mercoledì 6 aprile 2016

Anno della Misericordia: Moscati, il medico santo

Roma
Si tratta della vita e della storia di un uomo, un medico, un santo. «Che cosa ha fatto Giuseppe Moscati per meritare la santità? Come tutti gli altri, ha vissuto una vita come la nostra, mia e tua, dall’albore mattutino fino al crepuscolo serale, istante per istante. Ma l’ordinaria quotidianità dell’esistenza si ingigantiva di momento in momento perché viveva del rapporto con l’Infinito, cioè della presenza di Cristo che diventava habitus cosciente e nesso desiderato». Domanda e risposta sono di monsignor Luigi Giussani, contenute nella prefazione (scritta nel 2003) al libro di Paola Bergamini, vicedirettrice di Tracce, «Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico» (Edizioni Piccola Casa Editrice).

San Giuseppe Moscati viene alla luce a Benevento il 25 luglio 1880, e presto è «adottato» da Napoli, dove diventa medico. Vive e svolge la sua professione con particolare generosità e amore, ricevendo lodi e affetto dei suoi pazienti e dei suoi concittadini. Salva - «miracolosamente» - alcuni malati durante l’eruzione del Vesuvio del 1906; nel 1921, quando il colera devasta Napoli, da Primario degli Ospedali riuniti si adopera strenuamente per curare e assistere i contadini.

Mai, fermerà la sua – quotidiana, concreta, efficace, amabile - opera a servizio dei malati. Mai, chiederà la parcella ai poveri.

Di più: mentre guarisce i corpi, è attento anche alle anime.

Tutto questo fino alla morte, che lo coglie il 12 aprile 1927, a 47 anni. Il futuro beato papa Paolo VI lo eleva agli altari nel 1975; il futuro santo papa Giovanni Paolo II, il 25 ottobre 1987, lo canonizza.


Nell’Anno santo straordinario della misericordia, assume un particolare senso e significato rivivere l’esistenza di questo Santo che, per la sua attenzione e il suo sguardo cristiani alla società in cui vive - rivolti prima di tutto e soprattutto a chi è più debole, sofferente, lontano, «ultimo» - può essere definito a tutti gli effetti «sociale», anche se non è compreso nella schiera delle figure tradizionalmente considerate tali. È prezioso leggere questo volume di Bergamini perché Moscati è un cristiano che diventa «Santo sociale», da laico: la sua laicità è quella di «un medico normale, come tanti lo sono nei nostri ospedali, ma la grandezza della sua dedizione a Cristo nel mondo – ha scritto Giussani - è penetrata dentro le pieghe della sua vita quotidiana. Ogni azione, così vissuta, si nobilitava, anche la più apparentemente banale, per cui fu anche più medico, realizzando la sua personalità: si infiammava coi suoi allievi e i colleghi, si commuoveva coi pazienti e i loro cari, sacrificandosi per essi, amava la ragione che ricerca il vero».

«Fatto santo alla fine del Sinodo sui laici (1987) – ricorda il fondatore di Comunione e Liberazione - Moscati è bandiera di che cosa significhi “laico, cioè cristiano”: un protagonista nuovo sulla scena del mondo che il battesimo, per l’energia dello Spirito di Cristo, suscita a dilatare nel tempo e nello spazio il compiersi della promessa di felicità per tutto l’uomo e per tutti gli uomini».

Alla canonizzazione Papa Wojtyla aveva detto: «Fu proprio la fede a conferire al suo impegno dimensioni e qualità nuove, quelle tipiche del laico autenticamente cristiano. Grazie a esse gli aspetti professionali, nella sua vita, si integravano armoniosamente fra loro, si sostenevano l’un l’altro, per essere vissuti come una risposta a una vocazione, e quindi come una collaborazione al piano creatore e redentivo di Dio».

Per Papa Montini, Moscati «è un laico, che ha fatto della sua vita una missione percorsa con autenticità evangelica... È un medico, che ha fatto della professione una palestra di apostolato, una missione di carità... È un professore d’università, che ha lasciato tra i suoi alunni una scia di profonda ammirazione... È uno scienziato d’alta scuola, noto per i suoi contributi scientifici di livello internazionale... La sua esistenza è tutta qui».

Nel Giubileo della misericordia papa Francesco invita tutti ad aprire il cuore a Dio, senza paura ed egoismi, e di rendere il proprio cuore semplice e umile, come semplici e umili sono il messaggio e la vita di Gesù che conducono alla felicità terrena ed eterna: ecco, «occorre solo un cuore semplice, come di bambino, per riconoscere i segni della grande Presenza dentro la vita normale – afferma Giussani - come incontrando un medico nella stanzetta di un ospedale o una giovane donna con un bimbo deposto in una mangiatoia».


«Laico cioè cristiano. San Giuseppe Moscati medico», di Paola Bergamini, Edizioni Piccola Casa Editrice, 2016, 10 euro.