IRAQ-VATICANO
"Adotta un cristiano di Mosul": il grazie del vescovo per i primi aiuti
di Amel Nona
Mons.
Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul, anch'egli rifugiato, ringrazia
tutti i donatori della campagna lanciata da AsiaNews. La situazione è
sempre più difficile per il numero enorme di profughi e per l'arrivo
dell'inverno e della neve, che rendono impossibile alloggiare nelle
tende o all'aperto. La crisi, un'occasione che rende attiva la fede dei
cristiani.
Roma (AsiaNews) - Mons. Amel Nona, vescovo caldeo di Mosul,
anch'egli rifugiato in Kurdistan, ci ha scritto una lettera per ringraziarci
della prima tranche di aiuti, giunti a lui come presidente del Comitato dei
vescovi responsabili della distribuzione. La lettera è indirizzata ad AsiaNews,
ma lo stesso vescovo ringrazia "tutti i donatori" - e sono migliaia - che hanno
testimoniato la vicinanza alla loro situazione. Tale solidarietà è importante
dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista spirituale, perché
comprende l'importanza "che i cristiani di questo Paese abbiano il diritto a
vivere come gli altri uomini, con dignità e libertà".
La situazione sul terreno è ancora molto
drammatica e diviene sempre più difficile: alla povertà, all'assottigliarsi dei
fondi, alla mancanza di alloggi per decine di migliaia di persone, si aggiunge
ora il sopravvenire dell'inverno, del freddo e della neve che rende impossibile
ai rifugiati poter vivere nelle tende, o all'aperto nelle aiuole
spartitraffico, o nelle scuole.
Mons. Nona e la Chiesa in Kurdistan stanno
svolgendo un lavoro gigantesco, oltre le proprie forze, non essendo la Chiesa
"una potente organizzazione umanitaria internazionale". Il vescovo spera che si
possa trovare una soluzione veloce per far tornare i profughi alle loro case
conquistate dall'esercito islamico. Ma è soprattutto cosciente che la preghiera
potrà trasformare "la nostra crisi" in "un'occasione per unire tutti i
cristiani rendendoci attivi nella fede".
Di fronte al perdurare dell'emergenza, è
necessario continuare la nostra campagna "Adotta un cristiano di Mosul", con le
modalità già indicate (clicca qui). Di seguito, il testo della lettera di
mons. Amel Nona:
P. Bernardo Cervellera
Direttore
AsiaNews
Voglio
informarla che il 9 settembre 2014 ho ricevuto la somma di 279.219 euro inviata
da voi con la campagna "Adotta un cristiano di Mosul", per aiutare i
nostri cristiani di Mosul e della piana di Nineveh rifugiati nella regione Kurdistan-Iraq.
Quale responsabile del
comitato dei vescovi che organizza gli aiuti umanitari ai cristiani rifugiati, a
nome mio e a nome di tutti i vescovi membri di questo comitato - che sono cattolici
e non cattolici - ringrazio lei e tutti i donatori che hanno testimoniato la
realtà della fede Cristiana verso la persona umana, tramite il dono che avete offerto
per sostenere i cristiani iracheni, nella dignità, nella loro vita.
La nostra situazione è
veramente drammatica, perché tutti questi nostri fedeli sono stati spogliati di
ogni cosa: case, proprietà, lavoro, chiese,.. E sono arrivati nella regione del
Kurdistan senza niente.
Si può sopportare tale situazione
per un breve periodo, ma con il passare del tempo, senza una soluzione per
l'area controllata dall'Isis, si creano tanti problemi e difficoltà.
La gente ha perso la
fiducia nel Paese, nella loro terra, nei vicini, nell'autorità...
Gli aiuti umanitari si riducono di giorno in giorno, e i rifugiati si sentono
sempre più bisognosi. Vivere sotto le tende, o nei giardini, oppure nelle
scuole non è più possibile perché la stagione sta cambiando e l'inverno bussa
alle porte. Abbiamo tantissima gente senza casa e neanche un tetto che li possa
coprire.
Stiamo cercando di
trovare una soluzione per il problema dell'alloggio, ma non riusciamo a
ospitare tutti perché il numero è grandissimo: noi non siamo una potente organizzazione
umanitaria internazionale, sebbene tutti i nostri cristiani ci domandino con
insistenza di aiutarli.
Le nostre possibilità sono
limitate perché tutto il Paese sta attraversando una fase difficile di
divisione religiosa ed etnica, accompagnata da una vera guerra civile e dalla sfiducia
reciproca tra le parti politiche e sociali.
Fin da primo giorno della
crisi la Chiesa sta facendo di tutto per trovare una risposta vera e degna per
i suoi figli. E ringraziamo Dio che nonostante tante difficoltà abbiamo
organizzato almeno per un po' gli aiuti per i nostri fedeli, cercando di dare
loro il minimo per vivere come persone umane, sempre sperando in una soluzione
giusta e rapida per la nostra terra.
La vostra partecipazione nella
solidarietà, ci dà forza non solo perché ci aiuta materialmente - e ciò è
importantissimo - ma anche perché sentiamo che abbiamo fratelli e sorelle
cristiani vicini a noi, che comprendono quanto sia importante che i cristiani
di questo Paese abbiano il diritto a vivere come gli altri uomini, con dignità
e libertà.
Ancora una volta vi
ringrazio tutti, pregando il Signore che la nostra crisi sia un'occasione per
unire tutti i cristiani rendendoci attivi nella fede.
Il Signore vi benedica
+ Amel NONA
Arcivescovo di Mosul dei
caldei
14 settembre 2014