LETTURE/ San Freinademetz e le valli ladine, quando la
fede cambia la terra
Tommaso Ricci Pubblicato 9 Agosto 2025
Le valli ladine, nelle bellissime Dolomiti, custodiscono
preziose storie di fede. Come quella di san Freinademetz, missionario del Verbo
Divino
“Carissimi genitori, vi racconto una storia succeduta ad un
missionario qui. Un nuovo cristiano fu battuto terribilmente dal mandarino per
nessun’altra colpa che per essere cristiano. Il missionario andò subito dal
mandarino per liberare il cristiano. Il mandarino mandò due manigoldi che con
grandi bastoni hanno battuto quel missionario, l’hanno tirato fuori di casa,
gettato a terra, gli hanno lordato la faccia con sporchezze schifosissime e
l’hanno strascinato per la città, beffeggiato da una folla grandissima;
minacciarono di gettarlo nell’acqua, di ucciderlo e così via. Arrivati fuori
città l’hanno gettato legato per terra. Là sdraiato predicò loro per mezz’ora,
poi l’hanno lasciato andar via (…) Adesso quel missionario è guarito e sta
allegro e ringrazia il Signore di averlo degnato di poter patire un po’ per
amor di Dio e dei cinesi. Questo missionario, che vi saluta di cuore e vi prega
delle vostre orazioni, non è nessun altro che Vostro figlio Giuseppe” (Cina, 27
giugno 1889).
Vivida e commovente lettera del santo sacerdote Freinademetz
beatificato da Paolo VI cinquant’anni fa e canonizzato nel 2003 da papa
Giovanni Paolo II; un badiotto, cioè della Val Badia, cioè della Ladinia, la
piccola patria culturale incuneata tra Austria e Italia. Fino a ieri i suoi
figli erano soggetti all’imperatore asburgico, poi dopo la guerra mondiale del
1915-18 (che per loro iniziò nel 1914, particolare non irrilevante, come
vedremo) sono diventati cittadini italiani dotati di un’ampia e legittima autonomia.
Ujöp (Giuseppe, Josef) Freinademetz era un valligiano
dolomitico, un ladino di Oies i cui orizzonti della mente e del cuore, secondo
certi stereotipi, non sarebbero stati in grado di valicare neanche il Sasso
della Croce che sovrasta il santuario oggi dedicato al primo santo di questa
terra benedetta.
E invece lui, seguace di Cristo, disse: “Io amo la Cina e la
sua gente e vorrei morire mille volte per loro… Voglio restare cinese anche in
Paradiso… Essere missionario in Cina è un onore che non cambierei con la corona
d’oro dell’imperatore d’Austria” (di cui era leale suddito).
Sarebbe interessante sapere quanti tra i milioni di scarponi
e di piccozze (ma anche infradito e chiassosi smartphone; si leggono cronache
vacanziere inaudite e mostruose) che ogni estate calcano i sentieri dolomitici
conoscano questa vicenda, o più in generale siano consapevoli della storia di
questi luoghi, così sintetizzata alcuni decenni fa da un montanaro fassano
(Fassa, Gardena, Livinallongo, Ampezzo e Badia sono le valli della Ladinia):
“Chiò te Fascia l’è sozedù demò doi robe: i Conzil de Trent che à parà demez le
strie e la Pruma Vera che à portà su i taliegn” (Qui in Val di Fassa sono
successe due cose: il Concilio di Trento che ha portato via le streghe e la
Prima Guerra che ha portato su gli italiani): pregnante sintesi storica ladina.
Perché a leggere le leggende e fiabe locali, dalle “pope”
del Latemar al cavaliere del Monte Cristallo, dal re Laurino dei Monti Pallidi
a mille altre (ogni massiccio ha una propria mitologia), queste terre alte
erano infestate da numerosi spiriti dispettosi e malvagi e da qualche presenza
“buona”; le streghe spadroneggiavano nella mentalità corrente.
Le severe normative del Concilio di Trento contro queste
credenze pagane si fecero sentire, anche con spiacevoli episodi violenti (in
una giornata inadatta a passeggiate consiglio di visitare il Museo Ladino di
Fassa, a Sen Jan, scrigno di notizie su storia e usanze del luogo).
Altro momento fondativo dell’identità ladina – che da
relativamente poco tempo ha adottato una lingua standard, essendo le parlate
ladine diverse da valle a valle – è stata la Prima guerra mondiale, quando la
mejo zoventù ladina partì in guerra verso la Galizia per combattere i russi
sotto l’egida asburgica.
A Moena c’è una mostra permanente dedicata all’evento
bellico, realizzata con gran profusione di mezzi e ben concepita, che narra gli
aspri scontri combattuti su queste alte quote a seguito dell’improvvisa entrata
italiana nel conflitto, nel 1915, contro Vienna. Un’epica dolorosa ed eroica,
che coinvolse giovanissimi e anziani, visto che le truppe ladine migliori erano
tutte impegnate all’est contro la Russia.
Una visita a questa esposizione è davvero consigliata, sia
per immergersi nelle condizioni reali, asperrime, della guerra sulle vette, che
per smascherare la retorica bellicista che con questa “inutile strage”
(copyright Benedetto XV) mandò a morire e a sfigurarsi per le ferite moltissimi
uomini (sia del meridione d’Italia che delle tranquille valli dolomitiche).
Altra storia legata a queste terre è quella di Domenico
Chiocchetti di Moena, artista-artigiano protagonista di una straordinaria
vicenda che coinvolge il grand’ammiraglio tedesco Karl Dönitz, Winston
Churchill, e molti prigionieri di guerra italiani confinati nell’estremo nord
inglese e che porta i suoi frutti fino ai nostri giorni, quella della Italian
Chapel delle Isole Orcadi, alla periferia del mondo eppure divenuta nei decenni
trascorsi attrattivo simbolo di pace universale (sarebbe bello che Papa Leone
XIV andasse lì a invocare per il mondo in fiamme la pace di Cristo!).
Grazie alla benevolenza del comandante inglese del campo di
lavoro i prigionieri italiani edificarono una chiesetta per le esigenze della
loro fede e il moenese Chiocchetti, che aveva appreso a Ortisei, in Val
Gardena, l’arte di intagliare il legno, fu uno dei protagonisti delle belle
decorazioni sacre che tuttora si ammirano lì.
Volle addirittura fermarsi un po’ di tempo in più in quel
luogo di detenzione dopo la liberazione ed il rimpatrio dei compagni per
ultimare il lavoro. E poi ci ritornò nel 1960, invitato, portando in dono una
Via Crucis lignea scolpita nelle sue terre.
(…)
https://www.ilsussidiario.net/news/letture-san-freinademetz-e-le-valli-ladine-quando-la-fede-cambia-la-terra/2869044/#:~:text=CHIESA-,LETTURE/%20San%20Freinademetz%20e%20le%20valli%20ladine%2C%20quando%20la%20fede%20cambia,l%E2%80%99orizzonte%20del%20cuore%2C%20perch%C3%A9%20%E2%80%9Cla%20lingua%20che%20tutti%20comprendono%20%C3%A8%20l%E2%80%99amore%E2%80%9D.,-%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94%20%E2%80%94