domenica 2 febbraio 2014

Tra Orwell e Ceausescu


Tra Orwell e Ceausescu

La filosofa contro il gender, nuovo “catechismo” francese

Anche il Monde contro le “buffonate” di un’ideologia fanatica e irreale

La filosofa e storica delle idee politiche Chantal Delsol è intervenuta ieri, sul Monde, sulla questione dei programmi scolastici francesi ispirati alla teoria del gender. Ecco alcuni stralci del suo articolo:

Una faccenda di catechismo a scuola sta facendo rumore nei media. Sembra che un certo numero di famiglie voglia mettere in questione catechismo e relativi dogmi, vale a dire il discorso sul gender… Il cosiddetto discorso sul gender assomiglia talmente a una religione che non ci si può impedire di utilizzare, per descriverne le avventure, un vocabolario religioso. Ha a che fare con l’ideologia, di cui mostra il fanatismo e l’irrealtà. I suoi difensori sono apostoli sovreccitati, mai stanchi, l’insulto sempre alle labbra. I testi governativi che riguardano la scuola precisano che i figli appartengono allo stato. I testi che riguardano il genere, della stessa risma, vorrebbero precipitarci in una società surreale, tra George Orwell e Nicolae Ceausescu, dove nulla ha il suo posto, perché sono il potere e i guardiani dell’ortodossia regnante a decidere dell’ordine del mondo. Tutto questo è così inverosimile, così ridicolo e così grottesco, che senza dubbio se ne occuperanno gli umoristi… I nostri governanti non devono immaginare che ridurranno facilmente le famiglie francesi a credere che ragazzi e ragazze sono diversi solo dove lo decida il ministero, perché nella semplice realtà le cose non funzionano così.
E le famiglie possono anche non essere versate nella metafisica delle sfere, ma non significa che siano idiote, e quando si tratta dei loro figli sono determinate a rifiutare che si facciano loro bere simili buffonate. La differenza sessuale genera gerarchie, discriminazioni e ineguaglianze, e a farne le spese sono sempre le femmine. E’ storia. Bisogna dunque sopprimere le differenze per sopprimere le discriminazioni? (…) Quando invece di ragazzi e ragazze non avremo che un sesso indeterminato, un ‘Tomboy’ (film su una bambina di dieci anni che si finge maschio con i coetanei, ndr) mostrato come modello universale in tutte le scuole della République, allora non ci saranno più discriminazioni, ma nemmeno differenze. L’indeterminazione non è affatto l’ideale da perseguire per impedire le ingiuste diseguaglianze, che si combattono meglio valorizzando le differenze e la loro complementarietà… Di che cosa è il nome questa ideologia che avanza come destino ineludibile o come lo spirito di Hegel? Essa risponde all’ideale di emancipazione che abita la cultura europea fin dalle origini, e le cui manifestazioni concrete punteggiano la nostra storia e la plasmano. L’unica cultura in cui si possono trovare opere come ‘L’asservimento delle donne’ di Stuart Mill o ‘Una stanza tutta per sé’ di Virginia Woolf, con tutte le misure politico-sociali che questo comporta. Eppure, è triste vedere questa bella storia di emancipazione impantanarsi nell’estremismo e nel fanatismo. Come proteggersi dall’estremismo in cui cadono discorsi come quello del gender? Tenendo conto non solo dell’invidiabile emancipazione, ma anche del radicamento necessario che ci àncora alla condizione umana, alla storia, alle esigenze naturali elementari. Sopprimere qualsiasi radice: è quello che avevano tentato i soviet, al punto che Trotsky diceva: ora viviamo in un bivacco. Una società umana non può fare di un bivacco la sua dimora”.
di Chantal Delsol