20 agosto), che hanno fatto scappare la popolazione.

 

Il fenomeno dell’attacco alla libertà religiosa è purtroppo dilagante nel continente africano e non solo, con numerosi scontri e spargimenti di sangue. Come è possibile constatare dai report redatti da Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS), la persecuzione ai danni dei cristiani ha raggiunto ormai da anni dimensioni globali. Il caso più famoso dell’ultimo anno, anche per le implicazioni diplomatiche e la vicinanza agli Stati Uniti, riguarda il Nicaragua, ma non vanno dimenticate altre situazioni, come Afghanistan, Corea del Nord, Iraq, Iran, Nigeria ecc.

 

La libertà religiosa, definita come diritto fondamentale dalla recente Dignitas infinita (n. 31) pubblicata dal Dicastero per la dottrina della fede, è stata dichiarata dal Concilio Vaticano II come un diritto che “non si fonda quindi su una disposizione soggettiva della persona, ma sulla sua stessa natura” (Dignitatis Humanae, n. 2), un diritto cioè inalienabile e intrinseco dell’uomo. Purtroppo, la libertà religiosa rimane a rischio in varie parti del mondo, basti pensare che attualmente sono circa 365 milioni i cristiani perseguitati nel mondo, facendo così del cristianesimo la religione più perseguitata (“ci sono più martiri oggi che nei primi secoli”, Papa Francesco). Un dato non certo nuovo ed in costante crescita.

 

Non si tratta solamente di attacchi terroristici in zone lontane dal mondo occidentale, quasi che l’argomento riguardasse, a un occhio superficiale, esclusivamente realtà del Terzo Mondo o Paesi oppressi da dittature (come i già citati Nicaragua, Afghanistan e Corea del Nord, anche se l’elenco non è purtroppo esaustivo). Al contrario l’intolleranza religiosa ha varie applicazioni, a volte più violente, altre più fini e travestite di cultura, che il Santo Padre ha più volte definito come “colonizzazioni ideologiche e culturali” (Francesco, 21 novembre 2017), una specie di persecuzione “educata, travestita di cultura, modernità e progresso che finisce per togliere all’uomo la libertà, anche all’obiezione di coscienza” (Francesco, 12 aprile 2016). Queste ultime tipologie in particolare avvengono in Occidente, basti pensare a tutta la questione dell’ideologia woke o alla grande questione antropologica di questi anni.

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https://www.ilsussidiario.net/news/cristiani-perseguitati-jihad-o-charlie-hebdo-allintolleranza-si-aggiunge-la-congiura-del-silenzio/2746221/#:~:text=CHIESA-,CRISTIANI%20PERSEGUITATI/%20Jihad%20o%20Charlie%20Hebdo%2C%20all%E2%80%99intolleranza%20si%20aggiunge%20la%20congiura,Gesti%20non%20solo%20inappropriati%20e%20irrispettosi%2C%20ma%20soprattutto%20che%20fanno%20male.,-%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94