21/09/2014
ALBANIA-VATICANO
Papa Francesco commosso davanti a due testimoni delle persecuzioni: "Oggi abbiamo toccato i martiri"
Ascoltando
un sacerdote, torturato e imprigionato durante la dittatura maoista, e
una suora che ha vissuto nei lavori forzati, mantenendo la propria fede e
sostenendo quella degli altri, papa Francesco abbandona il discorso
preparato e pronuncia un'omelia a braccio. Le persone consacrate sono
consolate solo da Dio e sono così capaci di consolare gli altri.
Tirana (AsiaNews) - L'anziano sacerdote ha appena finito di
parlare. Il papa si alza, lo abbraccia, gli bacia le mani e poi poggia il suo
capo sulla fronte del sacerdote e rimane così per diversi secondi in silenzio (v. foto). Don
Ernest Simoni Troshani, 84 anni, aveva raccontato in breve il suo arresto
all'avvento della dittatura maoista, la
sua prigionia per 18 anni (sul muro della sua cella aveva scritto: per me
vivere è Cristo); poi i lavori forzati. Talvolta è stato torturato fin quasi a
morire perché - come gli dicevano i suoi aguzzini - "non smetteva di parlare di Cristo".
Dopo di lui, suor Maria Kaleta, religiosa stimmatina di 85
anni racconta della sua gioia per la vocazione e delle sue sofferenze dopo la
chiusura del suo convento; il suo conservare la fede sostenendo gli altri. Per
anni è stata condannata ai lavori forzati, rischiando spesso la vita perché
battezzava di nascosto i bambini su richiesta delle madri. Per decenni ha avuto
il "desiderio di poter partecipare a una santa messa". Nell'introdurre le due
testimonianza, il commentatore del gesto aveva detto: "Caro papa Francesco,
potevamo donarti tanti fiori, tante cose, ma abbiamo preferito donarti due
testimonianze di martirio". E Francesco sembra aver gradito il dono. Al momento
dell'omelia, ha lasciato da parte il discorso preparato - in cui chiedeva di
pregare per nuove vocazioni e domandava di lavorare per l'evangelizzazione nell'unità
fra sacerdoti, laici, religiosi, missionari - e ha commentato il versetto della
lettura breve dei vespri appena recitato (2Cor 1, 3-4). E ha concluso con le parole: "Oggi abbiamo
toccato i martiri".
Preparandosi al viaggio - ha detto Francesco - egli ha
confessato una sorpresa: "non sapevo che il vostro popolo avesse sofferto
tanto. Poi oggi, nella strada dall'aeroporto fino alla piazza [ho visto] tutte
le fotografie dei martiri. Si vede che questo popolo ha ancora memoria di
quelli che hanno sofferto tanto. Un popolo di martiri.
Oggi all'inizio di questa celebrazione, ne sono toccate due.
Quello che io posso dirvi è ciò che essi hanno detto, con la loro vita. Hanno
detto questo con parole semplici, ma tanto dolorose.
Come avete fatto a sopravvivere a tanta tribolazione? Ci
diranno che Dio padre misericordioso e Dio di ogni consolazione è stato lui a
consolarci".
"Il Signore - ha proseguito - ha consolato anche questi due testimoni.
Tanta buona gente, le suore di clausura, pregavano per loro... E' un mistero che
il Signore risponde alla domanda di consolare il suo popolo. Il Signore consola
umilmente e nascostamente. Consola nell'intimità del cuore e nella fortezza.
Loro non si vantano di quello che è stato vissuto perché è il Signore che ha
dato loro la forza di andare avanti. Ma ci dicono qualcosa: che per noi che
siamo stati chiamati dal Signore per seguirlo da vicino, l'unica consolazione
viene da Lui.
E davanti alle migliaia di sacerdoti, religiosi, religiose,
novizie, seminaristi, ha aggiunto: Guai a noi se cerchiamo un'altra
consolazione. Guai ai preti, sacerdoti, religiosi, suore, novizie, seminaristi,
probandi quando cercano consolazione lontano dal Signore".
"Non voglio bastonarvi oggi - ha detto suscitando il sorriso
degli ascoltatori -, non voglio diventare il boia, ma sappiate bene che se voi
cercate consolazione in qualche altra parte, non sarete felici. Di più: non
potrai consolare nessuno perché il tuo cuore non è stato aperto alla
consolazione del Signore".
E ha concluso: "E' quello che hanno fatto questi due:
umilmente, senza pretese, facendo un servizio per noi, consolandoci. E ci
dicono: siamo peccatori, ma il Signore è stato con noi. Questa è la strada, non
scoraggiarsi. E tornando a casa pensiamo: Oggi abbiamo toccato i martiri".