martedì 9 gennaio 2018

Cattolici ed Elezioni

CATTOLICI & ELEZIONI/ Davide Prosperi (Fraternità Cl): in politica servono testimoni per cogliere veri bisogni

Cattolici in politica: Davide Prosperi (vice presidente Fraternità Cl): "in politica servono testimoni, nuovi sostegni alla famiglia e alla scuola". L'intervento verso le Elezioni 2018
Giovani ed Elezioni, la crisi della politica (LaPresse)Giovani ed Elezioni, la crisi della politica (LaPresse)
Con il messaggio di fine anno del Presidente Sergio Mattarella è stato posto l’accento sull’invito sempre più urgente ai giovani e alla società intera di prendere sul serio l’appuntamento delle Elezioni per evitare che si consumi la frattura definitiva tra la politica, il bene comune e la vita difficile e complessa di tutti i giorni. Come dialogo su questi temi, il quotidiano “Avvenire” ha invitato tutti i principali Movimenti ecclesiali e vari rappresentanti del mondo cattolico a suggerire una possibile strada da seguire per la politica italiana: tra gli altri, il Vicepresidente della Fraternità di Comunione e Liberazione Davide Prosperi ha risposto direttamente nel merito della vicenda illustrando alcuni punti dirimenti delle sfide che chiamano tutti, non solo i cattolici, con le prossime Elezioni Politiche e Regionali. Illustrando quali possibile ricette “realizzarli” che le forze politiche dovrebbero inserire negli imminenti programmi elettorali, Prosperi ritiene che occorra sempre di più investire molto di più sul processo educativo, migliorando il sistema di istruzione: «penso alla formazione professionale, a politiche di diritto allo studio e contro l’abbandono scolastico, al sostegno della scuola paritaria che sta svolgendo un ruolo indispensabile insieme alla scuola statale. Inoltre occorre sostenere le startup innovative e offrire incentivi all’occupazione giovanile. È una scommessa che vale più del calcolo dei rischi. Sono tutte cose che all’estero sono praticate da anni e hanno prodotto solo bene, essendo il motore dello sviluppo dell’intera società».

COME EVITARE LA FRATTURA NELLA SOCIETÀ

Avvenire ha chiesto espressamente «come valorizzare la condizione dei giovani, anche per evitare il distacco delle nuove generazioni dalla partecipazione alla vita politica e sociale»: secondo il Vicepresidente di Cl il primo richiamo a cui guardare è quello del fondatore e genio educativo Don Luigi Giussani, «servono luoghi che educhino l’io a un rapporto positivo con la realtà». Servono dunque luoghi, proposte, incontri, persone, dove un giovane possa realmente incontrare degli adulti che lo “guardino con una stima profonda” e siano in grado di «accendere in lui il fuoco del desiderio di bellezza, verità, giustizia e felicità. Solo partecipando di veri ideali egli potrà percepire l’utilità di un contributo alla vita di tutti, nello studio, nel lavoro, fino alla politica». Secondo Prosperi, per meno di questa rinnovata “promessa” il giovane (e non solo) si stanca e si distanzia sempre di più dalla vita pubblica. «Perciò anche in politica c’è bisogno di testimoni: è l’idea di politica come carità di cui ha parlato recentemente papa Francesco. In una situazione di disinteresse generale, di fronte all’astensionismo crescente, qualcuno può cominciare a muoversi e questo può muovere altri, mettendosi insieme. Si sta già vedendo qualche tentativo promosso anche da soggetti di ispirazione cristiana». Come ha più volte ricordato anche l’attuale Presidente di CL, Don Julian Carron, la questione politica non è una faccenda relegata a “meri addetti ai lavori”: «un cristiano in tutti gli aspetti del vivere, anche nella politica, è in gioco la natura della fede. Le scadenze elettorali rappresentano un passo per verificare la portata della fede nella vita, come capacità di cogliere i bisogni della gente e di immaginare risposte adeguate ad essi», scrive ancora Davide Prosperi.

LE PROPOSTE PER UNA RINNOVATA “SUSSIDIARIETÀ”

Il problema del lavoro e la crisi della famiglia sono i due punti sui quali tutti i Movimenti cattolici - e per fortuna anche larga parte della società civile - concordano che serva un’autentica “rivoluzione” sociale, vista la crisi ancora stagnante. Secondo Prosperi, la difficoltà a fare famiglia è un segno di quello che papa Francesco chiama "cambiamento d’epoca”: «Non metterò mai al mondo un figlio. Con che coraggio condanno un altro poveretto all’infelicità?». Con queste parole un giovane - citato da Prosperi - si è rivolto così di recente; ecco, è una crisi antropologica, continua il Vicepresidente della Fraternità nata dall’idea di Don Luigi Giussani. «nessuna riforma o legge potrà risolvere, perché affonda nell’autocoscienza di ciascuno e in una mancata educazione ideale della persona. Perciò, le politiche pubbliche dovrebbero rimuovere gli ostacoli che impediscono a tanti giovani di mettere su famiglia e che scoraggiano chi vorrebbe avere figli». Le ipotesi lanciate da Cl riguardano nello specifico un patrimonio caro alla Dottrina Sociale della Chiesa: politica tributaria meno gravosa, «conciliazione tra lavoro e incombenze familiari, a sussidi adeguati alle famiglie numerose, a servizi di cura più accessibili e a una maggiore attenzione nelle politiche sulla casa». Secondo Prosperi, la famiglia è proprio quel bene essenziale che la società deve tornare a riconoscere: ha bisogno perciò di essere protetta e per questo, «ogni intervento pubblico non dovrebbe prescindere – in un’ottica sussidiaria – dalle iniziative di persone e realtà sociali che dal basso costruiscono risposte ai problemi», concludendo il suo intervento sull’Avvenire.
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