lunedì 9 ottobre 2017

Papa Francesco alla Gregoriana: proteggiamo i bambini dalla pornografia in rete

«Proteggiamo i più piccoli dalla pornografia online» Il Papa ai partecipanti al convegno internazionale alla Gregoriana: non voltiamoci dall’altra parte
 
Il richiamo

Francesco ha ricordato che è la scienza a dimostrare l’impatto profondo delle immagini violente e sessuali sui minori. Servono soluzioni tecniche, ma soprattutto la moralità dei protagonisti del mondo digitale. E una lotta senza confini ai crimini in Rete
Il problema è ben riassunto in alcuni numeri che il Papa ha ricordato ieri: «oggi i minori sono più di un quarto degli oltre tre miliardi di utilizzatori di internet, questo vuol dire che oltre 800 milioni di minori navigano nella Rete». E «nella sola India nell’arco di due anni oltre 500 milioni di persone avranno accesso alla Rete, e la metà di esse saranno minori». Quali sono i rischi online per un pubblicato siffatto – oltre alle opportunità si intende – sono riassumibili in parole come «pornografia» e «abusi», declinabili in vari modi: « sexting fra i giovani e le ragazze che usano i social media», « sextortion, l’adescamento dei minori a scopo sessuale tramite la Rete», «l’organizzazione online del traffico delle persone, della prostituzione, perfino dell’ordinazione e della visione in diretta di stupri e violenze su minori commessi in altre parti del mondo», il « dark net », ovvero le regioni oscure «dove il male trova modi sempre nuovi e più efficaci, pervasivi e capillari per agire ed espandersi », senza dimenticare «il bullismo che si esprime sempre più online ed è vera violenza morale e fisica contro la dignità degli altri giovani». Francesco ha affrontato il tema ieri ricevendo in udienza i partecipanti al convegno internazionale «Child dignity in the digital world» (dignità dell’infanzia nel mondo digitale), che si è tenuto alla Pontificia Università Gregoriana da martedì a ieri: tre giorni di confronto tra esperti su sicurezza, educazione e responsabilità per quanto riguarda la presenza dei minori in Rete. (continua su www.avvenire.it)