Gruppo jihadista impone regole di sottomissione ai cristiani di Raqqa
di Paul Dakiki
Pagamento
della tassa di "protezione", divieto di esibire segni cristiani, o
restaurare chiese e monasteri. Il gruppo "Stato islamico dell'Iraq e del
Levante" accusato dagli altri oppositori a Damasco di fare il gioco di
Assad. Un ultimatum di cinque giorni.
Beirut (AsiaNews) - Un gruppo jihadista legato ad al Qaeda
ha diffuso una serie di regole che i cristiani di Raqqa devono seguire per
essere "protetti". Fra queste vi sono una tassa, compiere i riti al chiuso, non
indossare nessun segno cristiano evidente.
Gli estensori delle regole (che essi chiamano "accordo")
sono i membri dello Stato islamico dell'Iraq e del Levante(Isil), un gruppo che
ha radici in al Qaeda dell'Iraq e che vuole costruire un unico califfato che
abbraccia tutto il Medio oriente, l'Africa settentrionale, l'Andalusia e
l'Italia meridionale, antichi possedimenti arabi e islamici.
Raqqa, città del nord della Siria, aveva 300mila abitanti
prima dell'inizio della guerra civile nel marzo 2011. Fra questi, l'1% era
cristiano. Ora molti abitanti sono fuggiti e la città è nelle mani dell'Isil,
che ha diffuso il testo dell'accordo sui siti jihadisti.
Sotto la minaccia di essere trattati con violenza, i
cristiani devono pagare la "jiziya", l'antica tassa obbligatoria per i non
musulmani.
I cristiani ricchi dovranno pagare una somma pari al valore
di 13 grammi di oro puro (mezza oncia); quelli della classe media metà della
somma; quelli della classe povera un quarto.
I cristiani non devono esporre croci o simboli della loro
fede in ambienti frequentati dai musulmani e soprattutto al mercato; non devono
usare altoparlanti per il richiamo alla preghiera; devono compiere i loro riti
a porte chiuse all'interno degli edifici di culto.
Il gruppo esige anche che i cristiani si conformino alle regole
sul vestire in modo modesto imposte a tutti gli abitanti.
Ai cristiani è vietato portare armi , come pure restaurare
chiese e monasteri della zona. Chi non si attiene a queste regole, avrà il
destino assegnato alla "gente della guerra e della ribellione", cioè
l'uccisione.
L'Isil fa parte delle frange più estremiste e islamiste
dell'opposizione a Bashar Assad. Dal gennaio scorso è in atto una guerra senza
quartiere fra i gruppi laici e islamici dell'opposizione, come pure fra quelli
islamisti più radicali o meno. Secondo l'Osservatorio siriano per i diritti
umani, gli scontri fra i due campi hanno causato la morte di almeno 3300
persone, dei quali 924 fra i membri del Siil.
Gli oppositori si stanno coalizzando contro l'Isil, accusato
di "fare il gioco di Assad". Proprio
ieri, il Fronte Al-Nusra (Al Qaeda in Siria) ha lanciato un ultimatum di cinque
giorni contro l'Isil perché metta fine al conflitto interno, presentandosi
davanti a un tribunale religioso.