Colletta 2025. «Chiamati a nuovi segni di speranza»
Tra le mura del carcere di Opera, la presentazione della
Giornata di raccolta di alimenti per i poveri promossa dal Banco Alimentare che
si svolgerà il prossimo 15 novembre. Una «potenza di bene» che da quasi
trent'anni coinvolge milioni di persone in tutto il Paese
24.10.2025
Giuseppe Beltrame
«Cos’è la carità?». È partita da questa domanda “innocente”,
pronunciata quindici anni fa da una persona detenuta, l’idea di presentare
nella Casa di Reclusione di Opera la ventinovesima giornata della Colletta
Alimentare. L’incontro del 17 ottobre è stato un dialogo a più voci, moderato
da Giuliana Malaguti, responsabile della comunicazione della Fondazione Banco
Alimentare ETS.
A porre la questione era stata una delle tante persone
recluse a cui fanno visita i volontari dell’associazione Incontro e Presenza
Odv, che da quarant’anni si impegna ad incontrare i detenuti nelle carceri
lombarde. «Portiamo qui la Colletta», era stata la risposta concreta dei
volontari. Da allora, ad ogni edizione, aderiscono sempre più istituti
penitenziari, l’anno scorso una quarantina in tutta Italia con risultati
inimmaginabili. «Nel 2024 abbiamo raccolto oltre 3.300 kg di alimenti solamente
nelle carceri di Opera, San Vittore, Bollate e Monza», ha spiegato Fabio
Romano, presidente dell’associazione.
«Quest’anno la data da cerchiare in rosso sul calendario è
sabato 15 novembre», ha esordito Marco Piuri, neo presidente della Fondazione
Banco Alimentare ETS. «Nella scorsa edizione i 155.000 volontari sparsi in
12.000 punti vendita hanno invitato i cittadini a donare parte della propria
spesa per i più poveri, raccogliendo 7.900 tonnellate di alimenti. I numeri
sono in costante aumento: 7.600 strutture caritative vengono in soccorso a
1.755.000 persone». Piuri ha continuato ricordando il messaggio che accompagna
questa edizione, tratto dal discorso di Leone XIV per la IX Giornata Mondiale
dei Poveri. «Tutti siamo chiamati a creare nuovi segni di speranza che
testimoniano la carità cristiana», le parole del Pontefice sembrano motivare la
decisione di presentare la Colletta in un carcere, una scelta accolta con
entusiasmo da chi vive nella struttura. «Stamattina tra i corridoi che avete
percorso per arrivare qui c’era grande fermento», ha spiegato Incoronata
Corfiati, primo dirigente di polizia penitenziaria del Carcere di Opera. «Del
resto la solidarietà negli istituti di reclusione coinvolge tutta la comunità,
non solo chi sconta la sua pena».
(…)
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