venerdì 20 giugno 2014

Caso Yara Gambirasio, il papà: pregate per il fermato

ara


Fulvio Gambirasio: pregate per il fermato

di Lorenzo Maria Alvaro

In questa giostra di media «col gusto della lacrima in primo piano» meno male che c’è Fulvio Gambirasio, il papà della bambina. «C’è bisogno di preghiere. È importante ricucire i nostri cuori, la cattiveria ce l’abbiamo tutti dentro»


genitori yara gambirasio

«Io se fossi Dio, maledirei davvero i giornalisti». Così Giorgio Gaber cantava nel 1980 nella bellissima “Io se fossi Dio”.



E il perché Gaber lo spiegava bene: «Compagni giornalisti avete troppa sete e non sapete approfittare delle libertà che avete, avete ancora la libertà di pensare, ma quello non lo fate e in cambio pretendete la libertà di scrivere e di fotografare. Immagini geniali e interessanti di presidenti solidali e di mamme piangenti. E in questa Italia piena di sgomento come siete coraggiosi, voi che vi buttate senza tremare un momento. Cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti e si direbbe proprio compiaciuti. Voi vi buttate sul disastro umano, col gusto della lacrima in primo piano».

Un testo che riascoltato e riletto oggi mette i brividi. La descrizione impeccabile di quello che sta succedendo in Italia sul caso di Yara Gambirasio.
Uno sciacallaggio mediatico che non fa prigionieri e non guarda in faccia a nessuno.

Sembrerebbe tutto da buttare se non fosse per una persona, il padre della bimba uccisa: Fulvio Gambirasio. L’unico che ha avuto la forza di prendere una posizione da uomo. Una posizione fuori dal teatrino mediatico.

Fulvio Gambirasio, papà di Yara
«Prega per tutti», ha detto a don Corinno, il parroco di Brembate Sopra, «anche per la famiglia della persona fermata, anche per lui, c’è bisogno di preghiera».

Una posizione che ha risvegliato anche i preti. Gli unici a parlare nei paesi sotto shock. Così Don Corinno spiega ai giornalisti: «c’è bisogno di preghiera, perché è importante ricucire il nostro cuore, la cattiveria ce l’abbiamo tutti dentro».

Poco dopo a parlare è anche don Claudio Dolcini, di Sotto il Monte, parroco della Chiesa frequentata dalla famiglia del muratore arrestato. «Continuo a ripetere loro di pregare e avere fiducia nella giustizia. Io prego per loro».


È vero, come sottolineava in una recente intervista su Vita.it  il sociologo Marco Revelli, che «in Italia sta dilagando la malignità del banale». Malignità che non si sa bene da dove cominciare a combattere.
Ma così come dobbiamo provare a prendere sul serio atti gravi come questi e chi li compie, non possiamo far finta di non vedere l’enormità della posizione di Fulvio Gambirasio e di tutta la sua famiglia. Un uomo per nulla banale, ma certamente normalissimo. Di quella normalità, che per fortuna non è ancora andata perduta, e che è un'enorme boccata di ossigeno per tutti.

TAG: giustizia