CATTOLICI & ELEZIONI/ Davide Prosperi (Fraternità Cl): in politica servono testimoni per cogliere veri bisogni
Cattolici in politica: Davide Prosperi (vice presidente Fraternità Cl): "in politica servono testimoni, nuovi sostegni alla famiglia e alla scuola". L'intervento verso le Elezioni 2018 08 gennaio 2018 Niccolò Magnani
Giovani ed Elezioni, la crisi della politica (LaPresse)
Con il messaggio di fine anno del
Presidente Sergio Mattarella è stato posto l’accento sull’invito sempre
più urgente ai giovani e alla società intera di prendere sul serio
l’appuntamento delle Elezioni per evitare che si consumi la frattura
definitiva tra la politica, il bene comune e la vita difficile e
complessa di tutti i giorni. Come dialogo su questi temi, il quotidiano
“Avvenire” ha invitato tutti i principali Movimenti ecclesiali e vari
rappresentanti del mondo cattolico a suggerire una possibile strada da
seguire per la politica italiana: tra gli altri, il Vicepresidente della
Fraternità di Comunione e Liberazione Davide Prosperi ha risposto direttamente nel merito della vicenda
illustrando alcuni punti dirimenti delle sfide che chiamano tutti, non
solo i cattolici, con le prossime Elezioni Politiche e Regionali.
Illustrando quali possibile ricette “realizzarli” che le forze politiche
dovrebbero inserire negli imminenti programmi elettorali, Prosperi
ritiene che occorra sempre di più investire molto di più sul processo
educativo, migliorando il sistema di istruzione: «penso alla formazione
professionale, a politiche di diritto allo studio e contro l’abbandono
scolastico, al sostegno della scuola paritaria che sta svolgendo un
ruolo indispensabile insieme alla scuola statale. Inoltre occorre
sostenere le startup innovative e offrire incentivi all’occupazione
giovanile. È una scommessa che vale più del calcolo dei rischi. Sono
tutte cose che all’estero sono praticate da anni e hanno prodotto solo
bene, essendo il motore dello sviluppo dell’intera società».
COME EVITARE LA FRATTURA NELLA SOCIETÀ
Avvenire ha chiesto espressamente «come
valorizzare la condizione dei giovani, anche per evitare il distacco
delle nuove generazioni dalla partecipazione alla vita politica e
sociale»: secondo il Vicepresidente di Cl il primo richiamo a cui
guardare è quello del fondatore e genio educativo Don Luigi Giussani,
«servono luoghi che educhino l’io a un rapporto positivo con la realtà».
Servono dunque luoghi, proposte, incontri, persone, dove un giovane
possa realmente incontrare degli adulti che lo “guardino con una stima
profonda” e siano in grado di «accendere in lui il fuoco del desiderio
di bellezza, verità, giustizia e felicità. Solo partecipando di veri
ideali egli potrà percepire l’utilità di un contributo alla vita di
tutti, nello studio, nel lavoro, fino alla politica». Secondo Prosperi,
per meno di questa rinnovata “promessa” il giovane (e non solo) si
stanca e si distanzia sempre di più dalla vita pubblica. «Perciò anche
in politica c’è bisogno di testimoni: è l’idea di politica come carità
di cui ha parlato recentemente papa Francesco. In una situazione di
disinteresse generale, di fronte all’astensionismo crescente, qualcuno
può cominciare a muoversi e questo può muovere altri, mettendosi
insieme. Si sta già vedendo qualche tentativo promosso anche da soggetti
di ispirazione cristiana». Come ha più volte ricordato anche l’attuale
Presidente di CL, Don Julian Carron, la questione politica non è una
faccenda relegata a “meri addetti ai lavori”: «un cristiano in tutti gli
aspetti del vivere, anche nella politica, è in gioco la natura della
fede. Le scadenze elettorali rappresentano un passo per verificare la
portata della fede nella vita, come capacità di cogliere i bisogni della
gente e di immaginare risposte adeguate ad essi», scrive ancora Davide
Prosperi.
LE PROPOSTE PER UNA RINNOVATA “SUSSIDIARIETÀ”
Il problema del lavoro e la crisi della
famiglia sono i due punti sui quali tutti i Movimenti cattolici - e per
fortuna anche larga parte della società civile - concordano che serva
un’autentica “rivoluzione” sociale, vista la crisi ancora stagnante.
Secondo Prosperi, la difficoltà a fare famiglia è un segno di quello che
papa Francesco chiama "cambiamento d’epoca”: «Non metterò mai al mondo
un figlio. Con che coraggio condanno un altro poveretto
all’infelicità?». Con queste parole un giovane - citato da Prosperi - si
è rivolto così di recente; ecco, è una crisi antropologica, continua il
Vicepresidente della Fraternità nata dall’idea di Don Luigi Giussani.
«nessuna riforma o legge potrà risolvere, perché affonda
nell’autocoscienza di ciascuno e in una mancata educazione ideale della
persona. Perciò, le politiche pubbliche dovrebbero rimuovere gli
ostacoli che impediscono a tanti giovani di mettere su famiglia e che
scoraggiano chi vorrebbe avere figli». Le ipotesi lanciate da Cl
riguardano nello specifico un patrimonio caro alla Dottrina Sociale
della Chiesa: politica tributaria meno gravosa, «conciliazione tra
lavoro e incombenze familiari, a sussidi adeguati alle famiglie
numerose, a servizi di cura più accessibili e a una maggiore attenzione
nelle politiche sulla casa». Secondo Prosperi, la famiglia è proprio
quel bene essenziale che la società deve tornare a riconoscere: ha
bisogno perciò di essere protetta e per questo, «ogni intervento
pubblico non dovrebbe prescindere – in un’ottica sussidiaria – dalle
iniziative di persone e realtà sociali che dal basso costruiscono
risposte ai problemi», concludendo il suo intervento sull’Avvenire.
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