lunedì 7 dicembre 2015

Misericordiae vultus

MISERICORDIAE VULTUS

«L'atto con cui Dio ci viene incontro»

di Ezio Prato
04/12/2015 - Dopo Bangui, l'8 dicembre Francesco apre la Porta Santa in Vaticano. Ecco una breve antologia dalla Bolla di indizione dell'Anno Santo. Per aiutarci a seguire il Papa nel Giubileo che comincia
Con la bolla Misericordiae Vultus (Il volto della Misericordia), papa Francesco indice il Giubileo Straordinario della Misericordia. Mentre precisa le modalità fondamentali di svolgimento dell’Anno Santo, il Papa offre una prima riflessione d’insieme sul tema (che riprendiamo parzialmente con una breve antologia del documento).


L’Anno Santo si aprirà l’8 dicembre 2015, solennità dell’Immacolata Concezione, una data che assume particolare significato per la storia recente della Chiesa: ricorre infatti in tale giorno il cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Vaticano II. La domenica successiva, la Terza di Avvento, si aprirà la Porta Santa nella cattedrale di Roma, la Basilica di San Giovanni in Laterano. La conclusione, con la chiusura della Porta Santa, sarà invece il 20 novembre 2016, nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’Universo. L’Anno santo non sarà celebrato solo a Roma, ma anche nelle Chiese particolari: nella Cattedrale o anche in altre Chiese e Santuari.


Nella Misericordiae Vultus, sono richiamati alcune modalità, atteggiamenti e gesti nei quali si esprimerà l’esperienza della misericordia, come risposta all’invito ad essere Misericordiosi come il Padre (cfr. Lc 6,27), «il “motto” dell’Anno Santo» (n. 7).
Per essere capaci di misericordia, il Papa raccomanda innanzitutto di porsi in ascolto della Parola di Dio, per contemplare la misericordia di Dio e assumerla come stile di vita (n. 13). Un segno peculiare dell’Anno Santo è il pellegrinaggio, icona dell’esistenza dell’uomo, segno che anche la misericordia è meta da raggiungere, con impegno e sacrificio (n. 14). L’invito è poi ad «aprire il cuore a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica» (n. 15), attraverso l’esercizio delle opere di misericordia corporale e spirituale. Non si deve, inoltre, dimenticare la ricchezza, anche per l’oggi, delle parole del profeta Isaia che Gesù richiama nella sinagoga di Nazaret: «Portare una parola e un gesto di consolazione ai poveri, annunciare la liberazione a quanti sono prigionieri delle nuove schiavitù della società moderna, restituire la vista a chi non riesce più a vedere, perché curvo su se stesso, e restituire dignità a quanti ne sono stati privati» (n. 16). Un tempo forte per riscoprire la misericordia è quello della Quaresima. Papa Francesco richiama a viverla intensamente e, in questo contesto rimanda alle pratiche tradizionali della preghiera, del digiuno e della carità, ricorda l’iniziativa “24 ore per il Signore” (celebrata nel venerdì e sabato che precedono la IV domenica di Quaresima), insiste perché i confessori siano un vero segno della misericordia del padre e invita i Vescovi e il popolo di Dio ad accogliere i Missionari della Misericordia che lui invierà (nn. 17-18). La parola del perdono è per tutti e a tutti deve giungere, specialmente a quanti sono lontani dalla grazia di Dio per la loro condotta di vita (in particolare sono ricordati coloro che appartengono a gruppi criminali o sono fautori e complici di corruzione): «Rimanere sulla via del male è solo fonte di illusione e di tristezza. La vera vita è ben altro» (n. 19). Il Giubileo, da ultimo, porta con sé il dono dell’Indulgenza, nel quale risplende il mistero della comunione della santità nella Chiesa (n. 22).