mercoledì 11 giugno 2014

Siria, il dialogo in tempo di guerra

Siria, il dialogo in tempo di guerra: una testimonianza da Mar Musa
09/06/2014
In occasione di un concerto di solidarietà organizzato da Popoli e svoltosi a Milano domenica 8 giugno, la comunità del Monastero di Deir Mar Musa, in Siria, ha inviato una lettera. Una straordinaria testimonianza su ciò che significa vivere consacrati al dialogo interreligioso, anche in tempo di guerra.

Cari amici,
la pace del Signore sia con tutti voi.
Prima di tutto vogliamo, come comunità, esprimere il nostro ringraziamento e la nostra gratitudine per il vostro gesto di solidarietà con noi e con la nostra Siria. Grazie ad ogni persona che dà del suo tempo e offre la sua preghiera per la Siria. Grazie anche per ogni gesto di solidarietà materiale con noi. Vogliamo condividere con voi alcune delle notizie sulla nostra vita e sulle nostre attività in questo tempo critico per il nostro paese.
La comunità ha deciso di rimanere nel monastero malgrado le difficoltà e la carenza, se non vogliamo dire l’assenza quasi totale degli ospiti. Continuiamo la nostra vita di preghiera, fiduciosi nel Signore che non ci lascia mai. La preghiera è, infatti, la sorgente dalla quale attingiamo forza per andare avanti. La vita del lavoro manuale continua anche se in modo molto limitato, in questo tempo abbiamo potuto fare alcuni lavori di manutenzione del monastero e alcuni lavori di agricoltura.
Il nostro sforzo è stato riversato sugli aiuti umanitari. Il nostro secondo monastero, Deir Mar Elian ha ricevuto quasi 5.000 profughi per diversi mesi. È stato un rifugio per tante famiglie musulmane dei villaggi vicini. La comunità ha sostenuto queste famiglie distribuendo aiuti alimentari e medicinali e vivendo come una grande famiglia. Siamo riusciti a fare questo grazie al sostegno di tanti benefattori e al Jesuit Refugee Service. C’erano quasi 110 bambini, per i quali abbiamo organizzato giornate di attività di gioco con i giovani volontari della parrocchia. Abbiamo insistito anche per mandarli a scuola e provvedere ai loro bisogni. La gioia che ci dava il sorriso di un solo bambino era capace di farci dimenticare ogni fatica! Ora queste famiglie sono tornate nelle loro case e continuiamo ad aiutarle per quanto è possibile per rendere vivibili le loro case semidistrutte.
Nebek, la città più vicina al monastero di Mar Musa, ha subito tanti danni. Non dimenticheremo la commozione di tutti quando, dopo giorni di difficoltà, abbiamo potuto celebrare insieme ad alcune famiglie la Messa di Natale. Adesso proviamo ad aiutare tante famiglie che si trovano in difficoltà o per mancanza di lavoro o per problemi di salute. In collaborazione con un centro musulmano che si interessa delle persone diversamente abili, siamo riusciti a organizzare visite per alcune famiglie in difficoltà nelle città di Nebek e Yabroud (un'altra città molto segnata dalla guerra). Abbiamo soprattutto pensato a quelle famiglie dove ci sono uomini invalidi o donne divorziate o vedove. Queste visite, belle e costruttive, servivano per capire la loro situazione e provare ad aiutare provvedendo ai bisogni più essenziali.
Il contatto con persone che sono in maggioranza musulmane è un’occasione concreta per vivere fino in fondo la nostra consacrazione al dialogo interreligioso. Viviamo questa nostra vocazione in una forma di dialogo non teologico ma vitale e concreto.
Lavoriamo e preghiamo per il futuro della Siria e per il futuro del mondo senza mai perdere la speranza.
Grazie di nuovo!
La comunità di Mar Musa (Al-Khalil)