giovedì 27 febbraio 2014

http://www.ilsussidiario.net/News/Editoriale/2014/2/27/Ucraina-la-realta-e-la-carezza/print/473707/

UCRAINA: LA REALTA' E LA CAREZZA

"Qui le notizie e i video sulla situazione in Ucraina valicano il confine nazionale senza troppi problemi: il web russo e quello ucraino sono un territorio unico e anche se tanti post sono scritti in ucraino, i russi li capiscono. (...) Un'evidenza: i fatti di Kiev degli ultimi giorni non lasciano tranquilli gli animi nè da una parte nè dall'altra.(...).
(...)Le domande più semplici se le fanno in pochi. Le domande proprio elementari. La prima: che cosa sta succedendo? è eliminata  o almeno soffocata sotto il peso di due macigni: il fatto che qui, da una parte e dall'altra, tutti credono di sapere già perfettamente come stanno le cose (...), e le falsità dei mezzi di comunicazione russi (...).
Ma ci sono altre domande, semplicissime, visto che qui metà della popolazione ha parenti o amici in Ucraina, che io non sentito risuonare quasi mai da parte russa. Domande del tipo: "Come stai? come stanno i tuoi figli? ho visto le foto, sei stato in piazza, ho visto quello che è successo...come va?" E' come se queste domande non trovassero il fiato per uscire, come se non fossero importanti. Sono azzerate. Con tanta gente ho discusso le vicende di Kiev, gente con cui abbiamo amici ucraini comuni, ma a questi amici nessuno ha rivolto questo semplice sguardo umano, questa....carezza(...)"
(Elena Mazzola, Il Sussidiario.net)

In Europa e in Italia la situazione è certamente più tranquilla, non abbiamo i carri armati che invadono le piazze, ma mi sembra che l'ordito della comunicazione privata e pubblica sia ugualmente soffocata o azzerata nei suoi elementi più semplici, come descriveva Elena Mazzola per il suo Paese. L'atteggiamento ideologico e preconcetto da una parte e il disinteresse per la propria vita e quindi per quella degli altri rendono molti preda della rabbia impotente o dell'inerzia."E' come se queste domande non trovassero il fiato per uscire, come se non fossero importanti". Sicchè, quando si ha la fortuna di trovarsi davanti ad una persona o ad un ambito in cui esse invece sono formulate o addirittura diventano la chiave interpretativa per entrare nella complessità del quotidiano, ci si rende conto che si è davanti a qualcosa che è certamente e totalmente umano, ma che è più che umano. E' come una carezza, in un mondo che comprensibilmente conosce solo urla e aggressione.

Gemma Barulli